Anime
All’interno di un
corpo, viveva un’anima.
E questa era sempre
triste, perché immaginava il giorno in cui il corpo, spazio confortevole e
sicuro, considerato da lei come una casa, sarebbe deperito, arrivando ad essere
troppo scomodo per viverci.
Spesso, quando il
corpo dormiva, l’anima piangeva silenziosamente. Piangeva per ciò che doveva
ancora perdere.
Ma lei, sola e
sconsolata, non aveva solo paura di restare nel vuoto, ma anche di non trovare
la sua metà. Quella piccola parte di sé che era andata a disperdersi chissà
dove in un altro corpo, forse più giovane di quello in cui si trovava.
E così l’anima
diventava sempre più triste, giorno dopo giorno.
Nella sua
abitazione, restava immobile ogni tanto, a fissare con gli occhi il cielo
stellato o ad ascoltare con le orecchie il canto dei grilli, prima che il corpo
decidesse di cedere al sonno.
Quindi sospirava,
parlando tra sé.
Il tempo passò.
Giorni, settimane, mesi, anni che si rincorrevano in un allegro girotondo, ed
il corpo era davvero cresciuto, regalando un po’ di spazio in più all’anima.
Lei non riusciva a rallegrarsene. La paura, quella che l’aveva consumata
inesorabilmente, continuava a persistere e a rendere la sua esistenza
insopportabile. Mancava ancora molto prima che dovesse dire addio al suo bel
corpo? O quella calda culla era già vicina a rompersi? Doveva iniziare a
cercare una nuova casetta?
Le solite domande.
Ma una notte,
di sorpresa, si accorse di un cambiamento. Sentì, dal suo cantuccio, chiamato
cuore, sussurri dolci e profumi inebrianti. S’incuriosì e decise quindi di
estendersi per tutto il corpo ed osservare cosa accadeva al di fuori.
Rimase stupita
vedendone un altro disteso accanto al proprio, ma una volta passata la
perplessità, il primo approccio fu meraviglioso. Le labbra sfiorarono le
labbra. Le mani strinsero le mani. Un corpo esplorò l’altro corpo.
E accadde che
l’anima s’incontrasse a metà strada con un’altra, identica a lei. La prima, con
voce bassa e incerta, disse all’altra –Questa è la mia casa, ti do il benvenuto,
sorella. Puoi farmi compagnia, se vuoi-. E la seconda, più allegra, ribattè
–Grazie dell’invito, ma non posso accettarlo. Devo ritrovare la mia metà
sperduta e poi, forse, tornerò a salutarti-.
A queste parole
l’anima sempre triste rispose –Anch’io sto cercando la mia, da tanto tempo, ma
non l’ ho mai trovata-. Poi ci fu silenzio, e mentre i corpi si univano l’uno
con l’altro, le loro rispettive padrone si avvicinarono un pochino di più fino
a fondersi in una cosa sola.
Questo segnò la
fine dell’angoscia dell’anima, perché c’era l’altra metà, più solare e calda,
sempre pronta a consolarla. Si dimenticò del tempo che passava, e della propria
casa di carne ed ossa che invecchiava poco a poco.
Angolino autrice:
Bene. la mia mente contorta ha colpito ancora. non so nemmeno
perchè ho scritto questa nonsense...uhm...ah sì, forse
è colpa della mia fissazione con la vita e la ricerca dell'anima
gemella...quella che non si trova mai. Spero che qualcuno si
fermerà a leggerla. Mi farebbe piacere.
By Sammy Cullen