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Autore: UuLinda    12/08/2016    3 recensioni
"Quando Dean Winchester si era svegliato quella mattina, non avrebbe mai potuto immaginare che la sua giornata potesse diventare tanto brutta tanto velocemente."
Per fortuna ha, diciamo, un angelo custode...
(Coffeeshop!AU)
Genere: Comico, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Quando Dean Winchester si era svegliato quella mattina, non avrebbe mai potuto immaginare che la sua giornata potesse diventare tanto brutta tanto velocemente.
Era un martedì come tanti, e come tutti i martedì si era svegliato presto, aveva fatto la doccia, si era vestito ed era sceso alla caffetteria sotto casa per la sua fetta di torta. Ed ecco che lì era avvenuto il fattaccio.
Nel Caffè c'era molta gente: chi in giacca e cravatta per prendere il proprio espresso prima del lavoro, chi in tenuta da jogging di ritorno da una corsa nel parco. E poi c'era Dean, con la sua giacca di pelle, jeans e maglietta dei Metallica.
La fila procedeva lentamente; nel caldo della caffetteria sembrava di stare all'Inferno. Dean smaniava per la sua colazione, uno dei pochi vizi che si concedeva ogni giorno e di cui non poteva fare a meno. Quando finalmente venne il suo turno, capì la causa della lunga fila. Un ragazzo con degli incredibili occhi blu pieni di panico lo fissava da dietro il bancone. Sicuramente uno nuovo.
"Un caffè lungo e una fetta di torta."
Il ragazzo, il cui cartellino lo identificava come Castiel (Davvero?! Ma che razza di nome è Castiel?), prese impacciato un bicchiere di carta, riuscendo nel contempo a farne cadere un'intera colonna e arrossì.
"Nome?" La voce bassa e roca avvolse la mente di Dean, che dopo un attimo di turbamento si riscosse e glielo disse.
Castiel lo scrisse sul bicchiere, che passò quindi al ragazzo alla grande macchina dietro di lui. Poi si spostò dal bancone al frigo torte... ed è qui che Dean si arrabbia sul serio. Esistono poche cose in grado di far arrabbiare Dean Winchester, ma sicuramente la più grave era questa: la torta era finita.
"Mi dispiace. Non c'è più torta"
La voce di Castiel si fece largo nella mente di Dean, che però riuscì solo a dire "Cioè?"
Il tono allarmò Castiel, che fissando lo sguardo negli occhi verdi di Dean provò a calmarlo. "Mi dispiace. È finita un attimo fa. Magari vuole qualcos'altro..."
Nonostante la mente di Dean avesse registrato le parole dell'altro distorcendole in una proposta indecente (l'effetto di guardare troppi porno, sicuramente), queste non ebbero alcun effetto. Dean sembrava in stato di shock.
Molti di fronte a questa scena si sarebbero arrabbiati o spazientiti, ma non Castiel, che era a detta di tutti un vero angelo.
Quindi, armandosi di pazienza e non poco imbarazzo, fece "Se è disposto ad aspettare qualche minuto, trovo il modo di fargli avere la sua torta."
Questo riuscì a penetrare lo stato catatonico in cui era immerso Dean, che si riscosse con un sussulto. "Oh Dio sì. Aspetto. Sono... mi metto a quel tavolo là."
E, preso il caffè, si diresse ad una poltroncina nell'angolo del locale.
Quando, una decina di minuti dopo, Castiel lo raggiunse, lo trovò in uno stato penoso, immobile a sorseggiare il suo caffè, con lo sguardo perso nel vuoto.
"Ecco la tua torta."
Il sorriso accennato sul volto di Castiel mutò in uno sguardo di meraviglia quando a quelle parole Dean si illuminò completamente.
Gli occhi dei due collisero e Castiel rimase ancor più stupefatto nel vedere che l'altro era veramente felice. Per una fetta di torta.
"Come hai fatto a trovarla? Mi hai salvato dalla perdizione!"
Castiel ebbe l'impulso di sedersi davanti a Dean, ma era reticente. Vedendo la sua lotta interiore, Dean gli fece segno di accomodarsi. E mentre addentava il suo angolo di paradiso (la torta), Castiel si fece coraggio e disse "Ne avevo fatte altre, ma non erano ancora pronte. Il tempo di cottura è piuttosto lungo."
Dean si pietrificò con un boccone a mezz'aria e la bocca aperta. Castiel rimase interdetto, non capiva la sua reazione. Ma fu tutto più chiaro quando Dean se ne uscì con "Tu fai le torte?! Tu?"
"Non capisco a cosa ti riferisci"
Dean, vedendo la confusione sul volto di Castiel, si spiegò "Vengo tutti i giorni qui solo per questa torta. È la fine del mondo. Mi sono sempre immaginato che a farla fosse una dolce vecchietta grassa o una catena di montaggio..."
"Oh no no! L’ho sempre fatta io! Solo che oggi si è ammalato Steve, il commesso, quindi ho dovuto sostituirlo alla cassa."
"Meglio per me! Altrimenti non avrei mai avuto la mia fetta."
L’ultimo morso e la torta era finita. Dean aveva un’espressione così soddisfatta da rendere Castiel orgoglioso di sé. Gli piaceva quello strano ragazzo; gli veniva naturale parlare con lui. Quindi parlarono. Stettero un’infinità a quel tavolo a conversare del più e del meno.
Quando infine Dean si alzò, Castiel ebbe un attimo di panico: non voleva che finisse. Qualunque cosa fosse, non voleva finisse adesso.
"Purtroppo devo andare. Devo pur guadagnarmi i soldi per mangiare la tua torta. " disse Dean ammiccante.
Castiel, seppur con rammarico, lo seguì, alzandosi in piedi.
"Per oggi non ti preoccupare, offre la casa."
Dean lo scrutò per un attimo, quindi gli prese la mano stringendola con forza "Grazie Cass."
Le guance di Castiel si tinsero di rosso a quel soprannome e rimase imbambolato fino a quando Dean non arrivò all’uscita del locale.
"Ah Cass, a domani!" e scomparve dietro la porta.
Castiel rimase un attimo a fissare il punto dov’era scomparso Dean; non era la prima volta che lo faceva. Mesi prima aveva notato quel ragazzo dagli occhi verdi e il sorriso affascinante dal retro del locale, dove non poteva essere visto. E da allora lo aveva aspettato ogni giorno, seguendolo con lo sguardo, senza sapersene spiegare il motivo.
"Dean."  
Il solo sussurrarlo gli faceva martellare il cuore.
Non vedeva l’ora che fosse il giorno dopo.
  
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