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Autore: PrincessintheNorth    16/12/2016    1 recensioni
Sono passati tre anni dalla caduta di Galbatorix.
Murtagh é andato via, a Nord, dove ha messo su famiglia.
Ma una chiamata da Eragon, suo fratello, lo farà tornare indietro ...
"Eragon?" fissai il volto di mio fratello nello specchio incantato. Era contratto dall'ansia e dal dubbio.
"Ciao" mormoro'.
"Che succede?" chiesi insospettito. Sentii Belle piangere, ma ci stava già pensando Katie.
"é ... ti riguarda molto. Molto. Devi tornare immediatamente."
Se vi ho incuriositi, passate a leggere!
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morzan, Murtagh, Nuovo Personaggio, Selena, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ARYA
 
 
Non ce la posso fare.
Arya … brontolò Firnen.
Non posso! Sono un’elfa!
E quindi?
E quindi si! Gli umani esternano i propri sentimenti! Non gli elfi!
Cosa fanno gli elfi, si amano ragionevolmente?
Divenni viola fino alle orecchie.
Non si poteva amare ragionevolmente: era semplicemente un concetto che non stava in piedi, perché le due parole facevano reciprocamente a pugni. Amore e ragione? No.
Adesso in te non c’è proprio niente di ragionevole, reginetta della festa.
Smettila di chiamarmi con quel nomignolo o …
O cosa? Picchierai me, un drago, con un cespo di lattuga?
FIRNEN!
Arya.
Sospirai. Devo proprio?
Se preferisci sbavare dietro di lui, con tutti che lo vedono …
Nessuno lo sa, a parte te e Katherine.
E Morzan, Derek, tutti i presenti oggi alla riunione … gli occhi a cuore si notano. E anche il filo di bava. Diglielo.
Come?!
Eragon, ti amo. Non mi sembra difficile.
È un’impresa titanica.
No, non lo é. Va, adesso.
No, senti … non ce la faccio …
A cosa credi serva io? Ti darò una mano.
Promesso?
Garantito, lattughina.
Annuii e mi feci forza, andando davanti allo specchio.
Mi sentivo insieme strana e comune mentre mi preparavo per raggiungerlo: mai nella mia vita mi ero preoccupata del mio aspetto estetico, contava solo la praticità, ed ora ero li a controllarmi i capelli e perfino a mettermi un po’ di trucco.
E la sentivo come la piu normale delle cose, sebbene mi rendessi conto che non faceva parte della mia normalità.
Dopo circa un quarto d’ora, sospirai.
O la va o la spacca.
Sentivo lo stomaco contrarsi dall’ansia e dalla paura, ma costrinsi i miei piedi a portarmi fuori dalla tenda e a raggiungere quella di Eragon, distante mezzo miglio a nord-ovest dalla mia, tra la tenda di Katherine, quella di Roran e quella di Morzan.
Avevo preferito montare la mia vicino a quelle degli elfi piuttosto che ai capi della spedizione. In fin dei conti, dovevo rappresentare la mia razza in ogni modo possibile.
No, non posso essere già arrivata …
Era li.
Appena fuori dalla sua tenda, con Katherine e Belle. Teneva in braccio la piccola, che continuava a mettersi le mani in bocca per via dei dentini.

- No, no, e no. – le disse fingendosi severo. – Le manine nella boccuccia non si mettono, perché sono sporche. Vuoi mangiarti la polvere, piccola bavosa?
- Ma poverina! – fece Katherine ridendo.
- Senti, sbava dalla mattina alla sera, come devo chiamarla?!
- Ma è perché sta mettendo i denti. Diglielo a questo zio un po’ tocco, Belle.
Belle rise e gli tirò i capelli.
SIANO LODATI GLI DEI DEL CIELO!!!, ridacchiò Katherine.
Okay, questa puoi mettertela nel …
ARYA CONQUISTACAVALIERI ALLA RISCOSSAAAAA!!!!
Sospirai e mi avvicinai.
Subito Belle mi riconobbe e fece un sorriso, iniziando a tirare i capelli anche a me.

- Cosa combini, peste?! Ma si fanno queste cose?
- Gugu. – fu la sua risposta.
- Ma si, gugu.
Restituii la piccola a sua madre, poi raccolsi il coraggio.
- Potremmo parlare un attimo? – gli chiesi cercando di non parlare tutto in un fiato.
Eragon annuì tranquillamente. – Certo.
Rimase seduto dov’era, un sopracciglio sollevato nell’attesa.

- Ehm … in … in privato. – dissi, cercando di trattenere il rossore.
Lanciò un’occhiata fugace a Katherine, senza farsi notare da lei.
Probabilmente pensava che l’argomento della conversazione sarebbe stato Murtagh, qualcosa di tanto orribile su di lui che lei non avrebbe dovuto sentire.
Si alzò, accarezzò la testolina bionda di Belle e poi ci allontanammo.
Non sapevo cosa fare, dove andare, non sapevo niente.
Fatto sta che camminammo fino alle rive del lago, finendo in una minuscola spiaggia nascosta. E bellissima.

- Che c’è? – fece a quel punto. – Perché siamo dovuti arrivare fino a qui?
A quel punto andai seriamente nel panico, e se non fosse stato per Firnen, che mi mandava continuamente ondate di calma, senza dubbio avrei fatto armi e bagagli e sarei scappata a gambe levate.
- Io … ecco …
- No. – disse e sentii il mio cuore rompersi in due.
Quando rialzai lo sguardo su di lui, vidi che gli occhi, un tempo caldi e dolci, erano gelidi.
- Per piu di un anno ti ho dimostrato il mio amore in mille modi diversi. Ho cercato di farmi notare da te in tutti i modi che conoscessi. E tu niente.
Erano rare le volte in cui mi trattavi come … non dico nemmeno un amico, come una persona degna di essere tale, di solito ti atteggiavi come se avessi a che fare con un bambino viziato. Per non parlare poi dell’Agaeti Blohdren, non credo ci sia bisogno di ricordarlo, no?

O di quando ho deciso di partire, quando ci siamo incontrati dopo la tua incoronazione. Quella è stata una delle poche volte in cui mi hai trattato come un amico.
Non credere che non mi sia accorto di quest’ultimo periodo.
Tre anni fa ti avrei detto si. Ma ti ringrazio di una cosa: mi hai fatto capire di non essere semplicemente la donna adatta a me. Come amica, ben venga.
Non come compagna.

- Eragon …
- Mi dispiace. Avevi ragione, quando mi hai parlato dell’albero di Menoa. Come loro non erano fatti per stare insieme,cosi noi non siamo fatti l’uno per l’altra.
Detto questo, si allontanò nella notte, lasciandomi sola e con il cuore spezzato.
Lentamente, la voragine lasciata iniziò a riempirsi.
D’odio, verso la vera colpevole di quella situazione.
Katherine.
A pensarci bene, era lei che creava i problemi. 
A causa sua Murtagh era imprigionato, e avevo mobilitato gli elfi solo perché era il fratello dell'uomo che amavo. 
Era lei che si era sempre opposta su tutti i fronti, rifiutando di pensare ai propri figli. 
Evidentemente, non le importava di loro. Né di Belle, né del nascituro. 
Stronza arrogante. Non hai idea di cosa sia l'amore. Una madre, una moglie: qualcosa che tu non sarai mai, perché non sai cosa sia amare. Lady Lattuga. Orecchie a punta.  
Un sorriso mi incurvo' le labbra.

Distruggerò la tua felicità, ragazzina, come tu hai distrutto la mia. 






 
   
 
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