A come muoveva il cucchiaino in senso antiorario quando girava lo zucchero nel caffè, a come passava la spazzola tra i capelli un preciso numero di volte che cambiava ogni sera, a come mi amava.
Passavamo innumerevoli ore sdraiati sul suo letto, le lenzuola sempre dello stesso colore, un arancione pallido che sembrava quasi rosa, e le federe mai abbinate.
Bevevamo sempre il thè dalle stesse tazze: la mia rossa con il disegno di alcuni monumenti di Vienna, la sua bianca con un filo di fiori dipinti a mano sul fondo.
Avevamo sempre lo stesso modo di bussare alla porta: due colpi più quattro lei, quattro colpi più due io.
Il martedì sera guardavamo lo stesso film, Silent Hill, perchè sabato non lavoravo e poteva stringersi a me fino a sera e farsi accompagnare in cucina la mattina.
Un mercoledì a caso era la giornata del ballo country, durante il quale ballavano solo lei, un uomo sulla settantina probabilmente nato in Texas, e una bambina di sette anni con le trecce rosse e lentiggini sparse su tutto il viso.
Ogni lunedì pomeriggio, verso le due, mi chiamava dall'ufficio dove lavorava e sceglievamo dove andare a cena quella sera.
Due domeniche al mese litigavamo e Sei una testa di cazzo!, Chi cazzo era quello che ti toccava?!, Perchè c'era un'altra donna nella tua cazzo di macchina?!, Dovevi tornare da lavoro due ore fa!.
Giovedì era felice.
Venerdì non tanto.
Ma forse domani, mi diceva.
Ma la guardo adesso, gli occhi verdi di sempre, un anello all'anulare sinistro.
Ora il cucchiaino lo muove in senso orario, e i suoi capelli sono troppo corti per essere pettinati un certo numero di volte ogni sera.
Oggi è venerdì.
E lei non mi ama più.
Ma forse domani.
Non è la cosa migliore che abbia mai scritto,
ma è qualcosa che mi è venuto in mente così.
Non ci ho pensato troppo su,
è stato particolarmente spontaneo.
Buona giornata :)
ma è qualcosa che mi è venuto in mente così.
Non ci ho pensato troppo su,
è stato particolarmente spontaneo.
Buona giornata :)