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Autore: EmsEms    25/12/2016    2 recensioni
A partire da quel giorno avevano cominciato a frequentarsi e, prima che potessero prenderne coscienza, erano una coppia: Tendou rubava la panna dai suoi dessert e Ushijima ritagliava coupon dalle sue riviste di manga.[...]
AKA la fic-regalo per la mia beta
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Wakatoshi Ushijima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon Natale popolo!

 

Avete presente quando sostenevo che il fluff non faceva per me? Beh, è Natale, e mi sono concessa tenerezze perfino io, Ems dal Cuore di Ghiaccio. Me le sono concesse prevalentemente perché questa non è una fic come le altre: è la prima fic-regalo che abbia mai scritto. La destinataria è la mia beta-patata _Noodle, che abita troppo lontano perché io possa consegnare un vero e proprio regalo materiale.

Spero che piaccia anche a voi, sebbene sia cortissima :3 Non esitate a dirmi cosa ne pensate!

 

Inizialmente l'avevo etichettata rating rosso, ma sono passata all'arancione e ho deciso di non pubblicare un secondo capitolo perché sono un tantinello giù di tono e ho un blocco di scrittura immenso, dato dalla mancanza di motivazione e screzi vari con amicizie.

 

Scusate se non sono riuscita a mantenere la promessa, spero che si riveli gradevole alla lettura anche così 'mutilato'.

 

PS essendo per la mia beta, questa fic non è passata sotto le mani della suddetta, quindi può darsi che ci siano centinaia di errori. Se ne trovate fatemelo sapere nei commenti, grazie <3

 

PSS spero di non essere andata troppo OOC.

 

* * *

 

 

 

A Tendou il Natale piaceva. Gli era sempre piaciuto e gli sarebbe sempre piaciuto. Quel Natale però era particolarmente speciale, perché lo avrebbe passato con qualcuno che era entrato a pieno titolo nella sua vita sentimentale ( dopo anni di corteggiamento spesso frainteso per mera amicizia dall'oggetto delle sue attenzioni).

Alla cerimonia di fine anno Tendou, esasperato dall'ingenuità di Ushijima, si era confessato. Wakatoshi aveva impiegato una buona decina di minuti prima di degnarlo di una risposta e dal tono della sua voce Satori aveva dedotto che non fosse ancora del tutto convinto che Tendou intendesse quello che aveva appena detto. Il rosso era stato tentato dal baciarlo lì, in quell'istante, ma si era trattenuto: sebbene la squadra fosse a conoscenza della sua cotta millenaria per Ushijima Wakatoshi, gli studenti dell'Accademia Shiratorizawa ne erano ancora del tutto ignari.

'Tendou, sono un uomo' aveva affermato Wakatoshi con tono apprensivo, scrutando la sua persona in cerca di sintomi di una possibile febbre.

'Mi sorprenderebbe scoprire il contrario' aveva scherzato Satori, preparandosi mentalmente a un rifiuto.

'E a te sta bene?' Si era assicurato Wakatoshi, visibilmente turbato.

'Senti, Wakkun, sono gay. Totalmente, irrimediabilmente gay.'

Satori non era sicuro che Ushijima conoscesse il termine, ma era sicuro di aver espresso il messaggio con chiarezza. Dopo un paio di minuti, Ushijima era finalmente giunto al verdetto finale. 'Ok'.

Quelle semplici due lettere avevano fatto ripartire il cuore di Tendou, fermo in attesa di una risposta. Aveva ripreso subito a pompare sangue, facendo riacquistare colore al pallore caratteristico di Satori. A partire da quel giorno avevano cominciato a frequentarsi e, prima che potessero prenderne coscienza, erano una coppia: Tendou rubava la panna dai suoi dessert ( anche se non c'era nessun bisogno di agire clandestinamente, visto che lo stesso Wakatoshi gli avrebbe concesso l'intera fetta, se l'avesse chiesta) e Ushijima ritagliava coupon dalle sue riviste di manga. Il giorno del suo compleanno, Ushijima si era presentato davanti al suo nuovo, angusto appartamento a Tokyo. Sdraiati sul futon, dopo aver fatto l'amore un migliaio di volte, accarezzando timidamente le sue guance arrossate, gli aveva chiesto di andare a convivere.

Tendou non si era tirato indietro.

 

"Shirabu-kun" trillò Satori, appoggiandosi allo stipite della porta. Il biondo gli rivolse uno sguardo tagliente, mano ancora stretta intorno al chiavistello.

"C'è Semisemi?"

"Sì. E sai chi altro c'è?"

Tendou sorrise, un sorriso mellifluo e spaventosamente inquietante.

"Un'adorabile palla di pelo alta così?" Tirò ad indovinare Satori, mimando l'altezza con un breve gesto della mano. Shirabu schioccò la lingua, irritato.

"Adorabile palla di pelo proprio per un cazzo. Quel demone si è mangiato due carica batterie del telefono e ha rosicchiato le gambe del tavolo" sbottò Shirabu, parandosi davanti all'entrata. Sembrava non avere nessuna intenzione di spostarsi per lasciare passare il rosso.

"Chi è?" Chiese una voce alle spalle dell'ostile ex alzatore.

"Satana" rispose acido Shirabu.

"Se è venuto a ritirare il suo sottopposto fallo entrare."

Shirabu emise un lungo sospiro, rivolgendo gli occhi al cielo e scostandosi dal ciglio della porta. Prima che Tendou potesse scorgere il secondo inquilino dell'appartamento, il suo 'regalo di Natale' per Wakatoshi gli si fiondò fra le gambe, emettendo una serie di gioiosi ululati.

Satori si chinò sul cucciolo e quest'ultimo ne approfittò per rotolare a pancia in su sul pavimento, in attesa di coccole che non tardarono ad arrivare.

"Tendou" lo salutò Semi, facendo la sua comparsa nel corridoio.

"Semisemi" sorrise Satori, continuando a grattare la pancia dello scodinzolante 'regalo'.

"Shirabu ha minacciato di sbattermi fuori con il cane" lo informò Eita, aria grave.

"Non lo farebbe mai, ti ama troppo" ridacchiò Tendou, osservando i fallimentari tentativi del cucciolo di leccare la mano che lo stava accarezzando.

"Credimi quando ti dico che ne è capace" ritorse Eita.

Satori diede un'ultima, sonora pacca al bastardo e si alzò.

"Beh, Natale è domani, ma penso che un regalo in anticipo non guasterà l'atmosfera."

Shirabu, nell'attraversare il corridoio, diede una violenta spallata a Tendou. "Se questa creatura degli inferi non è fuori da casa mia entro stasera, passerete il Natale all'ospedale" concluse il biondo, sparendo dietro la porta della cucina.

Una volta che si fu dileguato, Eita invitò Tendou a sedersi su uno dei cuscini disposti intorno al kotatsu. Il cane trotterellò dietro ai due, saltando in grembo a Tendou quando si fu seduto.

"Si comporta così, ma stamattina l'ho beccato ad accarezzarlo" gli rivelò Eita, l'ombra di sorriso sulle labbra.

"Ho pensato di prendergli un cane anche io, ma i condòmini hanno messo in chiaro che non vogliono animali domestici nell'edificio. E' un miracolo che non si siano ancora lamentati per questo casinista qua" commentò Eita, giocherellando con un orecchio del cucciolo. Tendou osservò il suo piccolo divoratore di tecnologie dimenarsi furiosamente per riuscire ad addentare la mano che ghermiva il suo orecchio.

"Come hai deciso di chiamarlo?"

Tendou scrollò le spalle.

"Lo deciderà Toshi, è il suo regalo" rispose semplicemente, carezzando la pelliccia soffice del cane. Era un bastardo color miele, con un po' di labrador nel sangue e gli occhi vispi che promettevano notti insonni. Eita lasciò l'orecchio che stava tormentando ed incrociò le braccia sul petto, annuendo. Shirabu insisteva a non voler festeggiare il Natale. La trovava una 'stupida festa occidentale per coppiette', ignorando del tutto il fatto che lui ed Eita fossero a tutti gli effetti una coppia. Da due anni e mezzo. Il biondo fece la sua entrata nella stanza, brandendo un vassoio e sfidando con uno sguardo minaccioso il cucciolo ad avvicinarlo. Quest'ultimo era troppo preso dal bucare il maglione di Tendou per degnare Shirabu della sua attenzione. Satori lasciò che il cane gli masticasse il capo d'abbigliamento: il suo guardaroba punk era già abbastanza pieno di buchi e strappi intenzionali perché la cosa lo turbasse.

"Tè" borbottò l'ex alzatore, appoggiando il vassoio sul tavolo.

"Perché vuoi regalare un cane ad Ushijima-senpai? Ha già te a giro per l'appartamento, dubito che voglia prendersi cura di un altro animale esagitato" commentò sarcasticamente il biondo, sopracciglio inarcato.

"Beh, Wakkun adora i cani."

Eita e Kenjirou mostrarono cenni di profonda curiosità a quell'affermazione, inclinandosi verso l'interlocutore in attesa che adducesse prove a quella sua audace tesi. Nessun membro della Shiratorizawa era mai riuscito a penetrare oltre la facciata di ostinata cortesia del loro capitano, di conseguenza nessuno sapeva cosa Ushijima 'adorasse' e cosa 'odiasse', in campi diversi da quello della pallavolo.

"Non l'avevate mai notato?" Chiese Tendou, leggermente sorpreso dalla loro reazione.

I due ospiti scossero la testa all'unisono: c'era un motivo per cui Tendou Satori era stato soprannominato 'Guess Monster'. Satori sogghignò alle espressioni genuinamente disorientate dei due.

"Mhm, quando vede un cane sorride. Dura un millisecondo, ma vi assicuro che lo fa."

I due ex giocatori si guardarono per un attimo, prima di focalizzare l'attenzione nuovamente su Tendou, che aveva preso ad arruffare il pelo dorato del suo cucciolo sovraeccitato. Semi non ricordava di aver mai visto Wakatoshi sorridere alla vista di un cane. Inoltre quello che Tendou stava per 'regalare' ad Ushijima, attuale asso della squadra nazionale giapponese, era un cucciolo, e un cucciolo aveva bisogno di moltissime attenzioni. Si chiedeva se quella del suo migliore amico fosse una buona idea, un'idea ragionata e razionale, ma ancora una volta si dovette ricordare che aveva a che fare con Tendou Satori, l'apoteosi dell'istinto. Statisticamente parlando, la percentuale dei casi in cui Tendou aveva indovinato era notevolmente alta, ma nonostante ciò, un cane era pur sempre un cane, ed Ushijima era pur sempre Ushijima.

"Ho come la sensazione che tu voglia dirmi qualcosa, Semisemi"osservò Tendou, assottigliando gli occhi per indagare meglio la sua espressione.

Eita posò la tazza sul tavolino, incerto su come porre il suo dubbio senza offendere le buone intenzioni di Tendou. Era sempre stato diretto con lui, ma la questione richiedeva il massimo tatto in questo caso. Tutto sommato quel demonio a quattro zampe piaceva anche a lui e l'idea di poterlo andare a visitare a casa Tendou-Ushijima solleticava il suo interesse.

"Non penso sia una buona idea."

Ecco, l'aveva detto. E con quale tatto! Semi era letteralmente in procinto di schiaffeggiarsi, quando una mano incontrò la sua sotto il piumino morbido del kotatsu.

"Anche io la penso così" intervenne Shirabu, accorrendo in aiuto al suo ragazzo. Tendou smise di spettinare il bastardino per rivolgere uno sguardo a Kenjirou. Erano entrambi troppo sinceri.

Il rosso afferrò il 'regalo' sotto l'attaccatura delle zampe anteriori e lo sollevò, portando il suo muso allo stesso livello del suo volto.

"Incompreso e tradito da quelli che credeva amici. Penso che gli piacerai proprio a Wakatoshi-kun" canticchiò Tendou, evitando i baci che il cucciolo stava cercando di distribuire sul suo naso. Il parallelismo con la sua infelice infanzia era stato automatico, ed aveva convinto Satori ancora di più della sua scelta.

L'ex numero cinque si alzò, frugò nella borsa di tela che aveva soffiato dal negozio di dischi dove lavorava, e tirò fuori pettorina e guinzaglio. Il cucciolo cominciò ad abbaiare furiosamente, in quanto quei due oggetti potevano indicare solo una cosa: passeggiata. Tendou non dovette lottare per infilare la pettorina al cane, visto l'entusiasmo con cui quest'ultimo aveva accolto la prospettiva di uscire.

"Bene, ragazzi, io e il mio incubo peloso vi salutiamo. Grazie per averlo ospitato questi due giorni!" salutò Tendou, incamminandosi verso l'entrata e proseguendo ad allacciarsi gli anfibi.

 

Wakatoshi osservò l'orologio appeso in cucina: erano le otto e mezzo. Tendou aveva detto che sarebbe tornato per l'ora di cena, ma il suo partner non era mai stato una persona puntuale. Il cibo si sarebbe raffreddato e, riscaldandolo nel microonde, avrebbe perso gusto. Ushijima si srotolò le maniche che si era arrotolato per cucinare ed impugnò il telefono, pronto a digitare il numero del suo partner, quando il rumore delle chiavi nella serratura lo avvertì dell'arrivo del suo compagno.

Wakatoshi si sfilò il grembiule con il quale aveva cucinato, appendendolo al gancio alla parete, e fece rotta per la porta di casa.

"Ta-da-i-maaa" esclamò Tendou, spalancando la porta.

Ushijima stava per rispondere 'Okaeri' ed accogliere la sua dolce metà con un bacio, quando qualcosa lo fece quasi inciampare.

Wakatoshi allora abbassò lo sguardo, mettendo a fuoco la causa di quel suo movimento maldestro. Un cane poco più alto di cinquantra centimetri stava annusando i suoi pantaloni, alla ricerca di briciole da sgranocchiare.

"Tendou..." mormorò Ushijima, prima che il suo partner posasse un indice sulle sue labbra e lo interrompesse.

"Prima che tu dica che i cani richiedono soldi e impegno, che sporcano e rompono tutto quello che si trova sulla loro strada, che non sono semplici oggetti da regalare ti prego di considerare questo musetto."

Detto ciò, Tendou sfilò la pettorina al cucciolo, raccolse la piccola creatura ignara, e la allungò ad Ushijima, invitandolo a prenderlo in collo. Tendou era sicuro di non aver mai visto Wakatoshi con un'espressione del genere. Era un misto di sorpresa, timore e quella che Satori sperava fosse felicità. Era stata una mossa azzardata, quella di 'regalare' ad Ushijima un cane, ma in cuor suo Tendou era sicuro che non ci fosse famiglia migliore per quel cucciolo.

"Tendou..." ripeté Ushijima, sistemandosi il cucciolo in collo e rivolgendo uno sguardo torvo al suo compagno. Tendou chiuse un occhio e posizionò pollici ed indici in modo che, guardando attraverso il quadrato che creavano, si avesse l'illusione di avere davanti un ritratto incorniciato. La tenerezza della scena lo commuoveva a tal punto, che Tendou credeva fermamente di non aver mai visto niente di più tenero in vita sua. Beh, a parte per l'espressione sconvolta e vagamente contrita di Ushijima.

"Lo so che ti avrei dovuto avvertire, e che avremmo dovuto sceglierlo insieme, ma non ho saputo resistere. Hai il diritto di odiare me, ma non odiare Tenderstorm."

Ushijima inclinò la testa, manifestando la confusione che quella tirata di Tendou aveva provocato nella sua mente, messa a dura prova dall'intenso allenamento di quel pomeriggio e dalla preparazione della cena.

"Tenderstorm?" domandò Wakatoshi, allontanando la piccola ferocissima bestia dal suo maglione.

"Uhm, sì...scusa...il nome avresti dovuto darglielo tu, ma mentre tornavo a casa ho visto quest'incredibile bufera di neve in una delle tv esposte nella vetrina di un negozio e ho pensato che fosse anche lui una piccola tempesta, di tenerezza però."

Passò un minuto durante il quale gli unici rumori di sottofondo furono i mugolii del cucciolo, che voleva essere rimesso a terra per poter esplorare l'appartamento. Ushijima aveva ancora la stessa espressione confusa, meravigliata e preoccupata. Tendou poteva sentire il proprio cuore battere all'impazzata. Era una di quelle schiacciate che non era riuscito a bloccare? Aveva predetto male il gioco avversario?

"Tenderstorm... E' un bel nome..." mormorò Ushijima, abbassando lo sguardo sul bastardino e posandolo dolcemente sul parquet del corridoio. Tenderstorm si lanciò subito alla scoperta della sua futura casa, annusando e mordicchiando mobili che ispiravano il suo appetito.

"Ti piace...il regalo intendo...Tenderstorm...?" farfugliò Satori, sfilandosi la giacca ed appendendola accanto a quella di Wakatoshi.

"Sì" sussurrò Ushijima, cingendo i fianchi di Tendou ed avvicinandolo a sé.

"Ti assomiglia" osservò Ushijima, tono di voce grave, espressione ancora indecifrabile. Satori sorrise, posando una mano sulla spalla del suo compagno ed affondando l'altra nei capelli corti alla base della sua nuca. Profumava di colonia, e Tendou ne dedusse che doveva essersi fatto la doccia di ritorno dagli allenamenti.

"Quindi è definitivamente un Tendou-Ushijima?" domandò Satori, disegnando cerchi con l'indice fra i capelli castani della sua dolce metà.

"Sì. È il regalo più bello che io abbia mai ricevuto."

Quella rivelazione, dispensata con un tono così affettuoso e pacato, colpì Satori dritto nello stomaco e il rosso non riuscì a trattenersi dall'afferrare le ciocche cioccolata di Ushijima con l'unico scopo di avventarsi sulle sue labbra. Wakatoshi ricambiò il bacio affamato di Tendou, guidandolo verso la parete del corridoio ed intrappolandolo contro di essa. I loro petti entrarono in collisione, privando Tendou della facoltà di respirare per un attimo. Ogni fibra del suo corpo vibrava di eccitazione, bramava più contatto, più calore. L'ex capitano della Shiratorizawa scivolò i palmi induriti dalle schiacciate sotto la maglietta del rosso, circondando i suoi fianchi e stringendoli con possessività. Wakatoshi interruppe il bacio solo per posare le labbra sulla pelle sensibile del suo collo, ansimando sommessamente nel suo orecchio un "Ti voglio" che fece venire la pelle d'oca al rosso. Prima che Satori potesse ribattere, le mani di Ushijima scesero dai suoi fianchi alle sue gambe e in men che non si dica Tendou si ritrovò sollevato da terra, sorretto dalla presa ferrea del suo partner e dal muro alle sue spalle. Satori avrebbe mentito se avesse affermato che non gli piacesse essere maneggiato così dal suo compagno. Ushijima ringhiò qualcosa di incomprensibile prima di tornare a baciare Tendou, schiudendo lentamente le labbra ed incontrando la lingua di Satori a mezza strada. Il rosso poteva sentire l'erezione di Wakatoshi premere contro il suo fondoschiena, nonostante gli strati di stoffa dei pantaloni che entrambi indossavano ancora. Tendou sorrise nel bacio: solo Ushijima riusciva a farlo sentire sensuale, desiderato, e non un mostro, come suggeriva il suo riflesso nello specchio. I due sobbalzarono quando fra le mura dell'appartamento echeggiò il suono di porcellana che andava in frantumi. Ushijima posò Satori a terra e si incamminò verso l'origine di quel rumore molesto. Tendou si ravvivò i capelli e lo seguì, cercando di ristabilire un ritmo cardiaco regolare.

Quando i due misero piede in cucina, il colpevole fu colto sulla scena del delitto: entrambe le ciotole di riso al curry che Ushijima aveva preparato per cena erano andate in mille pezzi, e il pavimento era ora cosparso di cocci e grumi di riso, che Tenderstorm aveva preso a leccare avidamente. Tendou trasalì, lanciando un'occhiata furtiva al suo partner. Aveva introdotto in casa il cucciolo da una ventina di minuti e il fatto che stesse già creando scenari apocalittici non lo aiutava a convincere Wakatoshi che la sua fosse stata una buona idea. L'anno seguente gli avrebbe regalato una cravatta, su questo non ci pioveva. Ushijima provvide a raccogliere il cucciolo da terra, espressione imperscrutabile. Per un attimo Tendou pensò al peggio, per poi ricordarsi che Ushijima Wakatoshi non era fisicamente capace di torcere un capello a nessuno.

"Non gli fa bene mangiare il curry. Stanotte dorme con noi, ho paura che si senta male..." concluse l'ex capitano, ignorando il fatto che la loro piccola furia pelosa aveva preso a rosicchiargli di nuovo il maglione.

Tendou non era psicologicamente pronto a tanta dolcezza ed era convinto che non lo sarebbe mai stato. Temeva però che avrebbe dovuto abituarsi presto, visto che adesso in casa erano in tre, ed Ushijima non sembrava disposto a rispedire il cane al canile. 

  
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