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Autore: _PkSl_    21/05/2009    10 recensioni
- Apri stronzo! – davanti a sé una ragazza con dei lunghi capelli biondi, abbastanza minuta, sbraitava contro la sua auto. - Senti Tom devo lasciarti, c’è stato un imprevisto! - disse cercando di chiudere la chiamata. Maddy e Bill, una storia molto coinvolgente....
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Areagratis host

ed eccomi ancora XD sembra impossibile vero???XD
Bè la voglia di finire questa fan fiction una volta per tutte mi ha dato l'ispirazione che avevo perso.
questo capito l'ho diviso in due parti, perchè è giusto così.
buona lettura.Naturalmente ringrazio tutte le lettrici, siete troppo buone XD grazie grazie grazie!ringrazio Angeli Neri per la bellissima foto grazie bella^^


I Parte

Un nuovo giorno in casa Brown ebbe inizio, la signora Diana irruppe nella stanza di Maddy, richiamandola, mentre sua figlia se ne stava ancora sotto le coperte.
- Avanti Maddy svegliati, o faremo tardi alla seduta - le disse con tono dolce.
Maddy aprì gli occhi lentamente. Non aveva alcuna voglia di svegliarsi, voleva restare sotto le coperte per tutto il giorno se le fosse stato permesso, ma sapeva che non poteva.
Avrebbe volentieri evitato di farsi infilzare quell’enorme ago nel braccio per l’ennesima volta, pensò con ancora le coperte sul capo.
Erano ormai due settimane che si sottoponeva a quelle orrende sedute di Chemio, ma lei si sentiva sempre peggio, a volte non aveva neanche la forza di premere il pulsante del telecomando, quella maledetta cura la stava distruggendo.
C’erano stati giorni in cui voleva rifiutare tutto ciò, era stanca.
La sua vita era appesa ad un filo, e sapeva bene che se si fosse arresa, se il male dentro lei avesse preso il sopravvento, non ci sarebbero state più speranze.
- Maddy sto aspettando - la richiamò ancora sua madre scuotendola.
Maddy strinse gli occhi per un attimo cercando di trovare anche quel giorno la forza di alzarsi, di vincere il male.
Spostò la coperta dal capo riaprendo gli occhi.
Davanti a lei sua madre spalancò gli occhi, portandosi una mano sulla bocca semi aperta.
Maddy increspò la fronte davanti a quella reazione, dopodiché si portò goffamente una mano fra i capelli ormai corti.
- Maddy ma i tuoi capelli - balbettò appena Diana.
- Sto così male? - domandò sua figlia abbassando lo sguardo e arrossendo un po’.
Non ci poteva credere.
Maddy, la sua piccola Maddy, era ormai diventata una donna, una donna forte a cui neanche quell’atroce destino che le era stato riservato, riusciva a buttarla giù.
Diana ammirò sua figlia in quel momento, non aveva importanza cosa avesse fatto ai suoi capelli, per lei sarebbe sempre rimasta la sua dolce bambina. Era talmente orgogliosa di lei che le si riempirono gli occhi di lacrime.
- Allora siete pronte? - la voce del signor Franz riecheggiò per la stanza.
Maddy si voltò verso suo padre, in piedi sul ciglio della porta. I due si guardarono per alcuni secondi, quando all’improvviso sul viso di suo padre apparve un enorme sorriso.
- Maddy sei stupenda - affermò raggiungendo sua figlia ancora seduta a gambe incrociate sul letto.
- Dici sul serio papà? - domandò la voce debole della ragazza.
- Certo. Questo taglio ti dona - le sorrise ancora circondandola con le sue enormi braccia.
Maddy strinse suo padre a sé forte, mentre con lo sguardo continuava a fissare sua madre che intanto cercava di scacciare via quella lacrima che violenta cercava di uscire fuori.
D’un tratto allungò la mano verso di lei facendola voltare, le sorrise dolcemente porgendole il palmo della mano, Diana non perse tempo, stringendola.

- Tesoro sono tutti giù che ti aspettano - disse la voce di Nicole sul ciglio della porta, mentre Bill se ne stava pensieroso seduto sul bordo del letto.
Quella voce lo fece risvegliare dai mille pensieri che in quel momento frullavano nella sua mente, voltò di poco la testa verso di lei.
Per alcuni secondi rivide in lei il volto di Maddy che dolcemente continuava a sorridergli, ma capì subito dopo, che quella era soltanto una sua allucinazione, Maddy non era lì e non gli stava sorridendo.
- Nicole volevo scusarmi per l’orribile scena a cui assistito stanotte - disse dopodiché portando lo sguardo verso il pavimento e torturandosi le mani nervosamente - Non so cosa mi è preso - continuò a scusarsi ricordando la sera precedente.
A Nicole le si strinse il cuore, doveva dirgli la verità.
Doveva dirgli che aveva mentito riguardo Maddy.
Bill la sentì muoversi e chinarsi di fronte a lui. I loro occhi si incrociarono, fissandosi.
- Non devi scusarti, stanotte mi hai fatto capire molte cose Bill -
Bill corrugò la fronte stranito.
Cosa poteva capire lei? Lei che continuava a prendere il suo corpo con la consapevolezza che lui non l’amava.
- Non guardarmi così - sorrise imbarazzata allontanando lo sguardo da quello di lui.
E se fosse stato lui l’uomo che avrebbe potuto amarla come lei aveva sempre sognato?
Si domandò Nicole ad un tratto percependo qualcosa di strano non appena Bill aveva posato i suoi occhi sul suo viso.
In fondo con lui stava bene, Bill era un ragazzo meraviglioso, su questo non c’erano dubbi.
Ma dicendogli la verità sapeva bene che avrebbe rovinato tutto, per quella volta doveva tacere. Maddy lo aveva lasciato, e ora toccava a lei.
Si voltò ancora verso di lui afferrandogli la mano, Bill seguì con lo sguardo ogni suo minimo gesto, poi alzò ancora lo sguardo verso di lei.
Ancora occhi negli occhi, ma questa volta in lei vide uno sguardo diverso. Uno sguardo nuovo.
Quella mattina era poco truccata, e sul viso era comparsa un espressione dolce che mai aveva visto in quella ragazza. Nicole per la prima volta non lo stava guardando in modo malizioso.
- Stanotte avevi bisogno di una spalla su cui piangere, ed io ero semplicemente lì, nel posto e al momento giusto - affermò terminando la frase col sorriso.
Vide ancora il suo sorriso in quello di Nicole.
- Ma ora voglio darti un consiglio, cerca di andare avanti Bill, la tua storia con lei è finita da un pezzo, e continuare a piangere di certo non ti gioverà, sei un ragazzo stupendo Bill, se ti ha lasciato non ti meritava - continuò senza spostare lo sguardo - ora alza queste chiappe e riprendi in mano la tua vita - terminò scherzosamente.
- Hai proprio ragione lo sai - affermò lui stringendole la mano con decisione.
Si aveva perfettamente ragione, rimurginò ancora Bill, di certo non era la prima volta che gli venivano dette quelle parole, ma in quel momento sentì una forza dentro lui percuoterlo ferocemente.
Un qualcosa dentro si smosse, guardò ancora Nicole in viso e questa volta vide soltanto lei, l’ombra di Maddy sembrava ormai scomparsa.
Doveva lasciare andare via quel pezzo di vita vissuto con lei, sapeva bene che faceva ancora male, ma era convinto che questa era la volta giusta.
D’improvviso si gettò fra le braccia della ragazza circondandole il collo con le sue braccia.
Nicole lo strinse a sé forte, lì con Bill la sua vita aveva un nuovo inizio. Tutto sarebbe cambiato.
- Grazie - lo sentì sussurrare all’orecchio.
Sentì un piccolo brivido percorrerle la schiena.
Un brivido nuovo.
Un brivido che non provava da tanto.

Un mese dopo

Maddy continuava a tamburellare le dita sui braccioli del divano, nervosamente. Lei e sua madre erano da qualche minuto sedute nella sala d’aspetta della clinica, in attesa di poter incontrare il medico che ormai da alcuni mesi aveva sotto controllo la malattia della ragazza.
- Questa attesa mi fa saltare i nervi - irruppe all’improvviso Maddy alzandosi dal divanetto.
Anche la signora Diana era nervosa, la sera precedente la telefonata improvvisa del medico aveva messo in subbuglio la tranquillità che finalmente si era stabilita in casa Brown.
Maddy durante quel mese aveva continuato il suo ciclo di chemioterapia, sempre accompagnata dai suoi genitori che cercavano di darle forza.
Era tornata serena e aveva ricominciato a sperare di potercela fare.
Ma ora quella telefonata aveva distrutto tutto.
Se il medico aveva chiesto di incontrarle, aveva da dirle qualcosa di importante, si soffermò a pensare la ragazza muovendosi avanti e indietro per la stanza.
I secondi passavano e l’ansia e la tensione in quella stanza aumentavano.
- Maddy smettila di muoverti in questo modo! - stridì Diana esasperata.
Nel momento in cui la ragazza si bloccò, finalmente la porta si aprì, una ragazza cortesemente le invitò ad entrare.
Madre e figlia si guardarono negli occhi per alcuni istanti e poi con passo deciso si avviarono insieme verso la porta.
Non appena entrarono il medico era intento a guardare alcuni fogli molto attentamente, non appena sentì la presenza delle due donne, alzò gli occhi da quei fogli.
- Salve - le salutò cordialmente posando i fogli sulla scrivania.
Maddy cercò di abbozzare un sorriso, ma le parve troppo finto, e quindi lo fece sparire quasi subito accomodandosi su una delle due sedie di fronte alla scrivania.
Cercò di studiare attentamente il viso della donna mentre stringeva la mano di sua madre, aveva un disperato bisogno di sapere cosa aveva da dirle, e voleva saperlo subito.
- Allora Maddy - iniziò quasi subito la donna - qui ci sono le tue ultime analisi - continuò mostrandole una busta bianca.
Maddy guardò quella busta terrorizzata, era per quello che erano state chiamate.
Il respiro si fece affannoso, e il battito cardiaco incominciò ad accelerare all’improvviso. In quella busta c’erano tutte le sue speranze, tutte le sue risposte.
Tutta la sua vita.
- Ho già dato un occhiata - aggiunse la donna portando via dal viso gli occhiali e posandoli sulla scrivania.
Maddy captò subito quell’espressione che voleva dire “Mi dispiace, ma sei spacciata”.
- Le condizioni di mia figlia sono stabili vero? - disse con voce tremolante Diana, cercando di scacciare via quel pensiero che tiranno intaccava la sua mente.
- Le condizioni di sua figlia sono peggiorate -
Ed è con quella frase che il vortice ti risucchia completamente, ti trascina nel più profondo abisso impedendoti di respirare. La gola stringe sempre più forte, fino a farti strozzare.
Ti senti pervasa da un senso di nausea, le forze cominciano a mancarti.
- Peggiorate?- emise quasi urlando sua madre reagendo a quella affermazione.
- Mi dispiace signora, la chemio non ha avuto l’effetto che speravamo -
- Ma come è possibile? - cercò di capire la donna col cuore in gola - Mia figlia ha solo 18 anni, lo capisce? - continuò alzando la voce con rabbia.
- So che è molto difficile per voi -
Maddy intanto se ne stava in silenzio, quasi come se sapeva a cosa sarebbe andata incontro.
Quella mattina aveva una strana sensazione, non sapeva da cosa derivava ma sapeva che il suo percorso sarebbe finito quella mattina.
- Quanto mi resta? -
Una domanda fredda glaciale fuoriuscì quasi con semplicità dalla sua bocca.
Lei che aveva sempre avuto paura della morte, lei che era terrorizzata all’idea di invecchiare, e adesso proprio lei parlava della sua fine come se fosse una cosa da niente.
- Maddy cosa dici? -
Diana si voltò verso sua figlia, che continuava a guardare fissa negli occhi il medico.
- Il tumore purtroppo si è evoluto più in fretta di quanto ci aspettassimo - ignorò la domanda la donna quasi sorpresa anche lei dalla domanda di quella giovane ragazza.
- Le ho fatto una domanda - ignorò ancora a sua volta Maddy quella frase, respirando affannosamente.
Intanto dagli occhi della signora Diana piccole lacrime piene di dolore iniziarono a venire giù.
Maddy invece no, lei non piangeva.
Sentiva lo stomaco farle male, stringeva, ma lei non piangeva.
- Alcuni mesi, non lo sappiamo ancora con precisione - rispose il medico sempre con professionalità, cercando di smascherare ogni volta la tristezza che si provava a dover annunciare al loro paziente la loro fine.
Il male aveva vinto questa volta.

Un ultimo gemito si espanse per quella lussuosa stanza d’hotel, Bill scivolò al fianco di Nicole, mentre lei poggiava il suo capo sul suo petto.
Sorrideva felice.
Era ormai un mese che lei e Bill formavano una coppia.
Una coppia. Sorrise ancora pensando a quella buffa parola.
Lei che non aveva mai voluto una storia stabile, ora si trovava a vivere una delle sue storie più belle con un ragazzo meraviglioso.
Non sapeva ancora di essere innamorata, ma sapeva bene che per lui provava qualcosa di forte.
Sapeva bene che dall’altra parte non era ricambiata, ma ci sperava, presto anche lui l’avrebbe amata.
- Fra due settimane finisce il vostro tour vero? - domandò all’improvviso con ancora il suo capo sul petto del ragazzo.
Il tour stava finendo, e per loro sarebbe arrivato il momento di tornare ad Amburgo.
Amburgo, troppi ricordi racchiudevano quella città.
Scacciò subito via quel pensiero, rispondendo alla sua domanda con un semplice gesto della testa.
- Bene, sai cosa stavo pensando - continuò ancora lei alzando il capo e voltando il capo verso di lui.
- Cosa? - chiese lui titubante incrociando le braccia dietro al capo.
- Che dopo il tour potremmo prenderci una bella vacanza, e partire solo io e tu su un’isola, magari le Maldive, che ne dici? - aggiunse lei con un sorriso sul viso.

- Ma la smetti di guardare quel libro secchiona -
Maddy è a gambe incrociate sul letto, continua a sfogliare il suo libro di Geografia.
- Guarda Bill, l’Italia, la Francia, questi posti sono stupendi -
Bill le si avvicina stampandole un bacio sulle labbra.
- Tu sei stupenda - le sussurra a pochi centimetri dal suo viso.
- Dico sul serio, mi piacerebbe visitarle - si scosta Maddy tornando a guardare il suo libro.
- Non ci sono problemi, dimmi dove vuoi andare e ti ci porto - dice lui rubandole un altro bacio.
Maddy sorride.
- Anzi no, quest’estate dopo il tour che ne dici se io e te andiamo alle Maldive? Ci stavo pensando con Tom, ma voglio andarci con te -
- Maldive? Oh cielo Bill sarebbe stupendo, ma non vorrei che tuo fratello si offendesse -
- Tranquilla, non si offenderà, bene allora è deciso -
Si sorridono ancora prima di regalarsi un altro tenero e lungo bacio.


Questo era troppo, si scostò da Nicole alzandosi dal letto bruscamente.
- Non ti piacciono le Maldive tesoro? - chiese Nicole increspando la fronte.
- Andiamo dove vuoi - rispose burbero allontanandosi e raggiungendo il bagno - faccio una doccia - aggiunse chiudendosi la porta alle spalle.

Quando rientrò a casa, le sembrò più grande del solito, gli angoli sembravano inghiottirla.
Non poteva fare a meno di fissare tutto quello che la circondava.
Intanto anche la signora Diana aveva fatto il suo ingresso socchiudendo la porta alle sue spalle e continuando a fissare sua figlia, che aveva preso posto sul divano.
Il silenzio più totale regnava in casa, Diana non aveva parole, di certo non poteva capire come potesse sentirsi sua figlia, ma l’idea di perderla per sempre la terrorizzava.
I pensieri della donna furono interrotti dall’arrivo del piccolo Alexander, sbucato all’improvviso dalla cucina.
Maddy nel vedere suo fratello, alzò di scatto il viso e lo avvolse tra le sue braccia, mentre anche il signor Franz aveva fatto il suo ingresso nella stanza nel tentativo di rincorrere suo figlio scappato dalle sue braccia.
- Hai fatto arrabbiare papà? - domandò all’improvviso Maddy al piccolo, che sorrise mostrando i dentini appena nati.
Franz sollevato per la presenza delle due donne, spostò il suo sguardo verso sua moglie, sapeva dell’incontro che aspettava Maddy quella mattina, ma aveva preferito rimanere in casa ad occuparsi di suo figlio.
Notò subito quello sguardo colmo di dolore in Diana.
Sentì il suo cuore accelerare all’improvviso, cosa era successo?
- Allora era solo una visita di controllo giusto? - tentennò con la paura nei suoi occhi.
Diana abbassò lo sguardo, mentre Maddy di colpo si bloccò fissando intensamente gli occhi di suo fratello.
- No papà - affermò all’improvviso la ragazza notando gli sguardi dei suoi genitori su di lei, e posando delicatamente il piccolo Alex sulle sue ginocchia.
La signora Diana portò le mani sul viso scoppiando in lacrime, mentre suo marito ancora in piedi continuava a non capire.
- Mi restano pochi mesi - continuò con tono glaciale - purtroppo la chemio non ha dato i risultati che tanto speravamo - terminò con semplicità, quella semplicità che terrorizzò anche lei, oltre che i suoi genitori.
Suo padre non riusciva ancora a realizzare ciò che stava accadendo, tutto ciò era irreale.
Perché? Perché proprio la sua bambina?
- So cosa stai pensando ora papà - disse ancora Maddy, mentre il piccolo Alex si dimenava fra le sue braccia - non credo sia giusto augurare quello che mi sta succedendo ad un’altra persona - continuò lasciando andare il fratellino, che subito si aggrappò alle gambe di sua madre.
- Se Dio ha scelto me, c’è un motivo, c’è sempre una spiegazione in tutto quello che fa, e io non sono arrabbiata con lui per questo -
Maddy cercò di abbozzare un sorriso, ci credeva davvero in tutto quello che stava dicendo.
- E poi la malattia mi ha fatto capire tante cose, prendi per esempio noi papà - si rivolse a suo padre che continuava ad ascoltarla incredulo.
- Ci siamo riavvicinati, e siamo riusciti ad instaurare nuovamente un rapporto, per questo non odio il male che cresce in me -
- Maddy come puoi dire simili assurdità - Franz non ce la faceva più a restare in silenzio.
- Perché è quello che penso papà -
- No - esclamò deciso - quel medico è un incompetente, domani partiamo per New York, girando per internet ho trovato un ottimo medico che da anni studia questo tipo di tumore, si prenderà lui cura di te - spiegò avvicinandosi a sua figlia e prendendole le mani - vedrai tesoro, tu guarirai - aggiunse nel tentativo di aggrapparsi a qualunque speranza.
- Papà non servirebbe a niente, e poi io sono stanca -
- Sei stanca di vivere Maddy?? - domandò ancora sconcertato, Franz non si dava pace.
- No! Sono stanca di tutto questo, non voglio passare gli ultimi giorni chiusa in un ospedale - urlò sfilando via le mani da quelle di suo padre.
- Maddy ragiona, Diana diglielo anche tu - disse suo padre interpellando anche sua moglie.
- Basta papà ho deciso - lo interruppe - basta cure, medicinali e stupide chemio, da oggi torno a vivere a modo mio, non puoi vietarmi questo - lo scongiurò cedendo a quelle lacrime amare dentro di sé.
Padre e figlia si fissarono, gli occhi del signor Franz si riempirono di lacrime.
- Ti prego papà - lo scongiurò ancora.

Stesa sul letto, Maddy ripensò alla sua vita, aveva vissuto tutto quello che aveva desiderato. Solo di una cosa non riusciva a darsi pace.
Bill.
Quel nome risuonò nella sua mente, non era mai riuscita a dimenticarlo, aveva continuato ad amarlo anche se erano mesi ormai che lui non era più ad Amburgo.
Si strinse al cuscino, ripensando a tutti i momenti condivisi con lui.
Aveva sbagliato tutto, era stato un grosso errore lasciarlo andare via, di questo ne era consapevole.
D’un tratto i suoi pensieri furono interrotti dal rumore della porta.
Alzò lo sguardo ritrovandosi la sua migliore amica sul ciglio della sua stanza.
Aveva gli occhi gonfi, di chi aveva appena pianto.
- Per favore Cla, niente lacrime - esordì Maddy sorridendo dolcemente all’amica che intanto se ne stava ancora sul ciglio della porta.
Sapeva tutto, la signora Diana l’aveva avvisata poco prima, e Clarissa non ci aveva pensato due volte e si era subito precipitata dall’amica.
Non ci poteva credere, la sua Maddy, la sua migliore amica, la sua compagna di tante avventure, aveva soltanto pochi mesi di vita.
- Cla te lo ricordi questo diario? - aggiunse ancora la ragazza recuperando dal cassetto un piccolo diario dalla copertina color blu.
Clarissa mandò giù quel groppo che gli impediva di respirare e con un cenno della testa rispose di si.
- Prima che tu arrivassi ho riletto alcune cose che abbiamo scritto -
E come poteva dimenticare quel diario Clarissa.
Lì, lei e Maddy racchiudevano tutti i loro segreti, le loro prime cotte, le loro risate e alcune volte anche alcuni pianti. Quel diario rappresentava in qualche modo un oggetto con cui sfogarsi, e per loro era molto importante.
- Sono arrivata alla pagina, dove tu racconti come sei caduta dai pattini quella volta che John ti aveva sorriso per la prima volta - sorrise ancora Maddy ricordando quell’episodio.
- Oh si lo ricordo bene quel giorno, ero diventata di tutti i colori in viso - disse Clarissa raggiungendo Maddy sul suo letto.
- E io ero a pochi passi da te che continuavo a ridere -
- Ma lui fu talmente dolce nell’aiutarmi ad alzarmi, che dimenticai subito quell’orribile figura - ricordò ancora Clarissa.
- Voglio che questo diario lo tenga tu adesso - Maddy tornò seria porgendo quel piccolo oggetto all’amica.
- Maddy ma lo sai che non scrivo più questo diario da quel giorno - la informò subito.
- Lo so Cla, ho riletto anche quella straziante pagina -
Clarissa spostò lo sguardo dalla sua amica, sapeva bene a cosa si riferiva, quel giorno aveva sfogato tutta la sua rabbia contro il suo ex Mark, dopo averlo visto con un’altra, e anche lì Maddy c’era.
Lei c’era sempre stata per lei. E cosa avrebbe fatto senza di lei?
Quella più forte fra le due era sempre stata Maddy, insieme si completavano. Clarissa cercò di non pensare a quella stretta al cuore che in quel momento la stava uccidendo.
Si impose di non piangere, lei non lo voleva.
- Ma ora è tutto passato, ora Mark non ossessiona più la mia mente, e questo è anche grazie a te Maddy - cercò di cambiare discorso abilmente.
- Non è vero, è soltanto merito tuo - ribattè Maddy sincera.
Clarissa sorrise, e Maddy fece lo stesso, porgendo ancora una volta il diario, e questa volta l’amica lo accettò, sfogliandolo distrattamente. Il suo sguardo non potè non notare l’ultima pagina occupata da un solo nome: Bill.
Anche lo sguardo di Maddy cadde su quel foglio bianco. Non c’era scritto nient’altro solo il suo nome.
Un silenzio carico di tensione si intromise fra le due ragazze.
- Ci pensi ancora? - le domandò colmando quel silenzio.
La risposta la conosceva bene, sapeva cosa si celava dietro lo sguardo della sua migliore amica.
- Ogni attimo della giornata - rispose sincera, non serviva a niente continuare a mentire, no adesso non poteva più.
- Credo che tu debba chiamarlo -
Quante notti era stata sveglia sul punto di chiamarlo e gridargli quanto lo amava, e quanto odiava se stessa per avergli procurato tanto dolore. Ma ogni volta qualcosa la faceva bloccare.
- Ci siamo lasciati da mesi Cla, a che serve? -
Era la pura verità, erano mesi che non stavano più insieme, e da mesi non sapeva più niente di lui.
- Sono sicura che lui ti ama ancora, non ha mai smesso di amarti proprio come non hai fatto tu -
Se l’era domandato spesso: chissà come vive ora senza di me, chissà come sta? Ma non riusciva a darsi risposte.
Sapeva solo il male che attraversava lei ogni volta che ripensava ai loro momenti passati insieme.
Come poteva dimenticare tutto l’amore che Bill era riuscito a donarle? Come poteva dimenticare l’unico ragazzo che era riuscito a scoprire il suo mondo?
No non poteva, era questa l’unica risposta.
Gli occhi le si illuminarono di una nuova luce, sul suo viso comparve un nuovo sorriso, era arrivato il momento di dire tutto a Bill.
- Mi prenderesti il telefono da quel cassetto? -
Clarissa annuì soddisfatta.
  
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