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Autore: paoletta76    19/12/2016    1 recensioni
La verità era che dopo Praga non riusciva più a dormire. Gli bastava chiudere gli occhi, e lei era lì. Non l'immagine strafottente uscita dal cappuccio dopo il modo non convenzionale in cui l'avevano invitata a bordo, non quella allegra dei rari momenti di pausa. E neppure quella triste con cui gli aveva raccontato di non aver mai avuto una famiglia che l'amasse.
Il sorriso di Skye non si apriva. E quelle labbra appena socchiuse colavano sangue.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Skye, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il temporale proseguiva senza sosta, e il colore del cielo non presagiva nulla, di buono ma neanche di naturale.
E ora Thor lo osservava seriamente preoccupato.
- Sento qualcosa di oscuro. Vicino, molto vicino. Sembra che-
 
Il terremoto fu improvviso e forte. Scosse il profilo della Tower e lo skyline circostante, lasciando cadere oggetti e crepitare l’aria come un lungo e malvagio tuono. Subito dopo, un istante di silenzio che apparve infinito, prima che l’urlare delle sirene dei soccorsi lo spezzasse riempiendo la città.
 
Lo sguardo di smeraldo del principe nero si spostò lentamente lungo quelli degli amici.
- Contattateli. Contattateli e fate in modo che ci raggiungano al più presto.
- Chi? Contattare chi? – dall’angolo di divano su cui s’era dovuto appoggiare dopo che quella scossa gli aveva fatto perdere l’equilibrio, Couson gli rispose a sopracciglia aggrottate – si può sapere di cosa stai parlando?
- Io e Fitz abbiamo approfondito alcune ricerche, nelle ultime settimane.
- Lasciami indovinare: tua figlia.
- Già. E questo non è un altro portale che si apre. E’ lui. E’ fra noi, fin dall’altro terremoto. E non radunerà un esercito, non nel modo convenzionale che credevamo.
- Inumani.
- Esatto.
- Ha qualcosa a che fare con le vittime di quella specie di.. rituale satanico a cui si riferivano le immagini che abbiamo hackerato alla polizia?
- Con loro, e con le vittime di omicidi simili avvenuti negli ultimi mesi. Comune denominatore, sono persone già indicizzate. Dobbiamo portare qui tutti quelli di cui siamo a conoscenza, inclusa Stella. Tony.
- Sì.- quello scattò in piedi, con un’espressione più scura di quella del giovane.
- Jarvis controlla l’intero involucro della torre, vero?
- Esatto.
- Ok. Attiva la barriera di protezione. Ragazzi..
- Mettiamo al sicuro più persone possibili.- Steve fece un cenno, May e Clint risposero annuendo, prima di muovere i propri passi verso il corridoio.
- Ehi! Ehi! Vi degnereste di spiegarmi? – Coulson adesso appariva seriamente contrariato – sono ancora il direttore, sì o no?
Loki sollevò le mani, in un sospiro:
- Li ucciderà. Ucciderà tutti, ne acquisirà le capacità, ne farà la propria fonte di energia. Il proprio esercito personale. E questo..- tese gli indici e li fece roteare intorno, ad indicare l’effetto del terremoto sul salone della lounge, i bicchieri rotti a terra e un paio di faretti che ancora emettevano qualche scintilla – è solo l’inizio.
- Cosa dobbiamo fare?
- Li percepisce. Sente l’odore del sangue, può sentire le sue vittime a distanza. Per questo dobbiamo mettere al sicuro più inumani possibili, e dobbiamo essere in grado di difenderli.
- Dal loro soldato perfetto?
- Non ci sei, Coulson. Quell’essere è il soldato perfetto. Gli attentati di questi mesi erano solo una manovra per dare inizio alla sua missione. Non è uno schiavo dell’Hydra.
- E’ la testa.- vibrò la voce di Nat, al suo fianco.
- E noi dobbiamo tagliarla. Ma non ce la faremo, non con armi umane. Per questo le sue potenziali vittime, radunate qui, ci serviranno anche come esca. E’ cinico, lo so; ma qui potremo prendere tempo, attirandolo entro un perimetro definito e che conosciamo. E quando sarà alla mia portata.. lo colpirò con l’onda d’energia della sfera.
- Tuo padre ha-?
- Mio padre è ancora molto scettico, soprattutto sul fatto che la maneggi io.
- Non avete fatto pace? Non si fida ancora di te, nonostante-?
- Sono umano, ora, Coulson. Il sigillo non è reversibile, se autoinflitto. E la sfera brucia, molto più del Tesseract.
- Dovrai stare attento. Ok..
 
Il direttore organizzava e gestiva le squadre di recupero, Tony provvedeva a controllare ed attivare la barriera che avrebbe protetto i nuovi ospiti. Loki era già sul terrazzo, dopo un minimo cenno alla moglie, ad indicarle di tenere al sicuro la bambina.
Poi, un raggio di luce, intensa e vibrante, ed era scomparso.
 
Molto meglio di un jet privato, per fare un salto a casa..
 
Sara si guardò intorno, provando a scuotere dal proprio corpo quel brivido.
 
Il soldato perfetto non era un prototipo, ma solo un contenitore per l’essere oscuro da cui la stessa Hydra aveva avuto origine. Il buio. Il male.
Ed il collegarlo al viso che si era trovata davanti in combattimento aveva il potere di privarla di un battito.
 
Andiamo a prenderlo.- aveva annunciato suo padre, non più di dieci minuti prima. Il suo tono era grave, lo sguardo non aveva bisogno di commenti nel posarsi su di lei. Non serviva scavargli nel pensiero per leggerci un mi dispiace.
Ecco, era arrivato. Il momento per pentirsi, s’era detta. Il momento in cui anche lui avrebbe provato un’orribile stretta al cuore. Chiunque ci fosse, dentro quell’involucro, probabilmente non era così che avrebbe voluto che finisse. Neppure lui. Neppure se Grant Ward era stato un infame traditore.
 
Raccolse il respiro, lentamente, prendendo coscienza di quello che sarebbe stato il suo ruolo all’interno di quella partita: la mezza asgardiana dal sangue miracoloso. L’oggetto del desiderio, per l’Hydra ed il suo soldato perfetto.
 
L’esca.
 
Tutto previsto, fin nel minimo dettaglio. Raccogliere chiunque apparisse sull’indice governativo, portarlo entro il perimetro della Tower convincendolo che fosse per lui il posto più sicuro. E nel frattempo simulare una fuga di notizie, monitorando l’attesa reazione di contrattacco del nemico.
Fitz sorrideva, digitando convulsamente sulla tastiera del portatile, mentre a pochi metri i Suv neri dello Shield lasciavano scendere una ventina di persone che si scambiavano sguardi confusi, varcando i pannelli vetrati dell’ingresso. Era la prima volta, che lo vedeva con quell’espressione da piccolo demone, e la cosa le mise addosso un secondo inspiegabile brivido.
- Come procede? – gli s’avvicinò, cercando di mantenersi fredda, informale.
- Bene, direi. Se posso azzardare un’espressione tipica di Tony.. ci sono cascati in pieno.- lui si appoggiò allo schienale della poltroncina, scostandosi quanto bastava dal PC da lasciarle leggere gli aggiornamenti sullo schermo – hanno due auto già oltre l’angolo, più una mezza dozzina di uomini appostati nei dintorni dell’ingresso. Aspettano che venga segnalata una falla nella sorveglianza, c’è uno dei loro all’opera in questo momento, per la precisione.. questo qui.- l’indice a puntare un tizio che, armato di occhiali scuri e cappellino, fingeva di sorseggiare un doppio mocha seduto al bar oltre la strada, digitando nel frattempo qualcosa sullo schermo di una specie di smartphone. Ed un secondo sorriso che lo faceva tanto figlio adottivo del dio degli inganni. Sara sospirò, pesante, scuotendo la testa.
- Che c’è?
- Passi decisamente troppo tempo con Loki.
A quelle parole, Leo abbassò per un attimo lo sguardo, ed il suo sorriso si fece più aperto e spontaneo.
- Già. Allora, torniamo a noi. Tu ora dovrai-
- Pronta? Fitz, come procede il monitoraggio? – la voce del direttore li interruppe come un sasso fa dell’equilibrio dell’acqua. Pasi veloci, aria ancora più scura e preoccupata.
- Dobbiamo parlare.. di un’altra cosa.- la ragazza tese una mano, a sfiorarlo appena sulla camicia.
- No.
- Papà.
- E’ la mia risposta. No. Non sarai l’esca per quell’essere. Lo attireremo qui secondo i piani, stanno già arrivando almeno cento-
- Non sacrificheremo tutte quelle persone. E non scuotere la testa; lo so, che sei d’accordo con me. Se non dovesse funzionare, se l’arma di Loki non fosse efficace, avremmo decine di inutili vittime e quell’essere sempre più forte. E’ questa, l’occasione. E io sono perfetta; sono l’esca che hanno sempre voluto.
- Sara..
- Lasciamelo fare. Almeno provare. Tu non c’eri, sul tetto dell’Orensanz. Si è fermato. Dentro quella cosa c’è ancora lui.
- Che stai cercando di fare, Sara? Ti ha tradito, in tutti i modi che conosceva. Non merita di-
- E’ morto, papà. S’è fatto ammazzare per proteggere me. So quello che può succedere, conosco le probabilità di fallimento della missione. E ho sentito anche parole di Loki che nessuno ha potuto sentire. Se anche riuscissimo ad eliminare quell’essere, il suo involucro è comunque morto. Per me. E almeno questo glielo devo.
 
Un sospiro, lento e pesante, accompagnò l’abbassarsi del viso del direttore Coulson, mentre le concedeva di fare quella pazzia con un solo e brevissimo cenno di sì.
Lei rispose a quel cenno, appoggiandogli la mano sulla spalla e stringendo appena, prima di raccogliere i passi ed uscire da lì.
 
Non farti ammazzare, là fuori.
 
L’ingresso appariva ancora più grande e freddo, svuotato di presenze umane ed arredi. E il buio cupo del cielo non aiutava a sentirsi confortati o sicuri. Poco distante da lei, Darcy si sollevava leggermente sulle punte, le sue labbra andavano a toccare quelle di James. Lui appariva sorpreso da quello slancio, e si ritrovava a raccoglierne il peso indietreggiando di un passo. Poi allungava le braccia e le circondava la schiena, restando appoggiato col viso contro quello della ragazza.
Come avesse cercato di prolungare il più possibile quell’istante di dolcezza.
 
Un ricordo buono per uno cattivo, Sara.
Si ritrovò a distogliere lo sguardo, un po’ per l’imbarazzo di assistere suo malgrado ad un attimo così intimo, un po’ per il dolore inconscio che quel gesto le stava provocando all’altezza del cuore.
Un sospiro, spostando lo sguardo verso la coppia di Suv neri che li aspettavano a bordo marciapiede.
Avrebbe dato l’impossibile, per un abbraccio come quello. Ma l’uomo da cui l’avrebbe voluto non esisteva più. In nessun senso.
 
When I fall in love
It would be forever
Or I’d never fall in love..
 
Basta, Sara. Non hai tempo. Non c’è tempo, per pensare a queste cose. Neppure se tutto, intorno a te, si ostina a ricordarti quello che hai perso. Le mani di James sul viso di Darcy, lo sguardo carico d’apprensione con cui Sif continua a scrutare il cielo. Non hai più tempo. C’è un nemico da sconfiggere, Sara. E non importa quale immagine sia quella che gli fa da involucro, non importa quanto farà male. Lui è morto, Sara. Chiunque fosse e qualunque sbaglio abbia fatto prima di arrivare a sacrificare la sua vita per te.
Un altro sospiro, ancora più pesante, come se le stesse mancando l’aria. E non bastava neppure la mano appoggiata sulla spalla da Tony, per alleggerirlo un po’.
Gli rispose con un vago cenno di assenso con il viso, prima di scivolare sul sedile posteriore accanto al Soldato d’Inverno.
  
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