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Autore: Ailis_    23/05/2009    3 recensioni
a volte,la morte è l'unica cosa che ci può portare un po' di sollievo. E di questo Hinata si era oramai convinta. Una piccola one-shot scritta in un momento di creatività il cui personaggio principale è la dolce Hinata,mentre la coppia,anche se appena accennata, è SasuHina. [VIII classificata al "Poison Contest" indetto da VavvyMalfoy91]
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Poison

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DEATH...POISON...LOVE


Hinata camminava.
Attraversava il corridoio scuro con passo misurato, ma fiero.
Le fiaccole brillavano ai lati delle pareti.
Quella cripta, così fredda, così vuota...avrebbe desiderato non entrarci mai, non da viva almeno.
E invece, ora era lì.
E perchè?
Perchè, in fondo, presto quella sarebbe stata la sua nuova casa.
Cosa significava vivere quando le era stato tolto tutto? Niente.
La guerra.
Quella maledetta disgrazia le aveva portato via ogni cosa.
Un padre.
Un cugino che era stato quasi un fratello.
L'amore.
Le aveva tolto la famiglia e il suo cuore.
In silenzio, si era presa tutto e se lo era portato via, per sempre.
E ora Hinata non riusciva a trovare una ragione, un perchè valido per continuare a vivere una vita che si era presa gioco di lei da sempre, togliendole tutto quel poco che aveva, quasi si divertisse a distruggere un piccolo cuore fragile come il cristallo.
La cripta sembrava chiamarla.
In un certo senso era accogliente.
Le sagome dei suoi parenti, morti da così poco che quasi poteva sentirne il calore, erano lì, coricate su quelle gelide lastre di marmo freddo, bianco e puro come lei era ancora, nonostante tutto e tutti.
E poi lui, seppellito lì per suo volere, perchè in fondo lo aveva amato.
Un Uchiha. Sasuke Uchiha.
Quello che avrebbe dovuto essere il suo nemico, la persona da odiare più di tutte.
E invece lei si era ritrovata ad amare quel nemico.
Perchè non era importante chi fossero.
Quando si incontravano non importava quali fossero i loro cognomi o i loro schieramenti.
Erano solo Hinata e Sasuke.
Due anime. Due cuori. Diversi e complementari.
Lei bianca. Lui nero.
Due faccie della stessa medaglia.
Non potevano odiarsi perchè il loro destino non era quello. E così Hinata e Sasuke si erano ritrovati ad essere parte di un intero, due pedine di un destino troppo più grande di loro.
Da una parte Hinata, tanto buona da rendere migliore lui.
Dall'altra Sasuke tanto forte da rendere più coraggiosa lei.
E allora, come si poteva non pensare che fossero anime gemelle? Semplicemente non si poteva.
Forse avrebbero avuto un destino lieto insieme.
Si sarebbero amati e avrebbero avuto il loro lieto fine.
Ma, e Hinata lo sapeva, la vita non era fatta di “se” e di “ma”.
E quindi, a cosa serviva pensare a come sarebbe stato il mondo se le loro famiglie non si fossero odiate? Se non fossero state nemiche?
Non serviva pensarci perchè niente sarebbe cambiato.
Si avvicinò alla sagoma cerea di Sasuke.  Steso pallido con le mani sul petto, intrecciate.
Hinata fissò quel corpo senza vita con gli occhi di chi realmente non vede.  Finalmente lo avrebbe rincontrato.
Non aveva paura.
In fondo, sarebbe stato solo un sollievo andarsene da un mondo fatto solo di odio e di guerre.
Un mondo che aveva il sapore del dolore e delle lacrime.
Un mondo che le sembrava totalmente sbagliato. Sfilò una fiala, lunga e verde smeraldo, dalla manica del vestito e la alzò per vederla meglio e per ammirare il liquido grigio perla all'interno.
Cantarella, bella bella cantarella, liberami tu...”
Veleno. L'unica cosa che avrebbe potuto provarle la morte.
Non avrebbe avuto il coraggio di pugnalarsi.
Perchè rimaneva, anche negli ultimi istanti di vita, una vigliacca. Se ne rendeva conto.
Ma non riusciva a cambiare questa sua essenza.
E, forse, non le importava nemmeno.
Chiuse gli occhi, ripensando, rivivendo con la mente i ricordi di un tempo che oramai se ne era andato, senza che potesse più ritornare.
E poi successe.
In un attimo tolse il coperchio della fiala e ne bevve il contenuto tutto d'un sorso, appoggiando appena il bordo alle labbra. Forse l'effetto sarebbe stato più lento se non fosse stato mischiato con un altra sostanza a lei ignota.
Pochi minuti passarono e Hinata si accasciò sul petto dell'amato, tra le mani un unica rossa rossa e sulle labbra solo una lacrime, piccola e irridescente.
Quella lacrima morì, cadendo nel vuoto, proprio quando gli occhi di perla della giovane Hyunga si chiusero alla vita per l'ultima volta.
Forse, questa volta, il mondo si sarebbe fermato ad ascoltare quella lacrima cadere.
Perchè lo faceva per amore.



FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

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