Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: mjlwards    21/12/2016    1 recensioni
Un trasferimento, uno sconvolgimento di vita, dovuto a diversi fattori. Ed uno di questi, è lui.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Jolene, non è come credi» dico, raggiungendola in salotto. Mia madre interviene domandandomi perché le abbia mentito ed inizio a sentirmi disorientata. «Te ne ha già parlato?» «Le ho fatto notare io la foto sul giornale dove, effettivamente, non è presente. L'hai lasciata sola per quale motivo, di preciso?». Anche la sua tranquillità riesce a spezzarmi. Prendo fiato e stringo la mano destra in un pugno. «Non volevo mentirle, ma non è un bel momento per Jolene e se avesse incrociato il suo idolo per strada, dopo aver letto l'e-mail nella quale ha annullato l'appuntamento, avrebbe sofferto troppo. E io non pensavo sarei finita in prima pagina!» sbotto; sento il viso arrossarsi, non per rabbia nei confronti della mia famiglia, bensì per il gesto egoistico di Justin Bieber. Sposto lo sguardo su Jolene che con il broncio osserva ogni mio movimento, appoggiata alla mensola del camino. «Non voglio dubitare del fatto che tu abbia agito così per il suo bene, Allison, ma sin da piccola ti ho insegnato a dire la verità anche quando sai che potrebbe ferire una persona. E tu, Jolene, sei una bambina molto intelligente, sono certa tu abbia capito che non fosse sua intenzione ferirti». Mi avvicino a mia sorella e tento di stringerla tra le mie braccia, ma vengo bloccata. Mi dice: «Grazie per avermi difesa, ma la prossima volta voglio mostrarti che sono più coraggiosa di quanto pensi!», poi si congeda. Nostra madre sfoggia un fiero sorriso e si dirige verso la cucina, lasciandomi sola. Immersa nei miei pensieri recupero il giornale e lo strappo in molteplici pezzi, lasciandoli sulla brace ancora spenta. Mi manca Arrow, mi mancano le fresche giornate nella natura, il fango fin sopra le ginocchia e i sorrisi genuini scaturiti dal benessere. Improvvisamente sobbalzo nel sentire il telefono vibrare.
A: alli1607@webmail.us
Da: jdrew94@webmail.us
Oggetto: ...
Messaggio: Allison, penso tu abbia letto il giornale.
Vorrei vederti per chiarire alcune cose, ho posticipato di un giorno la mia partenza.
Se mi mandi il tuo indirizzo ti passo a prendere alle 21:30.
Rispondi al più presto, Justin D. Bieber.

Decido di cestinare l'e-mail, trovo banale questa richiesta. Non è a me che deve spiegazioni, ma a Jolene. Successivamente, però, mi lascio sopraffare dal senso di rivendicazione. Eseguo una rapida ricerca su Internet e digito velocemente nel messaggio l'indirizzo di una abitazione situata dal lato opposto della città. È una mossa rischiosa, non si sa come potrebbe reagire la celebrità, ma nessuno ha il diritto di fare un torto simile a mia sorella.


Sono le 22:00, Jolene si è addormentata da poco più di dieci minuti ed io sono seduta sul letto a leggere un romanzo di avventura. Vengo interrotta da mio padre il quale, aprendo la porta per far scorgere a malapena il suo viso, mi chiede di scendere. Lascio il libro sul letto e indosso le pantofole, nel frattempo sento i suoi passi farsi sempre più lontani. Non mi pongo troppe domande, lo raggiungo in salotto e resto allibita non appena incrocio lo sguardo di Justin. «Non è possibile» mormoro avvicinandomi sempre più alla porta di ingresso. «Immaginavo una mossa del genere da parte tua, quindi ho lasciato che il mio manager facesse delle ricerche». Allude al mio tentativo di farlo finire nel luogo sbagliato. Tentativo fallito. I miei genitori tornano in salotto dopo averlo salutato e perdonato dell'orario poco consono di visita. «Vieni con me» «No, forse non hai capito che ciò che volevo dirti l'ho già detto ieri pomeriggio» «Sì, ma non mi hai lasciato il tempo di rispondere». Oltre il marciapiede si presenta una Range Rover nera e una figura immobile al suo interno. «Puoi farlo qui, adesso, senza che io ti segua» insisto. Non voglio dare preoccupazioni ai miei genitori, ma specialmente vorrei che la conversazione si concluda rapidamente. «Bene». Mi domanda di entrare e lo invito ad accomodarsi in cucina, ci sediamo uno di fronte all'altra. «I paparazzi sono come iene. Ti seguono finché non gli cedi la possibilità di essere sbranato, e poi, a stomaco pieno, si dileguano. Il mio manager mi aveva già avvisato della loro presenza in città, ieri. Non volevo accadesse quel che mio malgrado è già successo, cioè che una di voi due finisse sui giornali. Loro cercano di diffondere una falsa realtà per guadagnarci qualcosa». Ci osserviamo in silenzio per qualche secondo, poi gli propongo un tè freddo. Accetta. «Vedi, Justin, vorrei crederti ma quando qualcuno si comporta in maniera disonesta, divento molto diffidente. Avresti dovuto scrivermelo subito, in quella e-mail, ma hai preferito mentire!» dico, mentre verso il tè in un bicchiere. Nel passarglielo le nostre mani si sfiorano, ma non viene data importanza al gesto. «Hai ragione» continua, «ma temevo non mi avresti creduto, alla fine i paparazzi sono un fattore quotidiano nella mia vita. Ho pensato sarebbe stato più facile improvvisare un impegno» «Non continuare a giustificarti, Justin. Per favore». Fa una lunga sorsata e riprende a guardarmi. Di nuovo il silenzio. «Allora... quale è la tua destinazione, domani?» «Florida. Mentre tra dieci giorni sarò in Texas, sai?». Al solo sentir pronunciare la mia dimora, mi piange il cuore e lo lascio trapelare dalle mie iridi celesti. Justin poggia una mano sul mio braccio, «Non pensavo ci saresti rimasta tanto male». Lascio scappare un flebile sorriso dalle mie labbra e per evitare l'argomento lo accompagno verso l'uscita. Si è fatto un certo orario. «Mi piace il tuo carattere, Allison. Suona come una continua sfida. Ci sentiamo, se vuoi. E grazie per aver ascoltato». Mi saluta con un bacio sulla guancia, a mia volta lo ringrazio di non essersela presa per l'indirizzo fasullo. Dopo aver chiuso a chiave la porta, torno in cucina a finire il mio tè e continuo ad osservare il suo bicchiere, ripensando a quelle parole.


Salve!
Ci ho messo un po' a scrivere questo capitolo. L'ispirazione sopraggiunge in giorni alternati, è come se fosse il burattinaio della mia scrittura. Comunque, spero piaccia anche questo seguito, ammetto di essere dispersiva nel narrare e quando arriva la scena più "attesa", pare che duri mezzo secondo.
Grazie a chi sta apprezzando!
S.
  
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