Anime & Manga > Yuri on Ice
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Autore: Arvati77    16/12/2016    5 recensioni
In attesa del dodicesimo e ultimo episodio, ho pensato di scrivere questa one shot ricollegandomi alla conclusione dell'undicesimo, raccontando una mia personale interpretazione dei pensieri dei protagonisti ed un possibile epilogo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Frammenti di noi'
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This is my choice

 

 

 

 

"Dopo la finale sarà meglio chiudere."
Victor rimase quasi senza fiato nell'udire quelle parole uscire dalla bocca di Yuri. Non si capacitava del fatto che le avesse pronunciate. Lo stesso Yuri che gli aveva chiesto, con occhi lucidi, di rimanere il suo coach anche al termine del Gran Prix, gli stava ora dicendo di porre fine a tutto.
"Che intendi?" gli domandò incredulo, augurandosi di aver mal interpretato la sua affermazione.
"E' meglio così, davvero." ribadì deciso il ragazzo "Questa sarà la mia ultima gara. Perciò, conclusa la finale, a prescindere dal risultato, ritieniti libero da ogni impegno nei miei confronti.".
Victor allungò un braccio verso Yuri ed aprì leggermente le labbra per dirgli qualcosa, ma lui glielo impedì. Si alzò e, con un malinconico sorriso, gli rivolse una fugace occhiata, per poi dirigersi verso il bagno.
Victor rimase da solo, seduto accanto alla finestra della stanza d'albergo. Si voltò e si perse con lo sguardo nelle luci della città. Si sentiva confuso. Frastornato. Non aveva potuto ribattere. Non aveva potuto opporsi ad una decisione che non condivideva. Ma non aveva alcun diritto di interferire. Yuri aveva fatto la sua scelta. E lui doveva rispettarla. Sorrise amareggiato. Rise di se stesso. Cosa si era messo in testa?... Si passò una mano tra i capelli ed i suoi occhi caddero sull'anello che Yuri gli aveva messo al dito. Quel dono, che significato aveva? Probabilmente era davvero un semplice ringraziamento. Nulla di più. Nulla di meno. Doveva prenderne atto. Prima o poi se ne sarebbe fatto una ragione. Ma al momento, quello che Yuri gli aveva detto gli bruciava terribilmente. Non riusciva ad accettarlo. Non riusciva ad accettare un ritiro a suo parere prematuro. Nè tanto meno accettava di sentirsi messo da parte. E non era il suo orgoglio a parlare. No. Semplicemente, l'idea che Yuri non avesse più bisogno di lui gli faceva male... L'indomani tuttavia ci sarebbe stata la finale. Questioni personali non dovevano intaccare un momento così importante. Victor si scrollò di dosso qualsiasi altro pensiero. Si alzò, depose su una sedia l'accappatoio, si infilò una canotta e dei boxer e si mise a letto. Sarebbe stato al fianco di Yuri, per l'ultima volta, offrendogli il proprio incondizionato sostegno... e tutto se stesso.
Yuri intanto si era infilato sotto la doccia. Voleva sgomberare la mente. Doveva farlo, se voleva dare il massimo alla tanto agognata finale del Gran Prix. Ormai aveva preso la sua decisione. E l'aveva comunicata a Victor. In verità, non era ciò che desiderava davvero. A prescindere dalla sua carriera sportiva, non avrebbe voluto separarsi da lui. Ma doveva farlo. Quando, durante il programma breve, l'aveva visto osservare l'esibizione di Yurio, aveva avuto una strana sensazione. Non voleva che Victor avesse dei rimpianti. Non voleva essere un ostacolo per lui. Doveva lasciarlo libero senza pretendere più di quanto non gli avesse già dato. Doveva restituirgli la sua vita. E per farlo, doveva rinunciare a lui. Yuri appoggiò le mani alla parete, testa bassa ed occhi chiusi. Alcune lacrime solcarono il suo viso, ma si persero tra le fitte gocce che gli piovevano addosso. Alla fine, era un po' come se non le avesse mai versate.

 

§§§§§§§§§§§§

 

Il Gran Prix ebbe la sua grandiosa finale. Fu uno spettacolo che sarebbe rimasto nella storia del pattinaggio per moltissimo tempo. Ogni atleta fece del proprio meglio, senza risparmiarsi, ed il podio rispecchiò non solo il valore tecnico in campo, ma anche la capacità di catturare ed emozionare gli spettatori, giuria compresa.
Yuri e Victor, dopo le interviste di rito, rientrarono in hotel. Ora li attendeva la festa di Gala. Poi le loro strade si sarebbero separate. Avevano vissuto gli intensi momenti della gara con la stessa complicità, lo stesso affiatamento, la stessa intesa di tutte quelle che l'avevano preceduta. Ma quando si ritrovarono da soli nella camera dell'albergo, un imbarazzante silenzio scese tra loro. Davvero non avevano più nulla da dirsi?
"Sono fiero di te, Yuri." affermò ad un certo punto Victor, mentre Yuri, appena uscito dal bagno, si stava asciugando i capelli con un asciugamano.
"Volevo che tu fossi orgoglioso di me." dichiarò il ragazzo, con un disarmante sorriso "Non potevo deluderti. E' per merito tuo se sono arrivato fin qui. Non ti ringrazierò mai abbastanza...".
Victor ricambiò il sorriso, con la stessa struggente malinconia, dopodichè si spogliò ed andò a farsi una doccia.
Yuri si sedette sul letto, sospirando. Non avrebbe dovuto sentirsi così. Avrebbe dovuto essere felice, euforico... ma la sua gioia, il suo entusiasmo, la sua forza le aveva lasciate sulla pista di pattinaggio, dove per l'ultima volta lui e Victor erano stati fianco a fianco. Adesso il dolore che gli provocava l'idea di perderlo era talmente forte da offuscare ogni altra emozione. Chiuse gli occhi e si abbandonò sul materasso. Fece alcuni profondi respiri. Erano gli ultimi momenti che avrebbe trascorso con Victor, e voleva che ne rimanessero dei bei ricordi ad entrambi. Invece, si era creato un baratro tra loro. Forse Victor non aveva preso bene la sua decisione così improvvisa. Non l'aveva nemmeno interpellato. Aveva deciso, punto. Ma non aveva potuto fare altrimenti. Era la soluzione migliore, per uno di loro almeno. Sì, non c'era alternativa...
Quando Victor uscì dal bagno, vide Yuri disteso sul letto, con un braccio a coprirgli gli occhi. Si soffermò ad osservarlo, come a voler imprimere quell'immagine nella mente. Con lo sguardo percorse il suo corpo, la perfetta muscolatura delle spalle, del torace, delle gambe lasciate scoperte dall'asciugamano legato intorno alla vita. Si accomodò sul letto accanto e lo chiamò piano:
"Yuri, tutto bene?".
"Sì..." sussurrò l'altro, scoprendo gli occhi e mettendosi seduto.
"Sono solo stanco." concluse, voltandosi appena verso il suo interlocutore.
Lo guardò con la coda dell'occhio, indugiando sulle parti del suo corpo che il corto accappatoio lasciava scoperte.
"Non c'è bisogno che torni ad Hasetsu con me." gli disse, girandosi verso di lui "Ti farò spedire tutte le tue cose. Me ne occuperò io di persona. Dimmi soltanto dove.".
Questo addio doveva essere il più breve possibile, si convinse Yuri, altrimenti sarebbe stato ancor più difficile e doloroso di quanto già non fosse.
Victor rimase un attimo in silenzio. Gli sarebbe piaciuto tornare alle terme. Avrebbe tanto voluto tornare ad Hasetsu con Yuri. Ma non era possibile.
"Hai proprio deciso di liberarti di me." scherzò, ma c'era una tale amarezza nella sua voce che Yuri immediatamente se ne accorse, e d'istinto replicò:
"Non è così! Ma non c'è bisogno che vieni fin là per poi tornare in Russia.".
"E chi ti ha detto che voglio tornare in Russia?" rimarcò l'altro, alzandosi in piedi.
"E se volessi rimanere comunque... con te?" aggiunse, a voce bassa, quasi stesse parlando più a se stesso che al suo interlocutore.
"Cos'hai detto?" domandò perplesso Yuri, non avendo ben inteso l'ultima frase di Victor.
"Non ti vuoi preparare per la cena?" proseguì l'interrogato, cambiando discorso.
"Sì." fu la laconica risposta di Yuri, che pigramente abbandonò il letto e si chinò accanto alla sua valigia.
"Ascolta, Yuri." gli si rivolse Victor, avvicinandosi.
Il ragazzo si mise in piedi, di fronte a lui, e Victor continuò:
"Credo che tu abbia davanti ancora alcuni anni per poter gareggiare ad alti livelli. Con le tue capacità e la sicurezza che hai acquisito, sarebbe un peccato ritirarsi ora. Ed io vorrei continuare ad essere il tuo coach. Me l'avevi chiesto tu, ricordi?".
Sì, gliel'aveva chiesto lui, dopo la gara in Russia. Yuri lo ricordava bene. Però...
"Non è possibile." affermò deciso il ragazzo.
Victor lo osservò con fare indagatore.
"Tra qualche anno per te sarà troppo tardi..." confessò infine Yuri.
"Tardi?"
"Sì, troppo tardi per tornare a pattinare."
Victor accennò una risata. Rideva? Perchè rideva?? Yuri fu infastidito dalla sua reazione e si voltò dandogli le spalle.
"Si può sapere di chi stiamo parlando?" chiese Victor, mettendo una mano sul braccio del ragazzo e costringendolo a girarsi.
"Di chi stiamo parlando?" ribadì serio "Di me o di te?".
O di noi?, pensò, ma non lo disse.
"Non sono un bambino." rimarcò fiero "Non permetto a nessuno di decidere per me.".
"Nemmeno io." asserì con voce ferma Yuri.
Si fronteggiarono a testa alta, guardandosi negli occhi, le calde e profonde iridi dell'uno a specchiarsi in quelle taglienti e limpide dell'altro.
"Allora, dimostramelo." provocò Victor "Dimostrami che sei un uomo, Yuri, e prendi la tua decisione. Cosa vuoi davvero? Cosa vuoi, Yuri?".
Il ragazzo non rispose a parole. Con un passo annullò la distanza che lo separava da Victor. Lo afferrò per l'accappatoio, lo tirò a sé con un gesto deciso e lo baciò. Conquistò la sua bocca senza alcuna esitazione, la esplorò con la lingua cercando la sua, e non appena la trovò la trascinò in una danza sensuale, quasi togliendogli il fiato. Poi si staccò piano da lui ed indietreggiò di qualche passo. Spalancò gli occhi e si coprì le labbra con le mani, non capacitandosi di quello che aveva fatto. Un intenso calore gli infiammò il viso. Victor lo fissava con un'indecifrabile espressione, e Yuri avrebbe voluto sprofondare sotto terra. Se almeno Victor avesse detto qualcosa. Invece se ne stava lì, zitto, davanti a lui. In silenzio. Vide le sue labbra incurvarsi in un compiaciuto sorriso. Cosa stava pensando?
Ma non servivano le parole. Le parole sanno ingannare. Le parole possono nascondere bugie che raccontiamo a noi stessi e agli altri.
Yuri si ricompose, recuperando la sicurezza che aveva dimostrato poco prima. Testa alta. Sguardo fiero. Victor gli si avvicinò. Gli posò una mano sul viso, l'altra su un fianco. Sfiorò il suo corpo con il proprio e lo baciò. Lo sentì abbandonarsi completamente, e lo strinse a sé avvolgendolo con le braccia. Nessuno di loro aveva idea di dove li avrebbe condotti ciò che stava accadendo, ma non potevano più tornare indietro. Non volevano farlo. Si assaporarono lentamente, prolungando quel contatto il più possibile, finchè non mancò loro il respiro. Victor si scostò leggermente e sulle labbra di Yuri sussurrò dolcemente:
"Anche se non dovessi più essere il tuo allenatore, anche se dovessi tornare a pattinare, voglio che tu ci sia nella mia vita, ed io voglio essere parte della tua. Non dirmi di andarmene, se ciò che desidero è restare al tuo fianco. Questa è la mia scelta. La tua qual è, Yuri?".
Yuri trattenne a stento le lacrime e si accoccolò tra le braccia di Victor, posando la testa sulla sua spalla.
"Io voglio quello che vuoi tu." ammise mentre il cuore gli scoppiava nel petto per l'emozione.

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà di Mitsurō Kubo, Sayo Yamamoto. Questa storia è stata scritta senza scopo di lucro.

   
 
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