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Autore: _ Arya _    20/12/2016    3 recensioni
Questa storia é il seguito di "On adventure with the Pirate" e riprende qualche mese dopo l'epilogo.
Rumplestiltskin ha dichiarato guerra ad Emma Swan, e di conseguenza a tutta la sua famiglia e il suo regno. La sua intenzione é quella di scagliare una maledizione simile a quella di Regina, ma peggiore: lasciare a tutti i propri ricordi, e far perdere ad Emma le persone che pié ama: suo marito e suo figlio.
La maledizione verrà lanciata... ma tutto andrà secondo i piani dell'Oscuro?
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[Dal Prologo]
-No! Killian no... non voglio perderti...- sussurrai quasi senza voce tra i singhiozzi, e lo guardai con disperazione in quello stato dal quale non poteva far nulla per liberarsi.
-Ti amo...- vidi le sue labbra pronunciare, prima di iniziare a contorcersi sotto il controllo del suo acerrimo nemico, che sembrava gli stesse causando dolore in ogni fibra del corpo. Era come se lo stesse causando anche a me, perché io e lui eravamo una cosa sola
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Calm before the storm




 


EMMA POV

Oltre che da un piacevole calore, appena misi piede in casa fui accolta da un profumino davvero delizioso. Che Killian fosse un grande cuoco nelle nostre terre, era un dato di fatto, ma ora avevo quasi dato per scontato che avremmo dovuto ordinare il pranzo in qualche ristorante vicino casa.
-Swan? Bentornata!
L'uomo uscì dalla cucina e mi raggiunse all'ingresso, facendomi scoppiare in una fragorosa risata che non potei proprio trattenere. Non solo aveva il naso sporco di maionese, ma indossava il grembiule azzurro di Ashley! Se non l'avessi visto coi miei occhi, non ci avrei mai creduto.
Mi avvicinai e gli pulii il naso con un dito, facendolo rimanere interdetto, poi lo attirai verso di me per stampargli un grande bacio sulle labbra.
-Sembri un cuoco provetto, pirata!
-Grazie, splendore- sorrise fiero, per poi prendere l'iniziativa e baciarmi stringendomi a sé. Quindi restammo qualche attimo a guardarci negli occhi, col sorriso, felici di aver risolto i problemi che per giorni ci avevano tormentati. Per me, invece, era stato quasi un anno. Ma finalmente era finita. Ci saremmo presi quei due giorni per recuperare la felicità che avevamo rischiato di perdere, poi ci saremmo messi all'opera per partire verso quella nuova avventura.
-Va bene, ok, devo ammettere una cosa.
-Ovvero?
-Io...- cominciò, al che iniziai a chiedermi se fosse il caso di spaventarmi -Avevo provato a fare uno stufato di carne e patate ma si è bruciato tutto. Così ho trovato un libro di ricette di Ashley in cucina e ho fatto gli spaghetti con vongole e gamberi. Credo siano venuti buoni, li ho assaggiati.
A quel punto, ridere di nuovo fu inevitabile. Lanciai la borsa sulla poltrona e lo abbracciai forte, per poi continuare insieme a lui. Ridevamo come bambini felici, ed io mi sentivo più leggera ogni istante che passava.
-E con la maionese, suppongo!
-No. C'era scritto di metterla ma ho provato e non mi piaceva...
-Al tuo naso è piaciuta però!- scherzai ancora -Comunque c'è un profumino delizioso e non vedo l'ora di assaggiare quel che hai preparato! I bambini?
-Hanno già mangiato, li ho lasciati venti minuti fa a farsi un pisolino...
-Bene, quindi siamo soli. Apriamo il vino, così festeggiamo la fine del mio lavoro.
-Assolutamente, splendore! E comunque quel lavoro, un pro ce l'aveva...
-Ah sì?
-Sì- confermò, portandomi una mano tra i capelli -La divisa. Con quella divisa eri dannatamente sexy.
-Beh... a dire il vero, anche tu non sei male con questo grembiulino. Non tutti possono vantare di aver sposato un pirata cuoco.
E, dio, un pirata cuoco davvero sexy. Un uomo che amavo e desideravo con tutta me stessa, perché perfino il mio corpo era stanco di resistergli. Killian Jones mi aveva resa donna. Mi aveva resa moglie. Mi aveva resa madre. In poche parole, mi aveva resa una persona migliore di quanto avrei mai potuto sperare di diventare.
Senza pensarci due volte, mi gettai sulle sue labbra con avidità, spingendolo contro la parete per evitare che quella passione travolgente ci facesse finire a terra. Lui non tardò a rispondere, e nel giro di pochi secondi la situazione si capovolse diverse volte.
Baci, morsi, strette e ancora baci, mentre l'istinto ci guidava verso la nostra camera da letto, incapaci di fermarci e desiderosi di approfittare al massimo di quei momenti soltanto per noi.
-Killian, non dovresti ancora...- borbottai sulle sue labbra, mentre calciava malamente la porta per non separarsi da me neanche per un istante.
-Swan. Non suoni credibile neanche a te stessa.
E aveva ragione, dannazione. Nonostante la testa mi dicesse di fermarmi prima di rischiare di fargli del male, l'istinto offuscava quei pensieri. Dopotutto, era ciò che volevamo entrambi... al diavolo. Non sarebbe stato un maledetto dottore di un mondo che non era neanche il nostro a dirci cosa potevamo fare e cosa no. Nessuno conosceva Killian Jones meglio di me.
-Hai ragione, maledizione- borbottai quindi sulle sue labbra, per poi spingerlo sul letto senza tanti complimenti. Gli avrei strappato di dosso quei vestiti con un solo gesto, se fosse stato possibile, tanta era la mia voglia di averlo finalmente tutto per me.
Mentre ci spogliavamo a vicenda, mi tornò in mente la nostra prima volta, quasi due anni e mezzo prima, ormai. Avevo esitato a dirgli di essere vergine, perché avevo temuto mi prendesse per una ragazzina e si fermasse. Invece era stato incredibilmente dolce, ma ciò non aveva offuscato la passione che ci aveva uniti fin dal primo momento.
Adesso era mio marito, avevamo due figli, e tra di noi non esisteva più alcuna barriera. Io lo rispettavo e lo amavo, lui rispettava e amava me, e tanto bastava.
-Swan, com'è possibile che tu sia ancora più bella di quanto ricordassi?- sussurrò, indugiando con lo sguardo sul mio corpo nudo, con espressione carica di desiderio. E io sapevo di non essere perfetta, sapevo di dover perdere ancora un paio di centimetri sulla pancia, avendo partorito meno di due mesi prima. Ma per lui ero bella, e questo era più che sufficiente.
-Posso dire lo stesso di te, Capitano. Il... letargo, non ha avuto effetti sulle tue... beh, doti.- ammiccai, godendo del suo sorriso piacevolmente sorpreso. Nonostante molte cose fossero cambiate, il più esplicito tra i due era sempre stato lui.
-Te l'ho detto, tesoro. Sono i vantaggi di avere come marito un sexy ed affascinante pirata di 200 anni. Ho la pellaccia dura.
-Sì, e non solo quello.
-Ma allora vuoi che ti salti addosso...
-L'hai capito.
E quelle, furono le ultime parole che riuscii a pronunciare prima che l'uomo capovolgesse la situazione e si gettasse sulle mie labbra. Poi, fu come se quell'anno infernale non fosse mai esistito, e i nostri corpi non ebbero bisogno neanche di un istante per riabituarsi l'un l'altro. Non avevano smesso di conoscersi alla perfezione, esattamente come le nostre anime, e mi bastò sentirlo dentro di me per esplodere in un primo orgasmo, intenso quanto atteso.
Il mio pirata fu pronto a concedermi una pausa, ma con un netto movimento gli feci capire di non averne bisogno. Ero già pronta per lui: di nuovo. Fortunatamente non se lo fece ripetere due volte, e quando iniziò a muoversi persi totalmente il lume della ragione.
Ci lasciammo guidare solo dall'amore e dalla passione, insaziabili come non eravamo mai stati. Furono i baci lunghi e quasi violenti a permetterci di trattenere le grida di piacere, ma a tradirci c'era il letto che scricchiolava forte, come incapace di contenere tanta passione.
Passò un'ora intera, prima che ci stringessimo l'uno tra le braccia dell'altro esausti e finalmente completi. Sapevamo entrambi che avremmo potuto andare avanti fino a sera, ma avevamo acceso tutto il desiderio ad intensità massima, in modo che potessimo sfogarlo fino alla fine e, allo stesso tempo, avere tutto il tempo per la nostra splendida famiglia.
-E tu che volevi aspettare.
-Non so come ho fatto ad aspettare finora, piuttosto.- sussurrai, così stanca da non riuscire neanche ad aprire gli occhi. Certo, il voler aspettare non era sbagliato... l'amavo, e volevo il meglio per lui, volevo che guarisse il più in fretta possibile. E d'altra parte, anche se il dottore mi aveva dato il via, mi aveva consigliato di aspettare un altro mese, dato che quel parto era stato più doloroso e avevo avuto un paio di punti di sutura.
Eppure, né io né Killian avevamo sentito dolore, tutto il contrario. Probabilmente era il miglior sesso che avessimo mai fatto, il più intenso in due anni. Avremmo ripetuto l'esperienza il prima possibile, non avevo intenzione di aspettare un altro anno. Non avremmo risolto tutti i problemi nel giro di una settimana, ma ciò non voleva dire che dovessimo smettere di vivere le nostre vite. C'era tanto amore, tra di noi, e quello ci dava la forza di combattere senza fermarci mai.
-Swan... i bambini dormiranno per un'altra oretta. Che dici di fare un sonnellino anche noi?
-Mi sembra un'ottima idea. Ma il pranzo...
-Lo scalderemo.

 

***


KILLIAN POV

Erano giorni che non mi sentivo così bene. Anzi, a dire il vero era un anno. Mi ero svegliato con la mia principessa tra le braccia, e le forze di un leone: quindi l'avevo lasciata a letto ancora un po', ed ero andato a prendere i bambini che avevo trovato pronti per far merenda.
Avevo svegliato Emma quando avevo finito con loro, con una tazza di cioccolata calda fumante ed una fetta di torta alla vaniglia.
Ed ora, mentre Liam girava la cucina e Leia se ne stava sdraiata sulla grande poltrona a guardarci coi suoi occhietti curiosi, stavamo cercando di preparare una cena degna di questo nome. Emma aveva preso del salmone speziato, e dei calamari e gamberetti per fare l'antipasto; anche se stavolta non sarebbe stato pesce pescato da noi, ero certo sarebbe risultato ugualmente ottimo.
-Killian, potresti controllare il salmone in forno? Magari senza che ti bruci...
-Subito tesoro. Abbi fede.
-Ti sei già bruciato tre volte da quando siamo qui- borbottò, ed io alzai gli occhi al cielo. Non aveva tutti i torti, ma a me sembrava che con la modernità avessero solo complicato le cose! In ogni caso cercai di fare attenzione, e per quanto il pesce avesse già un aspetto delizioso, aveva sicuramente bisogno di un'altra decina di minuti di cottura. Quando chiusi il forno si era ormai diffuso un piacevole odore di spezie, e fu davvero dolce guardare Leia arricciare il suo piccolo nasino.
-Dici che alla piccola principessa possiamo far assaggiare il salmone?- proposi, per poi avvicinarmi a stamparla un bacio sulla guancia paffuta.
-Hook! Non ha nemmeno due mesi, non dire sciocchezze!
-Beh? Io a due mesi mangiavo già tutto.
-Sì, come no... ma è stato un milione di anni fa, non mi stupisco non abbia ricordi. Vecchio.
-Più duecento anni fa, direi. Ma vecchio a chi?
Lasciai andare mia figlia per tornare da Emma, e la afferrai per i fianchi per punirla con un po' di solletico. La sua reazione fu immediata, e si mise a urlare a ridere pregandomi di smetterla. Continuammo così, fino a che la bionda non mi spinse sul divano cercando di vendicarsi invano.
-Ma come puoi non soffrire di solletico, ti odio!
-Non è vero.
-Sì. Ti odio.
-Bugiarda.
-Ok, smettiamola che Liam ci sta guardando male. E per fortuna Leia non ci capisce niente.
Dopo esserci scambiati un leggero bacio a fior di labbra ci ricomponemmo, e tornammo in cucina per evitare di fare danni. Nonostante avessi già comprato il dessert, Emma aveva insistito per preparare il Pudding, un dolce natalizio tipico di quella terra. Aveva acquistato una base pronta in pasticceria perché i tempi di preparazione erano molto lunghi, ma stava facendo un gran bel lavoro per farcirlo e decorarlo.
Tuttavia, per quanto fosse brava a nasconderlo, una leggera nota di malinconia nel suo sguardo l'avevo notata. Era ovvio che, nonostante avessimo deciso di prenderci una giornata per essere felici, i suoi cari le mancassero. Sarebbe stato il suo primo Natale lontano da loro, e anche se non avevo parenti in vita, mi piaceva passare le feste con tutta la sua famiglia. In fondo la sentivo anche mia ormai, e per quanto mi suonasse ancora strano, ero il Principe della Foresta Incantata. Non volevo neanche pensare al fatto che un giorno – molto lontano, speravo – sarei probabilmente diventato re.
-Stanno bene, Emma, ne sono certo. Sai che la tua famiglia è forte.- mi avvicinai per abbracciarla da dietro e le stampai un bacio sulla guancia, quindi si lasciò andare in un sospiro.
-Il fatto è che... è passato così tanto tempo, Killian.
-Lo so. Ma sei loro figlia... la speranza non dovresti avercela nel sangue?
-Ma sì, non mi sto buttando giù, è solo che...
-Lo so, tesoro. Ma io ho una gran fiducia in te, non ti ho mai vista fallire. Mi hai salvato da morte certa per due volte, Emma! Quindi goditi il Natale, usa queste giornate per ricaricarti...
-Amo i tuoi incoraggiamenti, Jones. Va bene, cercherò di essere positiva. Ma adesso lasciami stare, devo finire il dolce e... tu mi distrai- sussurrò allusiva, lanciandomi un'occhiata che poco lasciava all'immaginazione.
-Non ti è bastato, prima?
-Sai com'è... abbiamo un anno da recuperare. Ma ora dobbiamo cucinare, quindi mettiamoci all'opera!

 

Era la prima volta dopo tanto tempo che mi riempivo lo stomaco così bene, e soprattutto con del cibo così buono. Durante la guerra non avevamo mai avuto il tempo di prepararci un pasto come si deve, ci eravamo sempre limitati a mangiare verdure crude, frutta e pesce e carne arrostiti semplicemente sul fuoco.
Ora, invece, avevamo gustato del pesce deliziosamente speziato, con contorni di insalate deliziose e dolci ancora più buoni. Non era mancato neanche il rum, che Liam aveva voluto assaggiare con un dito: stava crescendo proprio bene il mio piccolo! Leia, ovviamente, era ancora troppo piccola per mangiare qualcosa di diverso dal latte, ma per l'occasione avevamo aggiunto un pizzico di cacao.
Ormai mancavano pochi minuti a mezzanotte, e ovviamente erano ancora troppo piccoli per poter rimanere in piedi fino a così tardi, quindi li avevamo messi a letto. Liam era ansioso di scartare i regali, ma ormai l'avrebbe fatto il mattino dopo.
-Ci voleva una giornata del genere, eh?
-Già. È stato tutto perfetto. Non sono sicura di riuscire a resistere fino all'alba, però...- aggiunse dispiaciuta -Però lo vorrei. Vorrei che almeno qualcosa non cambiasse...
-Emma. Il nostro amore non cambierà mai, ed è l'unica cosa che conta- le assicurai, prendendole le mani. Anch'io volevo che tornasse tutto alla normalità, una normalità per noi piena di avventure, ma la cosa importante era stare insieme. Il resto veniva in secondo piano.
-Hai ragione. Metteremo una sveglia, così possiamo uscire sul balcone...
-Mi sembra perfetto. Però adesso ho io una sorpresa per te... devi darmi 10 minuti per finire di prepararla.
-Tra dieci minuti è Natale...
-Esatto, dolcezza.- feci con un occhiolino, e mi alzai lasciandola perplessa e confusa, diretto verso il bagno.
Per fortuna sembrava non aver notato la busta che avevo nascosto nello scaffale, e per non perdere tempo iniziai a riempire la vasca.

 

EMMA POV

-Buon Natale, Principessa!
-Oh mio dio... sei... sei fantastico! Non ci posso credere! Buon natale!
Mi gettai tra le braccia del mio meraviglioso pirata commossa, non riuscivo a credere ai miei occhi. Non potendo fare il nostro tradizionale salto dalla Jolly Roger, aveva riempito la grande vasca profumandola con quella che sembrava una perfetta fragranza di mare. Aveva aggiunto anche dei petali di fiori, ma cosa migliore di tutte, una perfetta Jolly Roger in miniatura galleggiava sulla superficie. Le luci erano spente e le grate della finestra aperte, perché ad illuminarci avessimo solo la luna e le stelle, proprio come a casa nostra.
Ci spogliammo guardandoci negli occhi, per poi immergerci nella piacevole acqua calda, lui dietro e io poggiata contro il suo petto. La cosa bella era che non avremmo dovuto uscire di lì dopo 10 minuti per non rischiare di congelare, ma avremmo potuto rilassarci a nostro piacimento.
Aveva capito quanto mi mancasse la nostra casa, la nostra solita vita, e mi aveva fatto il più bello dei regali: un Natale di normalità. E me lo sarei goduto fino in fondo, così come mi sarei goduta quell'uomo perfetto che per qualche meraviglioso strano scherzo del destino era diventato mio.
-Ti amo, Hook. Io... io ti ho regalato un cannocchiale. Qui ne hanno di molto più moderni dei nostri... 
-Oh Swan, è perfetto. Non appena torneremo a casa, avremo modo di sperimentarli come si deve... non vedo l'ora. E ti amo anch'io. Mi dispiace se non ho potuto riportarti a casa o fare di più, ma...
Non gli diedi modo di finire, che voltai la testa per baciargli intensamente le labbra morbide e calde che tanto amavo. In pochi conoscevano quel lato tenero del grande Capitan Uncino, e a dire il vero ero contenta che fosse così: solo coi miei bambini avrei condiviso quella dolcezza. Certo, amavo anche l'altro lato di lui, quello estroverso, passionale e deciso... in poche parole, da pirata. E aveva anche conquistato il nostro popolo, che lo amava per la sua determinazione, il coraggio, l'ironia e il suo essere un vero uomo d'onore.
-E' perfetto così. Te lo assicuro. È davvero bellissimo...
-Sai cosa lo renderebbe ancora più perfetto?
Certo che lo sapevo, e dire che non ci avessi pensato sarebbe stata una grande bugia. Fare l'amore in quel momento, con quell'atmosfera, sarebbe stato davvero magico. Tuttavia non ero certa fosse una buona idea, quella non era casa nostra e non mi sembrava il caso di invaderne ogni angolo. Però...
-Ricordiamoci di lavarla domani prima che arrivino gli altri- dissi semplicemente, prima di voltarmi nella sua direzione per lasciarmi stringere, baciare, avvolgere nuovamente dalla passione.

 

Foresta di Talebrooke

Il principe non era riuscito a credere ai suoi occhi, così come i suoi compagni di viaggio che si erano seduti intorno a lui, curiosi e affascinati da quella magia.
Avevano sfogliato insieme le nuove pagine apparse all'interno del libro, per scoprire che raccontavano delle avventure di Emma e Hook, dal momento in cui si erano incontrati per la prima volta, a bordo della Jolly Roger. Sua sorella aveva raccontato alcune storie alla versione “fratellino piccolo”, ma di certo non tutti quei dettagli.
Ciò che li sorprese più di tutto, tuttavia, erano le pagine successive alla presa di potere di Rumplestiltskin.
Il giovane lesse tutto ad alta voce, felice che suo cognato fosse vivo e, a quanto pare, in ottima salute. In più, era diventato zio una seconda volta. Ad ingrandire ulteriormente la famiglia era arrivata la piccola Leia, che dalle immagini appariva come una bimba adorabile.
Non era stato facile per Emma affrontare il coma del marito, così come non era stato facile per lui ritrovare sé stesso una volta ripreso... ma li stavano cercando. Li stavano cercando con l'aiuto del Cappellaio Matto, sua figlia, e della ragazza che li aveva aiutati.
-Londra... Londra. Londra non è lontana da qui!- esclamò Trilli -Ho studiato bene la mappa di questo mondo, soprattutto dei dintorni... guardate!
E con uno schiocco di dita, fece apparire a mezz'aria una mappa dorata che mostrava l'isola di Talebrooke e le terre vicine. Ovviamente non era la prima volta che la studiavano, da quando la giovane fata era arrivata l'avevano vista più volte, ma si erano concentrati principalmente sulle distanze dalla terraferma. Pensavano che una volta superata l'ultima barriera, da lì sarebbe stato più semplice usare la magia per cercare di trovare Emma.
Ora ebbero invece modo di rendersi conto quanto la città in cui era approdata la principessa fosse vicina, probabilmente dal porto di Whistable che avrebbero raggiunto in barca, non ci avrebbero impiegato più di un paio di giorni di cammino.
-Fantastico! Rimane una sola cosa, lasciare quest'isola.... ah, già! Sono giorno che ci proviamo e ancora niente!
Non appena finì la frase, al giovane Charles arrivò un ceffone dritto sulla guancia, sonoro e doloroso. Rimase a bocca aperta quando si rese conto che era stata Trilli a darglielo.
-Sei figlio di Snow e Charming, ragazzino. Sei un principe della casata Swan. Quindi vedi di smetterla di piagnucolare e tira fuori il carattere perché l'ho visto. Ho visto che c'è! Hai appena letto cosa ha dovuto passare tua sorella... e non si è mai persa d'animo! Eppure era in una situazione ben peggiore della nostra, se ci pensi. Quindi asciuga quelle lacrime e tirati su, perché ho intenzione di insegnarti a usare la tua magia. E nel frattempo manderemo loro un messaggio, so come fare, adesso.

 

***

 

-Buon Nata...
-Li abbiamo trovati!- esclamò Jefferson, entrando in casa col fiatone seguito da Ashley e Grace, che non avevano l'aria di essere meno affaticate di noi.
-Che cosa?!
-Tieni! Leggete voi stessi!
L'uomo porse ad Emma un pezzo di pergamena, e riconobbi immediatamente la grafia di Trilli.
“Siamo a Talebrooke, un'isola creata per magia da Rumple. Controllate la cartina, siamo esattamente a 5 km dalle rive di Whistable (51°26'44.4"N 1°02'09.0"E). Stiamo cercando di oltrepassare una barriera magica per potervi raggiungere. Fateci arrivare un messaggio attraverso il cappello, Jefferson sa come funziona ma deve farlo Emma perché vi serve la magia. Sappiamo dove siete e che state bene, ma questa è una lunga storia... a presto!”








 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Alla fine ce l'ho fatta a finire questo capitolo, che è un momento di pace e fluff, a parte per la fine che introduce ciò che succederà d'ora in avanti...
Killian ha bruciato il primo tentativo di pranzo ma ha rimediato senza troppi problemi... sta diventando bravo xD E quando Emma è tornata, nonostante il profumino delizioso, nessuno dei due è più riuscito a resistere... e hanno iniziato a recuperare l'anno perduto come si deve :') Per fortuna i bambini hanno continuato a dormire senza accorgersi degli strani rumori del letto della camera accanto lol
Dopo essersi riposati hanno preparato la cena, l'hanno gustata con Leia e Liam (che inizia già ad assaggiare il rum lol) e poi si sono, diciamo, scambiati i regali a modo loro... ovviamente azzeccatissimi per entrambi.
Poi finalmente Charles e gli altri sanno che fine hanno fatto Emma e Hook, e Trilli (dopo aver picchiato il "piccoletto", è riuscita a mandargli un messaggio. Nei prossimi capitoli ci sarà più azione...
Non so se posterò un altro capitolo di questa storia prima dell'inizio dell'anno nuovo... il prossimo sarà dell'altra, quello dopo vedremo.
Un abbraccio e grazie a tutti! In caso non ci si dovesse sentire prima... Buon Natale, che è ormai alle porte!
A presto :*
   
 
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