Lungo
il viaggio in auto verso la villa di sua padre, Shinji ebbe modo di
pensare a
molte cose Si rese conto, con una certa vergogna, di non essersi mai
chiesto
dove il suo genitore abitasse o, meglio, di non aver mai nemmeno
provato il
minimo interesse a riguardo NON che potesse biasimarsi, dato il
difficile
rapporto con il genitore, ma si stupì nel constatare come
fosse bastata la
dimostrazione di un po’ di interesse nei suoi confronti per
provocare in lui un
simile cambiamento
Si
sentiva anche molto in colpa verso Misato, dato che la stava
abbandonando NON
mancava molto all’arrivo che l’auto si
fermò Misato,
assumendo un aria non
triste, ma nemmeno allegra come invece faceva spesso per mascherare la
tristezza, gli disse: “Shinji, non devi avere rimpianti nei
miei confronti Ciò
che abbiamo vissuto insieme è stato bellissimo,
ma non puoi per lealtà
nei miei
confronti e per starmi vicino data la situazione di Asuka e Kaji,
abbandonare
tuo padre e rinunciare a farti una vita
Te l’avevo già detto”
Shinji
non disse nulla, si limitò a mugugnare
Misato capì: “Sarai sempre come un
figlio per me, sai, in fondo credo di
voler bene più a te che non ad Asuka, comunque promettimi
che farai di tutto
per essere un deglno figlio e per insegnare a Ritsuko ad essere madre,
ora è
lei che ne ha bisogno”
Shinji
annuì Misato
rimase silenziosa per circa
un minuto, pensando, intanto: “Anima dolce, con te posso
fingere, mentre Asuka
ha subito capito che in me c’era un’allegria
forzata… eppure proprio l’aver
potuto fingere ha finito con il rendere più bello il nostro
rapporto…ti vorrò
bene per sempre”
Shinji:
“La ringrazio di cuore per tutto ciò che ha fatto
per me”
Misato:
“NON dirlo nemmeno per scherzo, sono io che ti devo
ringraziare”
Shinji:
“Perché?”
Misato:
“Perché ho imparato tantissimo stando con te Il
fatto di sorvegliare un ragazzo
non è la stessa cosa che sorvegliare una ragazza,
è diverso e, per certi versi,
più bello anche se più difficile
O il
fatto che tu mi abbia definitivamente dimostrato che in ogni donna
c’è sempre
un lato materno, anche se non ci sono figli o, addirittura, se si
è
sterili”
Una
breve pausa, poi Misato strinse Shinji con affetto, a lungo,
sussurrandogli
parole dolci e dolenti La
bella donna
non piangeva, ma Shinji riusciva come a leggere nel di lei cuore e
avrebbe
potuto giurare che
stesse piangendo IL
ragazzo, all’inizio, avrebbe preferito
ricevere cinque frustate, ma si rese subito conto che, in fondo, era
giusto che
finisse così, perché si erano voluti bene davvero
e che non doveva piangere,
per riguardo alla tutrice MA
sarebbe
stato capace di voler bene a Ritsuko allo stesso modo? Gli insegnamenti
di
Misato avrebbero reso tutto più facile o più
difficile?
Alla
fine giunsero a destinazione La villa di Gendo lasciò
entrambi a bocca aperta:
era molto lussuosa, su tre piani, circondata da un bel giardino e da un
alto
muro Il servizio di
sicurezza era
stretto, non era difficile capire che ci fossero delle guardie , anche
se, in
quel momento, dovevano essere state allontanate
La macchina entrò nel viale del giardino, fatto
di pietra lastricata e
il ragazzo scese dal veicolo a stento, tanto che Misato fu costretta ad
appoggiarli la mano sulla spalla come segno d’incoraggiamento Sulla porta li attendevano
Gendo e
Ritsuko Il
direttore era vestito
elegantemente e aveva un sorriso sereno
Ritsuko, invece, era addirittura uno splendore Vestita di bianco con un
kimono tradizionale
e, con al collo, una collana di perle e due orecchini di smeraldi,
regali di
nozze del marito Certo, gli orecchini avrebbero dovuto irritare shinji,
dato
che erano appartenuti a Yui, ma, invece, gli diedero gioia,
perché gli fecero
capire quanto quella fosse la sua nuova mamma
Ritchan
era così bella, così diversa da come
l’aveva vista nel terminal dogma nemmeno
dieci giorni prima Shinji ne era sconvolto e pensava: “Mi
sento svenire, sembra
la dea Amaterasu”
NON si
era nemmeno accorto che la dossa si stesse
avvicinando a lui e, abbassatagli, gli prese le spalle e gli disse,
dolcemente:
“Ben venuto Shinji, questa è casa tua e, se lo
vorrai, sarò onorata di essere
la tua nuova mamma”
Il
ragazzò annuì, imbarazzato al massimo per la
situazione e per non essersi
accorto di Ritsuko Misato
guardò l’amica
e, dopo averle detto con lo sguardo che le affidava il suo bambino,
aspettò che
lo portassero dentro, per poter ripartire subito: non aveva senso che
rimanesse
Inizialmente
i rapporti con Ritsuko non furono male: la scienziata ce la metteva
tutta pe r
essere una buona tutrice, mentre Shinji, invece, si sentiva come
tagliato in
due, preso dalla necessità di stare accanto a Ritsuko e di
non tradire Misato e
Yui Dopo circa una
settimana, mentre
Ritchan lo stava aiutando a mettere a posto la sua stanza
provò come una
stretta al cuore, si sentiva come soffocare Gli sembrò come
di avvertire la
voce di Yui che gli diceva qualcosa
Ritsuko:
“Tutto bene Shinji? Sei così pallido”
Shinji
non disse nulla e si sedette sul letto occidentale e Ritsuko gli si
mise
accanto appoggiando una mano sulla sua spalla
FU la goccia che fece traboccare il vaso: il ragazzo
capì ciò che Yui
stava cercando di dirgli Si sedette allora sulle ginocchia di Ritsuko e
le
chiese: “Vuoi essere la mia mamma?” era la prima
volta che riusciva a dare del
tu alla signorina Ritsuko
La
dottoressa rispose: “Si”
e Shinji si
sciolse finalmente e avvinghiato alle sue spalle, potè
finalmente aprirle il
cuore più di quanto avrebbe fatto ad un cardiochirurgo e
pianse a dirotto, come
aveva visto fare a lei nel terminal
Era
come una statua di marmo che si scioglie
La
dottoressa capì e alla fine gli sussurrò:
“Grazie Shinji per avermi scelta come
madre”
Madre Shinji
ripetè questa parola varie volte
Poi disse: “Temevo di tradire mamma Yui se
avessi chiamato così qualcun'altra
Invece devo cedere e ammettere che è proprio
questa la sua volontà, che io
trovi una donna che mi faccia da madre, una donna cui lei mi affida E ora sono tra le braccia
di questa
donna Forse
è inutile chiederlo ma..
posso darle del tu e chiamarla mamma?”
Ritsuko:
“Certo che puoi Sai,
mi è bastato stare
un poco con te per capire quanto stessi perdendo nel non voler essere
madre,
nel non capire quanto la maternità dia
a
noi donne”
Shinji:
“Provo dolore per aver lasciato la signorina MIsato e, ancor
più, per non aver
capito che lei voleva farmi da mamma, per non averle aperto il mio
cuore”
Ritsuko:
“Non devi sentirti in colpa, tutti noi abbiamo i nostri
limiti e le nostre
colpe in questa storia, anzi, tu sei stato fin troppo bravo”
Shinji:
“Ma ora MIsato è sola”
Ritsuko:
“Non soffrire Sappi
che a volte l’unico
modo per mostrare il proprio amore ad una persona cara è
proprio lasciarla
andare NON sentirti
in colpa e, anzi,
apprezza il sacrificio di MIsato”
Shinji
non disse nulla, ma avvertiva che la dottoressa avesse detto la
verità e, anzi,
stesse soffrendo anche lei per l’amica
NON disse nulla, e non ebbe bisogno di sforzi per far
intuire alla neomamma
di quanto avesse bisogno del suo abbraccio e di essere tenuto stretto a
lungo
Ma
non erano soli in quella stanza: Gendo aveva ascoltato tutto, non
perché fosse
giunto a spiarli, ma perché, entrando, aveva avvertito le
loro parole ed era
rimasto in ascolto NON
fu facile nemmeno
per lui rendersi conto di quanto Shinji stesse soffrendo, e tutto a
causa di
suo padre NON che
avesse pianto, perché
nessuno vide lacrime scendergli dagli occhi, ma dentro di sé
soffrì e si
propose di rendere meno dolorosa la vita del figlio, di essere un buon
padre