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Autore: Quebello    08/04/2005    3 recensioni
Cloud, Zack, e l'esame finale per entrare nella MILIZIA di prima classe
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Cloud era tornato in mente quell'articolo che aveva letto sua madre ad alta voce, quando lui era piccolo. Si intitolava...

LIETO FINE INASPETTATO NEL SETTORE 01

Iniziava così: "Un miliziano, tanto giovane quanto forte e generoso, ha sventato un'attentato al reattore 01 di Midgar che si sarebbe concluso in una strage di innocenti..."

Era Sephiroth, naturalmente.

La prima volta che apparve sui giornali. Da allora aveva salvato, secondo le stime più critiche, trecentosessantadue civili, ventuno addetti alla manutenzione dei reattori, eliminato fisicamente trentanove membri di organizzazioni criminali e sette ecoterroristi. (E si attendevano con urgenza le liste di unità nemiche eliminate durante la guerra).

Un eroe.

Dopo quello che aveva visto quel pomeriggio, Cloud non sapeva che farsene di un eroe. Invece, quell'uomo cinico e nichilista, il VERO Sephiroth, era l'uomo che avrebbe seguito ovunque.

L'uomo con tutte le risposte.

Certo, aveva ragione lui... nulla aveva senso. Sessanta ragazzi come lui erano morti, e allora? Non erano preparati abbastanza. Tutto qui. Tutto il resto non aveva senso, la guerra, la pace, i dubbi di Zack, la solitudine di Tanaka (e la sua), le leggende di Koji...

...e Tifa...

Solo arrancare, brandire la spada, e sopravvivere. Qualcosa che Cloud capiva, finalmente.

Così pensava mentre, nonostante gli scarponi, avvertiva minuziosamente la costituzione della sabbia della spiaggia, mentre alle spalle si lasciavano il cimitero delle navi e l'unica nave ancora a galla, la loro, quella che doveva riportarli a casa.

Koji sembrava davvero un altro, rispetto a prima. L'unico gesto che si potesse attribuire alla debolezza fu passarsi una mano lungo tutta la faccia, dalla sua corta barba da adolescente ai suoi capelli rasati alla stessa lunghezza. Intorno ai suoi occhi purpurei era sparita ogni traccia di rossore. Con i gunblade alle mani, apriva il gruppo che era diretto ai piedi dei Picchi Sacri.

Sephiroth e Zack camminavano l'uno accanto all'altro... evidentemente erano entrati in confidenza. Sephiroth portava in una mano, come se fosse infoderata, la sua lunghissima, scintillante, arcinota Masamune, mentre Zack teneva in spalla con disinvoltura il suo enorme spadone. Aveva ripreso il suo solito sorriso spavaldo, con cui ogni tanto salutava i cadetti delle altre squadre che via via erano sempre più lontane, dietro di loro. Ma era silenzioso.

Cloud li seguiva a breve distanza, controllando e ricontrollando la sua Velvet. Se qualcuno si avvicinava, uno sguardo ostile di Cloud lo rispediva nella sua squadra da cui si era allontanato. Era il momento... lui avrebbe fatto un esame strepitoso... doveva farlo... altrimenti perchè era venuto lì?

Nicholai Tanaka chiudeva il gruppo. Per un attimo, Cloud si chiese se non avesse negli occhi una specie di nostalgia ereditaria, nel vedere per la prima volta la terra dove erano nati i suoi genitori... ma quando lo guardò, non ne trovò traccia: lo vide solo estremamente scrupoloso, con il suo pugnale in una mano, intento a fare esattamente quello che l'ultimo della fila doveva fare, ossia controllare che non ci fossero movimenti sospetti dietro di loro. Il comandante aveva detto che, passato l'esame, Tanaka avrebbe avuto la cittadinanza. Forse era lì solo per quello, e non gli importava altro. Chissà se avrebbe continuato così, quando si sarebbe trovato ad uccidere un'uomo col suo stesso sangue?

Ironicamente, i cadetti che erano rimasti sottocoperta e non avevano visto il massacro di quel pomeriggio furono molto più terrorizzati di loro quando passarono in mezzo all'erba imporporata dal sangue. A Cloud parve anche di sentire qualcuno commentare che quel crepaccio, lì era innaturale. Ma la scena più divertente venne pochi secondi dopo.

Un cadetto si avvicinò a Koji.

"KOJI! EHI, KOJI! SONO IO!"

"E' iniziato l'esame, che vuoi?" evidentemente, essere popolare non era più l'interesse prioritario di Koji; era probabile che adesso fosse uccidere il guerriero invocatore, pensò Cloud. L'epica vendetta di Koji! Sì, doveva essere così...

"Soltanto, ehm, coi ragazzi ci chiedevamo... prima c'erano altri due incrociatori in acqua, secondo te dove sono finiti?"

"La prossima volta tu e i ragazzi non passarete il tempo a ridere e scherzare negli alloggi insonorizzati. Siamo in guerra, imbecille." giusto, e se Sephiroth non ti avesse scelto per caso tu saresti stato lì con loro, continuò a rimuginare Cloud, malignamente.

"M-ma Koji, allora... sai dove sono finiti?"

"Dov'erano prima: in acqua." disse calmo Sephiroth e a quel punto le due squadre si allontanarono definitivamente. Vedere quel campo insanguinato aveva fatto rallentare il passo a tutte le altre squadre, eccetto la loro.

"Ci siamo." disse Koji, ripassandosi di nuovo la mano sul volto, come fosse sudato. Stavolta la mano era occupata dal manico del gunblade, ma lui non se ne accorse e se lo passò sulla faccia, dove rimasero tre graffi rossastri: doveva avere i nervi a fior di pelle... e con ragione. Erano ai piedi dei Picchi Sacri.

"Saliamo." disse Sephiroth a bassa voce, ma incredibilmente imperativo. E così fecero, salendo una scala scolpita nella roccia di cui non si vedeva la fine. Erano circondati da elevatissime pareti di roccia le cui cime erano quelle pagode scolpite in chiaro stile Wu Tai, che sembravano un cartellone gigante con scritto "QUI INIZIA IL TERRITORIO NEMICO".

Si resero conto di quanto tempo era passato solo quando arrivarono ad uno dei tanti spiazzi di pietra da cui si vedeva il cielo. Era il tramonto.

"Facciamo una pausa" ordinò Sephiroth, calmo.

"Perchè?!?" protestò Koji.

"Perchè sei sfinito" rispose lui e, nel sentirselo dire così apertamente, Koji si sentì libero di crollare seduto a terra, subito imitato dagli altri tre.

"Sephiroth?"

"Zack?"

"Che ne è delle altre squadre?"

"Mi pare evidente che sono rimaste indietro!" rispose Koji, inorgoglito, al posto di Sephiroth.

Sephiroth tirò fuori qualcosa... una specie di cristallo che risplendeva di giallo, a forma di prisma ottagonale. Cloud la riconobbe subito. Sehiroth si avvicinò e, come se fosse una piuma, sollevò la spada Zack... doveva aver premuto qualcosa, perchè la spada si scompose come in tasselli in un certo punto. Lì Sephiroth inserì il cristallo, e la spada si richiuse. La passò al volo a Zack, che sorprendentemente riuscì a prenderla.

"Tieni, fai pratica"

"Che è? Cloud...?"

"Un Materia giallo, credo sia il modello 'sense'. Permette di scovare nemici e amici nelle vicinanze e di intuirne le potenzialità."

"Forse non so farla funzionare... io non sento nulla."

"No, impossibile. Entra in azione da sola e chiunque riesce a percepire molto bene-"

"Io ti dico che non sento nulla!" ribadì Zack. Sephiroth non sembrava intenzionato a chiarire le cose, quindi Cloud continuò.

"Allora... l'unica possibilità è che non ci sia nessuno o quasi nel raggio di due o tre chilometri."

"Non dovrebbe esserci questo stacco tra noi e le altre squadre." disse Tanaka aprendo la bocca in via del tutto eccezzionale.

Era evidente che Sephiroth stava zitto per mettere alla prova loro, quindi Cloud si sforzò ancora di più a ragionare.

"Gli altri devono essere tornati indietro o morti." concluse.

"CAZZATE!" sbottò Koji "...scu... scusate... ma non è così... vero? Se qualcuno... qualcosa... li avesse uccisi, Zack ne sentirebbe la presenza... no?"

"Dicci qualcosa, Cloud! Sei la nostra salvezza!" La stima di Zack se l'era guadagnata... era a buon punto per guadagnare quella di Sephiroth?

"No... gli esseri con grandi poteri magici sono refrattari per natura al potere di quel Materia... bisogna essere molto portati per percepire gli eoni, o i guerrieri invocatori." seppe di aver superato se stesso.

Koji estrasse il Materia giallo dalla spada di Zack prima che lui reagisse, e lo gettò giù.

"Quello stupido sasso! Non so proprio che te l'eri preso a fare! Non serviva a nulla!"

"Ehm, Koji, non me l'ero preso io...." Koji divenne rosso e chiuse gli occhi, come aspettando il rimprovero di Sephiroth; questi, dal canto suo, non sembrava minimamente interessato al fatto che il suo Materia fosse volato giù dai Picchi Sacri. Continuava a dare le spalle al gruppo, silenzioso.

"L'ipotesi più plausibile resta la mia." insistè Cloud. Tanaka annuì.

"G-già..." balbettò Koji.

"Insomma, che si fa?" chiese Zack. Era proprio un tipo positivo!

Qualcosa catturò l'attenzione di Koji che schizzò di nuovo in piedi e corse fino al bordo dello spiazzo di roccia, tanto da far sembrare che volesse buttarsi.

"Non farlo, sei ancora giovane!" scherzò Zack.

"I... idiota! Come fai a scherzare in un momento simile? Guarda là!"

Indicò il mare. Anche Cloud e Tanaka si avvicinarono... si vedeva il Cimitero delle Navi. E l'incrociatore che li aveva sbarcati era ora in compagnia di quattro imbarcazioni più piccole. Cloud le riconobbe... erano navette da guerra ShinRa, completamente automatizzate, capaci di immergersi sott'acqua, dotate di artiglieria acqua-terra... Koji interruppe Cloud nella consultazione della sua enciclopedia mentale.

"V-visto! E' come pensavo io!"

Ci furono due minuti di silenzio.

"E cioè?" si decise infine Zack.

"Quelle sono navette da guerra, no? Serviranno per il fuoco di copertura! Sì, dev'essere così! Stanno aspettando che ci ritiriamo anche noi! Non potevano essere spariti tutti di colpo!"

"E se invece non hanno più notizie di nessuno? Magari le navette servono a coprire la ritirata del COMANDANTE, ci hai pensato? Magari scendiamo lì e se ne sono già andati." chissà come mai, Cloud trovava che la spiegazione più plausibile fosse questa data da Zack.

"Dici così solo perchè il comandante non ti piace! Tentiamo, almeno!"

"Scusate, perchè non usiamo la radio?" l'osservazione di Tanaka fu ovvia quanto ragionevole e... infruttuosa. La radio emetteva un ronzio confuso e fastidioso.

"Cloud?" cos'era diventato, per Zack, una specie di manuale vivente? Bè... mica male!

"Se fa così... vuol dire che siamo stati tagliati fuori."

"Qu-quindi?" fece implorante Koji.

"Quindi Zack 1 Koji 0! Ci hanno fottuto!" sempre vivace, Zack.

"Sentite, io propongo di fuggire verso QUELLE navi..." se Cloud non ci fosse stato dentro, sarebbe stata una scena comica: fu come se Koji, puntando il dito, avesse premuto un bottone a mezz'aria; proprio dove indicava lui, al centro della piccola flotta, si sollevò una enorme colonna d'acqua che fece sparire tutte e cinque le navi.

Eccheggiò una specie di ruggito. L'enorme massa d'acqua prese la forma di un drago alato. Poi la gigantesca massa liquida si rituffò nell' acqua, ma stavolta non ci furono risucchi o scossoni: sparì nell'oceano, semplicemente.

"No-non sono stato io..." fu tutto quello che Koji riuscì a dire.

"Tranquillo... lo... lo immaginavo... cioè, no scu... scusa..." allora anche a lui passava la voglia di scherzare, ogni tanto?

"Avete finito?" finalmente Sephiroth riprese la parola "Ho sempre detto al comandante di non ormeggiare troppe navi intorno al Wu Tai. Mi chiedo chi sarà il prossimo comandante assegnato qui."

"Se non altro a lui non dovrai più ripeterlo."

"Pianatala di fare battute, imbecille! Ma perchè cazzo non te ne sei rimasto a Gongaga ad arare i campi? Cos'era quello? Cosa diavolo era?"

"Un eone" constatò semplicemente Cloud.

"Esatto. Il più potente eone del Wu Tai. Leviathan, Signore degli Oceani. Dico bene, Tanaka?" ma quando Sephiroth si voltò, Nicholai Tanaka era scomparso.

"Oh." chissà perchè, non sembrava sorpreso.

"Ni-Nicholai?" la verve comica di Zack andava e veniva "Cloud?" chiamò infine, come per cercare sicurezza nella freddezza di lui. Che però, ora, sembrava decisamente agitato.

"Non so... comuque... indietro non si torna...

"MAGNIFICO! Siamo tagliati fuori dal mondo! Le altre squadre sono sparite! Uno dei nostri ci ha tradito... o magari, è solo tornato alle sue origini, giusto? Magari, stasera se ne starà nella Capitale Imperiale a-"

"KOJI, STA ZITTO!!!" esplose Cloud "Non ti rendi conto di nulla! Tanaka può essere stato preso dal nemico!"

"Preso dal nemico? Era qui, un secondo fa! Si può uccidere qualcuno senza produrre un gemito?" lui stesso si zittì, dopo quella domanda: In effetti, era proprio quello a cui avevano assistito poche ore prima, ben sessanta persone erano morte senza neanche accorgersene.

"Non intendo solo questo! Ti rendi conto che siamo con il signor Sephiroth? Sono sicuro che torneremo a casa sani e salvi... anzichè tremare come una foglia, pensa all'esame! E' quasi sera e non ho visto uno straccio di invocatore!"

"Hai... hai ragione... che dobbiamo fare, caposquadra? Ci ritiriamo?"

"Il prossimo incrociatore arriverà domani mattina. Abbiamo tutto il tempo per trovare un invocatore e ucciderlo. Naturalmente non avrà alcun senso se sarò io a farlo... comunque finora ho cercato di non intervenire per vedere come ve la cavavate. Direi che siete un disastro. Forse è meglio tornare in spiaggia e aspettare. Mi sembra che l'unico che può passare l'esame sia Tanaka."

"Tanaka? Tanaka è scappato!" insistè Koji.

"No, è ancora qui, non-" Sephiroth interruppe bruscamente il discorso. Guardava intorno con aria circospetta.

"E' salita la nebbia" concluse.

"Che palle!" precisò Zack.

"E' troppo fitta... e troppo veloce. E innaturale." osservò Cloud.

L'aveva capito subito. Gli aveva fatto tornare in mente Nibelheim...

Da un lato, i Monti Nibel, aguzzi, sinuosi, lucidi, nerissimi... e pericolosi. Ma si diceva che dentro le montagne splendessero di color smeraldo e oro, e la roccia si muoveva come se respirasse... Cloud sapeva che era vero, la mattina presto usciva di casa e andava a spasso per i monti, marinando la scuola. Ma questo significava litigare a morte con sua madre...

Dall'altro, il Foscorivo, il fiume che separava l'area di Nibelheim dai Canyon a sud. Era come una ferita in mezzo alla terra erbosa, che sgorgava nebbia: un enorme sentiero di nebbia compatta, che rendeva impossibile vedere l'acqua del fiume. Ma se non altro, lì niente mostri. Poteva andarci quando voleva... cioè, sempre.

Aveva imparato a memoria i movimenti della nebbia. Rivederla adesso, improvvisamente lo fece dubitare. Davvero era a suo agio, lì, o forse aveva nostalgia di casa, della mamma, di Tifa, del Foscorivo? Davvero si trovava a suo agio nella guerra? Esisteva, poi, un uomo che stesse a suo agio nella guerra?

Ma la seconda constatazione era che quella nebbia non era affatto naturale. Nè era naturale quello che ne venne fuori.

Una ragazza giovanissimavestita di rosa, con un mazzo di fiori in mano, avanzava verso Zack.

"No... non puoi essere tu... tu sei a Midgar... oppure sei tu? Sì, sei tu... Aeris..."
  
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