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Autore: Alycia Berger    20/12/2016    1 recensioni
Dopo Hogwarts Hermione Granger lavora al Ministero della Magia, presso L'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia. Un giorno si trova a difendere un mago davanti al Winzegamot dall'accusa di aver esercitato magia davanti ai babbani e di aver provocato danni fisici ad un certo signor Lloyd, difeso dall'affascinante mago Ian Winckilson, nonché vecchia conoscenza di Hermione ai tempi di Hogwarts. Tra i due scattano subito scintille e i loro diverbi si spingono al di fuori dell'aula magica ritrovandosi ovunque, persino in un vicolo ceco di Notturn Alley dopo che Hermione viene aggredita da due misteriosi maghi. Qualcuno però trama alle loro spalle, costringendoli così ad allearsi nella lotta contro il male, che ritorna a minacciare il mondo magico.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Rita Skeeter | Coppie: Harry/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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  Ore 10. 
  A casa di Hermione Granger tutto pareva tranquillo tranne un rumore assordante che proveniva dalla sua camera. Era la sua sveglia, una clessidra dagli anelli rotanti che ricordava vagamente la Giratempo utilizzato nel corso del suo terzo anno ad Hogwarts. Era la quarta volta che suonava quella mattina, ormai più che una sveglia sembrava il suono di una tromba da stadio. Eppure Hermione dormiva profondamente nel suo comodo letto a baldacchino mentre la sua camera veniva a mano a mano illuminata dai raggi del sole che penetravano dalle fessure delle finestre. C'erano libri dappertutto: sulla scrivania, sugli scaffali e persino sparsi qua e là sul tappeto. Sull'unica parete libera erano affissi degli stendardi di Grifondoro, la sua casa ai tempi di Hogwarts, alcuni fogli di giornali che la ritraevano in prima pagina e una serie di fotografie dove appariva raggiante insieme a due ragazzi: il suo migliore - nonché famoso - amico Harry Potter ed il suo ex fidanzato, Ron Weasley. Con Ron aveva avuto due anni di relazione tra alti e bassi a causa dei suoi studi ed impegni lavorativi che l'avevano resa sempre più assente. Da lì la drastica decisione di interrompere la loro storia, rimanendo comunque in buoni rapporti.
  Ai piedi del suo letto stava il suo gatto Grattastinchi che, non potendone più di quella sveglia assordante, decise di balzare sul letto e svegliare la sua padrona che non ne voleva proprio sapere. 
  «..Che succede!?...», farfugliò a malapena Hermione, svegliata da un peso peloso in faccia. Prese la bacchetta e con un colpo della mano pose fine a quell'inferno. «Silencio!», e mise a sedere sul letto. 
  Sospirò e guardò il suo gatto con aria di rimprovero: « Grattastinchi, quante volte ti devo dire che...», ma si interruppe attirata dall'ora segnata sul suo orologio.
  «Per tutti i folletti, sono in ritardo mostruoso!!». Balzò dal suo letto e si mise a lanciare incantesimi di Appello a destra e a manca, nel disperato tentativo di rendere possibile l'impossibile. 

 «Com'è potuto accadere?!!», esclamò esasperata vestendosi. Hermione non era mai stata in ritardo e non doveva permettersi di esserlo proprio in quella mattina: a breve ci sarebbe stata un'udienza al Ministero della Magia ed un imprevisto del genere avrebbe potuto seriamente compromettere la sua brillante carriera appena iniziata! 

  Finì di raccogliere tutti i documenti necessari e i libri, riponendoli tutti nella sua borsa con un incantesimo Restringente, e sfrecciò fuori di casa, dimenticandosi di fare colazione. Percorse qualche centinaio di metri a piedi di corsa, raggiunse un luogo ben isolato dove nessuno avrebbe potuto vederla e si smaterializzò. Subito dopo ricomparve nell'Atrium del Ministero della Magia, gremito di maghi che si materializzavano per dirigersi verso gli uffici. Al centro vi era un'imponente statua che rappresentava un mago, che tendeva la mano ad un Babbano, ed un elfo domestico in groppa ad un centauro. Quella raffigurazione era motivo d'orgoglio per tutti quei maghi che allora avevano vissuto e combattuto nel periodo in cui Voldemort raggiunse l'apice del suo potere e la cui fine segnò il trionfo dei loro ideali per cui avevano sempre lottato.
  Superata la vigilanza, Hermione si immerse nella folla per dirigersi verso l'ascensore che fortunatamente fu subito disponibile. 
  «Dove deve andare Signora Granger?», le chiese la guardia 
  «Ufficio uso improprio delle arti magiche », rispose rapida. Guardò l'orologio e pensò a quanto fosse in ritardo: molto probabilmente avrebbero fatto a lei il processo, anziché al suo cliente. Nel frattempo si mise a rovistare nella sua borsetta in cerca del plico di tutti i documenti che le sarebbero serviti a convincere il Winzegamot; per la fretta si era dimenticata di dare un'ultima occhiata. 
  Giunti al secondo livello, l'ascensore si aprì ed Hermione si diresse a passo spedito verso l'aula immersa nella lettura senza accorgersi che, alla sua sinistra, stava procedendo nella sua stessa direzione un ragazzo, indossante una vesta nera, con cui inevitabilmente si scontrò.
  «Oh cielo!», esclamò Hermione nel vedere tutti i fogli spargersi per terra.
  «Tutto a posto?», chiese il ragazzo, inchinandosi per cercare di aiutare Hermione a raccogliere i fogli. Non appena ne prese uno, non potè fare a meno di leggere chi fosse e abbozzò un rapido sorriso. «Dovresti stare più attenta la prossima volta», la rimproverò tagliente. 
  Hermione lo fulminò con lo sguardo e gli strappò il foglio di mano. Non doveva assolutamente perdere la pazienza. Non ora. 
  «Starei qui molto volentieri a fare quattro chiacchiere ma, come avrai notato, ho una certa fretta», ribattè calma Hermione ma quando fu sul punto per incamminarsi il mago continuò a parlare imperterrito.
  «Gira voce in questo dipartimento riguardo ad una sentenza presso l'Ufficio Uso Improprio delle Arti Magiche che dovrebbe tenersi proprio ora... per l'esattezza da 15 minuti. Pare che il Winzegamot sia piuttosto innervosito a causa di una ritardataria che dovrebbe difendere l'imputato dalle accuse...», spiegò calmo e divertito allo stesso tempo, sapendo di colpire nel segno. «L'hai per caso vista da queste parti?».
Hermione divenne paonazza nel sentire la parola Winzegamot ma capì anche che quell'individuo si stava prendendo gioco di lei. 
  «A mio parere credo che non siano cose che ti riguardano..», gli disse a denti stretti. Poi lo guardò più attentamente «...e nemmeno che ti competono», aggiunse provocatoria.
  «Tu dici?», ribatté il mago avvicinandosi minaccioso, «Fossi in te starei molto attenta a parlare».
  «Ed io se fossi in te starei molto attento a rivolgerti in questo modo, gira voce che sono piuttosto brillante con gli incantesimi», disse Hermione senza battere ciglio. Per un attimo i suoi occhi scuri si agganciarono a quelli verdi del ragazzo e nessuno dei due ebbe intenzione di distogliere il contatto visivo. 
  Improvvisamente una porta alle loro spalle si aprì. «Signora Granger, finalmente è arrivata, la stavamo tutti aspettando.»
  Kingsley Shackebolt apparve in tutta la sua imponenza con sguardo severo. Hermione abbassò lo sguardo. «Sono davvero mortificata, Ministro. Ho avuto un piccolo contrattempo...», ma il ministro la interruppe con un cenno. «Per questa volta chiuderemo un occhio, ma dalla prossima sarò costretto a prendere provvedimenti. Non sono ammessi ritardi quando si tratta di sentenze come queste», e la invitò ad entrare.
  «Si accomodi anche lei Signor Wilkinson», disse Shackebolt rivolgendosi al ragazzo con cui Hermione stava discutendo fino a poco fa. 
  «Ian Wilkinson?!», si fece scappare stupita. Quell'individuo non era altri che il suo avversario in quella sentenza. Ora le era tutto chiaro il suo atteggiamento e ancora adesso Ian non si toglieva quel sorrisetto beffardo dalla faccia. Se avesse potuto gli avrebbe lanciato volentieri una Frattura su quel finto viso d'angelo!
  «Finalmente possiamo iniziare», esordì Kingsley rivolto ai membri del Winzegamot.
  «Dunque signor Finn, lei oggi si trova davanti al Winzengamot con l'accusa di aver praticato magia agli occhi di babbani e di aver provocato danni neurologici irreversibili con uno Schiantesimo al sign. Lloyd, rappresentato dal sign. Wilkinson in qualità di suo difensore» disse Kingsley leggendo il foglio del l'accusa davanti a sé. «Ha qualcosa da dire a sua discolpa?».
  Il signor Finn, un uomo sulla quarantina d'anni che sedeva con sguardo spaventato di fronte alla commissione, confabulò qualcosa che nessuno comprese. «Se mi permettete, Ministro», intervenne Hermione, « il sign. Finn è assolutamente innocente. In primo luogo il fatto è avvenuto in un quartiere che io ben conosco e so per certo che è desolato, specialmente al mattino. A prova di ciò ho fatto esaminare le telecamere presenti in zona, le quali non hanno rilevato alcuna presenza babbana nelle vicinanze», spiegò, porgendo a Kingsley i risultati delle sue ricerche. 
  «Ad ogni modo non si è fatto alcuno scrupolo nel praticare magia in un luogo Babbano, oltre ad attaccare il mio assistito», la interruppe serafico Wilkinson.
  « In secondo luogo...», continuò Hermione alzando il tono della voce, «..è vero che il mio assistito ha lanciato uno Schiantesimo, ma per legittima difesa. Da giorni riceveva alcune minacce dal sign. Lloyd e per evitare ripercussioni su di sé e sulla sua famiglia ha deciso di affrontarlo; e dopo essere stato sottoposto a numerose Maledizioni Cruciatus, ovvero a una delle Maledizioni Senza Perdono che sono punibili con la prigionia ad Azkaban, ha ritenuto opportuno difendersi».
  «Molto bene signora Granger. Signor Wilkinson, cos'ha da ribattere?»
  «Signor Ministro, ho fatto esaminare la bacchetta del sign. Lloyd e non è stato riscontrato alcun incantesimo di Maledizione Cruciatus. In più ho i referti del San Mungo che testimoniano le sue condizioni di salute. A mio avviso, credo che ci siano prove a sufficienza per testimoniare l'innocenza del mio assistito e la colpevolezza del sign. Finn».
  «Le sue condizioni di salute non danno la prova certa che non sia stato il primo ad attaccare. E se mi permettete, il suo assistito è celebre per le sue Maledizioni senza Perdono, quindi c'è da aspettarsi che sia stato utilizzato un incantesimo Imperio per manomettere le prove. E chissà magari con la complicità di qualcuno», ribattè decisa Hermione in tono allusivo. 
  Ian la squadrò con lo sguardo. «Sta insinuando forse che io possa aver commesso un simile atto col rischio di infangare la mia carriera?».
  «Non è che lo penso, ne sarei quasi certa, dopotutto lei lo sta difendendo» rispose.
  «Ma che insolente!...», sibilò portando la mano sulla sua bacchetta. Kingsley che capì la situazione intervenne. « Silenzio voi due! O sarò costretto a trovarvi una cella per qualche giorno!», intimò minaccioso. «Quanto a lei sign. Finn, viste le prove a suo carico e in attesa della sentenza che fisserò a breve, dovrà stare sotto osservazione ad Azkban. Così è deciso.», terminò Kingsley ma prima di andarsene si rivolse ad Hermione. «Signora Granger, se crede opportuno fare ulteriori verifiche per provare quanto crede, avrà a disposizione poco tempo. Se non ci riuscirà, sarà difficile per il suo assistito uscire indenne da questa brutta faccenda». E lasciò l'aula insieme a tutti gli altri membri. 
  Prima che le guardie portassero via il signor Finn, Hermione cercò di tranquillizzarlo.
  «Stia tranquillo, farò tutto il possibile per trovare tutte le prove e vedrà che tutta questa brutta situazione sarà solo un ricordo. Nel frattempo sia collaborativo e non peggiori la situazione». Il signor Finn fece un cenno d'assenso prima di essere prelevato dai due uomini alla volta di Azkaban. 
Hermione sistemò tutto nella sua borsa incurante di Ian che le si avvicinò alla spalle.
  «Fai male illuderli così». l'avvertì. 
Hermione alzò gli occhi al cielo. «Ribadisco che non è affar tuo come tratto gli altri».
  «Davvero pensi di averla vinta?», le chiese accigliato Ian.
  «Cielo, è ovvio che c'è sotto qualcosa che non va! Non ci vuole una mente brillante come la mia per capirlo. Ti auguro una buona giornata», tagliò corto dirigendosi a passo spedito verso l'uscita. La giornata era iniziata da due ore e già non ne poteva più. Né di incantesimi, né tantomeno di Ian Wilkinson.








mattina Hermione Granger era davvero in ritardo. Non le era mai successo prima d'ora ma a ren
   
 
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