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Autore: 365feelings    17/12/2016    1 recensioni
Raccolta di missing moments, slice of life e headcanons post BoO, spoiler di Tho - starring: Leo Valdez, il Coach, Chuck.
Il tradimento giunge sempre da chi meno te lo aspetti e in questo caso da Lacey. Piccola, insospettabile, bugiarda Lacey.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jason Grace, Jason/Piper, Piper McLean
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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prompt: venerdì - riflesso (spring shower)
avvertimenti: tra boo e tho, spoiler tho
note: sentivate il bisogno di una raccolta jason/piper post boo? No. Io però la creo la stesso. I primi capitoli in realtà sono già stati pubblicati su efp, ma li ripubblico perché voglio illudermi di dare una parvenza di ordine alle mie storie. In particolare questa flash fic potete trovarla anche
qui. Se avete consigli, headcanon, pareri fatevi sentire.
(Ovviamente il titolo è provvisorio)





Apre gli occhi. La sveglia segna le undici e trentotto. Non è poi così tardi, ma se il coach entrasse nella sua stanza sarebbero entrambi nei guai fino al collo. Jason, infatti, non dovrebbe trovarsi lì, poco importa se non stanno facendo nulla di male: il coprifuoco è scattato trentotto minuti fa. Non lo hanno nemmeno infranto intenzionalmente, semplicemente si sono appisolati sul suo letto, ma vallo tu a spiegare al coach senza peggiorare la situazione.
Dovrebbe svegliare Jason, sì dovrebbe. Invece resta sdraiata al suo fianco senza muoversi per non disturbarlo. È confortevole averlo così vicino, sentire il suo petto solido contro di sé le dà un senso di sicurezza, poco importa che al momento non ci siano pericoli imminenti.
Il mondo, quello dei semidei per lo meno, è in pace e loro stanno vivendo come due adolescenti qualsiasi – la scuola, il coprifuoco, la patente.
Sembra quasi un sogno per quanto è bello. Niente più combattimenti, niente di più incubi, niente più divinità che minacciano morte e distruzione. Sembra quasi irreale. Invece è la sua vita, è il suo presente ed è un presente luminoso, positivo. È di nuovo a casa, a Los Angeles. Suo padre continua ad essere molto impegnato, ma ora trova sempre del tempo da passare con lei. Jason è lì e per la prima volta in vita sua è solo Jason Grace, niente titolo altisonanti e cariche onerose. Chuck sta avendo un'infanzia spensierata.
Piper sa di essere fortunata e non c'è giorno che non sia felice della sua nuova vita, non potrebbe essere il contrario.
Il pensiero di Leo, però, torna a tradimento quando meno se lo aspetta. Perché per quanto quel quadro sia bello, non è completo. Manca un pezzo, manca il suo migliore amico. Erano insieme quando la Foschia giocava con le loro menti e dovrebbero essere insieme ora che è tutto finito. Saperlo vivo è un sollievo senza precedenti e alleggerisce quello che Nico ha definito il senso di colpa di chi è sopravvissuto, ma non basta perché nessuno sa dove sia e se stia bene, se ha bisogno di aiuto.
Undici e trentanove. Piper decide di alzarsi. Lo fa stando attenta a non svegliare Jason e a non fare rumore. Una volta in piedi recupera silenziosamente Katoptris e si sposta davanti la finestra da cui filtra la luce dell'illuminazione notturna del giardino.
La daga ha smesso di mostrarle il futuro o semplicemente ciò che accade altrove da quando Gea è stata sconfitta ed è tornata ad essere un semplice ornamento. Piper non rimpiange i tempi in cui la lama si animava con immagini terribili, ma spera ogni volta che riprenda a funzionare indicandole la posizione di Leo. Speranza vana perché ancora una volta Katoptris non le restituisce altro che il suo riflesso. È così deludente e frustrante, ma continua a scrutare fino a quando un paio di mani più grandi e ruvide non copre le sue e allontanano la daga.
Sobbalza, poi riconosce Jason nella figura alle sue spalle e si rilassa.
Non le dice nulla, non la rimprovera. Le resta vicino perché è quello di cui ha bisogno, di cui entrambi hanno bisogno.
Rimangono così per un po', qualche minuto o forse ore, nel silenzio della villa il tempo si dilata. Poi il momento di sconforto passa. La nostalgia resta, ma va meglio. In fondo Leo è vivo – vivo vivo vivo. Piper ha pianto quando lo ha scoperto, ha provato l'impulso di picchiarlo ed è partita alla sua infruttuosa ricerca con Jason. Ora sono lì, difronte la finestra della sua camera, in California, e giura sullo Stige che non appena lo ritrova un bel cazzotto non glielo risparmia nessuno.
«Meglio non sfidare la sorte» dice piano il figlio di Giove e Piper a malincuore annuisce. Che il coach non sia (ancora) lì mulinando la sua mazza da baseball è strano, ma non è il caso di sentirsi troppo al sicuro.
Jason si avventura silenziosamente fuori dalla sua camera e lei si prepara per la notte notando un paio di occhiali da vista sul suo copriletto. Sorride, glieli darà domani prima di andare a scuola.
   
 
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