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Autore: Tinucha    20/12/2016    1 recensioni
Leon Vargas e Violetta Castillo, due ragazzi uniti da un passato burrascoso, entrambi orfani di genitori a causa di un incidente mortale. E se quel giorno avessero perso la vita sia German e Maria, i genitori di lei che Lucia e Fernando? Se Violetta e Leon si rincontrassero, cosa accadrebbe?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Holaaaa chicoss, la pazza è tra voi! No, non voglio cominciare a rompervi il cosiddetto ca*** già dall'inizio, ma solo avvisarvi di scene particolarmente ehm..rosse, quindi se siete sensibili non leggeteee❌ Bacioniii😘😘




«Volete dirmi che non avete mai provocato piacere con questi fottuti pezzi di carne, dannatamente potenti?» Gery ci guarda ad occhi sgranati, le dita che indicano ripetutamente le sue labbra sottili, Natalia non smette di ridere, io e le ragazze arrossiamo violentemente.

«Perché ridi, Nata? Tu non l'hai mica fatto con Massimiliano» Cami la guarda per qualche secondo in viso, la spagnola avvampa di colpo, chinando il capo. «OHMIODIO gliel'hai fatto?»

«Era antipatico quel giorno, si era svegliato scazzato ed era insopportabile»

«Sì, certo certo»

Mi copro il viso, Gery mi si avvicina, afferrandomi le mani e, guardandomi severamente. «Ragazze, la vergogna non serve, l'amore non ha vergogna.»

Annuisco concorde, e sempre più interessata.

«Bene, punto primo vi sconsiglio vivamente di odiare il loro..chiamiamolo..amico d'infanzia»

«Amico d'infanzia?» Domanda Francesca, confusa.

«Pene, Francesca. Il loro pene»

L'italiana arrossisce, chinando il capo. «Amico d'infanzia andrà più che bene»

Tutte e sette scoppiamo a ridere, guardandoci.

«So che fin dalla nascita lo vedete come un aggeggio che loro utilizzano a destra e manca, infilandolo in qualunque buco o serratura»

«Ci sbagliamo, per caso?»

«Affatto, Ludmilla, quello è l'unico scopo della loro vita, però..alcuni di loro sanno ancora cos'è la galanteria»

«Marco deve averla persa mentre era a cavallo per raggiungermi»

«Beh, nemmeno Diego scherza»

Gery rotea gli occhi, ridendo. «Parlo di galanteria, non dolcezza»

Attimi di silenzio regnano in stanza. «Beh, Marco non sa cos'è nemmeno quella»

Una nuova risata aleggia nella stanza e tutte la guardiamo, divertite.

«Okay, tornando più o meno serie, ascoltatemi attentamente. Non sono proprio degli insensibili è solo che tutto ciò che ci appartiene riesce a soddisfarli. Li..riscaldiamo, quasi come fossero nel pancione della mamma, la cosa fondamentale in quel momento è donarli calore, accudirli, proteggerli» Si ferma un secondo, riprendendo fiato. «Non è una cosa obbligatoria, ma non è nemmeno una cosa sporca come la maggior parte delle persone lascia pensare. L'AMORE NON È SPORCO, riesce a rendere pulito tutto, anche l'indelebile.»

«L'hai mai fatto a Clement?»

Arrossisce. «Sì, più di una volta, ma non me ne vergogno, perché ho comunque amato, in una forma diversa, in un modo che la gente definisce sporco, beh, per me non lo è»

«Quindi ci racconti la prima volta in cui gli hai donato piacere con quei due fottuti pezzi di carne dannatamente potenti?»

Ride. «Semplicemente l'ho sentito, l'ho guardato, avevo paura, ma lui c'era. Con gli occhi, col cuore, col sorriso. Era lì con me. Eravamo sul letto e beh, non ci ho rimuginato su, l'ho spogliato e gli ho donato piacere»

«E lui che ha fatto?»

«Del resto non ne è consentito l'ascolto ai minori di diciott'anni»



POV ANDRES
Esco dal camerino, prendendo a sistemarmi il papillon, Leon nello specchio di fianco al mio tenta di spettinarsi ancora, i capelli puntano ogni singolo angolo della stanza, chiedendo disperatamente pietà, ma le mani non ne vogliono sapere di stare ferme.

«Dimmi per quale motivo ho accettato di venire con voi a comprarmi un ridicolo vestito elegante» Borbotta, come una ragazza in piena crisi ormonale dinanzi agli addominali di Jorge Blanco.

«Semplicemente perché il ballo allo Studio sarà come ogni ballo studentesco, le ragazze indosseranno vestiti da favola ed a noi toccheranno gli smoking»

«No, non mi hai convinto a comprarne uno. Riprovarci.»

«Violetta ti ha detto che sei sexy vestito elegante»

«Okay, vada per questo vestito»

Diego, Federico, Massimiliano ed il suo strambo amico, scoppiano a ridere ed io non posso che seguirli a ruota, guardando il mio migliore amico. Non lo vedevo sorridere così da molto tempo oramai. «La cerbiatta ti ha proprio incastrato, amico, eh?»

«Chiamala ancora così ed i tuoi denti per Emma saranno solo un amato ricordo»

«Uuh, qui c'è qualcuno geloso»

«Non sono geloso è solo che..quando siamo per strada tutti le fissano il culo! Anche le donne! È abbastanza irritante sapere che la mia donna riscuota così tanto successo.»

Scuoto il capo, divertito. «Leon, sabato sera posso dormire da te? Dovrò riaccompagnare a casa Emma, e non me la sento di guidare ancora dopo il ballo»

«Sì, ma io entrerò in quella casa prima di voi, voglio che mia sorella rimanga illibata fino al matrimonio.»

«Beh, visto che ci sei perché non le appendi poi le lenzuola? Così ti adatti proprio al secolo in cui sei rimasto.»

«Tu zitto, Federico, non ho dimenticato che ieri hai palpato il didietro a mia sorella» ringhia geloso.

L'italiano sorride innocentemente, prendendo a fare il nodo alla cravatta con molta nonchalance. «Perché tu non lo fai mai con Violetta, giusto?»

«Se lo avessi fatto, fidati, che a quest'ora avrei il volto sfigurato»

Un'altra risata di gruppo riempie il negozio, facendo voltare il commesso irritato. «È violenta?»

«Manesca?»

«Lei non è né violenta, né manesca. HA INVENTATO QUELLE PAROLE.»

«Tua sorella Emma non scherza, ieri le carezzavo le scapole ed era tra le mie gambe e poi bum, ho visto solo nero» gemo dolorante al ricordo. «Il calcio nelle palle più inaspettato della storia» sussurro, coprendomi le parti basse.

Scoppia a ridere, quasi con le lacrime agli occhi, ma ad un tratto la sua risata si arresta, ho paura, lo ammetto. «Perché mia sorella era tra le tue gambe e non seduta sul divano?»



POV LEON 
Le vane scuse di Andres mi portano solo ad una conclusione.
«Io ti elimino»

«E dai, sono così carini!» Squittisce Diego, abbottonandosi la camicia nera dello smoking.

Sbuffo, guardandolo male ancora una volta per poi porre attenzione al mio riflesso. La camicia bianca aderisce perfettamente al corpo, leggermente sbottonata, fino a far intravedere il petto, i pantaloni neri, sorretti da una cintura, svolgono lo stesso ruolo della camicia, stretti, ma non troppo. «Io non metto né papillon, né cravatta»

«Se entri allo Studio vestito così, Violetta ti mena»

«Marco, invece di ricordarmi le doti appartenenti alla boxe che detiene la mia ragazza, perché non ci dici come va la lettera che stai scrivendo a Ludmilla?»

Sbuffa, Diego lo guarda male. «Se non scrivi quella lettera a mia sorella ti prendo a calci nel culo»

«Calmatevi, calmatevi, sto provando a scriverla, voglio dargliela per il ballo.»

«Ricorda di escludere le parole scopata, pene, vagina, okay?»











«Complimenti, bambolina, sei stata proprio brava a fare silenzio» l'accuso.

Angie continua a bussare alla sua porta, decisamente preoccupata. «Vilu? Vilu, tutto bene? Perché ti sei chiusa a chiave?» cerca di sussurrare.

Occhi da cerbiatta mi guarda poco carinamente, pestandomi un ginocchio, per scavalcare nuovamente la casa sull'albero e dirigersi in camera. «Ugh, zia, per favore, torna a letto, è tardi» miagola,fingendosi assonnata.

Sorrido, scuotendo il capo, e quando i passi della bionda sembrano allontanarsi, Violetta torna da me con uno sguardo eloquente.

«Non dire nulla, so di essere la perfezione»

Rido, scuotendo il capo divertito, ed aiutandola a scendere dall'albero per raggiungere l'auto.

Corre al posto del passeggero, le mani leggermente fredde coperte dalle maniche della maglietta, le labbra viola, le guance arrossate. Sospira, avvertendo il calore che ci circonda, voltandosi, poi a guardarmi. «È la prima volta che scappo, Vargas, fammi vivere»

Sorrido, follemente afferro la sua mano facendola intrecciare alla mia.
Perfetti a completarci.
Rimaniamo in assoluto silenzio per tutto il tragitto, uno di quelli che non stona.
Uno di quelli che ti alleggerisce il cuore.






«Siamo già arrivati?» Sussurra, guardandosi attorno.

Rido. «Perché sussurri?»

«È notte»

Scuoto il capo, afferrandole una mano e correndo. 
«Siamo solo noi due.»
Correndo all'odore di salsedine, il più buono di sempre. Le nostre dita sono intrecciate come i pezzettini di un puzzle che si incastrano alla perfezione, gli occhi le brillano quando in quell'oscurità scorge la luce del faro che stiamo per raggiungere. Le impongo di correre, ha il fiatone, i capelli spettinati ed al vento.

«Ho perso un polmone un paio di metri fa» Ansima senza fiato, raggiunta la nostra meta.

Rido, la bacio, non fiato, ci entro dentro.

«Non c'è qualche sorta di guardiano qui dentro?» balbetta, guardandosi intorno. È pieno di corde, aggeggi utili al mare ed alla pesca. Inutili scatoloni. Ed una finestra. Il mare sbuca limpido, e fiero.

«Non in questo periodo, bambolina»

Il silenzio sembra fare da padrone, gli occhi di Violetta sono fermi verso un punto indefinito della stanza, sembra quasi che voglia evitare il mio sguardo. Con una mano le afferro il mento, imponendole in un silenzioso ordine di amarmi come solo lei sa fare. Deglutisce, quasi non sembra lei, basta così poco a far sì che le sue labbra divorino le mie, saziandosi di baci trattenuti per troppo tempo, di un'intensità capace di togliere il fiato. «Oggi ero con le ragazze»

Annuisco silenzioso, quasi non capisco dove voglia andare a parare. «Ti sei divertita?»

Arrossisce, scuote il capo. «Voglio provare a fare una cosa»

«Se vuoi provare a fare la sirenetta no, Vilu, non con questo fred-..» le parole mi muoiono in gola, addenta un lembo della pelle sensibile del collo, succhiandola, oltraggiandola, assaporandola. Le dita flebili mi sfiorano il petto, poi sempre più giù, l'addome, le tasche..la mia erezione. Gemo nella sua bocca, lentamente prende a liberarmi da quelle catene, il cuore scalpita, la ragione si offusca. La mia pelle più sensibile a contatto con la sua, finalmente. Mi afferra, si muove lenta, ripetendo più e più volte il movimento che implica un avanti-dietro.

Gemo il suo nome, in balia di quelle sensazioni, afferrandole i capelli con una mano, posseduto dal modo in cui riesce a destreggiarsi. Sento che potrebbe farmi venire anche solo con uno dei suoi sguardi innocenti, inclino il capo, le sue gambe sembrano cedere, è in ginocchio, davanti ai miei occhi troppo sensibili per reggere uno spettacolo del genere.

Mi guarda titubante, la mano si ferma, le labbra si avvicinano alla mia parte più oscura.

Mi sfiora, posso avvertire la morbidezza della sua bocca soffice, contro la punta dannatamente dura della mia intimità, e si rialza, sorridendo sfacciata, lasciandomi senza fiato.










Angolo autrice
Cosa voglio di più dalla vita? Un Lucano? No, che uno dei miei capitoli esca come me lo aspettavo, avevo immaginato praticamente una cosa che non c'entra niente con questo capitolo, ma okay, tutto molto normale, AHAHAHAHAH.😂😂😂
#ridiamopernonpiangere.
#Marcoscriveràlaletteracosamaineusciràfuori
#ViolettaamafarfremereLeon
#GerycisaràancorautilenelcamposessualeLeonetta
#Lealtrecoppienonmancheranno
#PrestoscopriretecosaèsuccessotraiNaxi
#Hofinitoglihashtag
AAAAH
#RicordatevidiseguireCrazy_YDA
ME VOYYY, GRAZIE COME SEMPRE A CHI HA RECENSITO, LETTO ED AGGIUNTO LA STORIA TRA PREFERITE-SEGUITE-DA RICORDARE, non smettete di farmi sapere che ne pensate, grazieeee.❤️❤️

Domanda del giorno: “Ma anche per voi Jorge ha compiuto 25 anni ma rimane un dolcioso bimbo?”
Ma non lo so com'è! È da amare!

Bacioni, la vostra Tinucha.❤️
   
 
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