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Autore: CristinaFlo    23/05/2009    7 recensioni
Questo è un crossover di Harry Potter con Twilight. Visto il successo editoriale di Twilight, più recente rispetto ad Harry Potter, molti intitolano gli articoli sull’argomento “I vampiri all’attacco di Hogwarts”, o cose del genere. Sono metafore naturalmente, ma pensate se succedesse davvero… Siamo proprio sicuri che i vampiri vincerebbero? Non so perché, ma forse “Cedric” farebbe meglio a non sfidare la sorte una seconda volta! ;)
Genere: Parodia, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quattro Piccoli Vampiri

Quattro piccoli vampiri Hogwarts volevano espugnar
uno incontra un unicorno, solo tre ne restar.
Tre piccoli vampiri nei sotterranei a passeggiar
uno incontra il basilisco, solo due ne restar.
Due piccoli vampiri allo stadio per un po’
uno incappa in Harry Potter, uno solo ne restò.
Solo, l’ultimo vampiro nelle aule si infiltrò
lo acchiappa il Professore e nessuno ne restò.


Il professore posò il libro sul tavolo e allungò la mano verso la sua tazza di tè. Era arrivata la sera di una giornata abbastanza insolita, e si sentiva – no, non stanco, ma leggermente affaticato.

Mentre le sue labbra sottili si posavano sul bordo della tazza, ripensò brevemente agli strani eventi delle ultime ore.
Vampiri. Chi mai avrebbe potuto immaginare una  cosa del genere? Un’invasione di vampiri a Hogwarts.
O per lo meno, un tentativo di invasione. Perché molto probabilmente gli aggressori non avevano immaginato che sarebbe finita così male, per loro.

Il primo, di cui non si erano neanche accorti e il cui cadavere era stato trovato da Hagrid e Gazza molte ore dopo il fatto, era caduto dalla cima di un albero direttamente sulla fronte di un unicorno, la cui arma era stata involontariamente mortale e gli aveva trapassato il cuore. Ironia della sorte, morire per mano di una creatura così pacifica, pensò. E come era strano, e crudele, il destino, a volte.
Bevve un sorso di tè.
E poi cosa era successo al secondo?
Ah già, aveva provato ad infiltrarsi dalle cantine. Ma si era perso nel labirinto dei sotterranei fino a perdere completamente l’orientamento, ed era finito nell’antica Camera dei Segreti, dove – incredibile! era stato finito in un battito di ciglia – era proprio il caso di dirlo - dalla creatura che era uscita dall’unico uovo del basilisco che era stato ucciso anni prima. Nessuno poteva immaginare che avesse un piccolo erede, e che fosse pacificamente addormentato laggiù. Adesso, l’astuto ma poco fortunato vampiro era morto, ucciso da un suo solo sguardo. A questo pensiero il Professore alzò un sopracciglio e le sue labbra si incresparono leggerissimamente in un sorriso sarcastico, che non si sarebbe mai scorto dietro alla tazza di candida porcellana.
Riprese il libro e richiamò brevemente alla memoria la fine del terzo vampiro, che era stata la più avventurosa. Era successo nel primo pomeriggio, durante la partita di Quidditch, Serpeverde contro Grifondoro. Potter… anche questa volta naturalmente c’entrava lui. Sulla fronte del professore apparve una ruga verticale, quando aggrottò le sopracciglia. Potter  e Draco avevano avuto quell’alterco, di cui non era riuscito a farsi raccontare poi nulla… chissà per quale motivo… ma l’avrebbe scoperto. E mentre litigavano, Potter doveva aver detto qualcosa di molto pesante, perché Draco aveva tirato fuori un pugnale e lo aveva minacciato. Poi i fatti si erano susseguiti rapidissimamente: Potter aveva disarmato Draco con l’Expelliarmus, il pugnale era volato via fra lo  sconcerto del pubblico e poi era caduto fuori dalle mura dello stadio. Si era sentito un grido nel silenzio generale. Alcuni docenti si erano affrettati a uscire, e l’avevano trovato conficcato nel cuore di quel grosso vampiro. La solita fortuna sfacciata dei Potter… E anche quella volta era riuscito a fare l’eroe! A questo pensiero, le dita del professore artigliarono il dorso del libro, indurite al ricordo i fatti ancora più lontani…

Quella sera di tanti anni prima. Era primavera inoltrata, e si stava svolgendo l’ultima partita della stagione. Si era avvicinato a Lily quel tanto che bastava per poterla osservare senza essere visto, per scrutarla, per poter finalmente rivedere il suo sorriso, che da mesi e mesi gli era così tanto mancato… In quale momento poteva farlo se non durante la partita? In mezzo alla folla non si sarebbe accorta di lui. Era scivolato fuori dal gruppo di compagni  della sua Casa e ora era a pochi passi da Lily. Non seguiva la partita, vedeva solo lei. Sembrava che anche lei non vi ponesse molta attenzione, chiacchierava con le amiche. Quella sera, però, il suo viso aveva un lieve rossore che non riusciva a spiegarsi…
Quando all’improvviso sentì un soffio di vento… no, non era il vento, era qualcosa di più vicino, si poteva quasi toccare… doveva averlo notato anche Lily, perché aveva alzato lo sguardo… e la sua espressione era cambiata. C’erano dentro meraviglia, stupore, gioia… James Potter stava scendendo in picchiata per prendere la Pluffa, ed era – casualmente? – passato quasi davanti agli occhi di lei – e lei lo aveva guardato, con uno sguardo diverso da quelli che le aveva visto in passato, lo aveva guardato come se…

“Ma insomma, Severus, io sto facendo lezione! La vuoi piantare? Di là non si sente nulla! Sono ore che va avanti questa storia!”
Il Professor Snape si riscosse, e come rendendosi conto per la prima volta di cosa il suo corpo stava facendo, rispose con un sorriso ironico: “Oh, Minerva, è vero. Ero sovrappensiero.” I suoi occhi scivolarono languidi verso il pavimento, dove il grazioso vampiro che aveva detto di chiamarsi Edward Cullen da ore si contorceva sotto la sua maledizione Cruciatus. Con un flemmatico gesto del polso, interruppe la Cruciatus ed eseguì un pigro Avada. Il lampo verde illuminò la stanza per un istante, e il vampiro rimase immobile, per sempre.
“Era ora!” , esclamò la professoressa McGonagall, voltando le spalle al docente di Difesa dalle Arti Oscure e tornando in classe.
Snape pose con delicatezza la sua bacchetta in ebano, dal prezioso interno in cuore di drago¹, sul tavolo finemente intarsiato del suo studio, e si sgranchì le dita lunghe e sottili. Avvertì una presenza dietro di sé, e voltandosi scorse Kreacher² che trasportava via il corpo esanime del vampiro. “Giù, agli schiopodi”, ordinò, quasi casualmente, con voce bassa e fredda, dal tono che non ammetteva repliche.



1. Si tratta di una mia supposizione, chiaramente, perché la Rowling non ha mai rivelato alcunchè sulla composizione della bacchetta di Snape. A me però piace molto l’articolo sulla bacchetta del professore che uscì su www.half-bloodprince.org, ha alcune interessanti teorie, e ho deciso di seguirle. Per chi non lo avesse letto ve lo linko qui: di seguito http://www.half-bloodprince.org/snape_wand.php
2. Adoro immaginare Kreacher insieme a Snape… non saprei spiegarlo, ma formano un’accoppiata perfetta!






Lo so che le fans di Twilight saranno furiose, ma non ho saputo resistere. I maghi sono troppo più forti, è inutile. Questo è stato un tributo verso tutti i personaggi potteriani, anche se ne ho coinvolti solo alcuni, sono tutti fantastici senza avere “una bellezza sovrannaturale” o “una forza ultraterrena”, e li adoro con i loro pregi e difetti. In caso di attacco confido nella difesa da parte delle fangirl di Severus.
Termino con una menzione speciale a Severus per il suo sangue freddo. Non avrei potuto immaginare nessun altro al posto suo in una situazione come quella descritta! inoltre, è quasi più vampiresco lui di Edward.
Un ringraziamento speciale a DarkElectra per avermi fatto da beta e per avermi suggerito di scrivere la filastrocca iniziale (ed avermi aiutato molto nello scriverla, che con le rime sono una schiappa!).
  
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