Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |      
Autore: pamina71    23/12/2016    12 recensioni
Un racconto per il contest "White Rose for Christmas", ispirato all'infanzia ed ai giochi invernali di André ed Oscar.
Buon Natale a tutti.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Scivolando con le pale da neve

 

Natale era passato, e con esso il compleanno di Oscar, che aveva raggiunto la ragguardevole età di sette anni.

Dopo aver assistito con i genitori e le sorelle, la mattina del ventisei, alla Messa in onore di Santo Stefano, che per maggior fortuna quell'anno cadeva di domenica, poteva ritenersi libera sia dagli impegni col precettore sia da quelli con la famiglia per quasi un'intera settimana.

E se, sino all'anno precedente una simile prospettiva avrebbe potuto considerarsi una iattura perché le vacanze sarebbero trascorse lunghe e noiose, l'arrivo di André dall'estate precedente aveva dato nuovo colore alle sue giornate, un nuovo compagno di giochi e monellerie, ed anche, in qualche modo, una nuova ragione per trascorrere quelle ore svuotate da doveri e lezioni.

Si liberò il collo dall'elegante jabot che chiudeva il davanti della camiciola, soffocandola, ed infastidendola nei movimenti. Poi si cambiò le braghette ed il giustacuore. Se lo avesse danneggiato se la sarebbe dovuta vedere con la nonna. Meglio evitare di farsi redarguire.

Prese il piccolo mantellino rosso e lo allacciò con un fermaglio dorato.

Poi uscì dalla propria stanza, avviandosi decisa verso le cucine.

- Andrééé,! Andréééé, Paul! Antoooine! Andrééé!

- Oscar, siamo qui. E piantala di fare tutto quel chiasso!

- Non vorrai che ci fermino!

La bimba tacque e raggiunse il gruppetto di ragazzini. André, da quando era arrivato in estate, aveva un ruolo curiosamente ambiguo all'interno della gerarchia di Palazzo. Da un lato, era designato come compagno di giochi e studi del Contino e trascorreva con lui molte ore, dall'altro era nipote di una governante,e non disdegnava l'amicizia dei figli degli altri domestici. Capitava dunque che Oscar, a differenza di quanto era accaduto sino ad allora, venisse coinvolta in giochi da strada.

Come in quel giorno di fine dicembre, dove era attesa per una sessione di scivolate con la pala da neve. Molto meglio che fare una noiosa passeggiata sulla slitta trainata dal cavallo, come le sue sorelle, che erano uscite sedute con le coperte di pelliccia sulle gambe, lanciando acuti strilletti di gioia e di freddo.

André, ed il più grande dei figli di Estelle, la cuoca, che aveva dieci anni e si chiamava Paul, reggevano ognuno una grossa pala di metallo, di quelle che venivano usate per spalare la neve dai vialetti antistanti il Palazzo. Antoine, figlio di una delle Cameriere di Madame, aveva solo sei anni ed era timido e taciturno.

Si incamminarono tranquilli verso il laghetto che costituiva il lato più orientale del grande giardino, ora completamente ghiacciato. Un minuscolo molo, ora coperto di neve, in estate permetteva di salire su una barchetta a remi. Ora giaceva coperto dalla neve, ed i bambini avevano appiattito e riportato quella caduta sino ad ottenere uno scivolo che arrivava al centro dello specchio d'acqua ghiacciata, con un percorso di una quindicina di passi.

Da quel piccolo piano inclinato si lasciavano scivolare, sedendosi a cavalcioni della pala, e reggendo il manico con le manine1. Si buttavano, si incitavano, dandosi vicendevolmente del fifone o del maldestro, a seconda della maniera in cui si buttavano.

Il gioco proseguì per parecchio tempo, con una fila regolare dei quattro bambini per utilizzare a turno le due pale. Sino a che l'idea dell'attesa cominciò a stancare un pochino. Era noioso attendere il proprio turno, l'altro non ritornava mai abbastanza rapidamente, nonostante gli urletti ed i saltelli di incitamento.

Fu Paul ad avere l'idea: andare in due su ogni pala, così si sarebbero raddoppiati i passaggi. André con Oscar, e lui con Paul. I più piccoli lo guardavano dubbiosi, fino a che non tirò fuori l'argomento principe: in due avrebbero pesato di più. Quindi2 sarebbero andati più velocemente. Una simile affermazione ebbe il potere di convincere gli altri all'istante.

Ripresero le discese a coppie, mentre il mattino invernale si avviava al mezzogiorno, ed il sole splendeva sul paesaggio innevato circostante, rendendolo luminoso ed irreale. Anche il laghetto scintillava argentato, tranne in alcuni punti ove il ghiaccio ormai marcio appariva bluastro. Ad ogni passata, la pala, resa più greve dal doppio peso che portava, graffiava più a fondo il ghiaccio, soprattutto verso il centro, nel punto in cui rallentavano, giravano su loro stessi, puntavano i piedi per rialzarsi.

- Ma cosa fate? - La voce argentina di Hortense, une delle sorelle di Oscar, li interruppe.

- Scivoliamo! - rispose lei, che era appena risalita reggendo il manico della pala, mentre Andrè portava il fondo metallico.

- Smettetela subito, è pericoloso. - Riprese la ragazzina.

Nel frattempo, Paul e Antoine fecero un nuovo giro, ed Oscar ne approfittò per ribattere:

- Visto? Non succede nulla. Sei la solita noiosa.

Anche le altre sorelle apparivano preoccupate.

André le chiamò allegro:

- State a guardare! Io lo facevo sempre a…beh, prima… - Concluse mestamente.

Il cocchiere a cassetta, intervenne:

- Smettetela, il ghiaccio è sottile.

Ma il ragazzino si sistemò sul metallo, lasciando posto ad Oscar di fronte a lui. Strinsero forte il manico a mezza altezza, si diedero la spinta. L'attrezzo corse lungo lo scivolo, e si fermò quasi al centro del laghetto. Con un colpo di talloni fecero fare ancora un mezzo giro, fino a trovarsi con le faccette furbe rivolte verso la slitta con le ragazzine. Si sollevarono, ed Oscar si m pose le mani attorno alla bocca, per fare boccacce alle sorelle, saltellando.

Un colpetto di troppo con i talloni, e si udì un lieve scricchiolio...poi, prima che capissero cosa stesse accadendo, le infinite minuscole crepe che i loro passaggi avevano inciso sulla lucida superficie del cedettero di colpo, con un suono sordo.

I due bambini si ritrovarono di colpo nell'acqua gelida; Andrè sapeva nuotare, ma non riusciva ad aggrapparsi ad alcunché, Oscar non era neanche capace di mantenersi a galla. Si vedevano solo manine annaspare, e i capelli ora biondi ora neri che emergevano di tanto in tanto.

Il cocchiere ebbe la prontezza di spirito di scendere rapidamente dalla slitta, portando con sé la lunga frusta che usava per il cavallo. Si sdraiò sul ghiaccio, porgendo l'estremità ai bambini. Ma le manine intirizzite faticavano a stringere il bastone. Il cocchiere dovette sdraiarsi carponi sul ghiaccio, già cosparso di crepe e fenditure, per porgere la propria mano ai due sventurati bambini.

Appena riuscì a trarli in salvo, con l'aiuto di Antoine li condusse alla slitta, dalla quale le sorelle di Oscar erano scese con aria spaurita.

Si fece aiutare dalle due maggiori, Louise Hélène e Genéviève, a sdraiarli sulle coperte foderate di pelliccia, sfilando loro gli abiti zuppi di acqua gelida e frammenti ghiacciati. Disse alle ragazze di stringerli, di sfregare le manine diacce ed i piedini lividi, mentre lui conduceva la slitta più rapidamente possibile a Palazzo, frustando il cavallo come mai aveva fatto. Fece arrestare il cavallo dinanzi all'entrata principale, attirando con il rumore l'attenzione delle cameriere al piano terreno. Le ragazzine scesero strillando ed invocando a gran voce sia la madre che la governante Marie.

Il Generale si affacciò alla porta del proprio studio:

- Cos'è questo trambusto?

Per poi impallidire vedendo il Cocchiere e la nonna reggere in braccio due fagotti dai quali comparivano ciuffi di capelli fradici. Non stette nemmeno a sentire le spiegazioni che le sorelle davano tra i singhiozzi: finalmente a casa si sentirono libere di dare sfogo alla tensione trattenuta sino ad allora.

- In cucina, presto! E' la stanza più calda. - Ordinò.

Poi diedi disposizione di far portare due mastellini per il bucato, e di riempirli con acqua calda presa dal grande paiolo che sempre stava sul focolare. Si fece dare della polvere di senape da un'attonita Estelle, che per un attimo pensò che al padrone fosse dato di volta il cervello e volesse cucinare i bambini.

Una volta che i mastelli furono posti davanti al camino, vennero riempiti con acqua ad una temperatura quasi insostenibile, tanto era calda3. Il Generale fece sedere i bambini, avvolti in due coperte pesanti sui bordi del mastello, e fece loro immergere le gambette, ormai quasi insensibili, sino al ginocchio nell'acqua . Intanto due cameriere asciugavano loro i capelli.

La nonna di André mise loro in mano due tazze di tisana al tiglio, altrettanto rovente, spingendoli a berla.

Dopo un quarto d'ora di quel trattamento, il freddo era ormai solo un ricordo.

Vennero spediti ognuno nella propria camera a rivestirsi, e convocati più tardi nello studio del Generale, insieme a Paul ed Antoine, per la punizione.

In realtà, i quattro bambini non giudicarono che fosse neppure troppo dura. Avrebbero dovuto passare il giorno successivo ognuno nella propria stanza, in isolamento totale. Dopo quello che era accaduto, si sarebbero attesi chissà che. Non potevano sapere che il sollievo per la scampata tragedia aveva ammorbidito non di poco il padre di Oscar.

Nel pomeriggio, André ed Oscar rimasero con le sorelle di lei, nella sala delle vetrate a fare giochi tranquilli. Non sapevano che erano sotto stretto controllo, ma non osarono in ogni caso provare a sfuggire a quel pomeriggio un poco più noioso del solito.

Il sole invernale stava cominciando a tramontare quando Hortense notò che André le pareva differente dal solito. Aveva le guance magre stranamente colorite, e gli occhioni verdi parevano pieni di lacrime. Mentre gli passava le carte gli toccò casualmente la manina che le sembrò caldissima. Allora si alzò dalla sedia e, passandogli dietro, fece come aveva visto fare molte volte da Marie: mise una mano sulla fonte.

- Ehi! - le disse Oscar. - Siamo troppo grandi per giocare alla mamma!

Lo sguardo serio della sorella la preoccupò.

Hortense suonò immediatamente il campanello e disse alla cameriera che si era affacciata alla porta di chiamare con urgenza la governante.

André protestò:

- Io sono stato bravo! Non è il caso di chiamare la nonna! Non ho fatto nulla.

Appena la donna si affacciò sull'uscio, Hortense le si rivolse con fare pratico:

- Madame Grandier, credo che vostro nipote abbia la febbre.

Marie attraversò la stanza a passetti rapidi, posò la mano sulla fronte del nipote4 e guardò preoccupata la ragazza.

- Avete ragione. Vi ringrazio molto per avermi avvisata. André, vieni. Ti metto a letto.

- Ma non voglio!

- Non si discute!

Trascinandolo verso la sua stanza, chiese ad una cameriera di riempire un bracierino da mettere sotto le coperte, poi si attivò per accendere un fuoco nella stanzetta del nipote. Benedisse l'accortezza del Generale di dargli una stanza tutta per sé, come segno di stima e dell'importanza che attribuiva al ruolo del ragazzino nella vita di Oscar.

Mentre Andrè si infilava rabbrividendo sotto il trapuntino, dopo essersi tolto gli abiti caldi per indossare una camicia da notte ghiacciata, la governante sparì verso le cucine per preparargli in infuso di corteccia di salice5.

Tornando per farglielo bere, si accorse che la febbre era ancora salita. Il bambino scottava, faticava a bere ed a deglutire.

Lo aiutò a finire il decotto, poi lo mise sotto le coperte, ed andò a cercarne altre nella propri stanza. Tanto, quella notte sarebbe rimasta con lui, già lo sapeva. Ma ora doveva sovrintendere ai preparativi per la cena. Pregò quindi una delle cameriere più giovani, Eugénie, di rimanere con lui, la ragazza non se lo fece ripetere. Un incarico che prevedeva di rimanere seduta al caldo! Non avrebbe potuto sperare nulla di meglio.

Si sedette su una sedia accostata al letto e rimase ad osservare il piccolo che dormiva, con le gote arrossate dalla febbre e il respiro accelerato. Di tanto in tanto gli bagnava la fronte con una pezzuola di cotone che immergeva nell'acqua del catino, per rinfrescarlo un poco. Si accorse in questo modo che la febbre pareva salire in modo sempre più evidente.

Cominciò a preoccuparsi e ad attendere con ansia il ritorno di Madame Grandier. L'incarico le sembrava molto meno gradevole, ora. Non aveva figli, e la febbre infantile era una cosa di cui non sapeva davvero occuparsi. Cosa avrebbe fatto se gli fosse accaduto qualcosa?

Udì un leggero bussare. Pensò fosse la governante che tornava dopo aver terminato i propri compiti.

Invece, quando disse di avanzare, si affacciò dall'uscio la testolina bionda di Oscar, accompagnata dalla sorella Hortense. La piccola era sicura che avrebbe trovato il suo amico costretto a letto, ma non immaginava di vederlo addormentato e in preda ad una febbre così forte.

Si spaventò moltissimo. André non rispondeva ai suoi richiami, bruciava e non reagiva a nulla.

Rimase per un attimo attonita ad osservarlo, per poi scappare via. A quell'età era ancora convinta che il padre fosse quasi onnipotente, quindi andò a cercarlo perché risolvesse la situazione. Si era accomodato con Madame Marguerite in un salottino del primo piano, per godersi in pace un bicchiere di Armagnac. Si stupì non poco di sentir bussare. Aveva detto chiaramente alla servitù che non voleva essere disturbato.

Si incupì non poco vedendo spuntare Oscar dal pesante battente, poiché era ancora arrabbiato per i fatto del pomeriggio. Però poi ne notò il visetto stravolto.

- Cosa succede?

- Dovete fare qualcosa. André sta malissimo. Non mi risponde.

- E io cosa dovrei fare?

- Ordinare al dottore di guarirlo! Lui vi obbedirà.

Il Generale rimase un momento interdetto nell'apprendere quanto potere gli attribuisse Oscar. Nello stesso tempo, considerò che non gli era davvero passato per la mente di spendere del denaro per far curare il piccolo domestico.

Madame Marguerite si alzò.

- Vado io a vedere se la situazione è così grave come dice Oscar.

Uscì in un fruscio di gonne. La bambina si sedette affranta su una poltroncina, col capo chino e le mani giunte pizzicate tra le cosce. Si udiva solo il crepitare del camino ed il lieve ticchettio della pendola dorata.

- E' colpa mia.

Disse ad un tratto in un sussurro.

- Sono stata io a dire che gli anni passati il periodo tra Natale e Capodanno era noioso, e quindi ho chiesto ad André e Antoine di insegnarmi a scivolare sulla neve. Se non avessi insistito, non saremmo caduti in acqua.

Stava visibilmente cercando di trattenere le lacrime. Non si poteva piangere davanti al Signor Padre.

- E poi non è giusto che si sia ammalato solo lui. Se mi fossi ammalata anche io, avremmo fatto a metà della febbre, e saremmo stati tutte due male solo un poco.

Se la situazione non fosse stata seria, il Generale avrebbe riso della inoppugnabile logica che presiedeva a quel ragionamento.

Rientrò la Contessa, con il volto accigliato.

- Ha ragione Oscar. Ha una febbre altissima. Forse sarebbe bene chiamare il medico.

Il marito la osservò attento. Se anche la moglie propendeva per una visita, la cosa era davvero grave.

- E sia!

 

Il medico uscì dalla stanzetta con aria compunta.

Fuori lo attendeva Oscar con aria affranta. L'uomo si commosse per quella giovane amicizia e si chinò per parlare con lei ad altezza d'occhi.

- Il Vostro amico sta davvero male. Ho detto che gli facciano dei bagni con l'acqua fredda e che, oltre all'infuso di salice, gli diano anche dell'estratto d'uva6. Poi lo rimetteranno a letto e possiamo solo aspettare che passi.

- Posso entrare?

- E' meglio di no. Andate a riposare, tanto non potete fare nulla. Non vorrete ammalarvi anche voi?

Oscar chinò la testa e andò nella propria stanza.

 

Da un tempo che le pareva infinito Oscar giaceva nel proprio letto osservando il buio, senza riuscire a dormire.

Era spaventatissima. Sentiva in pieno la responsabilità per quanto era accaduto ad André, e nello stesso tempo le continuava a frullare in testa una frase che l'amico le aveva detto un paio di giorni prima, confidandole che gli mancava molto la mamma, che quello era il primo Natale senza di lei e che avrebbe tanto voluto rivederla.

Temeva che André si sarebbe lasciato portare in cielo pur di rivederla. E lei lo avrebbe perduto per sempre.

Dopo essersi rigirata ancora una volta, si levò dal letto, prese il trapuntino ed il cuscino e trascinando tutto a fatica, andò verso la stanza di André. Giunta davanti alla porta, però, non osò entrare e gettò tutto a terra, avvolgendosi nella trapunta come se fosse un bozzolo. Solo così riuscì infine ad addormentarsi.

Fu così che la trovò Marie Grandier uscendo dalla stanza del nipote, il mattino seguente, e fu così che la vide gran parte della servitù che si era alzata di buon'ora per le incombenze quotidiane. Attraversarono tutti il corridoio con passi lievi, per non svegliare quella bambina che aveva dato testimonianza di un'amicizia più grande di lei. Qualcuno le posa accanto un braciere scaldapiedi, perché non sentisse freddo.

Solo quando il sole si fu levato, Oscar si svegliò. Emerse dal groviglio di stoffe morbide e fece capolino nella stanzetta di Andrè:

- Come sta? - Chiese alla nonna, che era tornata a sedersi accanto a lui.

- Un po' meglio. Non è guarito, ma la febbre è più bassa.

Oscar sorrise. Lo ringraziò mentalmente per aver preferito rimanere con lei che andare dalla sua mamma.

 

 

1  Avete visto “La vita è una cosa meravigliosa”? Si tratta del gioco che George fa con i fratelli all'inizio del film.

2  Paul non conosce Galileo, e non si preoccupa dell'attrito della neve. Però è convinto.

3  Si usa acqua a 40°/45°, serve egregiamente a riscaldare l'intero organismo.

4  Il termometro clinico entrò nella pratica medica solo dal secolo seguente.

5  Contiene acido acetilsalicilico, lo stesso principio attivo dell'aspirina, ed era molto utilizzata.

6  L’estratto di uva nera è un altro efficace rimedio per la febbre. Fare un estratto spremendo 25 acini di uva in mezza tazza di acqua e far bollire. Scolare la pozione e togliere la buccia all’uva. Aggiungere all’acqua mezzo cucchiaino di succo di lime. Assu

   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: pamina71