Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: jessycat    21/12/2016    2 recensioni
Una ragazza decide di cambiare vita trasferendosi dall'altra parte del mondo per via di alcune brutte esperienze passate in Italia.
Tutto questo la porterà a vivere una nuova vita, a rincominciare, a partire da zero.
Vivere esperienze diverse da ciò che era abituata, cresce, diventa indipendente.
Conoscerà delle persone che le entreranno nel cuore e che non se ne andranno più via.
S'innamorerà.
Piangerà.
Riderà.
Dimenticherà tutto il male passato in precendenza, guardando le cicatrici che l'hanno portata dov'è ora.
Questa è la storia di una ragazza che ha trovato la felcità in una realtà che non si sarebbe mai aspettata.
( Accenni di NamJin )
Dal Testo:
"Nonostante io abbia dimenticato quell'amaro ricordo, rimasi segnata a vita.
Quindi decisi di andarmene lontano.
Mi trasferì a Seoul, la capitale della Corea Del Sud.
Nessuno delle mie vecchie conoscenze si sarebbe mai aspettato di trovarmi in un posto del genere.
Nemmeno io lo avrei mai immaginato, sinceramente.
Tuttavia, mi piaceva."
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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  1. I Need U

 

 

 

 

Mi provochi un amore che mi gela il sangue, mi scioglie le parole.
Il calore dei tuoi abbracci mi blocca tutti gli arti, però mi smuove il cuore.
Tu mi guardi e mi sorridi, io ti guardo e poi tremo.
Tu mi ami e me lo dici, io ti amo e sono fiero.”

 

 

 

 

Io e Jimin eravamo paralizzati, guardando quei due baciarsi come se non lo avessero mai fatto in vita loro.

Alla fine erano carini, e sì, in fondo ho sempre saputo che Jin fosse gay, ma mi aspettavo una specie di coming out...

Non di scoprirlo così.

Vederlo baciare con Namjoon ha scatenato in me qualcosa.

Forse, la cosa mi infastidiva?

Mi dava più fastidio il fatto che non me lo avesse detto, o che stesse baciando un uomo?

Abbassai lo sguardo e Jimin se ne accorse.

“Non li trovi carini insieme?”

Mi domandò con voce bassa, quasi in un sussurro.

“No che non sono carini, stanno correndo troppo! Da quanto tempo si conoscono?

Due giorni?

No, anche meno!”

Il mio tono di voce si era alzato, e lui se ne era accorto.

“Non sarai mica gelosa,vero?”

“No, non sono gelosa. Solo, non voglio che il mio migliore amico soffra, tutto qui...”

Ed ero sincera mentre dicevo quelle parole, Jin ha fatto tanto per me appena arrivai qui.

Mi fece sentire meno sola, stando al mio fianco.

Mi fece capire che non dovevo sottovalutarmi, perchè valevo.

E giuro su me stessa, di non averlo mai visto triste, giù di morale o semplicemente abbattuto per qualche fatto o situazione.

E' un ragazzo molto forte e sicuro di se, e, vederlo triste, non so che effetto mi farebbe.

Impazzirei.

“Vedi, al giorno d'oggi, la società dovrebbe essere cambiata. Dovrebbe accettare le persone così come sono, senza essere giudicate per quello che fanno o per chi amano.

Sono esseri umani e vanno rispettati.

Ognuno è libero, e ci sono diverse sfumature di libertà.

Libertà: ognuno interpreta questa parola come vuole, se per me, da uomo, significa amarne un altro, allora vorrei sentirmi libero.

Se libertà significa vivere, vivere la vita come se fosse l'ultimo giorno, allora lo farei, solo per sentire cosa si prova volando, amando, cogliere al balzo ogni occasione.

Se amo qualcuno sono libero di dirglielo.

Se voglio qualcuno al mio fianco per il resto della mia vita sono libero di dirglielo.

Se voglio prendere una decisione che, per una volta riguarda solo me, senza pensare agli altri, sono libero di farlo.

Noi vogliamo sentirci liberi.

Ma non capiamo che, se vogliamo esserlo, allora, per prima cosa, dobbiamo lasciare liberi gli altri.

E sai cosa? Da quando ti ho incontrata la mia vita è cambiata.

Come dici tu, forse, starò correndo troppo.

Però quando non ci sei mi sento soffocare.

Come se l'aria mi mancasse, come se ti volessi con me sempre. Ho questa voglia dentro di scoprire cosa c'è in profondità del tuo cuore che non hai la minima idea, non hai la minima idea di cosa mi fai provare tutte le volte che incrocio i tuoi occhi dello stesso colore del mare in tempesta.

Quindi, come ho detto prima, la mia libertà sei tu.

Non ti sto obbligando a stare al mio fianco.

Però, ti prego, pensaci, conosciamoci, non ti metterò fretta. Lo giuro.

Sentiamoci liberi Eveline, sentiamoci liberi, insieme.”

Rimasi a bocca aperta per tutto il suo discorso, mi sarei aspettata di tutto, ma non che uscissero dei sentimenti così profondi da lui.

Le sue parole furono così toccanti da farmi provare brividi lungo la schiena e fitte allo stomaco.

Mi ha colpito, così tanto da non accorgermi di star versando qualche lacrima salata, che mi rigò il viso.

Me ne asciugai una.

Gli sorrisi e iniziai a parlare.

“Per parlare in questo modo, vuol dire che di queste cose ne capisci, come se avessi sofferto in passato.

Non ti chiederò cosa hai passato, me lo dirai tu quanto te la sentirai, nel corso del tempo. Perchè si, è passato così poco tempo che devo ancora realizzare l'accaduto. Ma, con queste parole, hai suscitato qualcosa in me che nemmeno io so come spiegare.

In qualche modo, sei riuscito ad attirarmi a te.

Non so come hai fatto, ma ci sei riuscito Jimin.

Ora, come te, mi piacerebbe sapere perchè queste parole così forti di significato escono dalla tua bocca.

Quindi sì, sentiamoci liberi insieme.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il giorno seguente, 3:00 pm

 

 

 

Ero al lavoro fisicamente, mentalmente proprio no.

Non mi toglievo dalla testa le parole di Jimin, mi rimbombavano nel cervello, come se non volessero abbandonare la mia mente.

Quelle frasi si ripetevano e si ripetevano ancora, all'infinito.

Volevo capire il perchè.

Forse è stata una mia impressione, ma sembrava star male.

Mi aveva anche fatto dimenticare che il mio migliore amico non mi avesse detto di essere gay.

M'importava solo di Jimin ora...

volevo farlo stare meglio.

Stavo ancora pensando ai fatti miei, quando il turno di Jin finì.

“Finisci fra due ore, posso aspettarti? So che sei arrabbiata con me, però vorrei fare la strada con te, ho tante cose da dirti e vorrei che mi ascoltassi, ti prego.”

“Va bene, aspettami pure dentro lo stanzino dove mi cambio i vestiti da lavoro.”

Tutto sommato, ero felice che volesse parlarmi, volevo sentire cosa mi avrebbe detto,non ero nemmeno poi così tanto arrabbiata.. solo, mi infastidiva il fatto che non me ne avesse parlato.

Queste due ore passarono velocemente e mi recai verso lo stanzino, dove trovai Jin.

“Ti dispiace se mi cambio davanti a te? Tanto non credo ti faccia qualche effetto...”

Sorrise.

Ma non era un sorriso felice... era quasi.. amaro.

“Fai pure, non guarderò.”

Una volta indossato i vestiti puliti, ci incamminammo verso le nostre abitazione.

Jin non si decideva a parlare allora attaccai io con il filo del discorso, o non ce la saremmo cavati più.

“Allora... di cosa volevi parlarmi?”

“Senti... mi dispiace molto di non avertene parlato, davvero, solo che avevo paura che mi giudicassi... come ormai fanno tutti, quindi ti prego, non odiarmi Ev, non farlo.

Perchè alla fine sono sempre io... non sono cambiato.

E se te lo stai chiedendo si, avevo paura a parlartene, non sapevo se fossi arrabbiata più per il fatto che io sia gay, o perchè non te l'abbia detto.”

“Non scherzare, anzi, sono felice che finalmente tu me lo abbia confessato una volta per tutte. Aspettavo solo questo momento, e non preoccuparti, non ti giudicherò, perchè, come hai detto tu, non sei cambiato, sei sempre il solito Jin.

Ed io, ti voglio bene per questo.”

Mi abbracciò e mi sussurò un piccolo “grazie” all'orecchio.

Mi mise un braccio intorno alle spalle e tornammo a casa.

Namjoon non era in casa, quindi passammo tutta la serata insieme e mi cucinò del buonissimo ramen.

Era da molto che non ci comportavamo così, per via del lavoro e degli impegni.

Guardammo anche un film insieme sul suo divano.. finchè, esausta, mi addormentai sulle sue gambe.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Diciamo che è stato un capitolo alquanto triste e spero di non avervi annoiati.

In questo periodo sto avendo alcuni problemi adolescenziali quindi scrivo basandomi sui miei sentimenti, quindi vi prego, fatemi sapere se è un buon capitolo, altrimenti lo cancellerò e lo riscriverò nuovo.

Grazie mille per avermi prestato attenzione e per essere arrivati a leggere fino a qui.

Mi scuso in caso di errori di battitura,

Buona serata a tutti.

-Jessy.

  
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