Anime & Manga > D.Gray Man
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Autore: Melitot Proud Eye    24/05/2009    1 recensioni
Non ne aveva la più pallida idea e, a dire il vero, cominciava a sospettare che “Allen” non fosse un’entità congruente. Anzi, forse non esisteva affatto.
Raccolta di drabbles e flashfics a sfondo generale, romance e introspettivo. Compariranno probabilmente un po' tutti i personaggi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker, Lenalee Lee, Rabi/Lavi, Road Kamelot | Coppie: Allen/Lenalee
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Nota: ecco che torno ad aggiornare... è passato un po' di tempo, vero? Purtroppo tutte le vicissitudini del manga (che adesso è stato nuovamente sospeso - non se ne arriva proprio a una) mi hanno fatto veleggiare verso altri titoli, zittendo l'ispirazione. Però mi sono accorta di avere ancora questa breve flash da pubblicare e mi son detta "perché no"? Sepolta in un file word non produce molto; magari così farà piacere a qualcuno, anche solo quei due minuti necessari per leggerla.
Naturalmente, warning per l'angst ^^;
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#17
Poi, un bel giorno...




La prima volta che accadde, il dolore si mescolò alla sofferenza di altre ferite senza lasciar traccia di sé, come un mulinello fra le acque di un fiume in piena. Se avesse riconosciuto quel malessere, forse non avrebbe trovato la forza morale per guarire.
E ancora non sapeva decidere se fosse un bene o un male.
Quando osservava gli amici e i luoghi cari, si convinceva di potercela fare. Poteva ancora lottare. Insieme a loro, la sua forza avrebbe avvicinato l'umanità alla salvezza, raschiando via un piccolo pezzo del potere nemico ogni giorno.
Ma le notti in cui scompariva, seminando Link e i compagni per rifugiarsi in uno scantinato, in qualche soffitta, lontano dagli occhi del mondo, capiva.
Agonizzante sul pavimento, mentre la testa sembrava volerglisi aprire, si rendeva conto d'essere un illuso. La sconfitta avanzava – strisciando, ma costante. E non si sarebbe trovato modo di fermarla né in cielo né in terra.
Era per quello che il Quattordicesimo ghignava dal retroscena piombino degli specchi.
Per quello gli parlava...
Per quello parlava con la sua voce. Era accaduto una volta sola, ma Allen aveva già richiuso la bocca quando s'era accorto dell'orrore, della sconvolgente impotenza.
L'avrebbe detto agli altri? A qualcuno?
Non credeva.
Non poteva, non mentre sorridevano e scherzavano addobbando la sala comune, i corridoi, le camere. A che sarebbe servito, del resto? Preferiva che ricordassero i suoi ultimi giorni come attimi di inconsapevole serenità, un po' stanchi, magari, e sciupati, ma sommersi di festoni e ciambelle allo zenzero.
Poi, all'improvviso, un bel giorno tutti i portali dell'Arca bianca si sarebbero chiusi, lui sarebbe sparito e, con un po' di fortuna, nessuno avrebbe mai più sentito parlare di Conti e di Noah.
Allen Walker avrebbe fatto buon uso dei suoi ultimi istanti di coscienza – quel delicato equilibrio di umanità e onnipotenza che Rhode, per noia, gli aveva descritto. Sarebbe riuscito a percorrere quel filo in delicato equilibrio sino alla risoluzione migliore, lo giurava.
Poteva essere vigliacco di fronte agli addii... ma non temeva di pagare un prezzo così alto, per loro.

   
 
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