Serie TV > Supergirl
Segui la storia  |       
Autore: Najara    15/12/2016    4 recensioni
Il Natale è speciale: riunisce le famiglie, crea atmosfere uniche e rende tutto più magico. Wallace Luthor, patriarca della famiglia ha deciso di richiamare nel suo maniero tra i monti svizzeri i due nipoti ancora lontani dal carcere: Lena e James. Lena odia il Natale, James lo ama, soprattutto perché lo condivide con Kara, la sua fidanzata.
Lena e Kara stanno per incontrarsi in un paesaggio da sogno e nel periodo più magico dell’anno… nell'aria ci saranno solo i fiocchi di neve o anche i sentimenti?
(AU)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: James 'Jimmy' Olsen, Kara Danvers, Lena Luthor
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Primo capitolo: Il maniero

 

La neve c’era, ovviamente, ed era abbondante. Lena aveva i piedi gelati perché le sue costose scarpe si erano bagnate nell’istante stesso in cui era scesa dall’aereo privato per salire nella berlina nera che l’aspettava. Con uno sbuffo le sfilò contenta di poter aver la macchina tutta per sé.

“Perché non stiamo partendo?” Chiese all’autista, perplessa. L’aveva visto caricare i suoi bagagli e ora non capiva cosa stessero aspettando.

“Mister Luthor e la sua fidanzata arriveranno a minuti, Miss.” Per un attimo si era quasi strozzata a sentire quel nome, ma poi sorrise, era ovvio che si riferisse a James e non a suo padre.

“Lui preferisce Olsen, meglio che te lo ricordi, Richard.”

“Certo, Miss.” Disse l’autista mentre lei volgeva la testa verso la pista principale dove un grande aereo di linea stava atterrando.

Pochi minuti dopo riconobbe l’alta figura di James, doveva aver messo su parecchi muscoli dall’ultima volta che lo aveva visto, perché anche con la pesante giacca appariva massiccio. Gli occhi di Lena però si soffermarono sull’esile figura che lo seguiva. Indossava un ridicolo cappello color salmone, con un pompon sulla punta, dal quale sbucavano due trecce bionde. Sul volto della giovane che trascinava la propria valigia, vi era un sorriso luminoso. La testa ruotava in tutti i sensi come a voler catturare l’intero paesaggio nel minor tempo possibile. Un sorriso increspò le labbra di Lena, aveva come l’impressione che quella ragazza fosse la vivacità in persona e nell’istante stesso in cui lo pensò la vide cadere a terra e poi, anche dall’interno dell’autovettura, poté sentire la risata piena di gioia e di vita della giovane. Sorrise di nuovo poi distolse lo sguardo e sospirò, ricordando le buone maniere infilò di nuovo i tacchi e uscì dalla macchina cercando di apparire rilassata e tranquilla.

 

Rise dello scivolone e quando James le diede la mano si lasciò sollevare, poi incrociò gli occhi divertiti di una donna. Indossava un tailleur più adeguato all’ufficio che alla montagna e delle scarpe con un tacco alto. Kara non poté fare a meno di pensare che fosse bella con quei capelli scuri che incorniciavano un volto pallido in cui spiccavano due occhi di ghiaccio a far da contrasto a morbide labbra rosse.

“Mia sorella.” Le disse James, poi prese anche la sua valigia, malgrado lei gli avesse assicurato che poteva cavarsela da sola, e si diresse con passo deciso verso la donna. “Ciao, sorellina.”

“Jimmy.” Disse lei, l’aria divertita che non abbandonava i suoi occhi.

“Lo sai che non mi piace essere chiamato così.”

“Giusto, James.” Mormorò dando al nome un tono ricco e pomposo. “E tu invece, chi saresti?” Chiese nel notare lei, che era appena sopraggiunta, un poco intimorita.

“Ehm… ehm… sono Kara Danvers.”

“Piacere di conoscerti, Kara Danvers.” Sembrò assaporare il nome, poi sorrise. “Vogliamo entrare in macchina prima di congelarci o… fare altri scivoloni?”

“Sì.” Rispose lei, non c’era stato sarcasmo nel suo tono e Kara sorrise mentre James apriva il baule e, aiutato dall’autista, aggiungeva le loro valige al bagagliaio.

“Lena, ti sei portata tutto l’armadio?” Commentò il ragazzo, ma lei non si degnò di rispondere invece tornò in macchina rabbrividendo.

“Ti piace la montagna?” Chiese Kara imbarazzata dal silenzio che era calato tra di loro mentre i due uomini si stavano ancora domandando come far stare i loro bauli.

“No, la detesto.”

“Oh…” Lena si voltò verso di lei, il sorriso divertito di prima che ricompariva sulle sue labbra.

“Vedrai che tu ti divertirai, James è sempre stato un buon intrattenitore e ti porterà a scoprire le meraviglie che questa valle nasconde.” A quelle parole lei annuì, poi però corrugò la fronte.

“E tu?”

“Io?” Chiese lei stupita. “Io, me ne starò chiusa in camera fingendo di…” Si guardò alle spalle controllando che James fosse impegnato poi si tese verso di lei con aria complice. “In quelle valige non ci sono solo abiti, ma un’antenna satellitare che mi permetterà di mantenermi collegata al lavoro. Che resti un segreto però, se Wallace lo scopre finirò in punizione.” Le fece l’occhiolino, ma si scostò da lei non appena James aprì la porta per entrare.

“Fatto!” Annunciò soddisfatto l’uomo e Kara gli sorrise, ma quando lui si tese per darle un bacio si scostò arrossendo, la mano che correva ad aggiustarsi gli occhiali da vista. Gli occhi di Lena erano fissi davanti a lei, ma a Kara sembrò di vedere un guizzò in essi e fu quasi sicura che non le era sfuggito nulla. Sorrise a James che rassegnato si sistemò accanto a loro e iniziò a ricordare l’ultima volta che era venuto lì.

Kara lasciò che quelle chiacchiere la cullassero, mentre i suoi occhi non si staccavano dal finestrino e dal bellissimo paesaggio innevato che stavano oltrepassando.

 

Le chiacchere di James erano un fastidioso ronzio nella sua testa, mentre lei cercava di concentrarsi sul rapporto che aveva letto quella mattina prima di partire e al quale doveva rispondere, lui non la smetteva di blaterare su quanto si fosse divertito a sciare tra quei monti. Sembrava completamente dimentico della sofferenza che aveva causato lasciandola solo in quella famiglia di pazzi, proprio il famoso Natale di cui parlava tanto allegramente. Lanciò uno sguardo a Kara che sembrava più intenta ad osservare il paesaggio che ad ascoltare il fidanzato e sorrise. Sembrava vedesse la neve e le montagne per la prima volta.

Il viaggio fu lungo e quando finalmente raggiunsero il maniero l’unico aspetto positivo fu vedere l’entusiasmo di Kara. La ragazza sembrava essere ad un passo dallo saltellare talmente era felice.

Wallace Luthor li aspettava nel grande salone, così mentre i domestici scaricavano i loro bagagli, lo raggiunsero. La stanza era esattamente come la ricordava, il fuoco scoppiettava allegro mentre suo nonno sonnecchiava sul divano posto proprio davanti ad esso.

James gli si inginocchiò davanti e lo chiamò, posando delicatamente una mano sulla sua spalla. L’uomo aprì gli occhi lentamente e Lena si rese conto di quanto fosse invecchiato, forse, malgrado quello che dicesse anche lui aveva sofferto per l’incarceramento di Lex e di Lilian.

“Oh, oh… siete già qui?” Chiese un poco confuso.

“Sì, Wallace.” James fece un largo sorriso e il vecchio sorrise a sua volta, poi si voltò e vide lei.

“Oh, c’è anche la piccola Lena! Vieni, ho preso una cosa per te dall’Egitto.” Il sorriso si congelò sulle labbra di James. Erano anni che non vedeva suo nonno e non si era reso conto che la demenza senile se lo stava portando via. Lena invece sorrise e si piegò su di lui per dargli un bacio sulla guancia.

“Grazie nonno, la palla di neve con la piramide di Cheope è bellissima.” Il vecchio annuì sorridendo poi notò Kara che se ne stava dritta, timidamente in attesa di essere presentata.

“E tu sei un’amichetta di Lena?” Chiese l’anziano signore.

È la mia fidanzata.” Intervenne bruscamente James, confuso dalla situazione.

“Oh…” L’uomo fissò perplesso i presenti, scombussolato da quell’informazione.

“Vuoi che ti faccia portare un po’ di tè, nonno?” Chiese allora Lena folgorando il fratello adottivo con lo sguardo.

“Sei gentile, sì, mi piace il tè.”

Si allontanò per chiamare la servitù e James la seguì, deciso.

“Non mi avevi detto che il nonno stava così male!”

“Non mi pare tu abbia chiesto nostre notizie, Olsen.” Lena vide quelle parole colpire il giovane e si rese conto di aver parlato troppo bruscamente, ma l’abbandono di James la feriva ancora.

“Mi dispiace.” Disse allora l’uomo, sorpreso dalla sua durezza. Lena scosse la testa e sospirò.

“Il medico dice che è demenza senile, bisogna solo assecondarlo, il più delle volte ci vede come bambini, magari potrebbe metterti in castigo oppure regalarti una caramella.” Lena si strinse nelle spalle. “Lilian approfittava della sua debolezza, le sue battute lo ferivano, ma quest’anno lei non c’è e sarebbe bello se potesse passare un bel Natale con i suoi nipoti.” Lena sentì il nonno ridere e si voltò verso il salone, sorpresa. Kara era in ginocchio accanto a lui e gli stava parlando fitto.

“Non è meravigliosa?” Chiese James che aveva seguito il suo sguardo. Lena aggrottò la fronte, ma non rispose al fratello, invece notò una cameriera passare e le chiese di servire del tè.

Bevvero la bevanda calda davanti al fuoco, ma ben presto Wallace si addormentò, così lo lasciarono riposare. James accompagnò Kara alla loro stanza, mentre lei risalì gli scalini fino a raggiungere la sua, nella torretta Nord.

Guardò l’ampio letto e le sue cose già sistemate negli armadi, notò l’antenna posizionata sulla scrivania accanto al suo computer e annuì soddisfatta, poi si sedette e iniziò a lavorare.

 

“Questo posto è magnifico!”

“Sì, ma non mi aspettavo che Wallace fosse così malato…” James fece una smorfia.

“Vedrai che gli farà bene stare con voi, malgrado la servitù è ovvio che si sente solo in questa grande casa.”

“Lena avrebbe potuto dirmelo.”

“Immagino di sì, ma credo che abbia avuto le sue ragioni per non farlo, dopo tutto ha passato un anno difficile, dovresti starle vicino.” Il ragazzo si voltò a guardarla perplesso e lei si strinse nelle spalle. “Mi hai sempre parlato di lei come di una manager dai denti aguzzi, ma a me è sembrata simpatica.”

“Simpatica?” L’uomo alzò un sopracciglio. “Scommetto che a quest’ora starà già sul suo laptop a scrivere rapporti e a preparare bilanci.”

“Ama il suo lavoro cosa c’è di male?” Si sentì di difenderla Kara.

“Ehi, ehi, ho capito: ti piace! E tu sei una da primo sguardo quindi non tenterò di farti cambiare idea.”

“Cosa significa che sono una da primo sguardo?”

“Che senti le persone a pelle: o ti piacciono o non ti piacciono.”

“Sono brava a giudicare le persone.” Si difese lei.

“Lo so, infatti ti sono piaciuto al primo sguardo.” Si tese verso di lei per baciarla, ma il suo cellulare squillò e lui si tirò indietro con una smorfia. “Lavoro.” Disse.

“Potrebbe essere importante.” James annuì e rispose. Dieci minuti dopo era ancora la telefono e parlava agitato. Kara si affacciò a quello che era il loro piccolo salottino e fissò il ragazzo che, concentrato, ascoltava la voce dall’altra parte del telefono. Stanca di aspettare decise che poteva fare un giro del maniero da sola.

L’edificio era ricco di decorazioni antiche, i soffitti delle stanze erano affrescati oppure decorati con elaborate volte a cassettone. I pavimenti erano altrettanto ricchi che fossero in mogano o in pietra. E poi vi erano i dipinti, le statue, le armature, i lampadari e i mobili, tutti bellissimi. Fece il giro dell’intero edificio, evitando solo le stanze private di Wallace e della servitù, fino a quando non si ritrovò ad inerpicarsi per una stretta scalinata in pietra, che partiva dal pianerottolo sul quale raggiungeva la camera sua e di James. Incuriosita decise di andare a vedere cosa ci fosse lassù. Doveva trattarsi di una torre e magari avrebbe potuto beneficiare di una bella vista. In cima però vi era una porta chiusa. Lei bussò educatamente. In tutto il suo giro non aveva incontrato nessuno se non qualche cameriera o un valletto, quindi ora fu sorpresa di sentirsi rispondere dalla voce calda di Lena.

“Scusa, non volevo disturbarti.” La donna la guardò entrare con aria perplessa. “Stavo facendo un giro delle stanze e questa era l’ultima che mi restava.”

“Allora avresti dovuto immaginare che dentro avresti trovato me.” Gli occhi della donna brillavano di nuovo di ironia, mentre si fissavano nei suoi.

“Ehm… già.” Disse allora lei arrossendo per quell’evidenza. Presa dall’esplorazione non aveva riflettuto.

“James ti ha già abbandonata?” Chiese poi la donna e nel suo tono Kara percepì una punta di sarcasmo, non rivolta a lei, ma al fratello adottivo.

È al telefono e…”

“Sei qui! Finalmente, ti ho cercata ovunque.” James gettò un’occhiata alla scrivania di Lena, ma non fece commenti nel notare l’antenna e il laptop aperto.

“Cosa succede?” Chiese Kara, James aveva una faccia colpevole ed era chiaramente imbarazzato.

“Cosa hai fatto questa volta?” Chiese allora Lena che evidentemente conosceva bene il fratello, malgrado non lo vedesse da anni.

“Io… devo rientrare per qualche giorno, massimo cinque.”

“Rientrare?” Chiese stupita Kara.

“Sì, è successo un casino alla CatCo e… sono il responsabile ora, non posso lasciare che…” Scosse la testa poi sorrise. “Ma tu puoi restare, ovviamente, in men che non si dica sarò di ritorno.”

“Aspetta, non posso mica…” Cercò di protestare Kara.

“Lena si occuperà di te, vero, sorellina?” La donna sgranò gli occhi, fu sul punto di dire di no, ma colse lo sguardo afflitto di Kara e prima che avesse il tempo di riflettere per davvero, annuì.

“Va bene.”

“Va bene?” Chiese James, stupito quasi quanto Kara.

“Sì, va bene.”

“Grande!” Disse allora il giovane poi guardò Kara che lo fissava rossa in volto. “A te va bene, non è vero?”

“Io…” La ragazza guardò Lena, fu un secondo, i loro occhi si allacciarono e quelli di Lena assunsero una sfumatura verde. Incantata da quella metamorfosi annuì. “Sì, se non sono di disturbo.”

“Certo che no.” Proruppe James poi corse via, probabilmente a preparare le valige e ad avvisare l’autista.

Le due donne rimasero sole nella stanza tonda della torre.

“Grazie.” Mormorò Kara e Lena le sorrise.

“Lo sapevo che non sarei riuscita a lavorare…” Ma nel suo tono non vi era reale esasperazione, solo la solita divertita, ironia. Kara sorrise, dopo tutto, forse, non sarebbe stato così male passare del tempo con lei.

 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supergirl / Vai alla pagina dell'autore: Najara