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Autore: UuLinda    20/12/2016    3 recensioni
"Quando Dean Winchester si era svegliato quella mattina, non avrebbe mai potuto immaginare che la sua giornata potesse diventare tanto brutta tanto velocemente."
Per fortuna ha, diciamo, un angelo custode...
(Coffeeshop!AU)
Genere: Comico, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Quando la mattina dopo Dean non si presentò al Caffè, Castiel si preoccupò molto.
Come per un trauma, nelle sua mente passarono tutte le cinque fasi, quelle dell'elaborazione del lutto: prima la negazione (sarebbe arrivato, magari è solo in ritardo), poi la rabbia (mi ha promesso che sarebbe venuto!), la contrattazione (magari potrei andare a cercarlo), quindi la depressione (non verrà mai, è tutta colpa mia, non avrei mai dovuto parlargli), per finire con l'accettazione.
Pensava di aver fatto intuire troppo, della sua ossessione per Dean Winchester, e che per questo il ragazzo si fosse volatilizzato nonostante l'amore per la sua torta. Anzi, probabilmente lo avrebbe odiato per avergli tolto la possibilità di mangiarla senza essere a disagio (conclusione del tutto improbabile, ma scusatelo, è traumatizzato).
Quindi, con il cuore a pezzi, spense le luci del negozio e si preparò a chiudere.
Dopo aver controllato che fosse tutto al proprio posto, tirò giù la serranda, ma venne bloccato da una voce debole, dietro di sè.
"Posso avere una fetta di torta?".
Castiel si girò in un secondo, gli occhi fuori dalle orbite, e davanti a lui si stagliò un'immagine bella e orribile allo stesso tempo: bella perché Dean era lì, magnifico come sempre col suo sorrisetto strafottente; orribile perché il sorriso era pieno di dolore e i suoi vestiti di fuliggine. Ad un primo sguardo il ragazzo poteva sembrare normale, ma Cass era abbastanza vicino da sentire l'odore di bruciato che emanava.
Quando Dean fece un passo avanti, cadde come un sacco sul marciapiede e lì rimase. Castiel, impaurito, corse verso di lui e si inginocchiò al suo fianco.
"Che ti è successo? Dean!"
"Mmpnf"
"Che?"
"Mpppffzzz..."
Quando Castiel riuscì a girarlo sull'asfalto del marciapiede, Dean aveva gli occhi chiusi e russava, già con un filino di bava alla bocca.
Cass rimase incantato a guardarlo, ma si riscosse subito guardandosi attorno, per non dare l'impressione di essere un pervertito che fissa gli altri dormire, per di più in mezzo alla strada. Non c'era nessuno in vista.
"E ora che faccio?"
Provò a scrollargli una spalla, ma l'unica risposta fu un borbottio irritato. Di sicuro non poteva lasciarlo là per terra.
“Uff."


Quando Dean aprì gli occhi, la prima cosa che vide fu il bianco. Era girato sul fianco su di un letto e tutto ciò che vedeva era un armadio bianco accanto ad una finestra dalle tende bianche.
Dove diavolo era finito?!
Quando riuscì a girarsi, con un po' di dolore, vide blu. Degli enormi occhi blu lo fissavano da pochi centimetri di distanza.
"Cass?"
"Come stai?"
Dean ci mise un po' a capire la domanda: quegli occhi, così vicini, così blu, oltre a quella voce profonda e preoccupata gli mandarono in pappa il cervello per un momento. Quando si riprese riuscì a rispondere con voce roca "Mai stato meglio", per poi iniziare a tossire come un dannato.
Castiel lo guardò scettico.
"Ok, forse non benissimo..." disse quando si riprese, "ma dove sono?".
Le guance di Cass si imporporarono "ecco, ehm... sei a casa mia."
"Abbiamo fatto sesso?"
Fu il turno di Cass di tossire come un dannato. Intanto Dean si mise a ridere, facendo capire ad un rossissimo Cass che stava scherzando.
Quando però a Dean venne in mente la sera precedente, il sorriso si spense sul suo volto, sostituito dallo shock e dal dolore. Cass, ancora imbarazzato, guardava da un'altra parte, ma nel momento in cui si accorse del pesante silenzio si fece serio e con uno slancio abbracciò Dean, che rimase rigido per la sorpresa. Quando iniziò a tremare, Castiel lo strinse ancor più forte, ed allora Dean si sciolse, ricambiando l'abbraccio con emozione.
"La mia casa... è andata"
Fu il turno di Cass di irrigidirsi: "In che senso?"
"Un incendio... "
"Mi dispiace tanto, Dean."
L'abbraccio di Cass era diventata l'unica cosa in grado di tenere Dean intero; sentiva che se lo avesse sciolto, anche la sua vita si sarebbe sfatta e sarebbe scoppiato a piangere come un bambino. Quindi strinse la maglia del moro con tutte le sue forze.
Dopo qualche minuto, quando Castiel sentì Dean più tranquillo, lo lasciò, sciogliendo l'abbraccio. Dean fece ricadere le braccia ai lati del corpo, come una marionetta a cui erano stati tagliati i fili, ma, dopo un sospiro profondo, alzò lo sguardo deciso.
"Devo andare."
Cass si fece prendere dal panico, iniziando a girare per tutta la stanza "Dove vuoi andare? Non è meglio prima una doccia? Hai fame?" E in un momento di lucidità, disse la cosa giusta: "Magari vuoi una fetta di torta?"
Dean alzò lo sguardo attento, lo fissò intensamente e sorrise come una sposa il giorno delle nozze (figuratevi che da bambino aveva sognato di sposarsi con una torta, ve lo giuro).
"Ebbene, fammi strada." E scostate le lenzuola, si alzò agile in piedi... ritrovandosi senza pantaloni. Dean, confuso, si guardò attorno, ma non trovandoli in tutto quel bianco si rivolse al ragazzo "stavolta te lo chiedo seriamente: abbiamo fatto sesso?"
Cass, ritornando del colore dei pomodori, si passò nervosamente una mano tra i capelli.
"No... eri svenuto!"
"Vuoi dire che se non lo fossi stato lo avremmo fatto?"
Il sorrisetto malizioso di Dean stava rendendo complicata la respirazione del povero Castiel, che non capiva se stesse scherzando.
Nel dubbio, evitò la domanda, la cui risposta avrebbe probabilmente sconvolto Dean , e riportò la sua mente all'ordine, ma non prima di aver immaginato parecchie cosette interessanti. Sì, molto interessanti... Ehm ehm.
"I tuoi pantaloni sono ad asciugare, la torta è in cucina, seguimi."
Dean, notando il cambio di argomento, sorrise divertito, facendo segno a Cass di fargli strada. Quindi lo seguì lungo un corridoio, con lo sguardo fisso sul di dietro del ragazzo.
La sua mente stava decisamente apprezzando, così come un'altra parte del suo corpo, e se da un lato la cosa lo intrigava, dall’altro lo scioccava non poco: lui non era gay, dannazione! La sua reputazione con le ragazze era più che invidiabile. Il perché di questo improvviso interesse gli era estraneo, ma ebbe ben poco tempo per pensarci, perché l’odore della torta lo richiamò all’ordine.
Quando alzò lo sguardo, Dean si ritrovò in una spaziosa stanza… bianca.
“Cos’è questa fissa per il bianco?”
Cass, che nel frattempo si era chinato sul forno per controllare lo stato della torta, si rialzò di scatto, guardandosi attorno imbarazzato “Mi tranquillizza…”
Dean lo guardò dubbioso, ma non fece commenti.
“Siediti, la torta è quasi pronta, ti prendo i pantaloni intanto.” E, detto questo, uscì dalla cucina per rientrare subito dopo coi jeans di Dean, che indossò in un attimo. Dopo aver chiuso la zip, rialzò lo sguardo e notò che quello dell’altro era fisso su di lui. Beh, più precisamente sulla sua patta. Cass, smascherato, si schiarì la gola in imbarazzo e si curvò sul forno per estrarre la torta, dando di nuovo spettacolo per la mente perversa di Dean.
Quando si rialzò, aveva una magnifica torta tra le mani. Dean si sedette su una sedia, ovviamente bianca, e aspettò con impazienza che Castiel tagliasse la torta. Batteva il piede a terra come un bambino, tanto che Cass ebbe paura che se non avesse fatto in fretta gli sarebbe saltato addosso.
Finalmente la fetta fu posta davanti a Dean, che ci si buttò con tutto il suo entusiasmo, ustionandosi mani e lingua. Una volta spazzolato il piatto, fece un sospiro con soddisfazione e si mise le mani sulla pancia, come una mamma che ha appena scoperto di essere incinta. Cass intanto lo guardava tra il divertito e l’incantato.
Sentendosi gli occhi addosso, Dean alzò lo sguardo in quello dell’altro e fece serio “Non so davvero come ringraziarti.”
Castiel sapeva che non si stava riferendo solo alla torta. Quello strano ragazzo aveva sconvolto la sua routine nonché la sua mente; era capace di fargli perdere la calma con uno sguardo, quella calma che aveva sempre ricercato nella sua vita. Eppure, non si era mai sentito meglio, o più vivo. Sapeva che non sarebbe potuto tornare quello di prima. E nemmeno voleva.
Quello che voleva, più di qualunque cosa avesse mai desiderato, era conoscere Dean Winchester, entrare nel suo mondo e diventarne parte essenziale.
Quindi rispose “Raccontami tutto.”

  
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