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Autore: M a r t    26/12/2016    1 recensioni
Namjoon si ritrova a dover tenere d'occhio parecchi legami, senza preoccuparsi dei suoi che vanno a scontrarsi.
Jimin e Jungkook cercano di trovarne uno che vada bene per loro.
Taehyung se ne ritrova troppi fra le mani e non riesce a gestirli.
***
{Ispirato ad I NEED U} {slash/het} {jikook} {altre pairings}
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Namjoon/ RapMonster, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XV
 
 
 
 
Improvvisamente sembra tutta una cattiva idea. Dal catorcio che sarà la loro casa e la loro guida nel corso del loro viaggio all'umore generale, Namjoon avverte aria di omicidio. Di quello psicologico che rende il cervello una poltiglia gelatinosa che lascia il cuore da solo con problemi che non può risolvere.
Non è da lui riconsiderare le proprie idee, ma questa volta la può considerare un'eccezione. Se da una parte Jungkook e Jimin sembrano essersi rappacificati - 'sembra' perché, s'intende, non si sa mai con quei due - tra il resto del gruppo la tensione si potrebbe tagliare con un coltello. 
 
Namjoon ha davvero troppi problemi già di suo. È un accumulatore seriale in fase di degrado, amante dei drammi altrui con una madre che ancora lo chiama per ricordargli che deve trovarsi una moglie, come Seokjin, altrimenti toccherà a lei fare tutto il lavoro. Cosa non fa una donna per avere dei nipotini?
Seriamente, non ha più la pazienza di stare dietro a tutto il casino tra Yoongi e Taehyung, che poi ha paura di non aver ancora capito appieno, o le paranoie di Seokjin o, peggio, il muso lungo di Hoseok. Gli è impossibile sopportare quell'espressione imbronciata, soprattutto quando il ragazzo dispone di un magnifico sorriso.
 
Ha male alle braccia a causa dello sforzo di caricare i bagagli sul furgone. Un po' si era anche lamentato, se così si può definire il suo borbottio. Insomma aveva specificatamente richiesto di portare lo stretto necessario e oltretutto adesso a confronto con gli enormi borsoni degli altri appare come un poveraccio. Il suo piccolo zaino del liceo contiene tante mutande, spazzolino e dentifricio e qualche cambio comodo. Lui lo ama così com'è, lo status non conta. 
Poi quando vede il borsone super costoso e di marca di Jungkook, una roba che non potrebbe permettersi mai, senza 'se' né 'ma', manda a farsi fottere i suoi pensieri moralmente corretti e si gode una punta d'invidia.
 
Hoseok lo ha appena affiancato e continua a essere imbronciato. Dovrebbe chiedergli di aprirsi e di sfogarsi se proprio ne sente il bisogno, ma per qualche strano e contorto motivo non lo fa. Forse un po' si è stancato di sentire gli altri parlare e vorrebbe essere lui quello a condividere, eppure sa che dopo farà delle domande ad Hoseok e questi prima deciderà di non rispondere, ma poi si lascerà guardare nell'anima. Namjoon sospira e circonda con un braccio le spalle del ragazzo, abbracciandolo in quel modo fraterno 'poco professionale'. Si ricorda che vuole bene ai suoi ragazzi, deve prendersi cura di loro.
 
- Cos'hai nel borsone per renderlo così pesante? - Jimin pone la domanda trattenendo una mezza risata e quando Jungkook sembra confuso aggiunge - Prima ho visto Namjoon lagnarsi parecchio, deve essere pesante.
 
- Usi davvero parole come 'lagnarsi'? - stavolta è Jimin a guardarlo storto - Qualche vestito, i prodotti per il bagno e tanti snack.
 
- Mh, l'ultima è abbastanza inutile.
 
- Peccato, pensavo di condividere ma se non vuoi...
 
- Ci fermeremo per delle soste, Jungkook, non serviva portare del cibo, - si morde inconsapevolmente il labbro - Che tipo di snack?
 
Jungkook ridacchia e abbassa il tono della voce, come se stessero parlando di un segreto. Si avvicina all'orecchio di Jimin e comincia ad elencargli tutti i mille e più prodotti all'interno del suo borsone. Jimin si lecca le labbra dalla golosità e i due si scambiano uno sguardo complice.
Poggiato con la schiena sulla parte laterale del furgoncino, Taehyung li sta fissando senza farlo realmente. Cancella le loro figure e ne disegna altre, più familiari e vagamente riconducibili a quelli che potrebbero essere lui e Seokjin, persi nel loro amore giovanile e incasinato.
Nega di sentire la voce di Seokjin al telefono con Mina, nega l'esistenza dell'amore nelle sue parole e la premura delle sue raccomandazioni, sono solo frutto di un'irrealtà che non si sposa con il suo universo e vanno solo ad interferire coi suoi sentimenti. Ha rinchiuso i suoi occhi e le sue orecchie in luoghi inaccessibili quella mattina stessa e ora è cieco, cieco d'amore e può solo sentire ciò che la sua mente lascia passare. Yoongi ha tentato di aprire una conversazione innocente, ma Taehyung l'ha liquidato senza pensarci due volte. È ferito e non ha tempo per pensare ad altro che non sia Seokjin.
 
Namjoon sospira, già è stanco. Trascina Hoseok con sé alle spalle del furgoncino e invita tutti gli altri a salire. Il momento di partire è finalmente giunto, non si può tornare indietro, nossignore!
Seokjin si siede al volante e allaccia la cintura, intimando anche agli altri a farlo. Seppur il furgone sia vecchio e poco grazioso, visto dall'interno è incredibilmente grande.
Oltre ai tre posti davanti, ci sono anche due sedili dietro e successivamente un enorme spazio vuoto, dove Namjoon ha sistemato i borsoni e i due materassi, uno grande è uno più piccolino. Lo spazio non manca ma il problema è farsi strada fra i borsoni ingombranti e le lattine di soda fredde che Namjoon ha acquistato. Jimin finge di non vedere quelle di birra in un angolo e si affretta a coprirsi con una delle coperte di pail che il supervisore ha gentilmente messo a disposizione. Per percorrere lunghe distanze dovranno fare a meno dell'aria condizionata, almeno mentre sono in movimento.
 
- Hyung, siamo stretti come sardine! - Hoseok sembra aver trovato l'umore giusto per lamentarsi.
 
- Colpa vostra che avete portato dei bagagli così ingombranti.
 
- Namjoon-hyung, questa è casa tua?
 
- No, Jungkook.
 
- Non lo è più, vorrai dire.
 
Namjoon non ha veramente nulla per colpire Yoongi in questo momento, quindi si limita a un'occhiata fulminante prima di sedersi affianco a Seokjin. Detesta essere messo in imbarazzo.
Taehyung sale nei sedili davanti come terzo passeggero e ancora non ha detto una parola da quando si sono incontrati.
 
- Namjoon-hyung? - la voce dolce di Jimin a fatica rimbomba nel veicolo, ma arriva chiara e limpida alle orecchie dell'interpellato.
 
- Si?
 
- Possiamo sapere dove siamo diretti?
 
È una domanda lecita, giusta, importante. Nessuno l'ha pensata fino a quel momento e si rendono loro stessi conto dell'ilarità della situazione. Ognuno ha una risposta differente e magari le aspettative hanno vinto contro la pura curiosità, ma Jimin s'é risvegliato prima di tutti da quel sogno ultraterreno e ha riportato sulla terraferma anche Namjoon. Perché ad essere sinceri anche lui si era scordato di dare un'informazione come quella.
 
- Verso il mare.
 
- Busan?
 
- No, Jimin, ma penso ti piacerà ugualmente.
 
In realtà non sarà così. Namjoon sa anche troppo bene che per il ragazzo non c'è posto al mondo che possa eguagliare la bellezza del mare della sua terra. L'imminente vicinanza alla distesa d'acqua salata, però, rende l'illusione meno dolorosa e Jimin si ritiene comunque felice della risposta ricevuta.
Così iniziano il viaggio. Scappano dalle loro vite, se le lasciano alle spalle e non si guardano addietro. Le hanno già contemplate abbastanza.
 
✄✄✄


 
È proprio come una delle sue fughe, pensa Jungkook, solo che stavolta è in compagnia e ha un luogo dove dormire. Il materasso non è dei migliori, nulla a confronto con il suo, ma è un'alternativa decisamente più allettante del cemento freddo e sporco di fango e urina dei bassi fondi in cui si era nascosto nel suo periodo di ribellione adolescenziale.
I suoi genitori sono al corrente di questo suo viaggio, a differenza dei suoi precedenti, ma non sanno del suo non ritorno. Jungkook sa sfruttare le occasioni che gli vengono offerte, seppur poche volte.
 
Il retro del veicolo non è per nulla confortante al momento, ma rimanere sdraiato gli risulta più comodo. Jimin è seduto nella seconda fila di sedili e sta avendo un'animata conversazione con Seokjin, perciò non può prestargli attenzione. Perso nella noia, Jungkook pensa ai codici stradali impartitegli da suo fratello che non ha mai voluto ascoltare. Che di solito chi guida non si dovrebbe far distrarre.
 
Improvvisamente sente il materasso piegarsi sotto il peso di un altro corpo. Si volta pensando che sia Yoongi ma rimane solo sorpreso quando si trova a fianco Hoseok. Il ragazzo ha una faccia strana, come se stesse per vomitare e Jungkook prega che non sia così.
 
- Ehi, ti senti male?
 
- Si.
 
- Non ti fa bene stare sdraiato allora, vai avanti.
 
- Certo, perché non ci ho pensato prima? - il tono sarcastico e poco gentile confonde Jungkook, Hoseok lo capisce e si affretta a spiegare - Se ammettessi di stare male, Namjoon sarebbe il primo e forse anche l'unico a dirmi di fare cambio posto.
 
Un altro sguardo confuso, Hoseok sbuffa.
 
- Non ho intenzione di passare un intero viaggio vicino a Taehyung e Seokjin.
 
- Pensavo ti piacesse Taehyung...? - Hoseok gli riserva un'occhiata omicida - E Seokjin non è poi così male.
 
- Dimmi: quante cose ti sei perso ultimamente per stare dietro a Jimin? Eri almeno un po' cosciente durante l'ultimo incontro?
 
- Ho capito che Yoongi e Taehyung hanno litigato.
 
- Giusto.
 
- Ma non vedo perché tu debba stare male.
 
- Sono innamorato di Taehyung, - alla faccia di Jungkook si affretta a spiegare - Platonicamente intendo. Credo. Non lo so, è complicato. Comunque, so che Taehyung si sente in colpa nei miei confronti e so che non mi amerà mai quanto lo amo io, quindi ho deciso di lasciarlo andare.
 
- Romantico.
 
- Patetico, vorrai dire.
 
- E inutile, - entrambi alzano lo sguardo ritrovandosi Yoongi in piedi davanti alle loro teste - Fatemi posto, di là ho avuto paura di vomitare.
 
- Taehyung ha fatto cambio posto con Nam?
 
- È appeso al braccio di Seokjin.
 
- Non credo che tutto ciò sia conforme alle norme stradali. - subentra Jungkook. Yoongi si è sdraiato in mezzo a lui e Hoseok e adesso entrambi gli stanno dando la più completa attenzione.
 
- Che diamine ne sai tu delle norme stradali? Hai almeno una vaga idea di cosa sia la legge, per giunta?
 
- Sono finito in questo gruppo perché ho mandato qualche idiota in ospedale, mica infrango la legge.
 
- La violenza è contro la legge, Jungkook. - dice Hoseok mentre Yoongi da prova di un perfetto face palm.
 
- Io la chiamo autodifesa.
 
Non è una vera e propria giustificazione, ma in sua discolpa può affermare di non aver mai iniziato una rissa, né di averne continuata una senza motivo. Inoltre, il suo problema di gestione della rabbia sembra essere migliorato parecchio, a fine gennaio finirà in una scuola nuova e potrà anche smettere di seguire gli incontri e godersi di nuovo la vita. Ha solo bisogno di restare tranquillo qualche altro giorno, dare prova di essere migliorato, per se stesso, per Namjoon, anche per i suoi genitori, in un certo senso, e per Jimin.
 
I tre si voltano quando Namjoon richiama l'attenzione di tutti su di sé, è arrivato il momento della loro prima sosta.


 
✄✄✄
 
 
L'Autogrill è indubbiamente grande e ben fornito. I ragazzi si sono divisi appena scesi dal veicolo arrugginito e gironzolano tra gli scaffali del locale. È ancora presto per cenare, probabilmente si fermeranno più avanti ad un'altra zona di sosta o in un motel se sono fortunati. Durante tutto il tragitto Seokjin ha fatto presente di non voler assolutamente dormire all'interno di una trappola per topi. Namjoon non si era neanche tanto offeso, ma Yoongi aveva digrignato i denti. Ovviamente senza abbaiare, Taehyung aveva già mostrato il suo accordo con il giovane uomo e lui non poteva in alcun modo peggiorare la sua situazione ancora una volta. 
 
Hoseok ha preso un gelato parecchio grande e Jimin una ciambella con la glassa al cioccolato. Namjoon spera vivamente che non si sentano male una volta ripartiti, sarebbe decisamente spiacevole avere del vomito sui materassi. 
 
- Hyung, è tua questa? 
 
- Sì, l'ho portata per immortalare qualche bel momento del nostro viaggio. Spero solo non si scarichi mentre siamo in viaggio.
 
Seokjin si riferisce alla sua macchina fotografica polaroid, adesso in mano a Taehyung, color rosa pastello. È abbastanza piccola da entrare senza fatica nella tasca dei suoi jeans attillati, ma comunque troppo grande nelle mani di Jimin. Il ragazzo aveva cercato di farsi una selca prima di partire ma con alcune difficoltà poiché la macchina gli scivolava dalle dita. Jungkook l'aveva trovato talmente carino da non poter trattenere un certo rossore.
Allo sguardo meravigliato e colpito di Tehyung, il giovane uomo sorride.
 
- Vuoi fare una foto?
 
Il ragazzo alza gli occhi e li punta nei suoi, sembra preso alla sprovvista. Poi in un batter d'occhio il suo volto si illumina in un puro e semplice sorriso e annuisce con vigore. Si avvicina senza timore e quasi non riesce a trattenere un imbarazzante squittio di gioia quando Seokjin lo lascia accoccolarsi al suo fianco per stare più vicini. La foto viene bene e Taehyung sa già che è un segno del destino.
 
- A forza di guardarli ti si affaticheranno gli occhi, hyung. - Jungkook ha il naso tra fumetti e riviste, nello scaffale affianco alla cassa e Yoongi si chiede come diamine abbia fatto a vederlo.
 
- Fatti gli affari tuoi.
 
- Ma dai, lo sai che ho ragione.
 
- Com'è che adesso avete tutti ragione sulla mia vita?
 
- Perché fai schifo a viverla...? - si massaggia la spalla quando riceve un pugno dal maggiore - Ehi, piano con quelle mani. Hai le dita ossute, fai male.
 
- Oh, ma piantala, neanche ti ho toccato.
 
Dopo aver preso una soda, qualche caramella per Yoongi e un manga e un pacchetto di sigarette per Jungkook si aggiungono in coda alla cassa, pagano con calma e si avviano verso i tavolini dove sono seduti Namjoon, Jimin e Hoseok. Il più basso tra i tre è ancora intento a finire l'ultimo pezzo della sua ciambella, mentre gli altri due sembrano coinvolti in una lunga conversazione. O meglio, Namjoon lo è.
Jungkook appoggia la bustina contenente i suoi acquisti sulla piattaforma rotonda del tavolino e ne tira fuori le sue adorate sigarette. Nonostante non abbia più un motivo preciso come in precedenza per fumarle, il vizio è sempre il più duro da cacciare via. In aggiunta, la nicotina lo rilassa e lo stare lontano da casa gli fa venir voglia di festeggiare.
 
- Vai a fumare? - Namjoon si distrae solo un secondo dalla conversazione con Hoseok per fargli quella domanda.
 
- Sì, - Jungkook sposta l'attenzione su Jimin, che lo sta guardando con interesse - Mi fai compagnia, hyung?
 
Questi annuisce e si alza, infilandosi il giaccone e la sciarpa. Escono, esponendosi alle fredde temperature e i loro nasi diventano rossi a contatto con l'aria. Jimin ridacchia notando quello grande di Jungkook. Il ragazzo gli impone di non fare battute per paragonarlo alla renna di Babbo Natale e Jimin gli assicura che non lo farebbe mai, non si permetterebbe in nessun caso di deridere o prendere in giro Jungkook.
Si siedono sui gelidi gradini di marmo davanti all'Autogrill e Jimin sente le ossa congelarsi e il suo sedere farsi piatto e di ghiaccio. Fissa la sigaretta tra le labbra di Jungkook e sospira in un misto di nostalgia e inconsapevolezza. Il giovane nota il suo sguardo e alza un sopracciglio. Allontana la sua amata dalla bocca e fa uscire il fumo dalle narici, Jimin per poco non geme.
 
- Vuoi fare un tiro?
 
- Sembra tu mi stia proponendo dell'erba, - ma non rifiuta la proposta fatta e prende la sigaretta fra le dita piccole e paffute. Accoglie il fumo nei polmoni come fosse aria fresca mentre Jungkook nasconde il suo stupore dietro una mezza risata - Una volta fumavo - spiega.
 
- Quando?
 
- Ai tempi di un mio vecchio ragazzo.
 
- Mh.
 
- Lui fumava spesso, così ho cominciato anche io, sai no?, per solidarietà.
 
- Che gran cazzata. - Jungkook non finge neanche di non essere infastidito dall'argomento.
 
- E invece non era una cazzata, - riporta la sigaretta sulle labbra del minore e si stringe le gambe al petto - Tutti non facevano altro che dirgli che era una cosa che gli faceva male anche se a lui piaceva da morire. Un po' come me. Credo mi paragonasse alle sue sigarette ogni tanto, credo che odiasse quando gli veniva detto di smettere di fumarle perché per lui era come smettere di stare con me.
 
- E poi? Che è successo?
 
- Poi se n'è andato. Sparito. Non mi ha detto neanche ciao.
 
Gli occhi di Jimin si sono fatti lucidi, non tanto da permettergli di scoppiare a piangere ma abbastanza da essere notati da Jungkook. Il suo stomaco si stringe e lascia che la sua mano si poggi rassicurante sulle ginocchia del castano. Butta la sigaretta qualche metro più in là e non apre bocca, qualsiasi commento risulterebbe inappropriato ora che Jimin sta soffrendo. Eppure vorrebbe riempirlo di domande, sapere perché non può essere degno anche lui di stare al suo fianco, se questo ex fidanzato ha un volto, un nome. Se è proprio lui la causa di tutte le paranoie di Jimin.
Questi gli si avvicina maggiormente in cerca di calore e Jungkook gliene dà in abbondanza e senza sosta, perché farebbe qualsiasi cosa per lui. Anche se solo come amici.
 
- Dai, torniamo dentro prima di farti ammalare.
 
- Sei tu quello con il giacchetto tutto aperto, Jungkook.
 
- Non importa.
 
Non importa mai, se si tratta di lui.














 
Angolo autrice .-.
 
Hello~ sono in un ritardo colossale, me ne rendo conto. Purtroppo la scuola quest'anno ci sta dando giù pesante e faccio davvero fatica a ritagliarmi un po' di tempo per me stessa e per scrivere.
 
Spero che l'attesa non influenzi il vostro giudizio nei confronti della mia storia >_< e spero che il capitolo vi sia piaciuto. Per favore commentate!! Ho bisogno di sapere dove battere la testa dopo tanta assenza !!
 
Grazie mille a tutti voi che leggete, per me è molto importante. Buone feste (anche se Natale ormai è finito) e buon anno nuovo!
 
happy chestnuts ~
   
 
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