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Autore: hapworth    17/12/2016    0 recensioni
Preferiva vivere nel dubbio, senza sapere cosa davvero pensava. Del resto era già abbastanza detestato, cosa poteva accadere di peggio? Non avrebbe più rivisto il senpai.
[Oikawa/Kageyama] ~ Questa storia partecipa al contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ho rinunciato a capire il perché io non riesca a produrre altro che oikage per questo fandom, quando in realtà ho un sacco di ship nel fandom. E niente, beccatevi questa cosina scema tra Tobio e Tooru ai tempi delle medie. L'ho scritta per un contest natalizio, quindi non ho molto da dire.
Spero possa piacere a qualcuno, tanto per cambiare un po'. ù_ù

By
athenachan

Questa storia partecipa al contest "Christmas Game - Puzzle Time" a cura di Fanwriter.it

Puzzle Fluff. Quarto Pezzo: "Guarda, vischio! Posso baciarti?"


Dichiarazioni inattese

«... Puoi ripetere?»
Tobio, con le gote arrossate, si strinse le dita, torcendole una con l'altra, di fronte a Oikawa. Come poteva dirlo di nuovo? Aveva preso tutto il suo coraggio di ragazzino di dodici anni per dichiararsi al suo senpai, al suo idolo, alla persona che ammirava più di tutti da quando era entrato nella Kitagawa Daiichi.
«Io... M-mi piaci Oikawa-senpai.» inghiottì a vuoto, cercando di calmare il proprio cuore impazzito; aveva paura di guardare nella sua direzione, paura di trovarci quello sdegno che, spesso, durante gli allenamenti l'altro ragazzo gli regalava ogni volta. Come avrebbe potuto reagire, se gli avesse visto fare una faccia del genere? Probabilmente si sarebbe chiuso in casa e non sarebbe più voluto uscire per nessuna ragione al mondo.
Lo sentì sospirare pesantemente, mentre lui teneva gli occhi bassi, le dita contratte e sentiva un principio di lacrime sempre più impellente. Voleva scappare, sentiva le gambe tremanti e il viso in fiamme e dentro bruciava la consapevolezza che il senpai non lo avrebbe mai accettato: come aveva potuto crederci? Come? Lui era ancora un ragazzino e il senpai tra qualche mese avrebbe iniziato le superiori in una scuola in cui lui non aveva alcuna speranza di poter entrare, visto che era mediocre nello studio.
«Ah... Ecco...» il senso d'attesa lo aveva logorato e, alzare lo sguardo, fu senz'altro un errore: Oikawa si stava grattando la testa e aveva un'espressione insofferente, mentre guardava di lato. Non lo stava neppure guardando, quello era la prova che non aveva speranze e, piuttosto che sentirgli dire che... Che i suoi sentimenti lo lasciavano indifferente o lo infastidivano, preferiva lasciar stare. Preferiva vivere nel dubbio, senza sapere cosa davvero pensava. Del resto era già abbastanza detestato, cosa poteva accadere di peggio? Non avrebbe più rivisto il senpai.
«F-fa niente! Lascia perdere!» e dicendolo scappò via, cercando un posto in cui potersi nascondere, possibilmente per il resto dei suoi giorni.

«Kageyama.» Tobio si irrigidì, voltandosi verso la porta della propria classe; era ora della pausa pranzo, ma non si era assolutamente mosso, deciso com'era a non incontrare il senpai, non così presto.
Non era andato a scuola, né al club, per una settimana; sua madre lo aveva visto talmente pallido e distrutto che aveva pensato fin da subito che stesse male, così gli aveva permesso di rimanere a casa per riposarsi. Peccato che Tobio non riusciva nemmeno a dormire bene: la verità era che avrebbe voluto resettare tutto, tornare indietro e non dichiararsi mai. Non sapeva come affrontare Oikawa-senpai, non sapeva come si sarebbe sentito né se sarebbe riuscito a mantenere un contegno, o se invece sarebbe finito per scoppiare in lacrime come un moccioso.
Oikawa-senpai era lì e lo guardava, in attesa e Tobio non poté che alzarsi, sentendo la nausea salire, la consapevolezza che non poteva scappare ancora, non più. «Vieni con me.»
Erano tornati sul retro della scuola, dove Kageyama si era dichiarato solo una settimana prima, per poi scappare. Era lo stesso posto, ma Tobio si sentiva peggio di quel giorno; la paura e la consapevolezza che non avrebbe potuto ignorare nulla di ciò che l'altro gli avrebbe detto, lo rendeva teso e allo stesso tempo completamente inerme e non poteva far altro che cercare qualcosa da guardare, qualcosa da fissare intensamente, tutto tranne guardare il proprio senpai che lo fissava seriamente.
«L'altra volta-»
«Non era una bugia!» interromperlo era stata la cosa più sensata a cui era riuscito a pensare; una parte di sé gli aveva suggerito che, forse, Oikawa avrebbe potuto pensarlo, anche se non ci credeva sul serio: chi mai avrebbe dichiarato i propri sentimenti a Tooru Oikawa per scherzo? Senza contare che era anche un ragazzo del primo anno, rischiava di certo di essere maltrattato e, nel peggiore dei casi, picchiato – ma Oikawa non sembrava il tipo da fare una cosa simile, altrimenti non gli sarebbe piaciuto così tanto.
Un altro sospiro e, anche stavolta, Kageyama sentì l'impellente istinto di scappare; Tooru fu più veloce però e gli afferrò entrambi i polsi, bloccando una sua eventuale ritirata. Inghiottì la propria saliva, alzando lo sguardo: il senpai non lo guardava, sembrava invece fissare un punto imprecisato sopra le loro teste.
«Guarda, vischio! Posso baciarti?» nel dirlo aveva riabbassato lo sguardo verso di lui; era la prima volta che si fissavano direttamente e da così vicino, la prima volta che Tobio riusciva a scorgere le pagliuzze più scure nei suoi occhi marroni. Lo stava guardando, stava guardando proprio lui.
Schiuse le labbra, indeciso su come reagire – in realtà neppure aveva sentito davvero quello che l'altro aveva detto, troppo concentrato nel perdersi negli occhi grandi del senpai – quando Oikawa pose fine all'impasse e lo tirò verso di sé, per unire le loro bocche.
Kageyama sentì il cuore fermarsi, distintamente, per diversi secondi; il tempo di quel bacio a labbra aperte, ma abbastanza innocente da lasciarlo stordito quando si separarono. Aveva sentito il respiro di Oikawa contro, aveva visto i suoi occhi chiudersi di fronte ai suoi e aveva sentito le sue dita stringere maggiormente i suoi polsi.
Tremò, perché non aveva altra scelta. Tremò sentendo le lacrime salirgli dagli occhi, ma si impose di non piangere; non voleva farlo di fronte a lui, non dopo che... Che...
«Ridimmelo, potrei stupirti con la risposta.» e fu un sussurro contro la pelle, contro il viso, mentre Tobio arrossiva sulle gote e sentiva distintamente il suo cuore pompare più rapido e il mondo riprendere a girare. Avrebbe voluto gridare, ma la sola cosa sensata che gli venne da fare, appena libero dalla presa sui polsi, fu buttarsi contro Oikawa e affondare il viso contro il suo petto, a occhi chiusi. «Mi piaci tanto, Oikawa-senpai.»


Fine
   
 
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