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Autore: DanieldervUniverse    14/12/2016    1 recensioni
Noctis, Prompto, Gladiolus e Ignis sono sempre in viaggio per le strade dell'ex-regno di Lucis, avendo perso la strada, la mappa e i punti di riferimento. Poi, girando bruscamente ad una curva, si scontrano qualcuno che non si aspettavano...
SPOILER
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Sorpresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'L'uomo dietro le scene'
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Il gruppo raggiunse tranquillamente il posto dove accamparsi: una simpatica radura su un rialzo sgombro, che dava la vista sulle forme sconnesse dell’altopiano.
Fortunatamente Noctis e gli altri avevano alcune scorte di sedie e cibo anche per le ragazze e Nolum, dato che loro non si erano potute portare molto bagaglio dietro. Luna sorrise teneramente, rincuorata dal suo colpo di fortuna, e grata a Noctis per il suo supporto. Era strano: credeva che l’avrebbe incontrato ad Altissia, forse lungo la strada, forse alla fine, ma non così, per caso, dal nulla.
Prima aveva incontrato Iris e Cindy, che stavano andando via da Lestallum per evitare che l’impero le trovasse, e poi Aranea, che le stava cercando, dicendo che Cid l’aveva assoldata per portarle sane e salve ad Altissia. E poi erano incappate in Nolum, un simpatico ragazzo sbucato dal nulla che viveva dove poteva e indossava quello che aveva, senza pretese o lamentele, sorridendo alla vita e andando avanti a fare quello che doveva. Era sembrato imbarazzato dagli abiti di Cindy, ma non l’aveva dato tanto a vedere. Le aveva gentilmente indirizzate lungo il terreno più comodo, verso un posto dove accamparsi, così che potessero passare la notte al sicuro e ripartire il giorno dopo, riposate. E infine, Noctis era arrivato sulla sua rombante automobile, inaspettato, elegante, e soprattutto sano e salvo.
-Lady Luna- la chiamò Ignis, attirando la sua attenzione -È sicura di volersi affaticare? Perché non si siede e…
Lei alzò una mano, facendolo desistere.
-Hoy, Cindy. M-mi aiuteresti a tirare su la tenda?- chiese intanto Prompto.
-Arrivo tesoro- replicò quella, lasciando il fuoco a Noctis e Iris.
Luna si fermò a contemplare il giovane, così concentrato nella sua opera da non notare lo sguardo interessato della giovane affianco a lui.
-In tal caso, vuole aiutarmi a preparare la cena? Il fornello da campo è quasi pronto- si offrì Ignis.
Luna annuì di nuovo, apprezzando l’idea di potersi rendere utile.
-Ehi! Ignis!- tuonò Gladiolus, accompagnato dal suono di oggetti che sferragliavano -Perché non metti a posto le tue cose da solo!?
-Senti chi parla. Non dirmi che non sai nemmeno come si monta questo- lo rimbeccò Aranea, pungente.
Luna si volse a guardarli, notando come la dragona si fosse imposta al giovane, letteralmente spingendolo da parte e mettendosi all’opera con mano esperta.
-Ehi, io mi occupo di tenere sua maestà fuori dai guai. È Ignis quello che non ci fa morire di fame- protestò Gladio, imbarazzato.
Luna si fece sfuggire una risata, osservando quei ragazzi comportarsi come se non ci fosse nulla a minacciare i loro destini.
-Cosa c’è da ridere?- brontolò il guerriero, nella sua direzione, facendo l’offeso.
-Ehi- lo richiamò Noctis -Non c’è niente di male a farsi due risate.
Proprio in quel momento, la tenda di cui si stava occupando il quarto membro del gruppo fece dei suoni strani, attirando lo sguardo di Luna e gli altri, e poco dopo la struttura fragilmente montata cadde addosso a Prompto, intrappolandolo e lasciandolo a gridare aiuto. Cindy si mise a rotolarsi a terra dalle risate, e anche gli altri erano troppo impegnati a ridacchiare per prestare soccorso, Luna inclusa.
-Dai ragazzi, prometto che non faccio più il navigatore! Ve lo giuro! Adesso fatemi uscire!- pregò il fotografo, finendo per impicciarsi ancora di più con i suoi movimenti forsennati.
-Okay, okay Prompto, arrivo- disse infine Gladio, dirigendosi a grandi passi verso di lui, seguito dalla dragona e dalla sorella. Noctis fece per imitarli, ma Ignis lo richiamò.
-Noctis, posso chiederti se ti va di pensare alla cena?
Il ragazzo si fermò, fissando l’amico, per poi spostare lo sguardo su Luna. Ovviamente, lei gli rispose con un sorriso radioso, e lui distolse lo sguardo, arrossendo vivamente.
-Non ci stai pensando tu?- chiese, con tono assente.
-Si, potrei farlo- riprese Ignis, con tono molto allusivo -Ma Lady Luna gradirebbe il tuo aiuto, se possibile.
Noctis cedette, voltandosi verso di lei. Dopo essere rimasti separati per quasi dodici anni, Luna non si sarebbe certo aspettata l’imbarazzo del giovane nel riunirsi a lei. Da un certo punto di vista era imbarazzata a sua volta, non certa di quanto avrebbe potuto mostrarsi intima nei suoi confronti.
-Uff… va bene- si arrese lui, avvicinandosi, mentre Ignis si congedava da entrambi.
-Da quando in qua cucini?- chiese Luna, quando il giovane adulto la raggiunse.
-Ignis insiste che devo imparare a cavarmela da solo- spiegò Noctis, vagamente a disagio.
Luna sbatté le palpebre un paio di volte, incuriosita.
-Ti va di decidere la ricetta?
Il suo sguardo assunse una nota preoccupata, e per un attimo pensò d’insistere a punzecchiarlo, solo per godersi la sua reazione così impacciata e ingenua.
-Non credo di essere così bravo- replicò, cercando di sviare il discorso. Alzò una mano verso una pentola da campo, e lei ne approfittò per allungare la propria ed incontrarla. Fu un breve istante, ma lui si ritirò quasi subito, forse intimorito, ma lei non si diede per vinta e continuò a fissarlo dritto negli occhi, invitandolo a rilassarsi. Noctis deglutì, prima di accettare la sua mano protesa e stringerla, facendosi avvicinare poco a poco.
-Ehi gente!- gridò Nolum, sopraggiungendo in quel momento, portandoli a separarsi di scatto.
-Non indovinerete mai cosa ho trovato cercando la legna!


-Un venditore ambulante di vino?- riprese Prompto, incredulo.
-Oh sì. Aveva visto anche lui il cartello, e stava venendo su per accamparsi con il suo camioncino, ma l’ho convinto a lasciar perdere e fare retromarcia. Però ho avuto modo di acquistare qualche bottiglia di ottima annata- finì di raccontare il ragazzo, a dir poco entusiasta -Questo lavoro non rende molto, ma vi dirò, sono felice che mettere da parte tutti quei guil alla fine sia servito a qualcosa.
-Non dovevi consumare tutte le tue risorse per noi- gli disse Iris.
-Oh andiamo, mi state offrendo una cena, gratis, e una sera attorno al fuoco con il re di Lucis e i suoi amici. E mi avete lasciato anche una foto ricordo di tutti noi assieme con i chocobo e la Regalia.
-Vorrei solo che fosse venuta un po’ meglio- fece Prompto.
Luna strinse le labbra, pensando che il biondo si riferiva più alla cena che alla foto. Lei e Noctis avevano fatto del loro meglio, ma nessuno di loro era particolarmente dotato, e l’atmosfera imbarazzante non aveva di certo favorito la riuscita dell’operazione.
-Vuoi scherzare? È perfetta!- replicò Nolum, masticando con entusiasmo -Dovrei indicarvi la strada più spesso.
Beh, anche se non era per la cena, almeno qualcuno sembrava apprezzare. Gli altri erano meno entusiasti del mangiare e ben più del parlare, e anche lei non se la sentiva di finire la propria porzione. Lanciò un’occhiata a Noctis, notando che anche lui ascoltava in silenzio, il piatto tra le mani e gli occhi intenti a scrutare i compagni.
-Se ti va di farci da navigatore per me va bene. Al momento ne siamo sprovvisti- fece Gladiolus.
-Ehi! Ho già chiesto scusa!- esclamò Prompto.
-Le scuse non bastano- lo seccò Ignis.
-Tu pensa a infilarti meglio gli occhiali quando guidi- intervenne Noctis, facendo arrossire vivamente l’amico. Suo malgrado, Luna si fece sfuggire una risatina, che venne fortunatamente coperta dalla risata convinta di Nolum.
-Su su, può capitare almeno una volta nella vita di perdere la strada- lo rassicurò quello, prima di prendersi un’altra cucchiaiata carica di cibo, e divorandola avidamente -E ricordatemi di fare i complimenti ai cuochi.
-Oh, dovrai metterti in fila- rispose Aranea, con una velata punta di sarcasmo. Luna raschiò nervosamente il fondo del piatto, prima di portare un boccone alla bocca e masticare nervosamente, tanto per tenerla chiusa.
-Decisamente- continuò Nolum, a quanto pare senza comprendere l’implicazione della dragona.
Luna non si sentiva imbarazzata per come era andata la cena, lo sapeva di non essere un granché in cucina, ma per Noctis… Gli lanciò un’altra rapida occhiata, e notò che anche lui teneva lo sguardo distante e fingeva di non sentire. Ma, in fondo, erano cose che nella vita succedevano, almeno una volta. Perché starci sopra a rimuginare inutilmente?
–… chi cucina di solito?- colse la voce di Nolum.
Possibile che non riuscisse a parlare d’altro?
-Io- rispose Ignis.
-Quindi devo considerarmi onorato che i coniugi reali si siano scomodati per cucinare oggi. Grazie davvero- fece il ragazzo, rivolgendogli un inchino da seduto, a cui Luna rispose con un sorriso ed un cenno del capo.
-Non ti ci abituare- replicò Ignis, mandando giù un altro po’ di cibo. Luna fu sul punto di commentare, ma si trattenne ancora.
-Posso cucinare io la prossima volta- intervenne Iris, distogliendo l’attenzione della principessa dal ragazzo.
-Cioè, se a Ignis va bene- aggiunse più timidamente la ragazza.
A Luna sembrò di cogliere qualcosa in quell’atteggiamento riservato, e spostò gli occhi subito sul diretto interessato. Ignis sembrò masticare in silenzio per qualche minuto, prima di alzare gli occhi sulla ragazza.
-Non ho obiezioni- disse infine, tornando a dedicarsi al suo piatto.
Luna ebbe l’impressione che mangiasse con più gusto. Tanto per scrupolo, spostò lo sguardo su Iris, notando che anche lei aveva assunto un’aria più allegra.
-Prima dovrai passare sul mio cadavere- minacciò Gladiolus, che probabilmente aveva colto gli stessi segni.
-Non c’è fretta- rispose Ignis, del tutto calmo, almeno apparentemente.
A Luna tornò un pizzico di buon umore, e tornò a posare i propri occhi su Noctis, cogliendo per un attimo il suo sguardo incontrare il proprio, prima che lo distogliesse. Intenerita, fece scivolare la mano sinistra fino alla sua destra, intrecciando le dita.
-Yoh!- chiamò Cindy in quel momento -Quando beviamo? Ho una gran voglia di scolarmi una bottiglia intera stasera.
-Quanta fretta ragazza. Gustiamocelo dopo il pasto- le rispose Nolum -Un brindisi agli sposi.
-Oh!- esclamò Luna -Ah, n-noi…
-Non siamo ancora sposati- finì Noctis per lei, muovendo nervosamente le dita nella sua stretta.
-Ancora no?!- fece incredulo il ragazzo.
-Sai com’è, c’è stata l’invasione e il regno è caduto in mano a Niflheim- intervenne Aranea, con il massimo tatto possibile.
Luna abbassò lo sguardo, lasciando andare la mano di Noctis ed evitando di guardarlo direttamente.
Lo sapeva bene che tutti avevano sofferto quella tragedia, e che le ferite non si erano ancora rimarginate. Lei aveva visto la città cadere, aveva visto i nobili guerrieri di Lucis che si erano sacrificati per lei e per il regno, aveva sentito sulla pelle il peso di quei momenti.
-Beh, allora… perché aspettare?- chiese Nolum, facendole rizzare il capo -Insomma, non sappiamo cosa succederà domani. Nemmeno io, che devo solo montare cartelli, lo so. Perché non vi sposate adesso?
-E come?- chiese lei, titubante -Non abbiamo un’autorità che possa officiare la cerimonia…
-Dimentichi il mio lavoro: io sono quello che da le indicazioni alle strade- intervenne Nolum -Siete sotto la mia giurisdizione qui. Quindi posso, e lo farò, che voi lo vogliate o no.
Luna rimase a bocca aperta, continuando a fissare quel tipo, così semplice e spensierato, eppure così imprevedibile ed geniale.
-Questa si che è una bella notizia!- esclamò Iris.
-Oh si! Sei un miracolo ambulante, Nolum! Che bell’idea!- le fece eco Prompto, battendo una mano sulla spalla del ragazzo, rischiando di spedirlo a terra. Il vociare si stava facendo confuso, ma Luna non se ne curò più: stava per sposare Noctis? Lì, in quella radura solitaria, con pochi amici, dove pensava che sarebbe mai stato possibile?
-...momento momento MOMENTO!- esclamò Ignis, alzandosi in piedi e quietando tutti -Non si può fare un matrimonio così su due piedi. Prima bisogna organizzare tutto, trovare i testimoni, gli anelli, il…
-Oh lascia perdere la burocrazia, fratello!- lo contraddisse Cindy.
-Cindy ha ragione. Non c’è niente di difficile: siamo nove persone, non abbiamo bisogno di cose complicate- le fece eco Nolum, alzandosi a sua volta.
-È vero: io non sono mai stata ad un matrimonio. Una cosa semplice sarà più che sufficiente- intervenne a quel punto Aranea.
Luna cominciò a far scorrere lo sguardo su ognuno di loro, completamente persa.
-Perfetto allora. Noctis, Luna, per favore, in ginocchio davanti al fuoco. Ignis, Iris, voi siete i testimoni- ordinò Nolum, elettrizzato.
-Ehi, volevo essere io il testimone!- protestò Prompto, ma l’altro si limitò a bisbigliargli qualcosa nell’orecchio, al che il grido di protesta del biondo si smorzò fino a diventare un cenno di assenso con il capo.
Luna si volse verso Noctis, cercando un po’ di sostegno, e si sorprese di vederlo ancora seduto al suo posto, la mano a metà strada tra il piatto e la bocca, e gli occhi sgranati. A quel punto, la sua determinazione prese il sopravvento, e lei si alzò in piedi, poggiando le proprie stoviglie sulla sedia. Si lisciò la gonna, sempre con eleganza, mentre attorno a lei gli altri trafficavano con sedie e cartelli, sotto le direttive di Nolum, e andò a posizionarsi di fronte al ragazzo.
-Noctis Lucis Caelum- chiamò, facendogli alzare lo sguardo.
I suoi occhi, persi nel vuoto pochi attimi prima, in quel momento si focalizzarono interamente su di lei, catturati e supplicanti in quella confusione festiva. Luna inspirò profondamente, sentendo le parole mancargli: non sapeva proprio come descrivere quel momento, era troppo anche per una come lei.
-Ci stiamo per sposare- riuscì a dire, incrociando le dita in grembo e arrossendo. Sembrava una scolaretta che confessava il primo amore. Anzi, si sentiva come una scolaretta che confessava il primo amore.
-Matrimonio…- mormorò Noctis, abbassando lo sguardo, prima di annuire convinto e rivolgerle un sorriso sollevato -Mi piace il suono che fa.
Luna si sentì travolgere da un’energia irrefrenabile; si sentì scoppiare d’eccitazione. Era quasi impossibile contenerla, ma si impose di restare in controllo finché quella cerimonia improvvisata non si fosse conclusa.
Noctis si alzò, posando il suo piatto sulla sua sedia, per poi prenderla mano nella mano e condurla davanti al fuoco. Quindi si inginocchiarono, in sincronia, unendo le mani in preghiera. Dall’altra parte del falò, Nolum era immobile dietro ad un palchetto costruito in fretta e furia con i pali e le tegole dei cartelli.
-Miei nuovi e carissimi amici e amiche, ci troviamo qui riuniti stasera, sotto l’indicazione dei cartelli stradali- fece una risatina -per portare a compimento questa informale ma ancora sacra cerimonia di matrimonio. Re Noctis Lucis Caelum, vuoi tu prendere in sposa Lady Lunafreya Vox Fleuret?
-Lo voglio.
Il cuore di Luna aumentò i battiti quando le sue labbra finirono di pronunciare sì.
-E vuoi tu, futura regina Lunafreya Vox Fleuret, prendere in sposo re Noctis Lucis Caelum?
-Lo voglio- disse, trattenendo le lacrime d’emozione.
-E allora, per l’autorità conferitami dall’amministrazione statale del defunto regno di Lucis, io, Nolum Cassio Feri, un attimo che…- si interruppe brevemente per frugarsi in tasca, per poi estrarre trionfante due fedi nuziali -… ecco, gli anelli.
-Da dove li hai presi?- chiese Noctis, mentre allungava la mano per prendere il proprio.
-Oh, è una storia triste da raccontare, ma sono certo che i proprietari ne sarebbero orgogliosi, sire.
Luna prese con una certa ansia il proprio l’anello nella mano, per poi volgersi verso il futuro marito ed invitarlo a porgerle la propria. Quando venne il momento di infilargli l’anello al dito, iniziò a tremare. Ma lui le prese le dita nelle sue, guidandola mano mano, fino a che l’oggetto non fu al suo posto, splendente al suo anulare. Quindi toccò a lui, e Luna alzò lo sguardo suoi occhi, vedendolo esitare, impacciato, ma gli fece coraggio con i propri, volendogli trasmettere sicurezza. Una volta finito, tornarono a rivolgersi verso Nolum.
-Bene, signori, io vi dichiaro marito e moglie.
Gli applausi e le esclamazioni, seppur appartenenti a pochi, esplosero come una marea, e Luna non riuscì più a trattenersi, mettendosi a singhiozzare, mentre le lacrime cominciavano a scorrere.
-Grazie…- mormorò, rivolta all’universo intero.
-Ora, miei amici, potete scambiarvi il bacio- annuì Nolum, sorridendole commosso a sua volta -Ma prima, vi prego. Lo so che non abbiamo un bouquet, ma spero che questo cartello…- e si chinò dietro al suo palchetto, sollevando appunto il suddetto oggetto -… pronto per essere piantato possa fare da surrogato. Potrete sia lanciarlo e dare così al più fortunato tra i vostri amici e amiche l’onore di piantarlo dove lo riterrà più giusto, o conservarlo e portare sempre con voi una parte di me.
Luna superò in corsa il fuoco e gli diede un forte abbraccio, soffocando il pianto nella sua spalla. Forse altri l’avrebbero considerata una cerimonia grottesca, ma era più di quanto lei avrebbe sperato. Il ragazzo ricambiò, dandole pacche d’incoraggiamento sulla spalla.
Poi un altro paio di mani la strinsero, allontanandola dal sacerdote di fortuna. Lei si lasciò trasportare, ritrovandosi tra le braccia di Noctis, e finalmente, dopo tante attese, poté stringerlo a se e dargli il bacio anelato, condividendo la pace assieme, e quell’insperato momento di trionfo. Non le importava dei singhiozzi altrui, era troppo presa dall’assaporare la dolcezza di quel momento, trascinandolo avanti fino alla fine, e lasciandosi ammaliare. Alla fine si separarono, ma solo nel corpo.
-Congratulazioni!- gridò Prompto iniziando a scattare foto con il flash a raffica.
-Oh, Lady Luna, vi invidio. Voglio trovare anche io un uomo così- si fece scappare Iris, soffiandosi il naso con il fazzoletto.
-Congratulazioni davvero. Non credo che potrò mai sentirmi così in un altro momento della mia vita- disse Nolum, facendosi avanti e stringendo la mano prima a Noctis e poi a lei.
-Volete favorire?- aggiunse poi, offrendo di nuovo il cartello, che era rimasto saldamente nella sua mano, e Luna lo accettò ben volentieri, prima di accompagnarlo dolcemente anche nelle mani di Noctis, e condividere anche quell’azione.
-Pronti?- chiese, rivolgendosi agli amici, che annuirono tra le lacrime e le guance arrossate.
Scambiò un breve cenno del capo con Noctis, per poi lanciare l’oggetto assieme. Aranea spiccò il balzo per prima, ma Iris, con l’aiuto di Ignis, riuscì a saltare alla stessa altezza, intercettando a mezz’aria la dragona e facendosi sfuggire il cartello tra le dita; quello proseguì imperturbato la sua corsa, e finì dritto tra le braccia di Prompto, che inciampò in un sasso e cadde clamorosamente indietro, perché non guardava dove metteva i piedi. A questo seguì un altro scroscio di applausi e risate, interrotto solo dallo sguardo minaccioso di Gladiolus rivolto a Ignis, quietato poco dopo da un calcio negli stinchi di Iris.
-Ebbene, miei cari amici e amiche- fece Nolum, ancora una volta -Credo sia ora che io vada.
Luna si volse verso di lui, sorpresa.
-Di già?- chiese, confusa.
-Oh, Lady Luna, mi lusinghi a richiedere ancora la mia presenza- s’inchinò lui, con già sottobraccio pali e tegole -Ma il mio compito qui è finito. Ho dato le mie indicazioni, e avete trovato la strada. Ora, è tempo che io torni al mio lavoro, che vi ricordo, è la mia missione, come la vostra è di difendere questo regno e salvarlo.
-Ma non ti riposi nemmeno…- insisté Noctis, ma a vuoto.
-Ci sarà tempo per riposare lungo la strada. Ma adesso stringe, e io sono sicuramente richiesto altrove. Quando andrò in pensione, vi invierò una cartolina del posto dove mi fermerò, così potrete venire a trovarmi. Ma fino ad allora, la mia casa è la strada, e i miei compagni i cartelli.
Nolum gli diede le spalle e fece per andarsene, ma poi si fermò e tornò da loro.
-Ah, Noct, Luna, perdonatemi, ancora una cosa: quelle fedi appartenevano ai miei genitori. Sono l’unica cosa che mi è rimasta di loro da quando è arrivato l’impero. Vi prego, vi chiedo solo di non separarvi da esse finché non sarà la morte a deciderlo.
Luna ammutolì, sentendosi piangere di nuovo. Troppe emozioni quella sera.
-Lo farò- rispose, rimettendosi a singhiozzare, sentendo le parole impastarglisi in bocca -Giuro, Nolum, non lascerò la fede fuori dalla mia vista per nessuna ragione al mondo.
-Neanche io- le fece eco Noctis, con voce rotta.
-Mi date un grande sollievo, amici. Mi basta ciò. Grazie della serata, e che le nostre strade tornino ad incrociarsi. Sappiate questo: se avrete di nuovo bisogno di indicazioni, io vi troverò, sulla strada che percorrò, perché quello è il mio compito. Arrivederci amici, che il viaggio sia lungo e sereno.
-E come sai dove andare!?- gridò in quel momento Prompto.
Nolum si fermò, e si volse di nuovo.
-Dimentichi che sono io quello che dà le indicazioni. So sempre dove andare! A presto, buona festa!
E con queste parole ricominciò il suo peregrinare.
-Ciao Nolum!
-Ciao!
-Buona fortuna!
-Mandaci una cartolina ogni giorno!
-Ciao!
-Ciao!
-A presto Nolum!
E così, il giovane misterioso e imprevedibile, capace dei più semplici e strabilianti miracoli della vita, Nolum Cassium Feri, se ne andò, scomparendo tra gli alberi e i sassi, nel buio della notte, ancora più suggestivamente di come era apparso.
Luna rimase a salutarlo a lungo, accanto al marito, continuando a guardare nel punto in cui era scomparso, incapace di guardare oltre. Alla fine, gli auguri si affievolirono, e il silenzio contemplativo e soddisfatto portò la calma nella radura. Luna si abbandonò sulla spalla di Noctis, chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare da lui, mentre gli cingeva la vita.
-E… sniff e ora- fece Prompto, risvegliandola un poco -VIVA GLI SPOSI!
Una pioggia di spuma si riversò su di lei, mentre i tappi di quattro spumanti esplodevano verso l’altro, lasciando libera la schiuma sulla sposa e il suo sposo. E ancora risate, e gioia, e sorprese, in quella notte che non sembrava mai finire. Luna ormai non ci capiva più niente, rideva e basta, mentre discorreva con i compagni e beveva il proprio vino, interrompendosi ogni tanto per partecipare agli innumerevoli brindisi. Quella notte, un miracolo di uomini e donne era avvenuto, e sarebbe stato così per sempre.

  
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