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Autore: merryluna    22/05/2009    11 recensioni
Parlava bene, Zabini. Non era stato lui a vedersi piombare tra capo e collo quella ragazza saccente assieme alla sua banda di compari svitati.
Piccolo prequel di Back Home.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Back Home - The Tetralogy'
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Signori e Signore, buonasera. Accomodatevi ché, almeno per i miei standard, la nota iniziale sarà piuttosto lunga. Ah, certo: in alternativa potete pur sempre saltarla a piè pari! :D

Primo: è giusto ricordare che questa fanfiction partecipa a Temporal-mente, l’iniziativa lanciata da Criticoni.net.

Secondo: esattamente come avete letto. Potete considerare questo migliaio di parole come un piccolo prequel di Back Home: gli avvenimenti avvengono molto prima dell’epoca dell’altra fanfiction – come capirete leggendo – e… be’, spero vi piaccia^^.

Terzo: Visto che non mi va di combattere oltre con l’html e mettere queste righe tra le note finali, te lo dico subito: Ju, grazie mille. Ne sono convinta: con te vicina, qualunque insicura cronica arriverebbe a sentirsi un leone. Fregatene del resto :hug: .

Quarto:Dulcis in fundo. Ebbene, oggi una personcina compie gli anni… sono sempre stata un po’ contro lo scrivere una fanfiction come “regalo”, lo sai, eppure eccomi qui, per il secondo anno di seguito – e sappiamo entrambe che l’altra è stata finita due mesi dopo il compleanno, che te la sei dovuta betare e che per il momento sta-dove-sta, ma sono dettagli, no :p?
Oggi pomeriggio *anzi, ieri pomeriggio* mentre non lavavi i piatti, ho deciso di restituire Dracuccio alla sua degna proprietaria ed ecco che ho pensato fosse stata l’occasione buona per buttare giù… questa. Ila, puoi anche stamparla e darle fuoco il prossimo inverno per sottolineare quanto faccia pena: io c’ho provato :).
Tanti Auguri di Buon Compleanno, Donna!
Ti voglio bene ♥


Inferno e Paradiso




"Sono solo una ragazza che sta di fronte ad un ragazzo e gli sta chiedendo di amarla."
(Notting Hill)



Considerala come una baby-sitter: non è poi questa gran tragedia!
Parlava bene, Zabini. Non era stato lui a vedersi piombare tra capo e collo quella ragazza saccente assieme alla sua banda di compari svitati.

O me, o un biglietto di sola andata per l’Inferno: scegli pure quello che più t’aggrada, Malfoy...

Abbassò lo sguardo sul suo viso addormentato, sulle labbra incurvate in un sorriso pigro, sui capelli sparsi sul cuscino e poi tornò a fissare il soffitto sopra le loro teste.

L’inferno vero era quello che aveva vissuto, ne era convinto: vedere Harry Potter praticamente ogni giorno, aver perso il lavoro per salvare il didietro ad una persona che fondamentalmente detestava, dover ascoltare in silenzio i pettegolezzi di una presunta relazione tra suo padre e Luna Lovegood, dividere una tenda da campeggio con i Weasley e, dopo la brillante idea di prendere a pugni il Weasley più piccolo, anche un sacco a pelo con Hermione Granger, per evitare di dormire all’addiaccio.

Sì, c’era stato un periodo in cui pensava che niente sarebbe potuto andar peggio di come le cose si erano messe per lui: il sapere che un gruppo di esaltati in cerca di vendetta si era attivato per ucciderlo assieme a suo padre era forse il meno peggio degli eventi che l’avevano travolto. Il ritrovarsi tra le braccia un’Hermione Granger in lacrime e sentirsi in dovere di consolarla, era stato di sicuro peggio di molte altre cose che aveva dovuto affrontare.

Adesso erano lì, nella sua stanza.
In quel suo letto troppo grande per una persona sola ma troppo stretto per due, perché lui non portava le sue ragazze nella propria camera e quindi non era stato pensato per essere diviso con qualcun altro: era forse un principio stupido quello che si era dato anni prima, ma fino a quella notte non vi era mai venuto meno. Non voleva sentire il loro profumo tra le lenzuola, rivederle ansimare tra i cuscini, ascoltare ancora le loro risate deliziate… difficile spiegarlo.
Si sarebbe dimenticato di come lei gli aveva permesso di spogliarla, di carezzarla, di baciarla e di come aveva intrecciato le gambe al suo bacino? Difficile. Come sarebbe stato difficile togliersi dalla testa quel suo profumo di primavera: se lo era sentito nel naso per un’intera settimana, dopo quel fatto del sacco a pelo… adesso che la sua essenza era penetrata nel profondo della sua anima - e della sua camera - lo avrebbe sentito per ancora più tempo.

Meravigliosa.

Era l’unico aggettivo che gli era venuto in mente quella sera, nel momento in cui l’aveva vista entrare nel salone di Palazzo Parkinson: stava parlando con Blaise e, quando si era voltato, l’aveva vista attraversare la porta attaccata saldamente al braccio di Potter, che gli bisbigliava qualcosa a mezza bocca, sorridendo ai vari conoscenti che porgevano loro cenni di saluto.

“Potter ti stava forse bisbigliando quanto stasera tu sia incantevole?”
“Trovi che io sia incantevole, Malfoy?”


Quel suo sbattere le ciglia impegnandosi nello sguardo sexy - che da qualche tempo faceva scappare Percy Weasley alla velocità della luce – esclusivamente per deriderlo, gli dava sui nervi: odiava essere preso in giro da lei e che soppesasse a quel modo tutte le parole che lasciavano le sue labbra.

“Non direi” aveva risposto, versandosi un mestolo di un cocktail di un rosso particolarmente sgargiante. “Sono incantevoli le ragazze pure e innocenti, non tu” e quella precisazione quasi casuale ebbe l’effetto desiderato: lo sguardo ferito che gli aveva restituito gli aveva confermato di aver colpito nel segno.

Adesso che sapeva che non era la puttana che tutti dicevano, si pentiva di averla maltrattata.

Una serie di eventi, una serie di balli, una serie di drink e una serie di chiacchiere con le persone più disparate. Il ballo con Cho Chang, il bacio che quasi le aveva dato, prima di scorgere lei a pochi passi da loro con quell’espressione indecifrabile, o forse fin troppo chiara. Aveva abbandonato Cho sotto la pergola di gelsomino del giardino dei Parkinson e l’aveva rincorsa lungo quei maledetti vialetti di ghiaino, prima di agguantarla per un polso costringendola a fermarsi.

Sentendola muovere nel sonno ed avvicinarsi di più a lui, tornò a guardarla ancora una volta, chiedendosi se quella situazione fosse veramente reale.

Era stato a letto con la donna che aveva ricevuto l’incarico di proteggerlo e che lui più aveva odiato e voluto negli ultimi mesi? Quante volte, mentre litigavano, aveva guardato quelle labbra rosate muoversi ed incresparsi per urlare chissà quali insulti, immaginando però come sarebbe stato baciarle o lasciarsi baciare da loro? Quante volte, chiudendo gli occhi, si era chiesto come sarebbe stato sentire sulla propria pelle quelle mani che gesticolavano e minacciavano di colpirlo da un momento all’altro?

Troppe.

Non l’avrebbe mai ammesso né con Blaise – che da principio e per primo aveva ipotizzato un risvolto del genere nel rapporto con la Granger – né con nessun altro.
Spesso, in passato, non l’aveva ammesso neanche con se stesso, ma adesso l’aveva provato: il minuto prima stavano litigando, il minuto dopo aveva fissato le sue labbra e quello dopo ancora l’aveva spinta contro il muro ed aveva preso a baciarla. Poteva dar la colpa – o il merito - di tanto ardire a quei due bicchieri di troppo che si era concesso ed era sicuro che, il giorno successivo, anche lei avrebbe attribuito il suo entusiasmo all’alcol.

Cosa ne sarebbe stato di loro, adesso? Niente, con ogni probabilità. Avrebbero continuato a litigare come sempre e sarebbe stato utopico sperare in riappacificazioni come quella che avevano avuto quella notte.

Utopico, già.
Ma a Draco non sarebbe dispiaciuto.
Non era una questione di sentimenti, di cuori pieni d’amore o di altre fantasticherie del genere. Era stato bene, aveva la netta impressione che lei era stata altrettanto bene e, come ogni altro giovane uomo single, non avrebbe detto di no ad altro sesso occasionale.

Malvolentieri se la scostò di dosso, si infilò le mutande e si diresse verso una delle stanze degli ospiti per una doccia e qualche ora di sonno prima dell’alba, dicendosi che sarebbe stato meglio per entrambi evitare l’imbarazzo di svegliarsi, l’indomani, nello stesso letto.

Fine



Disclaimer: Harry Potter non è mio: credo sia piuttosto palese, no? :D
  
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