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Autore: Yuphie_96    24/12/2016    1 recensioni
Mana, Neah ed Allen Walker.
Tre uomini che, per colpa del destino, non hanno mai potuto essere una famiglia felice.
In questa fiction invece si può scoprire come sarebbero potuti essere, secondo me, le loro vicende se fossero stati uniti, senza misteri e senza guerre ad intromettersi tra di loro, vivendo come una famiglia normale...o quasi.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Altro personaggio, Mana Walker, Neah/Quattordicesimo
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolino della Robh: eccomi di nuovo qui! Come avete notato non ho pubblicato nello stesso giorno, ebbene questa volta non ho un appuntamento fisso anche se la storia è completa, insomma farò degli attacchi a sorpresa u.u.
Questo l'ho fatto volutamente, per potervi augurvi a tutti un Buon Natale! <3
Buona lettura adesso ;)
Ps: in questo capitolo farà la sua comparsa Allen che, per motivi frivoli, ho deciso di tenere con i capelli bianchi, e pure Tyki, siccome è uno dei miei preferiti ho deciso di metterlo come prima comparsa dei Noah.

 

La villa che si stagliava davanti a loro era immensa, molto più di alcuni tendoni che avevano visitato. Il portone di legno aveva una maniglia di metallo lucido con una strana forma di zucca, forma che ritornava anche nei vasi che si vedevano appesi alla finestre, per il resto assomigliava a tutte le altre ville che gli erano accanto: con i muri bianchi immacolati, le finestre che quasi luccicavano nella leggera luce di quel giorno di fine Ottobre, i fiori freschi dentro i vasi che mandavano un bel profumo e, se allungavano un attimo lo sguardo, riuscivano a scorgere un pezzo del giardino di dietro, pieno di cespugli di rose rosse.
Ma quell’aspetto tranquillo non convinceva il più piccolo dei due visitatori.
“Mana, torniamo al circo! Non voglio entrare!”
Urlò il bambino dai capelli bianchi e il vestito da piccolo pierrot, che teneva la mano ad un ragazzo che si avviava verso i trent’anni, vestito elegante che copriva con un giaccone, con i lunghi capelli castani legati in una coda bassa dietro la schiena.
Mana si abbassò, inginocchiandosi all’altezza del bambino e gli sistemò il grande guanto che gli copriva la mano sinistra.
“Allen ti ho già detto che per me è un incontro importante, voglio farti conoscere tuo zio”
Il più piccolo gonfiò le guance e si tuffò nel petto del suo padre adottivo.
“Non ho bisogno di uno zio, ho già te!”
Mana sorrise e gli accarezzò i capelli.
“Ti voglio bene anch’io”

Da dentro la villa però, c’era qualcuno che non condivideva quel loro pensiero.
“Perché diavolo ci mette così tanto?!”
Urlò Neah, indispettito, mettendo i piedi sul tavolo e rubando uno dei biscotti che i camerieri avevano portato per il thè.
Tyki lo guardò male.
“Un po’ di educazione a tavola”
Gli ricordò, ma Neah in risposta si rubò un altro biscotto.
Joyd cercò di trovare un appoggio almeno nel Conte, seduto a capo tavola, ma lo ritrovò a ridacchiare.
“Neah-pon cerca di calmarti, Mana-pon non ha mai saltato un appuntamento quindi dobbiamo presumere che abbia solo avuto qualche problema con la sorpresa che ti ha accennato l’ultima volta”
Disse il Conte, calmando almeno un po’ l’irritazione del Quattordicesimo.
Neah infatti tirò giù i piedi dal tavolo, con molta soddisfazione da parte di Tyki, e si sedette composto, iniziando ad immaginare cosa potrebbe avergli portato il fratello.
Lo scoprì poco dopo, quando suonò il campanello fu il primo a scattare verso la porta, ignorando il commento di Tyki e i camerieri che stavano già iniziando ad incamminarsi.
Aprì la porta sempre più entusiasta e trovò davanti a lui il suo Mana.
Con uno sgorbio attaccato alla sua gamba.

Mana non sapeva davvero se piangere o ridere, come stava facendo il Conte da quando erano entrati nella sala da thè, per la situazione che gli si parava davanti.
Lui era seduto a capo tavola, al lato opposto a quello del Conte, alla sua destra c’era il piccolo Allen mentre alla sua sinistra si trovava Neah, che a sua volta aveva accanto Tyki, il quale forse era l’unico davvero tranquillo.
Il problema erano gli sguardi di malcelato odio che si stavano scambiando il bambino e il Quattordicesimo.
Quest’ultimo, appena aveva visto Allen attaccato alla gamba del suo fratello, aveva capito che il piccolo era entrato nel suo spazio (alias Mana stesso) e cercava di prenderne possesso senza  il suo permesso. Ma avrebbe trovato pane per i suoi denti, poco ma sicuro.
Dal punto di vista di Allen invece, quel famigerato zio voleva solo portargli via Mana, il suo papà. Gliel’avrebbe impedito a costo di morire nell’impresa.
E da qui partivano gli sguardi pieni d’odio, mentre il piccolo mangiava i biscotti e l’altro beveva il suo thè.
Mana sospirò, portandosi una mano al volto.
La situazione non migliorò per niente quando si spostarono nell’altro salotto e il Conte e Tyki decisero di lasciare la famiglia da sola, per potersi raccontare le novità del periodo in cui non si erano visti.
Ma le occhiatacce non finirono, anzi, Allen, che sedeva al posto di onore accanto a Mana, decise di aggrapparsi al braccio del genitore, facendo innalzare l’aura omicida del Noah seduto davanti a loro.
"Allora…come vanno le cose con i Noah?”
Chiese Mana per smorzare la tensione.
“Benissimo grazie”
Rispose Neah, non distogliendo lo sguardo dal bambino.
“Capisco…sai che Allen è davvero bravo come pierrot? Credo che abbia grandi potenzialità, quando sarà grande non sarà un problema per lui trovare un circo dove trasferirsi, anche in maniera fissa magari”
Continuò Mana, smorzato nuovamente dal fratello.
“Si…nel circo delle pulci”
A quel commento acido anche Allen non si risparmiò, facendogli una dignitosa linguaccia.
Fu allora che Mana decise, saggiamente, di battere in ritirata, addicendo come scusa che doveva usare la toilette.
Ed i due, finalmente soli, iniziarono a dar voce alle loro ragioni.
“Stai lontano da Mana!”
Urlò il bambino, incrociando le braccia al petto.
“Ah? Chi ti credi di essere, piccolo sgorbio? Io sono suo fratello, non starò mai lontano da lui! Tu piuttosto, stagli alla larga!”
“è il mio papà!”
“Non avete legami di sangue!”
“Però passa più tempo con me che con te!”
A quella stoccata Neah dovette per forza battere in ritirata.
Guardò male Allen e passò alle mani…ma non in maniera violenta, altrimenti Mana non glielo avrebbe mai perdonato sospettava.

“Che ci fate voi due davanti alla porta?”
Chiese Mana, davvero al limite della pazienza.
I due citati, il Conte e Tyki, si spostarono, di poco perché sennò si perdevano il pezzo clou, dalla porta del salotto.
“Ovviamente per tenere d’occhio Neah-pon e il piccolino mentre tu non c’eri, bisogna preoccuparsi per i membri della propria famiglia Mana-pon”
La risposta del Conte sembrava tanto una scusa…ma purtroppo il pierrot non aveva le prove per dimostrarlo.
Tyki intanto, indicò la porta con il pollice.
“Non si sente niente da cinque minuti buoni, o Neah ha ammazzato il piccoletto o il piccoletto ha soffocato Neah”
“E non siete intervenuti?!”
Urlò Mana, correndo preoccupato verso la porta.
“Non è la nostra famiglia”
Ribatterono in coro i due Noah.
“E il discorso di prima?!”
“Quale discorso, Mana-pon?”
Chiese il Conte, facendo lo gnorri.
Mana si morse il labbro per non bestemmiare, era un genitore e doveva dare il buon esempio ad Allen…sempre se il suo bambino fosse stato ancora vivo, pensò aprendo di scatto le porte del salotto.
Una cascata di piume gli arrivò dritta in faccia.
In mezzo alla stanza, Neah ed Allen avevano il fiatone, in mano avevano due cuscini ciascuno e i capelli pieni di piume, gli sguardi che mandavano scintille.
“Beh…almeno non si sono ammazzati”
Mormorò Tyki, accendendosi una sigaretta.
“Tyki-pon non fumare davanti ad un bambino”

I tre decisero di lasciarli sfogare…per tutta la giornata, quando si trattava di Mana i due Walker erano pronti a tutto.
Fu Allen a cadere addormentato alla fine, troppo stanco perfino per dichiarare pausa, i capelli chiari pieni di piume altrettanto candide e il visino rosso e rilassato.
“Almeno stasera dormirà senza incubi”
Sussurrò Mana prendendolo in braccio, pronto a tornare al circo con lui.
“Tsk, pappamolle”
Borbottò Neah, i capelli messi peggio di quelli del bambino e un segno di morso sulla guancia.
“Intanto quello lo ha fatto lui, vero?”
Chiese Tyki, con un ghigno.
“Silenzio!”
“Grazie per essere venuti a farci visita Mana-pon”
Mormorò il Conte avvicinandosi al pierrot che stava davanti alla porta di casa.
“Grazie a voi, avrei voluto parlare di più con Neah ma suppongo che questi due debbano ancora imparare a conoscersi”
“Sarà solo questione di tempo, ve-“
“Conte?”
Chiamò Tyki.
Il Primo dei Noah si era avvicinato ai due sulla porta per accarezzare una guancia di Allen, improvvisamente però si era bloccato, irrigidendo tutto il corpo, osservando la mano rossa del bambino scoperta e ben in vista.
“Quella croce…”
Sussurrò appena, con voce rabbiosa.
Mana strinse di più suo figlio a sé mentre gli altri due Noah si fecero sull’attenti.
“Innocence!”
Urlò il Conte.
“Hai portato dell’Innocence in casa mia, traditore!”
“Allen ci è nato con questa mano, non sapevo che fosse Innocence!”
Rispose Mana, facendo scudo al bambino.
“Allora glielo taglieremo”
Sibilò Tyki, già pronto ad avventarsi sui due.
Prima che potesse fare una mossa però, Neah gli aveva già portato la mano al collo, pronto a spezzarglielo se il portoghese avesse fatto una mossa di troppo.
“Ti ho già ucciso una volta Joyd, non costringermi a farlo una seconda”
Bisbigliò con voce cattiva ed occhi gelidi.
“Nessuno di voi due toccherà Mana o Allen”
Continuò, spostando lo sguardo sul Conte.
“L’Innocence è nostro nemico, Neah-pon, cosa farai se questo bambino diventerà un esorcista?”
Chiese quello.
“Non lo farà, Allen non ci farà mai del male”
Rispose il Quattordicesimo, sicuro delle sue parole.
“Perché?”
Domandò Tyki, con voce roca.
Neah lo lasciò andare e si avvicinò al fratello, accarezzando leggermente i capelli del piccolo, posandogli poi un bacio sulla fronte, sotto lo sguardo pieno di felicità ed amore di Mana.
“Perché siamo una famiglia, e le famiglie non si tradiscono mai”
La sicurezza negli occhi di Neah fece rilassare anche il Conte e Tyki che gettarono l’ascia di guerra, promettendo a Mana che sarebbero andati a vedere lui ed Allen al circo.

“Siamo una famiglia eh?”
Chiese Mana, una volta fuori di casa con il fratello.
Neah fece una smorfia.
“Beh, ha la stoffa dello zio…”
“Certo certo”
Le risate di Mana coinvolsero anche Neah, e guidarono la mente dormiente del piccolo Allen verso dolci sogni.

   
 
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