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Autore: hapworth    18/12/2016    0 recensioni
«Sì, anche se è piuttosto fastidioso in effetti.»
«Oikawa-san, sei tu che lasci tutto in giro e vuoi che io rimetta tutto a posto!» esclamò il moro, arpionato dietro la sua schiena e con lo sguardo leggermente vacuo. Oikawa si passò una mano sul viso: voleva picchiarlo.
[Oikawa/Kageyama] ~ Questa storia partecipa al contest “Christmas Game – Puzzle Time” a cura di Fanwriter.it!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Altra oikage, scritta sempre per il contest natalizio. Stavolta abbiamo un prompt più "comico", anche se comunque questi due devono avere - almeno per me - una componente divertente, piuttosto che seriosa... Almeno nelle ff.
Dunque nulla, vi lascio alla lettura. ù-ù

By
athenachan

Questa storia partecipa al contest "Christmas Game - Puzzle Time" a cura di Fanwriter.it

Puzzle Fluff. Terzo Pezzo: "A si ubriaca e diventa particolarmente invadente, smaliziato/a e loquace. B gli regge la testa quando vomita."

Sbornie lampo

Se c'era una cosa che Oikawa non aveva mai sospettato da quando lui e Kageyama avevano cominciato a uscire insieme, era che il suo kohai delle medie e ormai compagno di vita, avesse un certo tipo di rapporto con l'alcol. Certo, non lo aveva mai visto bere prima e, con il tempo, aveva finito per dare per scontato che Tobio non amasse gli alcolici, sbagliando.
Kageyama apprezzava eccome bere, solo che non sapeva regolarsi: aveva una pessima resistenza e una pessima sbornia. C'era chi si intristiva, chi si rallegrava, chi rimaneva assopito... No, il suo compagno aveva la sbornia molesta, altrimenti non si sarebbe mai spiegato il perché, non appena l'alcol gli era entrato in circolo, gli si era avvinghiato come una piovra, cercando contatto umano che – in mezzo a una festa di rimpatriata – era tutt'altro che comoda.
«E quindi tu e Kageyama condividete l'appartamento ora?» Iwaizumi era andato all'Università di Tokyo e così non erano molte le occasioni in cui lui e Oikawa potessero vedersi, mentre il suddetto aveva optato per stare all'interno della prefettura, cosa che aveva fatto anche Kageyama una volta terminati gli studi delle superiori e, in modo piuttosto naturale, avevano deciso di trasferirsi in un appartamento abbastanza grande per entrambi. La scusa ufficiale era l'essere coinquilini, non certo amanti, peccato che quella sera Tobio stava cercando in tutti i modi di ledere la loro immagine.
«Sì, anche se è piuttosto fastidioso in effetti.»
«Oikawa-san, sei tu che lasci tutto in giro e vuoi che io rimetta tutto a posto!» esclamò il moro, arpionato dietro la sua schiena e con lo sguardo leggermente vacuo. Oikawa si passò una mano sul viso: voleva picchiarlo.
Certo, la parte del suo essere disordinato era vera; Tobio, al contrario, era una persona molto metodica, quindi finiva per riordinare lui ogni cosa che Tooru lanciava a caso sul pavimento o su qualsiasi altra superficie che avesse a disposizione in quel momento.
Iwaizumi li guardò perplesso, prima di suggerire che, forse, era il caso che Kageyama smettesse di bere, visto che gli si era davvero appiccicato alla schiena e non voleva lasciarlo andare – una parte di Tooru intuì che il proprio amico avesse ben inteso quali rapporti intercorrevano tra loro, ma era troppo discreto per chiederlo in quel momento. Oikawa decise di trascinarselo dietro, fino al corridoio adiacente alla sala che avevano prenotato, per poi scrollarselo di dosso. «La vuoi smettere? Ti stai comportando da ragazzino.»
Sapeva che Tobio pativa quel suo modo di considerarlo, tuttavia in quel frangente non successe ciò che aveva preventivato: Kageyama infatti sorrise, uno di quei rari sorrisi affilati che facevano inquietudine, ma che Oikawa trovava abbastanza eccitanti.
«Ma a te piaccio no?» fu una domanda talmente inaspettata, talmente diretta, che per poco Tooru non strabuzzò gli occhi dalla sorpresa; Tobio aveva ancora quello sguardo e gli stava a poco meno di un passo e, quando lo vide avanzare, istintivamente arretrò, fino a ritrovarsi con la schiena contro il muro. Imprecò mentalmente, sentendo tuttavia un brivido lungo la schiena: la verità era che sentirsi braccato, sentirsi sotto pressione, lo rendeva davvero eccitato, sebbene non amasse ammetterlo.
Le mani di Tobio si fissarono al muro, ai lati del suo viso e la sua faccia arrivò così vicina alla sua che tremò, specchiandosi nei suoi occhi blu, di quel profondo blu che amava guardare. «Rispondimi.» sussurrò con voce roca quello, mentre Oikawa vibrava, sentendo la sua presenza troppo ingombrante e allo stesso tempo conscio del fatto che fossero in un corridoio, dove chiunque avrebbe potuto vederli. «Tobio smettila subito.»
«No, perché non mi hai ancora risposto. Ti piace quando mi comporto da ragazzino?» vedeva il suo sguardo un po' vacuo, così come il suo viso arrossato, sintomo chiaro che fosse brillo – più che brillo – e che quel suo modo di fare, per quanto una parte di lui potesse sentirsene attratta, l'altra sapeva benissimo di non poter affatto apprezzarla in quel frangente.
«Non rispondo ai- Ehi, che stai facendo?!»
Sentiva il fiato caldo contro il suo collo, le labbra che si posavano sulla pelle scoperta della camicia e Dei, era qualcosa di davvero troppo per non sentirsi cedere almeno un po'. «Tooru-san...»
Si morse l'interno della bocca, soffocando un gridolino estasiato; Tobio non era mai troppo attivo, non almeno nel senso in cui intendeva lui: non si provocavano in modo troppo prolungato, né facevano cose strane a letto. Kageyama era, per quanto giovane, un amante piuttosto lineare. Gli piaceva farlo sentire bene, ma allo stesso tempo non pensava mai che lui avrebbe potuto volere un minimo di irruenza o qualche attenzione più prolungata, qualche provocazione verbale o altro.
Il fatto che lo stesse facendo in quel momento, mentre lo baciava sul collo, sussurrando rocamente il suo nome, in mezzo a un corridoio di un ristorante e che le sue mani si stessero notevolmente avvicinando a un punto di non ritorno, al momento erano l'ultimo pensiero di Tooru: si sarebbe volentieri fatto fare di tutto lì, senza il minimo pudore.
Poi un colpo di tosse, mentre Tobio si distaccava da lui e si portava una mano contro la bocca e, nel sentire un altro colpo di tosse, a Oikawa fu chiaro cosa stava per succedere, anche senza che l'altro lo dicesse.
«Andiamo, avanti.» lo prese per l'altra mano, tirandolo più veloce che poté verso il bagno, raggiungendo appena in tempo uno dei lavandini dove Kageyama ebbe un conato più forte, cominciando a rimettere tutto l'alcol che aveva ingerito fino a dieci minuti prima, mentre il compagno lo sosteneva, scostandogli i capelli scuri dal volto arrossato e sudato.
«S-senpai...» la voce un po' arrochita e flebile dopo interi minuti di colpi di tosse e conati, lo riscosse dalla sua opera di pulizia dei capelli e della fronte del più giovane. «Cosa?»
«Ho fatto qualcosa di brutto?» mormorò incerto, mentre Oikawa alzava lo sguardo su di lui.
«Non brutto, ma... Promettimi che la prossima volta non berrai più di un bicchiere, ok?» Gli scostò ancora un po' i capelli scuri dietro le orecchie, sorreggendolo. Tobio annuì pacatamente, prima di appoggiarsi contro il suo petto in un sospiro, socchiudendo gli occhi, solo un istante, prima che Tooru lo spingesse in là, lasciandolo un po' barcollante. «Vado, ti aspetto di là. Datti una pulita: puzzi.» e detto questo uscì dal bagno. Per un attimo a Tobio era sembrato di vedere un alone di rossore sulle gote del senpai, ma doveva essere stato solo un caso. Sì, era senz'altro stato un caso.


Fine
   
 
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