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Autore: EvrenAll    14/12/2016    1 recensioni
Ho una regola.
Sì, giuro: nonostante il mio pessimo comportamento sono riuscito a darmi una regola: mai scopare con una ragazza interessante.
_ _ _
Esperimento\spin-off che parte dal capitolo 27 di Elizabeth, ff nella sezione dei Guns N' Roses.
Un risveglio, solo che da ben altro punto di vista ;)
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Vince Neil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sachertorte











Dovrebbe essere questo.

Controllo il nome sul campanello e guardo la porta di legno, mentre dalla fessura sotto di essa filtra un odore invitante. Cioccolato forse? Frutta? È dolce.

Suono.

-Eve, sei già qui?-

La porta si apre dopo qualche secondo: è la mia biondina, con addosso un grembiule che le copre le gambe ed il pollice, sporco di cioccolato, in bocca.

-Chi è Eve?-

È attonita, non mi aspettava. Sorrido della sua sorpresa.

-Vince- guarda rapidamente alla sua sinistra e mi prende per un braccio facendomi entrare e chiudendo la porta.

Sta cucinando qualcosa che comprende cioccolato e marmellata di albicocche ed il forno acceso ha scaldato la casa in maniera esagerata per questo giorno d’estate.

-Ciao, ladruncola-

Esordisco dopo aver gettato lo sguardo sul piano di lavoro, quindi guardo lei.

-Che ci fai qui?-

-E questo grembiule?- ridacchio e lo sfioro con le dita. Ha degli shorts striminziti sotto di esso e una maglietta di cui riconosco il logo: Red Hot Chili Peppers.

-Non voglio sporcare un’altra maglia-

Alza le spalle e mi guarda sospettosa.

-Ladruncola?-

-Mi è sparito qualcosa dalla macchina-

-Non ne so niente-

Si allontana e chiude il vasetto di marmellata con cui stava trafficando dopo averne spalmato una generosa quantità su uno dei cerchi marroni appoggiati sul tavolo.

-Sei una pessima attrice… che cosa stai facendo?-

-Una torta, mamma mi ha passato la ricetta di nonna di recente. Dovevo provare a farla-

Guarda di nuovo l’orologio sulla parete.

-Vince, hai la fortuna di pochi, sai?-

-Spiegami-

Le vado alle spalle piano osservando quello che fa e quello che c’è in pentola.

Altro cioccolato a scaldare in bagnomaria.

-Le mie coinquiline non ci sono, Eveline soprattutto-

Torno a guardarla.

-È carina?-

-Più di me-

Sovrappone i due dischi di pasta già cotti, facendo in modo che la marmellata rimanga nel mezzo, quindi si gira e inclina la testa guardandomi.

-Magari la aspetto allora-

Il mio sorriso da malandrino è sempre pronto ad apparire.

-Senza dubbio passeresti una serata molto romantica-

Alza gli occhi al cielo, ironica, e prende il pentolino. Al suo interno la cioccolata è ormai liquida.

Ridacchio.

-Il mio nome mi precede…-

Inizia a versarla sulla torta per ricoprirla. Non ricordavo che guardare una ragazza cucinare fosse così...

-In questo appartamento credo potresti salvarti solo da Johanna- mormora sovrappensiero.
 

Solo da Johanna, mmh?
 

Arrivo alle sue spalle lentamente mentre appoggia il contenitore caldo al sottopentola.

-Solo da Johanna?-

-Probabilmente sì- ridacchia, sistemando lo strato denso in modo che copra tutta la superficie.

Si è tradita e il mio autocontrollo sta andando a farsi fottere.


Quindi ci staresti, si?


Appoggio le mani sulla superficie di finto granito su cui sta lavorando, leggermente di lato rispetto a dove sono i suoi fianchi.

È stretta tra me e il tavolo, ma non mi permetto di toccarla neanche di un millimetro.

-Davvero?...-

Mi sporgo verso di lei senza accorgermene: profuma.

Credo di avere un problema con questo odore fruttato.

Si gira, ripensando a quello che ha appena detto, e solo a quel punto mi rendo conto di aver sbagliato le misure. Mi ha sorpreso, l’ho sorpresa. Non ho idea dell’espressione che potrei avere sul viso ora.

È ad un passo da me e sulla guancia ha un piccolo sbuffo di cacao.

La guardo un po’ troppo, tentenno: è più vicina di quel che mi aspettavo, è troppo vicina.

Si alza sulle punte, mi abbasso io, non lo so, ma mentre succhio appena quello inferiore ho la conferma che le sue labbra sono davvero dolci come quelle caramelle gonfie di zucchero.


Porca troia sono finito.


Mi stacco dalla sua bocca a forza e tendo le braccia per tenerla a distanza di sicurezza.

-Facciamo che te ne vai?-

Mi esce un tono seccato e mi rendo conto troppo tardi di aver detto una stronzata perchè in effetti l’appartamento è il suo. Che ci posso fare? Ho un casino in testa e questo stupido bacio mi ha solo fatto venire voglia di mangiarla. Sto insensatamente male e bene insieme.

-Mi hai baciato tu-

-Non è vero!-

Cerco di difendermi, ma mi guarda con sufficienza e netta contrarietà.

Ok, forse ho un po’ di colpa.

Non riesco nemmeno a distogliere lo sguardo dalle sue labbra.

Lo vedo, il sorriso soddisfatto che sta nascondendo.

Maledizione, maledizione. Era quello che voleva fin dall’inizio!

-È per il tuo bene, sai?-

Arretro ancora di un passo sperando nel suo buon senso.

Non la voglio un’altra groupie, non la...

-Vince, dai- si intrufola tra le mie braccia e si appoggia al mio petto.

È davvero minuscola. Devo sforzarmi per non appoggiare le mani sul suo corpo mentre lei tiene il viso addosso a me e quasi posso sentire il calore del suo respiro attraverso la camicia che sto indossando.

Se Faith fosse una groupie me la sarei fatta il primo giorno nell’archivio e me la sarei già dimenticata.
 
Non è una groupie.

-Le rockstar non hanno sentimenti- preciso, per convincere me stesso più che lei.

È violenza psicologica, la sua. Il suo fiato addosso a me, l’ennesima zaffata di profumo che mi inebria…

-Io non li avrò per te-

Mi viene da ridere.

-Che cazzo di frase-

Qualcuno mi ricordi perchè sono andato a casa sua…

Ah si.

-Mi potresti restituire il cd che mi hai rubato?-

-Solo se mi baci ancora-

Mi ricatta e io ho le fitte allo stomaco perchè, dannazione, è irresistibile.

Sbuffo, cercando di sembrare più seccato possibile, quindi la raggiungo limitandomi a lasciare uno stampo sulla sua bocca.

-Per il tuo bene-

Sì Vince: risoluzione. Ottimo.

-Io non credo proprio che le rockstar non abbiano sentimenti e a dirla tutto penso che tu taccia molte cose che non vuoi dare a vedere-

Arriccio le labbra in una smorfia.

-Pesante-

Per tutta risposta si appende alle mie spalle e mi bacia di nuovo, questa volta come vuole lei.

La sua lingua distrae la poca voglia che avevo di andarmene ed i suoi morsi la cacciano definitivamente.

Le avvolgo la nuca con la mano e smetto di pensare ricambiando, approfondendo.

Sì Faith, è così che bacio io.

-Adesso puoi avere il tuo cd- bisbiglia una volta che le sue labbra sono libere.

Ha il respiro accelerato mentre le mie le percorrono il collo.

Ha un profumo da far girare la testa, un sapore da far venire l’acquolina in bocca… e non solo.

Cedo e stringo le mani per un attimo sui suoi fianchi.

-Mh-

Un suono sospeso tra soddisfazione e una risata.

-Ti hanno mai detto che sei estremamente buona?-

-Credo sia il docciaschiuma-

-Mmh-

La bacio ancora. Ci ho preso la mano. Sono agitato, sono eccitato. Maledizione.

-Non credo tu ti sia lavata anche la bocca con quello-

Puntualizzo.

Mi passa una mano sul petto sorridendo anche con gli occhi.

-Fammi andare a casa, Faith-

Prima che finisca a fare stronzate con te.

La mia richiesta non deve esserle sembrata molto convincente perchè inizia ad accarezzarmi e facendo una lieve smorfia per l’indecisione apre il primo bottone della mia camicia.

Ah-ah.

-Va bene- dice sottovoce, ma intanto si avvicina e inizia a baciarmi la pelle.

-Faith- la richiamo, ma fa finta di non sentirmi.

La stronzetta sa che non riesco a resistere e si prende gioco di me.

Sbottona anche il secondo e il terzo e si fa spazio fino a raggiungere il mio capezzolo e succhiarlo.

-Piccola…-

Cinque minuti dopo sono ancora fermo, con la camicia aperta e una mano sotto la sua maglia.

Finisce di mordicchiarmi e mi guarda.

-Sei ancora qui?-

È furba, è furba.

Stringo le labbra.

Fanculo le regole.

La bacio ancora ignorando il fatto che l’abbia avuta vinta, la faccio arretrare fino a metterla spalle al muro e la stringo.

Fanculo le regole.  

Tanto a letto sono io a darle.











 
  
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