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Autore: cruelfeline    22/05/2009    8 recensioni
Dopo la battaglia con il Chimero dei sogni, Strawberry non riesce a smettere di pensare a Ghish, nonostante il suo amore per Mark. Cosa succederà, quando Ghish, ferito, si rivolge a lei per farsi curare, mettendo alla prova i veri sentimenti della ragazza? TRADOTTA DA BEBBE5
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell’autrice: Scusaaaaaaaaaaaateeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ci ho messo veramente tanto ad aggiornare, troppo, ma me ne sono successe così tante… beh, vi basti sapere che ci vorrebbe una fanfiction per raccontarle tutte XD XD. Spero che potete perdonarmi.

Intanto partiamo con:

 

L’ANGOLO DELLE RECENSIONI:

 

YURI5: Sì, Strawberry è gentile.. per ora… vedrai cosa combina in questo capitolo. Per quanto riguarda il cassetto, beh era inevitabile che ci desse un’occhiatina no? Spero che il capitolo ti piaccia.

 

ANNA96: Sì, la storia è veramente bella, e in inglese lo è di più. Io adoro questa lingua ed è per questo che ho deciso di tradurre questa fiction. Anch’io adoro Ghish, un po’ meno Ryan e odio completamente Mark (o meglio l’ameba). Sì, Ghish sta meglio ma… per quanto? Lo scoprirai presto.

 

ANNINA94: sì, anch’io ho sempre pensato che Strawberry sia un’idiota a lasciarselo scappare. Sono contenta che la storia ti diverta e spero che continui a farlo.

 

VIOLETTAMICIOMAO: Beh, ho passato i commenti tuoi e degli altri che recensiscono all’autrice e ne è veramente contenta. Io continuerò a tradurre, magari con un po’ più di regolarità, sperando che il lavoro riesca bene. Buona lettura.

 

SAKURA HATAKE: Grazie per i complimenti riguardo la traduzione, non sai quanto mi facciano piacere. Mi dispiace di averti fatto aspettare così tanto per il seguito, spero di rimediare con questo capitolo.

 

Eccoci qua, pronti per il nuovo capitolo: buona lettura a tutti.

 

Capitolo 6

 

Per una volta nella sua vita, Strawberry ringraziò mentalmente i suoi genitori per averle lasciato una lista incredibilmente lunga di lavoretti domestici. Mentre passava l’aspirapolvere, spazzava, strofinava e spolverava, la sua mente si rilassava, lasciando lentamente volare via tutti i pensieri stressanti riguardo le ultime dodici ore. Si distese così tanto da sorridere, canticchiando mentre lavorava.

 

Comunque, il suo umore tranquillo non durò a lungo. Aveva appena guardato all’orologio, notando che erano le 11:41 ed aveva deciso di aspettare mezzogiorno per cambiare le bende a Ghish, quando fu interrotta dal suono del campanello.

 

Ti prego, fa che non sia nessuno d’importante…. non le Mew Mew, ti prego…. non Ryan… ti prego, ti prego, ti prego, non –

Quest’ultimo pensiero s’infranse non appena guardò attraverso lo spioncino ed il suo sguardo incontrò il volto di Mark.

 

Trattenne bruscamente il respiro, la faccia le diventò immediatamente rossa, le mani le volarono come al solito alla bocca, in un gesto di femmineo orrore.

Mark era fuori davanti alla porta. Mark Aoyama. Durante le vacanze invernali. Quando i suoi genitori non erano in casa. Lei Stava Per Morire.

 

Però, questo treno di pensieri deragliò rapidamente. Mark era fuori. Ghish era di sopra. Ghish + Mark =….

 

Strawberry squittì mentre il panico cresceva in lei. Come per deriderla, il campanello suonò ancora.

 

Dovrei aprire? Non posso semplicemente lasciarlo lì fuori (Ma sì che puoi, usa il cervello ndme)! Aspetta… potrei far finta di non essere in casa! Sì, buona idea! Ma questo è Mark. Nel periodo di vacanza.

 

Uno strillo di frustrazione spezzò il silenzio mentre lei si mordeva freneticamente le labbra, con gli occhi incollati intensamente alla porta, a tal punto che sembrava che lei sperasse che quello sguardo potesse risolvere il problema. Non ebbe questa fortuna: senza darsi per vinto, il ragazzo suonò una terza volta.

 

Probabilmente Ghish sta ancora dormendo, giusto?  Quindi, se lo faccio entrare e lo tengo al piano di sotto, dovrebbe andare….

 

Un sorriso le illuminò il volto, mentre apriva la porta, pensando di aver risolto il problema e che il mondo fosse di nuovo in equilibrio. Il suo cuore fece un balzo quando Mark ricambiò il sorriso, un paio di occhi castani incontrarono i suoi mentre diceva:

 

“Ohayou Strawberry.”

 

Il cuore di Strawberry balzò un’altra volta al suono del suo nome: le era sempre successo quando sentiva quella morbida voce, quando vedeva quel sorriso perfetto, e si fissava in quelle orbite di infinita bontà e premura.

 

“Oh… Ohayou Mark. Come… Come stai?” Era troppo agitata perfino per maledire la sua balbuzie. Era strano, avrebbe potuto pensare se fosse stata un po’ più calma: la loro relazione era cresciuta così tanto nelle ultime settimane, grazie alle loro diverse confessioni. Perché era così nervosa?

 

Il ragazzo lo notò, La sua faccia si addolcì un po’, e rispose: “Bene, tu stai bene? C’è qualcosa che…?”

“Non c’è niente che non va” si affrettò a dire Strawberry, forse un po’ troppo velocemente. Dopo questo si sforzò di ricomporsi e di ritrovare la calma prima di guardare negli occhi di lui, cercando di riportare la normalità alla situazione:

 

“Sto bene, vieni dentro.” Lo condusse al divano, sedendosi e facendogli cenno di fare altrettanto. Non appena lui l’ebbe fatto, lei si rilassò.

 

Tutto va bene, vedi? Ora parleremo semplicemente e tutto sarà normale.

 

Per quanto ne sapeva, questo era esattamente ciò che stava accadendo. I due conversarono e risero e godettero l’uno della compagnia dell’altro. Il tempo passò: quindici minuti, mezz’ora, un’ora. Per la prima volta da quando aveva incontrato Ghish la notte precedente, Strawberry si sentì tranquilla. Quando ringraziò Mark per essere venuto, sentì una nota di pura gioia nella sua voce. Il suo sorriso era spensierato, libero dalla tensione, mentre lo accompagnava alla porta.

 

“Strawberry”

 

“Cosa?” lui si fermò giusto prima di andarsene, girandosi a guardarla, standosene tra gli stipiti della porta aperta. Mettendosi la mano in tasca, ne estrasse una scatolina bianca con un fiocco rosa pallido e la mise nelle sue mani.

 

“Non ti avevo ancora fatto un regalo.” Era una semplice dichiarazione, ma quali sensazioni le provocò. Quel rossore familiare le si sparse sulle guance, il sorriso le diventò piccolo, quasi timido. Dopo aver preso il regalo e ad aver sfatto con cautela il nodo, aprì la scatolina e, con un urletto, tirò fuori un paio di orecchini, bellissimi, blu, a goccia, in perfetta pendant con l’amuleto “Lacrime di Natale” che lei gli aveva regalato.

 

“Arigatou” sussurrò, improvvisamente sopraffatta da una traccia di… beh, non c’erano parole per descrivere come si sentiva, per nulla. Riuscì solo a sorridergli e a ripetere dei ringraziamenti. Quel momento durò per altri pochi secondi, anche se Strawberry pensò con gioia che durassero un’eternità, prima che Mark la abbracciasse e se ne andasse. Gli chiuse la porta dietro, sospirando felicemente, girandosi ed appoggiandosi alla parete legnosa, con gli squisiti orecchini tenuti nella sua dolce presa.

 

I secondi successivi sarebbero stati perfetti: si sarebbe crogiolata nel ricordo dell’ultima ora, se non fosse stato per un dettaglio. Mentre si voltava, colse un movimento con la coda dell’occhio, Un piccolissimo flash, tutto qua. Così piccolo che si sarebbe potuto considerare un semplice frutto dell’immaginazione, se Strawberry non fosse stata così dolorosamente certa di quello che era già accaduto.

 

Posando i preziosi orecchini sul tavolo, salì di corsa le scale, facendo gli scalini a due per volta, mentre la rabbia le storceva i lineamenti mano a mano che si avvicinava alla camera. Aprì di botto la porta, livida in volto, e ringhiò:

“Come osi ?”

 

Se possibile Ghish era arrabbiato quanto lei, anzi, a giudicare dalla crudele espressione che gli dipingeva il volto, la sua rabbia era anche più violenta.

 

“Quindi stai ancora con quello, eh? Non ti sei ancora accorta di quanto sia penoso, quanto….”

 

“Sta’ zitto, sta’ zitto tu.. tu inutile pervertito. Come osi dire questo nei confronti di Mark?”

 

Ghish provò a ribattere, ma la voce di Strawberry, la cui acutezza e volume salivano con ogni respiro, lo bloccò bruscamente.

 

“E’ così dolce, e buono, e meraviglioso, come puoi…”

 

“Sono cento volte quello che lui potrà mai…”

 

Sarebbe accurato dire che Strawberry, a questo punto, aveva perso il controllo delle proprie azioni. Il fatto che Ghish, con pura audacia, l’avesse spiata durante il suo momento tenero e privato con Mark e che poi fosse arrivato ad insultare colui che lei considerava il perno su cui si concentrava la sua esistenza adolescenziale le fece superare ogni limite: volò sopra e dentro il canyon della rabbia. Fu probabilmente per questo che urlò queste cose a Ghish:

 

“Non sarai mai neanche la metà di quello che è lui! Mai! Sei orribile ed io non verrei mai con te, neanche se lui sparisse dalla faccia della Terra.”

 

In un altro momento Ghish avrebbe reagito con una crudele ondata di furia: avrebbe intrapreso la missione di trovare Mark e di tagliargli la gola di fronte agli occhi orripilati di Strawberry. In un altro momento avrebbe reagito con tutta la rabbia che il suo carattere poteva emettere.

 

Questa volta, per la completa sorpresa di Strawberry, l’alieno cadde nel silenzio. Invece di brillare di quella rabbia selvaggia, i suoi occhi divennero smorti. Il suo intero corpo sembrò afflosciarsi, persino le sue orecchie sembrarono abbassarsi. Il cambiamento fu così istantaneo ed improvviso che la rabbia di Strawberry evaporò nel lasso di alcuni millisecondi. Era comunque troppo tardi. Sembrava che qualcosa nella mente di Ghish si fosse spezzato.

 

“E va bene Strawberry” mormorò con un tono che ricordava tanto quello della sera prima, quel tono così vulnerabile che aveva profondamente scosso la ragazza. “Io.. io capisco.” Quello che accadde subito dopo, le fece balzare il cuore dalla paura.

 

L’alieno la guardò con un triste sorriso che si abbinava perfettamente agli occhi smorti.

 

“Dovrei andare ora, no?”

 

Non attese per una risposta e la ragazza, in un totale stato di shock, non ne offrì alcuna.

Lo guardò con la bocca aperta, ma rimanendo in silenzio, mentre l’aria intorno all’alieno ondeggiava e lui spariva dalla stanza.

 

Andato. Se n’era andato. Cosa… Come..? Strawberry guardò lo spazio che lui aveva occupato solo pochi istanti prima.

 

Non le venne mai in mente di poter essere felice, o che i problemi del giorno prima fossero finiti, il pensiero che, se non c’era Ghish, non ci sarebbero state tante preoccupazioni. Riusciva a pensare solo a quello spazio vuoto davanti a lei.

 

I minuti passarono e lei, ancora, non, si, poteva, muovere. Andato… andato… dov’era andato? Come avrebbe…? Cosa avrebbe…? I pensieri le rifluirono nella mente paralizzata, mentre lo sguardo le andava alla finestra e le sue labbra formavano la parola: “Ghish…”

 

Improvvisamente un veloce schiaffo mentale la colpì con forza, strappando un urlo dalla sua gola. Se n’era appena andato, dove, solo Dio poteva saperlo. Andato nella neve. Andato senza compagni ad aiutarlo. Andato… a causa sua.

 

Si accorse improvvisamente della spaventosa precarietà vitale di Ghish.

 

Cosa ho fatto?

 

FINE DEL CAPITOLO.

 

Spero che vi sia piaciuto. E ora, che succederà? Strawberry lo andrà a cercare? Se sì, lo troverà in tempo. Lo scoprirete nel prossimo capitolo.

A presto

Bebbe5

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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