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Autore: white phoenix    13/12/2016    2 recensioni
STORIA IN RISCRITTURA
Eva, figlia di un compositore di successo, riceve una proposta di lavoro troppo allettante per poter essere rifiutata, anche se il suo datore di lavoro è l'arrogante e prepotente Seto Kaiba, che non perde occasione per testare le sue capacità e proporle sfide che sembrano impossibili, forse per tenerla lontana da un segreto che, se diventasse di dominio pubblico, potrebbe rovinarlo per sempre...
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mokuba Kaiba, Nuovo personaggio, Seto Kaiba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spazio dell’Autrice:
Salve a tutti!
Eccomi qui con un nuovo capitolo, lungo più o meno come l’altro (sì, lo so che scrivo papiri lunghissimi) ma se non ricordo male questo dovrebbe essere l’ultimo lungo lungo lungo. Ho deciso di mettere le mie annotazioni all’inizio stavolta giusto per avvisarvi che circa a metà capitolo c’è una canzone, e si tratta, più precisamente, di “Your Song”, che in origine è stato un singolo di Elton John, ma la versione qui riportata è quella comparsa nel film “Moulin Rouge”. Ho deciso di dirvelo prima così, se vi va e avete modo di farlo, potrete sentire la canzone e leggere il piccolo pezzo in cui è cantata.
Che altro dire… ah sì, siamo al capitolo dieci, e questo significa che la prima parte di questa storia sta per concludersi!  Ce ne saranno altre? Oh sì, non vi libererete di questa storia tanto facilmente.
Ringrazio tutte le persone che la stanno seguendo e leggendo, e sarei grata se qualcuno recensisse, giusto per capire se la cosa piace oppure no. Sembra strano, ma è davvero difficile calibrare i capitoli senza nessuno che ti dice cosa va e cosa non va J.
Il prossimo aggiornamento è previsto per il 23 dicembre.
Un grande abbraccio, godetevi il capitolo,
White Phoenix.
 
 
Capitolo 10
 
-Ma secondo voi abbiamo sbagliato dress code?

Si guardarono attorno: sotto al palazzo tutte le ragazze giovani avevano un vestito celeste lungo fino ai piedi e in mano un piccolo bouquet di fiori azzurri.

-Non credo,- disse Tristan, incrociando le braccia, -penso si tratti delle damigelle della sposa.

Tutti annuirono, convinti. Tea sorrise.

-Devo dire che le nostre insegnanti vestite con quell’abito celeste stanno benissimo.

Mai annuì e si guardò attorno.

-Guardate un po’ chi arriva,- commentò, -Sta arrivando la direttrice.  
-Chi è?

Chiesero in coro Tristan e Yugi, che non l’avevano mai vista. Tea guardò nella stessa direzione di Mai e fece un cenno verso l’altra parte della strada.

-Quella laggiù, vicino a Seto Kaiba.

-È quello il capo di Serenity?- chiese Tristan, sorpreso, - non me l’aspettavo così giovane.

Joey sbuffò:

-La vera domanda è come faccia a essere così tranquilla vicino a quello sbruffone di Seto Kaiba.

 
 
-Io devo andare a controllare che l’orchestra sia pronta.

Disse James quando furono arrivati davanti al palazzo dove si sarebbe tenuta la cerimonia, per poi sparire tra le colonne del porticato in mezzo a una moltitudine di persone vestita con abiti color pastello e acconciature improbabili.

-Io devo riunire le damigelle per dare le ultime istruzioni.

Disse Eva, la cui spensieratezza di quella mattina si era spenta per far posto a un latente nervosismo che aveva insospettito non solo Jonathan, ma anche Seto.

-Siamo rimasti solo io e te Kaiba, e sai che facciamo?

Chiese il musicista, mentre si guardava attorno. Seto alzò gli occhi al cielo.

-Scappiamo senza curarci di essere visti?

 Jonathan gli lanciò un’occhiata complice, ridacchiando.

-Per quanto mi piacerebbe tanto farlo, non pensiamo che siamo qui per gli sposi, ma solo per mia sorella, che ha lavorato tanto per organizzare tutto questo.

-Questo giustifica la tua presenza, non la mia.

Joanthan ridacchiò ancora, scuotendo la testa.  

-Invece giustifica anche la tua: Eva sta organizzando degli eventi in teatro sponsorizzati dalla Kaiba Corporation, non vuoi vedere come se l’è cavata in qualcosa di simile? Ad ogni modo ormai ci siamo, e adesso andiamo dallo sposo a salutarlo e mettergli un po’ di fuoco sulla sedia.

Disse, portando con sé Seto fin sotto i porticati alla ricerca di Duke. Lo scorsero in lontananza appartato dietro una colonna, intento in una conversazione con Eva, che finì un attimo prima che arrivassero loro.

-Duke! Come stai?

Chiese Jonathan, dandogli una sonora pacca sulla spalla che a Seto ricordò più uno schiaffo mancato.

-Ehi John! Vedo che hai avuto modo di conoscere Seto Kaiba.- Seto gli fece un cenno in segno di saluto, che Duke ricambiò, -Sono piuttosto nervoso, ma penso sia normale…

Che era nervoso non c’era bisogno che lo dicesse, glielo si poteva leggere in faccia, assieme a una buona dose d’imbarazzo che Seto notò immediatamente, e che probabilmente non era sfuggita nemmeno a Jonathan.

-È normale essere felice ragazzo mio, felice. Io lo ero il giorno delle mie nozze.

Disse il musicista, guardandolo con uno sguardo che Seto non riuscì a decifrare. Che stava succedendo tra quei due?

-Io lo sarò ben presto, quando vedrò Abigail venire verso di me sulle note della marcia nuziale che tua sorella ha scelto assieme alla mia adorata sposa. Non so ancora di cosa si tratta, ma sono sicuro sarà fenomenale.

Disse Duke, con un sorrisetto nervoso. L’ultima frase sembrava un tentativo di captatio benevolentiae, che sembrò far indurire lo sguardo di Jonathan. Seto non ci stava capendo niente, e la cosa lo irritava non poco. 

-Sarei molto felice se tu lo trovassi fenomenale.

Disse Jonathan, calcando in modo minaccioso sull’ultima parola. Sul volto di Duke si dipinse un’espressione di terrore che durò giusto un secondo.

-Ne sono certo.

Commentò poi. Ci fu un attimo di pausa, dopo la quale Jonathan decise di congedarsi. Fece stringere le mani a Duke e Seto (ma Mokuba non è venuto? No, ha un esame all’università domani), e quando fu il turno del musicista, il fratello di Eva si avvicinò all’orecchio del promesso sposo, e disse qualcosa che Seto non riuscì a captare, ma che comprese non dovesse essere nulla di piacevole, perché Duke diventò più bianco della sua camicia.
 

-Si può sapere che gli hai detto?

Chiese Seto a Jonathan mentre guardavano Eva parlare con un gruppo nutrito di damigelle.

-Semplicemente che se non la smetteva di torturare mia sorella anche dopo le nozze mi sarei accertato personalmente che rimanesse sterile.

Lo aveva detto con una tale noncuranza che Seto quasi pensò stesse scherzando.

-E no Kaiba, non era una battuta.

Aggiunse poco dopo, sempre mantenendo lo sguardo su Eva.

-Duke ed Eva avevano una relazione?

Jonathan stava per rispondergli, quando davanti a loro si parò un gruppetto che Seto conosceva fin troppo bene.

-Non si saluta, Kaiba?

-Non saluto mai i cani come te, Wheeler.

Jonathan soffocò una risata, e Joey cominciò a inveire contro Seto puntandogli un dito addosso. Stava per fiondarsi su di lui, ma Tristan lo afferrò da dietro, cercando di calmarlo, mentre il presidente della Kaiba Corporation, conoscendo il copione a memoria, non si era mosso di un millimetro, e fu ben lieto di accompagnare Jonathan a salutare un gruppetto di persone, tra cui figurava una donna sulla sessantina, altissima, vestita come una diva del cinema, dai capelli neri e lisci, la pelle diafana e dei glaciali occhi azzurri che somigliavano tanto a quelli di Jonathan.

-Mamma?

Disse Joanthan. Sul volto della donna comparve un sorriso che Seto riconobbe: era lo stesso di Eva.

-Tesoro!

Disse la donna, mentre allungava le braccia verso il musicista.

-Ciao mamma.

Disse il ragazzo a sua volta, dandole un bacio sulla guancia.

-Capiti a fagiolo figlio, io e questi adorabili amici di tua sorella stavamo giusto parlando del tuo ultimo album!

Joanthan e Seto guardarono i due interlocutori: erano due ragazzi alti, uno dai capelli neri e un altro biondo, che rivolgevano loro due sorrisi perfetti. Jonathan strinse loro la mano, prima di fare le presentazioni.

-Seto, questi sono Alec Evans e Marc Simons. Lui è Seto Kaiba, il nuovo capo di Eva.

I due ragazzi gli strinsero la mano, poi il ragazzo biondo chiese:

-A proposito di Eva, dov’è?

Chiese, rivolto a Jonathan, il quale si guardò attorno.

-Non ne ho idea, appena siamo arrivati è scappata per adempiere ai suoi doveri di testimone di nozze, immagino.

-Non è un problema,- intervenne Marc, - la vedremo più tardi. Devo chiederle assolutamente dove ha comprato gli addobbi floreali esterni, li voglio anche al nostro matrimonio.  

Jonathan assunse un’espressione sorpresa.

-Volete sposarvi?

I due ragazzi si rivolsero uno sguardo affettuoso.

-Sì, ci siamo finalmente decisi,- disse Alec, -Marc me l’ha chiesto dopo aver firmato un contratto di collaborazione con Zac Posen, il mese scorso, ma è ancora tutto da decidere.

-L’unica cosa di cui siamo sicuri è che io voglio questi addobbi floreali esterni.

-Preparati a spendere un cifrone da Harrods, allora.

Disse Eva, creandosi uno spazietto tra la madre e il fratello. l due ragazzi l’abbracciarono e lei fece altrettanto.

-Harrods, eh?- disse Marc, toccandosi il mento, -L’idea mi piace,
specie se paga la famiglia di Alec.

L’intero gruppo (eccetto Alec) sorrise, e la coppia si concedò. A prendere la parola per prima fu la madre di Eva, dopo che si fu guardata attorno.

-Quell’adorabile streghetta della mia nipotina dov’è?

-Con la sposa in albergo, partecipa al corteo.

Disse Jonathan, per poi rivolgere un’occhiata a Seto.

- Mamma, conosci già Seto Kaiba?

Seto strinse la mano alla madre di Eva.

-Seto Kaiba della Kaiba Corporation?

Chiese la donna, trapassandolo con i suoi glaciali occhi azzurri.

-Sì signora, sono io.

Rispose il ragazzo, sostenendo lo sguardo.

-Molto piacere caro, sai chi sono io?

Chiese lei. Seto fece un sorrisetto.

-Lei è Cassandra Phoenix, la proprietaria dell’azienda di liquori più famosa al mondo.

Cassandra Phoenix sorrise, lieta di essere stata riconosciuta.

-E così, tu sei il capo della mia bambina,- disse la donna, rivolgendo uno sguardo ad Eva, - ha una buona etica del lavoro, non è vero?

Seto annuì, mantenendo il contatto visivo con la signora Phoenix.

-Sua figlia è semplicemente impeccabile.

Disse Seto in tono fermo. Eva arrossì appena: era la prima volta che Seto Kaiba le faceva un complimento. Sul volto di Cassandra Phoenix apparve un sorriso.

-Sono lieta di sentirtelo dire. È bello sapere che abbia ereditato i miei geni economici.  

La conversazione venne interrotta dalla madre della sposa che urlò qualcosa in inglese, che Eva si affrettò a tradurre subito dopo: gli ospiti erano invitati a entrare perché la sposa stava per arrivare e ben presto sarebbe iniziato il corteo. Jonathan e Seto si avviarono sulle scale senza fretta, e il fratello di Eva sussurrò all’altro:

-So che sei un ospite dello sposo, ma ti prego, mettiti al banco con me: mia sorella sarà sopra quel palco e so già che mi annoierò a morte.

Seto annuì, per poi gettare un’occhiata al gruppetto di Atem. Fece un sorrisetto.

-Almeno mi eviterai la compagnia di Wheeler.
 

 
Jonathan fece accomodare Seto in seconda fila, dietro la famiglia Simons, che andò a salutare un attimo prima di salire sul palchetto allestito nella stanza, dove già aveva preso posto una piccola orchestra formata da un gruppo di archi, un pianoforte, un paio di strumenti a fiato e qualche percussione.  Davanti al palchetto si sistemò James, e sopra di esso Jonathan assieme a un soprano e un tenore che Seto riconobbe perché erano stati assunti da Eva non solo come cantanti lirici, ma anche come insegnanti dell’accademia.
James tirò fuori la bacchetta bianca e cominciò a muoverla, dirigendola verso l’orchestra. I primi a muoversi furono gli archi, poi Jonathan prese fiato e partì con un acuto.

My gift is my song
And this one’s for you
And you can tell everybody
That this is your song
It’s maybe quite simple
But now that it’s done
I hope you don’t mind
I hope you don’t mind
That I’ve put in words
How wonderful life is
Now you’re in the world
 
Il pianoforte iniziò a suonare alcune note e Jonathan fece un cenno teatrale con la mano verso la porta, dove stava entrando un bambino con in mano un cuscinetto su cui erano depositate le fedi.

Sat on the roof
And I kicked off the moss
Well, some of the verses
Well, they got me quite cross
But the sun's been kind
While I wrote this song It's for people like you that
Keep it turned on

 
Il bambino aveva finito la sua passeggiata lungo la navata, e si apprestò a salire I gradini che lo portarono vicino allo sposo, che lo accolse con un sorriso.  Sotto al portone intanto, una bambina bionda con in mano un cestino pieno di petali si apprestava a entrare.
So excuse me for forgetting
But these things I do
You see I've forgotten
If they're green or they're blue

 
Sentendo il padre fare un’acuto, Isabel sobbalzò, rischiando di far cadere tutti I petali dal cestino. Si fermò in mezzo alla navata e gli lanciò un’occhiata fintamente arrabbiata che intenerì tutti gli ospiti. Il padre le fece uno splendido sorriso e la bambina, che non lo aveva perso di vista un istante, ricominciò a camminare spargendo petali. 

Anyway the thing is
What I really mean
Yours are the sweetest eyes
I've ever seen

Ci fu un atro acuto di Jonathan, che mandò un bacio a sua figlia, ormai arrivata accanto al bambino con il cuscinetto in mano, e anche il tenore e il soprano che poco prima avevano solo accennato vocalmente la loro presenza toccò una nota altissima, seguito dall’entrata rapidissima delle damigelle, le quali intonarono tutte insieme il ritornello della canzone, sistemandosi agli estremi della navata centrale come soldati.

And you can tell everybody
This is your song
It may be quite simple
But now that it's done

I violini suonarono accompagnati da una tromba e la voce dei cantanti lirici, ed Eva si preprarò a fare la sua entrata. Le damigelle si girarono e gli ospiti fecero lo stesso.
And you can tell everybody
Canto Jonathan, mentre la sorella entrava con aria sicura e un bellissimo sorriso che poco aveva a che fare con quello nervosa di poco prima.
This is your song
It may be quite simple
But now that it's done
 
Eva finì la sua camminata e andò a mettersi vicino al testimone di Duke, non senza aver prima lanciato uno sguardo allo sposo che Seto non seppe bene come decifrare. La musica si calmò improvvisamente.
I hope you don't mind
I hope you don't mind
That I put down in words
How wonderful life is
Now you're in the world

 
Canto Jonathan, con un filo di voce, mentre la sposa si apprestava a entrare al braccio di suo padre. Finalmente era arrivato il momento che tutti aspettavano. 
I hope you don't mind
I hope you don't mind
That I put down in words
How wonderful life is
Now you're in the world

 
Mentre la sposa camminava lungo la navata, Jonathan e il tenore cantarono l’acuto finale, e l’emozione fu così forte che non solo iniziò a piangere la madre della sposa, ma anche molte delle ospiti e le damigelle.
Al passaggio della sposa, Atem chiuse gli occhi, cosa che non passò inosservata né a Yugi, né a Seto.

-Atem, va tutto bene? Sei piuttosto pallido..

Gli sussurrò Yugi. Atem arrossì e si allentò un po’ il nodo della cravatta.

-È tutto ok Yugi, davvero.

Disse, sperando che il fratello non indagasse oltre, cosa che non gli fu permessa, perché la sposa aveva raggiunto Duke, segno che la cerimonia vera e propria stava per iniziare.
 
 

Eva notò qualcosa di strano in Abigail: arrivata all’altare aveva rifiutato di baciare Duke e mentre il rettore di Oxford si apprestava a fare un discorso in qualità di giudice di pace, la ragazza sembrava sul procinto di scoppiargli a ridere in faccia. Nonostante quel momento d’ilarità però, Abigail era una sposa bellissima, ed Eva sentì una fitta dolorosa quando fu costretta ad ammettere a sé stessa che lei non sarebbe mai stata così bella, così radiosa e ingenua come Abigail, perché lei, per quanto tanti le dicessero che era affascinante, non era mai “abbastanza”. Chiuse gli occhi per un attimo, e quando li riaprì il suo sguardo era diverso. Decise che dell’amore non le importava più: Duke si stava sposando e non sarebbe tornato indietro in quel momento, e lei non aveva trovato nessuno in cinque anni che colmasse il vuoto, ma dopotutto non ne aveva bisogno, perché in quei cinque anni lei aveva lavorato sodo e le soddisfazioni sarebbero arrivate a breve, quando avrebbe inaugurato il più grande teatro alla maniera europea presente in Giappone. Avrebbe reso tutto spettacolare, e il suo senso di inadeguatezza sarebbe sparito, compensato dalla grande ammirazione che avrebbe attirato su di sé. Sì, aveva deciso: si sarebbe sposata col lavoro che adorava e avrebbe tratto grandi soddisfazioni da quello. Con un sorriso sincero e deciso, ascoltò le parole del rettore, senza più soffrire per quello scambio di promesse che i mesi precedenti aveva tanto temuto.

-Vuoi tu, Duke Devil, prendere la qui presente Abigail Simons come tua legittima sposa?

Duke sorrise, guardò Abigail e disse:

-Sì, lo voglio.

Seto guardò Eva: stava sorridendo. No, non era più innamorata di Duke, ne era sicuro, altrimenti sarebbe stata diversa l’espressione sul suo volto. Jonathan accanto a lui tirò un sospiro di sollievo: anche lui doveva essersene accorto.

-Vuoi tu, Abigail Simons, prendere il qui presente Duke Devil come tuo legittimo sposo?

Abigail scoppiò a ridere. La sala si paralizzò. La ragazza si accorse che tutti l’avevano sentita e decise di girarsi, sotto gli occhi increduli dello sposo, del rettore e dei suoi testimoni.

-Scusatemi, scusatemi tanto,- cominciò, -ma ho capito una cosa importante, e ho riso perché sono felice di averla capita.

Nella sala ci fu un mormorio sorpreso.

-Dite che è diventata lesbica?

Chiese Cassandra Phoenix con aria maliziosa. Jonathan e Seto soffocarono a fatica una risata.

-Sogno questo giorno da quando sono bambina, e avevo così paura di non trovare mai nessuno con cui sposarmi, che alla fine ho accettato di farlo col primo ragazzo di cui mi sono sinceramente innamorata. E lo avrei fatto, se, ieri sera, mentre ero nella mia stanza d’albergo, non avessi pensato a quante esperienze ho perso per paura di non riuscire a sposarmi.- si girò verso Duke, - Duke, mi dispiace farti questo, ti ho amato tanto, ma non posso perdere la possibilità di fare altre esperienze. Ti prego di capirmi.

Disse la sposa, per poi correre fuori dal palazzo lasciando i suoi ospiti sbigottiti. L’unico con cui incrociò lo sguardo, anche se per pochi istanti, fu Atem.
 
   
 
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