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Autore: Nami93_Calypso    25/12/2016    1 recensioni
Dal testo:
"-Sai, molti radurai ricordano qualcosa del Natale-
Bibi si voltò a guardarlo, incuriosita. Le piaceva sempre conoscere cose sul passato della Radura e dei radurai di cui ancora non sapeva molto essendo lì da relativamente poco.
-Avevamo anche pensato di festeggiarlo una volta all’anno, come è giusto che sia, ma Law ha detto che non era il caso- spiegò, sollevando gli occhi sull’albero che li sovrastava –Dice che non ha senso celebrare una festività di una società cui non apparteniamo, una società che ci ha rifiutato e che, per quanto il senso del Natale sia gioioso e felice, potrebbe portare malinconia e nostalgia a noi che siamo confinati qui-
[...]
-Vedo che anche il diligente Intendente dei velocisti disobbedisce agli ordini ogni tanto- fece Bibi con tono canzonatorio."
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Questa storia partecipa al contest “Christmas Game! Puzzle Time!” a cura di Fanwriter.it!
(Questa One Shot è collegata alla long "Il Labirinto")
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nefertari Bibi, Sabo
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game! Puzzle Time!” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 1383
Prompt/Traccia: Natale in un futuro distopico



Angolo di Calypso
Buon giorno e buon Natale a tutti!
Ho voluto scrivere e pubblicare questa storia oggi per agurare un buon Natale a tutti quanti :)
Mi raccomando, mangiate e bevete come se non ci fosse nessuna bilancia domani! Ahahah
La storia è collegata alla mia long Il Labirinto (
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3544215&i=1), ovvero la situazione, i personaggi, la storia in sè sono gli stessi ma diciamo che è ambientta in un universo parallelo in cui gli eventi narrati nella long non stanno avvenendo, in cui Bibi trascorre un po' più di tempo nella Radura e non ci sono tutti i casini che ci sono nella long. Spero di essere riuscita a spiegarmi ahah.
Ci tenevo a pubblicarla oggi quindi l'ho scritta un po' in fretta e potrebbero essermi sfuggiti degli errori nella rilettura perciò se ne trovate fatemeli notare che provvedo a correggerli :)
Oltre che un augurio per tutti questa storia è un regalo in particolare a coloro che seguono la long nella speranza che anche questa OS vi piaccia :)
Buone feste a tutti! <3



 

Natale nel Labirinto

Si rigirò nelle coperte per l’ennesima volta. Quella notte il sonno non voleva proprio saperne di coglierla.
Sbuffò scostandosi le coperte di dosso il tanto che bastava per liberare le braccia e portare le mani a strofinarsi il viso stanco ma che proprio non riusciva ad assopirsi.
Decise di alzarsi pur di fare qualcosa. Restarsene lì sdraiata senza riuscire a far nulla era insopportabile.
Si alzò dal letto evitando di far rumore per non svegliare le sue compagne di stanza, Nami e Rebecca, e si richiuse piano la porta alle spalle.
Percorse le scale che la condussero al piano terra del Casolare per aggiungere la cucina dove si verso un generoso bicchiere d’acqua.
Si appoggiò al lavello mentre sorseggiava e guardò fuori dalla finestra.
Intorno a lei regnava il silenzio. Poche persone dormivano nel Casolare, la maggior parte dei radurai preferiva dormire all’aperto dato che il clima in quel luogo era sempre mite e piacevole.
Mentre fissava all’esterno dell’edificio con la mente persa in chissà quali pensieri un bagliore la colse. Aggrottò le sopracciglia e aguzzò lo sguardo per mettere a fuoco una luce che proveniva dalla foresta in uno degli angoli della Radura.
Non riusciva proprio a capire cosa fosse da quella distanza.
Ma era strano che ci fosse una luce accesa a quell’ora in quel luogo.
Non pensava fosse qualcosa di pericoloso. Non potevano certo essere i Dolenti, avrebbero sicuramente fatto sentire la loro presenza, ma poteva darsi che qualche raduraio avesse distrattamente lasciato una candela accesa o qualcosa di simile nella foresta. In quel caso sarebbe stato un bel rischio, poteva andare tutto a fuoco!
Decise di uscire per accertarsi che non vi fosse nessun percolo imminente.
Si mosse con circospezione nella Radura perché, per quanto la sua ragione le dicesse che non correva alcun pericolo dato che a quell’ora le Porte del Labirinto erano chiuse, l’istinto di sopravvivenza le diceva di stare all’erta.
Giunse al piccolo bosco e fece pochi passi prima di trovare quel che stava cercando, guidata da quel bagliore.
Si nascose dietro il tronco di un albero ad osservare. Davanti a lei stava una persona di spalle, un ragazzo, con di fianco una lampada ad olio poggiata per terra, e davanti a lui un albero leggermente più basso degli altri sul quale il raduraio aveva posto delle… decorazioni?!
A un filo aveva attaccato delle foglie gialle e rosse e l’aveva poi avvolto attorno all’albero, sparse tra i rami aveva appeso delle palline di carta stagnola.
La ragazza corrugò le sopracciglia e si sporse per seguire meglio i gesti del ragazzo ma, nel farlo, schiacciò un rametto secco che era poco distante dal suo piede producendo così un rumore che fece voltare il raduraio.
-Chi è?- domandò quello scrutando nel buio, con tono deciso e coraggioso e non intimorito e spaventato come lei si sarebbe aspettata in quella situazione.
Lo riconobbe: era Sabo.
-Sono io- fece, uscendo dal suo nascondiglio con le mani sollevate ai lati del viso per evitare di spaventarlo.
-Ah, pive!-
A un’occhiataccia della ragazza si corresse immediatamente.
-Cioè, Bibi- soffocò appena una risatina –Che ci fai qui a quest’ora?-
-Bè, potrei chiederlo io a te- rispose lei osservando il suo operato –Avevo visto una luce e sono venuta a controllare che non vi fosse niente di strano-
Il biondo voltò a suo volta lo sguardo verso l’albero addobbato.
-Sabo…- sentì sussurrare alla ragazza alle sue spalle –Cos’è questo?-
Sospirò lievemente prima di voltarsi verso di lei.
-Se ti dico “Natale” ti viene in mente qualcosa?-
A quella parola una fitta di mal di testa la colse, il consueto mal di testa che provava ogni volta che entrava in contatto con qualcosa di familiare ma che non poteva ricordare a causa dell’amnesia che affliggeva tutti quando erano arrivati nella Radura.
Delle immagini presero forma davanti a lei: dei pacchi regalo, degli abbracci, sorrisi sinceri, un fuoco scoppiettante in un camino, l’albero di Natale. Sorpresa alzò gli occhi su Sabo e su ciò che gli stava accanto.
-È un albero di Natale?!- chiese in un sussurro.
Il biondo annuì sorridendo.
Quasi istintivamente la ragazza si sedette di fronte a esso e si perse a guardare quei materiali essenziali che il ragazzo aveva utilizzato per decorarlo. Doveva dire che aveva fatto un ottimo lavoro, era molto somigliante.
Il ragazzo si sedette vicino a lei prima di parlare.
-Sai, molti radurai ricordano qualcosa del Natale-
Bibi si voltò a guardarlo, incuriosita. Le piaceva sempre conoscere cose sul passato della Radura e dei radurai di cui ancora non sapeva molto essendo lì da relativamente poco.
-Avevamo anche pensato di festeggiarlo una volta all’anno, come è giusto che sia, ma Law ha detto che non era il caso- spiegò, sollevando gli occhi sull’albero che li sovrastava –Dice che non ha senso celebrare una festività di una società cui non apparteniamo, una società che ci ha rifiutato e che, per quanto il senso del Natale sia gioioso e felice, potrebbe portare malinconia e nostalgia a noi che siamo confinati qui-
Law aveva sempre ragione grazie alla sua smisurata razionalità, non a caso era stato eletto capo, ma Bibi si chiese se ne avesse anche in quell’occasione. Una parte di lei capiva il pensiero del medicale ma un’altra parte, quella che se ne stava seduta davanti a un bizzarro albero di Natale con gli occhi sgranati dalla meraviglia come una bambina, la pensava diversamente.
-Vedo che anche il diligente Intendente dei velocisti disobbedisce agli ordini ogni tanto- fece Bibi con tono canzonatorio.
-Colpevole!- rise il biondo prima di ricomporsi –So che non avrei dovuto ma non ho proprio resistito…-
Fece un pausa prima di riprendere. Bibi lesse una nota di imbarazzo nella sua voce.
-In realtà lo faccio tutti gli anni. Grazie alle mappe ho tenuto il conto dei giorni e, se considero il primo giorno in cui siamo arrivati qui come il primo gennaio, so perfettamente quando cade il 25 dicembre-
La turchina sorrise davanti a quella rivelazione. Quindi era il terzo anno che il biondo se ne andava di nascosto nel bosco a festeggiare il suo Natale. Non poteva certo giudicarlo per quella mancanza, se così poteva essere considerata.
-Sai cosa ricordo di più del Natale?- proseguì lui, sorridendo come un bambino.
-Cosa?- lo assecondò lei, sorridendo a sua volta.
-La neve e il freddo che s prova quando nevica di notte-
Bibi chiuse gli occhi e riuscì a immaginarla.
Inspiegabilmente si immaginò lei seduta davanti a un camino che guardava fuori dalla finestra e lì fuori, al buio, Sabo che giocava con la neve.
Sorrise di fronte a quell’immagine.
Si sforzò di ricordare altre cose del Natale. Oltre a ciò che aveva già pensato le venne in mente una cosa nuova: il vischio.
Istintivamente sollevò lo sguardo sopra la sua testa e trovò una pigna appesa proprio sopra di loro.
Ricordava vagamente che il vischio era una pianta che si appendeva al soffitto ed era legata a una qualche tradizione. Si sforzò maggiormente per ricordare quale fosse.
Dopo qualche secondo, rassegnata, abbassò di nuovo lo sguardo. Nel farlo notò che Sabo aveva compiuto gli stessi movimenti: aveva alzato gli occhi sulla pigna e ora li stava abbassando.
Nel momento in cui si trovarono faccia a faccia, a pochi centimetri di distanza, Bibi ricordò: chi si trovava sotto il vischio doveva baciarsi.
A quel pensiero sentì le sue guance e le sue orecchie avvampare nonostante l’aria mite e, inspiegabilmente, Sabo fece lo stesso. Possibile che anche lui stesse pensando alla medesima cosa nello stesso momento?
Era una situazione a dir poco imbarazzante. Loro due seduti vicini sotto un metaforico vischio in un momento di intimità emotiva.
La turchina sentì la necessità di fuggire.
-Si è fatto tardi!- esordì, alzandosi in piedi, con un tono di voce più stridulo di quanto avrebbe voluto.
Sabo la seguì e si alzò anche lui.
-È meglio se andiamo a riposare. Sai tu domani hai un po’ di cose impegnative: il Labirinto, i Dolenti…- spiegò mentre già si allontanava di qualche passo.
-Già, hai ragione- borbottò lui grattandosi la nuca con fare imbarazzato.
-Allora buona notte- lo salutò lei con un sorriso tirati avviandosi verso l’uscita del bosco.
-Bibi-
Sentendosi richiamare si fermò e si voltò.
-Buon Natale-
Sabo le sorrise e lei non potè fare a meno di fare altrettanto.
-Buon Natale, Sabo-
   
 
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