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Autore: MrEvilside    24/05/2009    5 recensioni
-Non ti puoi muovere di qui! Là fuori c’è la guerra, vuoi morire per caso? Aspetteremo, punto e basta! Tu non andrai!-.
Ma non l’avrebbe ascoltata. Sarebbe partito.
Perché la amava, e lei non se ne era mai resa conto.
[I^ classificata al Contest Le Parole Che Non Ti Ho Detto indetto da keli e Vincitrice del Premio Angst]
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Naruto Uzumaki, Tsunade
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Perdonami

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Desolazione.
Era l’unica parola che potesse descrivere ciò che aveva dinnanzi a sé.
Una distesa qua e là intervallata da ammassi di rovine, arida come il suo viso, al quale le lacrime venivano precluse dagli occhi castani, strizzati per trattenerle.
Lacrime di disperazione, lacrime di rimorso.
I ricordi si ammassarono davanti a quella visione, offuscando il presente per mostrarle il passato, un passato ben più dolce, un passato in cui la città esisteva ancora.
Un passato che risaliva al giorno prima.
Un passato che aveva guardato con gli occhi vitrei di un cieco.
Senza accorgersi dell’affetto che lentamente era diventato amore; senza accorgersi della sua presenza, chiusa com’era nel proprio dolore; senza accorgersi della forza che lui avrebbe voluto donarle vedendola così debole.
E ora che aveva cominciato a vedere, era troppo tardi.

*°*°*

La televisione era diventata monotona.
Non mostrava altro che servizi sulla morte di migliaia d’innocenti a causa della guerra che imperversava.
Tutte quelle perdite non le interessavano.
Ogni volta accendeva con la speranza di vedere lui, di vederlo vivo, di rassicurarsi che sarebbe tornato presto.
Spense l’apparecchio con un gesto stanco, passandosi una mano sul volto.
-Vedrai che tornerà-. Una voce calda e rassicurante, un sorriso malizioso, ma gentile. -Come potrebbe lasciare sola una donna con delle misure come le tue?-.
Il braccio si mosse di sua spontanea volontà, colpendolo con un pugno come di consueto. -Sei davvero un idiota, Jiraiya.- sbottò tentando di nascondere un sogghigno. -Non capirai mai niente delle donne!-.
Lui si limitava a massaggiarsi la parte lesa e a scoppiare a ridere.
Le stava vicino. E lei ancora non lo vedeva.

*°*°*

La mano si alzò lenta per abbassare la maniglia della portiera, aprendola con un cigolio che risuonò assordante nel cupo silenzio.
I piedi si posarono sul terreno bruciato, sorreggendo il corpo stanco che barcollando dovette aggrapparsi all’automobile per mantenere l’equilibrio.
L’aria stantia e pregna del veleno, l’ultimo rimasuglio della tragedia, le penetrò nei polmoni con violenza, colpendola come un pugno nello stomaco che la costrinse a rimanere immobile qualche istante, le palpebre serrate.
Ma ormai la scelta l’aveva fatta.
Nessuno l’aveva fermata.
Erano stati tutti troppo occupati a fuggire e mettersi in salvo per accorgersi della vecchia macchina che procedeva contro corrente, diretta verso la morte.
Senza ripensamenti, esattamente com’era stato lui.

*°*°*

Le salirono le lacrime agli occhi, ma le ricacciò indietro.
Lei era una donna forte, una donna piena di vita, che mai avrebbe pianto, men che meno davanti a quell’uomo che certamente avrebbe colto l’occasione per schernirla.
Com’era stupida. Non si rendeva conto che non l’avrebbe mai fatto.
-Io te l’avevo detto.- la canzonò amichevolmente Jiraiya. -Te l’avevo detto che Dan è duro a morire-. Allungò una mano grande rovinata dai calli quasi timidamente, come un bambino alla sua prima cotta, per stringere la sua, piccola e morbida.
-Lo sapevo…- mormorò Tsunade, con un sorriso luminoso che non gli sarebbe mai appartenuto. Era di Dan, lui non c’entrava. -Sapevo che ce l’avrebbe fatta! È un peccato che non possa andare a Nagasaki per salutarlo! Dovrò aspettare che arrivi qui…-.
L’amico le strizzò l’occhio. -Arriverà il prima possibile, non temere.- la rassicurò, sventolandole un biglietto del treno davanti agli occhi. -Lo riporterò io qui da te, ho preso il biglietto giusto poco fa-.
-Sei il solito idiota!- inveì la donna. -Non ti puoi muovere di qui! Là fuori c’è la guerra, vuoi morire per caso? Aspetteremo, punto e basta! Tu non andrai!-.
Ma non l’avrebbe ascoltata. Sarebbe partito.
Perché la amava, e lei non se ne era mai resa conto.

*°*°*

Colui per cui era venuta, per la prima volta nella sua vita, non era il coraggioso soldato del quale si era innamorata, ma l’unica persona che non aveva mai smesso di amarla in silenzio, di proteggerla, di starle accanto, al punto di cederla a un altro uomo pur di renderla felice.
Non aveva ascoltato le sue parole, era partito. Ed era tutta colpa sua.
Non l’aveva fermato perché era stata cieca al suo sentimento; non gli aveva impedito di morire perché non credeva che qualcuno sarebbe stato disposto a una simile follia.
Non per lei.
Perché, sebbene avesse sempre tentato di nasconderlo dietro un sorriso arrogante, era troppo debole; perché non riusciva a proteggere coloro che amava; perché non aveva mai cercato di vedere un po’ meglio.
Mosse qualche passo in direzione dei resti di Nagasaki, le mani giunte al cuore, gli occhi che, ormai gonfi e rossi, ancora non volevano piangere. Le labbra carnose si socchiusero per pronunciare quella parola che ormai aveva perso significato, ora che lui non era lì ad ascoltarla: -Perdonami-.
Perché non aveva saputo vedere l’amore che le aveva dato e che, inconsapevolmente, aveva desiderato ardentemente; perché a causa della sua cecità ora era morto; perché non aveva mai potuto ricambiare quanto lui aveva sempre fatto per lei.
Cadde, priva di forze.
Le sembrava di essere avvolta dalle sue braccia forti che la guidavano amorevolmente verso la fine. Era dolce, la morte, ben più dolce dell’esistenza che aveva vissuto.
Lieve, un sorriso le increspò le labbra.
A breve avrebbe potuto incontrarlo e rimanergli al fianco per sempre.
Finalmente lasciò che le lacrime le rigassero le guance mentre le palpebre si abbassavano come un sipario sul bel volto dall’aspetto giovanile.
Lacrime di gioia.
Poiché adesso poteva farsi perdonare.

*°*°*

I due feretri vennero calati nelle fosse scavate l’una al fianco dell’altra.
Insieme, per l’eternità.
Insieme com’erano sempre stati, senza rendersene conto.
In breve una moltitudine di fiori si ammassò davanti alle lapidi man mano che i vari invitati al funerale si avvicinavano per rendere omaggio ai defunti.
Infine giunse il suo turno e Naruto si avvicinò a passo lento, lasciando scorrere lo sguardo sulle scritte intagliate sui due rettangoli di marmo.
Doveva riconoscere che, come aveva sempre ripetuto Tsunade, la televisione era diventata davvero monotona.
Aveva visto Jiraiya come una delle tante vittime della tragedia, Tsunade come una povera pazza suicida, senza capire realmente le ragioni che l’avevano spinta fino alla morte.
Solo lui poteva sapere che era stata forse più coraggiosa di tutti i soldati.
Perché lei aveva saputo trovare la forza per rimediare al suo più grande errore, accettando di sacrificare la propria vita pur di farsi perdonare.
Aveva amato una grande donna, Jiraiya, questo il ragazzo dovette ammetterlo mentre si asciugava con un lieve sorriso una lacrima, una soltanto, che gli solcava la guancia morbida e leggermente paffuta.

Prima classificata al contest Le Parole Che Non Ti Ho Detto [... e che mai ti dirò suonava benissimo, sì sì! u_u].
Ne sono davvero felicissima, è già la seconda volta questa settimana, e poi a tal fic tengo in modo particolare.
Un po' perché sono Jiraiya-sama e Tsunade, un po' perché era un pezzo che volevo scrivere un tributo alle vittime e ai parenti delle vittime della strage causata dalle bombe atomiche esplose a Hiroshima e Nagasaki.
Ringrazio keli e Shurei per i giudizi in tempo di record e i banner stupendi, e tutte le altre partecipanti.
E' stato un piacere, ragazze.

1° Classificata: Perdonami [Saeko no Danna]
Livello ortografico + Lessico: 10 (10)
Trama (come sarà strutturata): 10 (10)
Originalità: 5 (5)
Caratterizzazione dei personaggi: 5 (5)
Attinenza alla traccia : 4 (5)
Gradimento personale: 1 (1)
Totale: 35 (36)
Giudizio della giudice: Strabiliante! Dolcissima, tristissima, perfettissima! In poche parole: Eccellente. Ti ha penalizzato un po’ il fatto che Tsunade non abbia proprio rivelato i suoi sentimenti a Jiraya (ma d’altronde… ) Per il resto è assolutamente perfetta. Sei davvero bravissima. FanFiction che mi rimarrà nel cuore, perché scritta in maniera divina!

Adesso vi saluto.
Alla prossima!
Yay.

Saeko no Danna, scrittrice a tempo pieno... purtroppo
  
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