13/12/2016
4 recensioniGrazie mille ad alexiel_hamona per avermi lasciata questo bellissimo prompt: Haikyuu!! Kuroo/Kenma, «Kuroo, e se domani dovessi svegliarmi e tu non ci fossi più?» «Mi sembra una prevsione un po' catastrofica, preferirei esserci. Se vuoi che rimanga a dormire da te non puoi semplicemente chiedermelo?» per la #dashingprompts su LJ.
Spero mi perdonerai perché ho fatto un preambolo inutile prima di scrivere sul prompt vero e proprio e poi l'ho liquidato subito y.y
Ho inserito alcuni headcanon, in più non sono sicura se i personaggi siano IC.
Vecchie abitudini
I piedi di Kenma sono sempre freddi, eppure il ragazzino non indossa mai i calzini quando è a casa. Si sdraia sul letto, in posizione prona, la console tra le mani e gli occhi fissi sul suo schermo mentre cerca di sconfiggere l’ennesimo boss dell’ennesimo livello.
Kuroo è seduto sul pavimento, la schiena poggiata al letto. Gira la pagina del libro di storia e con la matita sottolinea alcune parole per ricordarle meglio. Sente la musica provenire dalla console – theme n°13, quella del livello del drago rosso – e decide di distrarre il suo migliore amico. Si allunga verso i piedi di Kenma e con l’indice sfiora la pianta del piede provocando subito una reazione nel giovane, che sobbalza e non riesce a trattenere una risata. Odia essere toccato all’improvviso perché soffre terribilmente il solletico.
“Kuroo…” mormora cercando di non distrarsi troppo o dovrà riprendere il gioco dall’ultimo check point. E la cosa non gli va per niente a genio.
Il cellulare vibra nella tasca della tuta e Kenma si morde il labbro inferiore, perché non è proprio il momento adatto per rispondere e sta per sconfiggere il drago e passare al livello della ricerca del libro delle verità.
Ovviamente Kuroo non resiste e si gira completamente prima di infilare la mano nella tasca di Kenma e prendere il suo telefono. Ghigna, perché adora sbirciare nel telefono del più piccolo – tranne quando ha in pausa una route di Mystic Messenger – e legge il mittente del messaggio.
“Il piccolino della Karasuno ti ha mandato una foto” gli dice mentre apre l’allegato e trova in primo piano la faccia del ragazzino dalla zazzera arancione che sta mangiando un mochi al tè verde. Dietro si intravedono gli altri giocatori della squadra.
Finalmente Kenma stacca gli occhi dal videogioco e li punta sul telefono che Kuroo gli sta mettendo quasi sotto al naso.
“Una serata insieme” mormora prendendo il telefono tra le mani e inviando una breve risposta.
La pioggia sta scendendo da quasi un’ora. I due ragazzi sono entrambi seduti a terra e stanno mangiando una pizza direttamente dal cartone, discutendo della strategia per la prossima partita. In realtà è solo Kuroo a parlare. Kenma mangia in silenzio e ogni tanto borbotta monosillabi come “sì”, “ok”, “mh”.
Prende un morso della sua pizza con le verdure e cerca la lattina di aranciata che ha posato accanto al telefono.
“Kuroo, e se domani dovessi svegliarmi e tu non ci fossi più?” domanda improvvisamente tenendo lo sguardo basso.
Nella stanza cala il silenzio, rotto solo dal rumore della pioggia sul vetro della finestra.
“Mi sembra una previsione un po' catastrofica, preferirei esserci. Se vuoi che rimanga a dormire da te non puoi semplicemente chiedermelo?” risponde il ragazzo inclinando leggermente la testa.
Kenma sembra farsi ancora più piccolo, chiudendosi a riccio. I capelli che stanno diventando sempre più lunghi gli coprono il viso. Alla fine annuisce piano e torna ai suoi pensieri.
“Lasciami avvisare i miei genitori.”
Sul viso di Kenma spunta un sorriso e guarda Kuroo portare il telefono all’orecchio e parlare con sua madre. Ora si sente più tranquillo.
È da molto tempo che non dormono insieme, soprattutto ora che per Kuroo si avvicinano gli esami finali. Almeno ha la certezza di averlo sempre qui, visto che non dovrà trasferirsi per andare all’università.
“Devo dormire nel futon per gli ospiti o posso stare nel tuo letto?” gli chiede dopo aver indossato un suo vecchio pigiama blu che Kenma conserva ancora per le emergenze.
La testa di Kenma spunta da sotto le coperte e “dove vuoi” risponde prima di tornare a giocare con il telefono.
Poco dopo sente il piumone staccarsi dal suo corpo e il corpo caldo di Kuroo farsi spazio nel letto. Non importa se ormai sono grandi per dormire nello stesso letto, l’importante è sentire la presenza dell’altro.
Kuroo stringe il corpo di Kenma in un abbraccio e poggia la testa sul cuscino, a pochi centimetri dal collo del più piccolo. Sorride per qualche secondo e poi gli lascia un bacio leggero sulla guancia.
“Buonanotte Kenma. Fai bei sogni e non tirare calci” ridacchia mentre lo prende in giro.
“Notte Kuroo.” Kenma lascia il telefono sul comodino e si gira di lato, facendosi completamente avvolgere dal ragazzo più grande.
“Ci sono io a proteggerti. E ci sarò anche domani mattina, la prossima settimana e tutti i giorni a venire” mormora il capitano della Nekoma prima di chiudere gli occhi.
Kuroo è seduto sul pavimento, la schiena poggiata al letto. Gira la pagina del libro di storia e con la matita sottolinea alcune parole per ricordarle meglio. Sente la musica provenire dalla console – theme n°13, quella del livello del drago rosso – e decide di distrarre il suo migliore amico. Si allunga verso i piedi di Kenma e con l’indice sfiora la pianta del piede provocando subito una reazione nel giovane, che sobbalza e non riesce a trattenere una risata. Odia essere toccato all’improvviso perché soffre terribilmente il solletico.
“Kuroo…” mormora cercando di non distrarsi troppo o dovrà riprendere il gioco dall’ultimo check point. E la cosa non gli va per niente a genio.
Il cellulare vibra nella tasca della tuta e Kenma si morde il labbro inferiore, perché non è proprio il momento adatto per rispondere e sta per sconfiggere il drago e passare al livello della ricerca del libro delle verità.
Ovviamente Kuroo non resiste e si gira completamente prima di infilare la mano nella tasca di Kenma e prendere il suo telefono. Ghigna, perché adora sbirciare nel telefono del più piccolo – tranne quando ha in pausa una route di Mystic Messenger – e legge il mittente del messaggio.
“Il piccolino della Karasuno ti ha mandato una foto” gli dice mentre apre l’allegato e trova in primo piano la faccia del ragazzino dalla zazzera arancione che sta mangiando un mochi al tè verde. Dietro si intravedono gli altri giocatori della squadra.
Finalmente Kenma stacca gli occhi dal videogioco e li punta sul telefono che Kuroo gli sta mettendo quasi sotto al naso.
“Una serata insieme” mormora prendendo il telefono tra le mani e inviando una breve risposta.
La pioggia sta scendendo da quasi un’ora. I due ragazzi sono entrambi seduti a terra e stanno mangiando una pizza direttamente dal cartone, discutendo della strategia per la prossima partita. In realtà è solo Kuroo a parlare. Kenma mangia in silenzio e ogni tanto borbotta monosillabi come “sì”, “ok”, “mh”.
Prende un morso della sua pizza con le verdure e cerca la lattina di aranciata che ha posato accanto al telefono.
“Kuroo, e se domani dovessi svegliarmi e tu non ci fossi più?” domanda improvvisamente tenendo lo sguardo basso.
Nella stanza cala il silenzio, rotto solo dal rumore della pioggia sul vetro della finestra.
“Mi sembra una previsione un po' catastrofica, preferirei esserci. Se vuoi che rimanga a dormire da te non puoi semplicemente chiedermelo?” risponde il ragazzo inclinando leggermente la testa.
Kenma sembra farsi ancora più piccolo, chiudendosi a riccio. I capelli che stanno diventando sempre più lunghi gli coprono il viso. Alla fine annuisce piano e torna ai suoi pensieri.
“Lasciami avvisare i miei genitori.”
Sul viso di Kenma spunta un sorriso e guarda Kuroo portare il telefono all’orecchio e parlare con sua madre. Ora si sente più tranquillo.
È da molto tempo che non dormono insieme, soprattutto ora che per Kuroo si avvicinano gli esami finali. Almeno ha la certezza di averlo sempre qui, visto che non dovrà trasferirsi per andare all’università.
“Devo dormire nel futon per gli ospiti o posso stare nel tuo letto?” gli chiede dopo aver indossato un suo vecchio pigiama blu che Kenma conserva ancora per le emergenze.
La testa di Kenma spunta da sotto le coperte e “dove vuoi” risponde prima di tornare a giocare con il telefono.
Poco dopo sente il piumone staccarsi dal suo corpo e il corpo caldo di Kuroo farsi spazio nel letto. Non importa se ormai sono grandi per dormire nello stesso letto, l’importante è sentire la presenza dell’altro.
Kuroo stringe il corpo di Kenma in un abbraccio e poggia la testa sul cuscino, a pochi centimetri dal collo del più piccolo. Sorride per qualche secondo e poi gli lascia un bacio leggero sulla guancia.
“Buonanotte Kenma. Fai bei sogni e non tirare calci” ridacchia mentre lo prende in giro.
“Notte Kuroo.” Kenma lascia il telefono sul comodino e si gira di lato, facendosi completamente avvolgere dal ragazzo più grande.
“Ci sono io a proteggerti. E ci sarò anche domani mattina, la prossima settimana e tutti i giorni a venire” mormora il capitano della Nekoma prima di chiudere gli occhi.