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Autore: cioco_93    27/12/2016    1 recensioni
- Quando hai 25 anni ti sembra che il mondo è ai tuoi piedi.
Pensi che hai tutta la vita davanti per realizzarti, crescere, innamorarti, vivere.
Ma purtroppo non è per tutti così. -
Ritorno a scrivere con una storia più agrodolce del solito, dove Damon ed Elena incroceranno I loro destini in maniera forte e passionale ma con una data di scadenza.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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14. (∂ + m) ψ = 0

- Una borsa.?? – mi propose Enzo.
- Non si stacca mai dalla sua Louis Vuitton – risposi sicuro.
- Un gioiello – suggerì Rick.
- Ci starebbe, ma volevo regalarle qualcosa di significativo, di non materiale… non so come spiegarvi – replicai prendendo l’ennesimo sorso della mia birra.
- Bhè potresti sprecarti a risponderle che l’ami anche tu – disse con un’alzata di spalle l’inglese, beccandosi un’occhiata torva dal sottoscritto.
Natale era alle porte, la mattina seguente saremmo partiti per Mistyc Falls per festeggiare con la famiglia di Elena, e io ancora non aveva trovato cosa regalarle. Ero vergognoso. In più, dopo l’inaspettata e incredibile dichiarazione di Elena del giorno del ringraziamento, io non le avevo ancora risposto.
Non che non l’amassi, anzi, oramai avevo constato la cosa da forse ancor prima di lei, ma quando me lo disse ero troppo spaventato che a risponderle “anch’io” avesse potuto pensare che glie l’avessi detto solo per compiacerla. Mi ero deciso così di dirglielo in un momento speciale, nel quale le avessi potuto dimostrare il mio amore più puro e reale, ma ovviamente non riuscivo mai a trovare il momento adatto.
- Il dirle “ti amo” va oltre al regalo di Natale – sospirai esasperato.
- Damon non per qualcosa, ma partite domani, fatti venire un’idea al volo o farai una figura di merda, in più davanti ai suoi – mi fece notare Alaric fregandomi la bottiglia dalla mani, ma era stato più utile di quanto potesse immaginare.
- Volo.!!! – urlai scattando in piedi sotto gli sguardi perplessi dei miei amici, ma poco importava, avevo finalmente trovato il regalo perfetto.

In quelle ore della Vigilia passate a casa Gilbert, scoprì tante nuove cose su Elena, di cui non avevamo mai parlato, come ad esempio il fatto che fosse un’ottima pianista.
Dopo cena infatti, come tradizione della famiglia, ci eravamo riuniti tutti in salotto a cantare i motivetti natalizi, accompagnati da Elena al pianoforte.
- È brava vero.?? – mi chiese d’un tratto Gryason, sedendosi affianco a me sul divano.
- Molto. Non avevo idea suonasse – risposi perso nel guardarla. Ero rilassata come non la vedevo da tempo, ma allo stesso tempo le si leggeva in faccia l’impegno che ci stava mettendo nel suonare.
- Ha sempre amato l’arte in qualsiasi forma: pittorica, architettonica, musicale, letteraria. Non c’era gita più bella per lei che andare in un qualche museo, e quando usciva, se non era con Caroline era chiusa a leggere alla biblioteca comunale e questo da quando aveva 7 anni. La musica però è arrivata anche prima – iniziò a raccontarmi l’uomo caricò di fierezza e amore – e qui il merito va a mia moglie. Lei era bravissima, lo è ancora, e ogni sera, da che mi ricorda, dopo cena ci sedevamo tutti in salone e lei si metteva a suonare il piano. Un giorno però ricordo che ebbe l'influenza e quindi dopo mangiato si chiuse subito in camera, per non contagiare ovviamente i bambini, e allora Elena decise di sostituirla. Purtroppo non sapeva leggere una nota dei mille spartiti sparsi sul piano forte, aveva solo 4 anni, quindi iniziò a premere i tasti a caso, cercando però di farli stridere tra di loro il meno possibile. Io diedi di matto a causa del fracasso e le proibì di toccare il piano forte senza di lei – continuò divertito dal suo stesso ricordo -fatto sta che quando Miranda guarì, dopo la usuale cena, si mise come sempre al piano, ma questa volta chiamò affianco a se la piccola. Iniziò a spiegarle quali sono e come si leggono le note, e tentò di insegnarle a suonare, dandole anche esercizi da svolgere nel pomeriggio, quando non c'era nessuno in casa ovviamente, così la prossima volta che lei sarebbe stata male e non avrebbe potuto suonare, l'avrebbe potuta sostituire, ma in modo più dignitoso. Con gli anni diventò brava, e quelle poche volte che riuscivamo a riunirci dopo cena, o durante le svariate feste di famiglia, iniziammo a insistere perché fosse lei a suonare - concluse poi, rivolgendo anch’egli lo sguardo verso la sua bambina.
- Doveva esser bellissima da bambina – commentai semplicemente.
- Chiedi a Miranda dopo. Di nascosto da Elena magari ti fa vedere qualche foto – ripose ridendo lui e tornammo entrambi a cantare tutti insieme.
Quando oramai la mezzanotte era vicina, la ragazza smise di suonare e si sedette sulle mie gambe, in modo, a detta sua, di farmi gli auguri per prima.
- Ho visto che parlavi con mio padre, ti ha tarchiato.?? – chiese preoccupata.
- Ahaha nono, mi ha raccontato come hai iniziato a suonare il piano. Sei una continua scoperta – le dissi strappandole un bacio veloce e tirandola un po’ più a me.
- Sapete che siete diabetici.?? – ci prese in giro Jeremy.
- Zitto te, le mie fonti rivelano che sei anche peggio con Anna – lo riprese immediatamente la ragazza – Sbaglio o ti sei presentato sotto il suo dormitorio con tanto di chitarra in mano e canzone scritta di tuo pugno.?? - aggiunse con sguardo furbo.
- E tu questo come lo sai.?? – le chiesi stupito e imbarazzato lui.
- Si dice il peccato, non il peccatore – replicò piccata Elena, facendo a scoppiare tutti a ridere.

- Mi fa strano pensare di dormire nel tuo vergine letto – presi in giro Elena mentre usciva dal bagno, seduto comodamente sul suo materasso abbracciato a un suo orsacchiotto.
- Guarda che il mio letto non è mica vergine – replicò divertita lei facendomi venire i brividi.
Dopo la mezzanotte eravamo saliti in camera, per prepararci alla giornata di domani nella quale avrei conosciuto il resto della famiglia Gilbert, ma nessuno dei due era obbiettivamente stanco per andare subito a dormire.
- Ti prego, ci sono cose che sul tuo passato che voglio fingere non esistano, come il fatto che tu abbia avuto altri uomini oltre a me – la ripresi fingendomi terrorizzato alla sola idea.
- E come credi sia mai potuta diventare così brava.?? – mi provocò maliziosa lei mettendosi a cavalcioni sul sottoscritto e avvicinandosi a pochi centimetri dal mio volto.
- Nella mia mente solo grazie alla mia presenza – replicai fiero al suo orecchio.
- Presuntuoso – sussurrò lei sulle mie labbra, per poi baciarmi con estrema lentezza e sensualità – Hai sonno.?? – domandò poi staccandosi di scatto con toni più seri.
- No, perché.?? – chiesi stranito dal suo cambio repentino d’umore.
- Vestiti, ti porto in un posto – proclamò seria, e si alzò nell’immediato dal letto.
Seguì i suoi ordini, e sotto la neve che scendeva oramai da quella mattina, mi feci trascinare in quello che si rivelò esser il cimitero della città.
- Ok, il cimitero non me l’aspettavo proprio. Però se tu pensi sia romantico… - iniziai a commentare stranito del posto, ma la ragazza mi bloccò.
- Zitto, non centra il romanticismo qui – sentenziò seria, quando ci fermammo sotto un albero un po’ più lontano rispetto al resto delle lapidi – io voglio esser sepolta qui – sentenziò semplicemente dopo un lungo respiro per poi provare a riprender parola, ma la fermai immediatamente.
- Scordatelo, non affronterò questo argomento con te – la interruppi duramente.
- Damon…- cercò di riprendere parola lei, ma non glie lo lasciai fare.
- No, niente Damon. Non voglio parlare della tua morte, ne tanto meno del tuo funerale , non sono pronto, e probabilmente non lo sarò mai – continuai imperterrito.
- Ma succederà, e ho bisogno che qualcuno sappia cosa fare nel momento in cui non ci sarò più – provò di nuovo a parlare.
- Scrivilo su un post it, manda un mail, non mi importa, ma io non ne voglio sapere. Tu sei viva e…- ripresi a urlare io.
- Per ora, sono viva per ora – sottolineò lei, come a ricordarmi che la sua condanna a morte fosse già scritta.
- Lo so che è un per ora, me lo ricordo ogni santa mattina quando ti vedo tra le mie braccia che non sarà per sempre, e mi uccide già abbastanza… - ribattei esausto, ma non riuscì a finire.
- E allora lasciami. Se non ce la fai, vattene. Dimenticati di me, rifatti una vita, scegli una donna che possa amarti e darti dei figli.!! Sapevi in cosa ti stavi immischiando, tu…- tornò a sbraitare lei con gli occhi lucidi.
- Certo, perché secondo te se io adesso me ne vado cancellerò tutti i sentimenti che provo. Dio santo Elena, io ti amo.!! E non sarà lasciandoti prima che tu esala il tuo ultimo respiro che smetterò di farlo – le urlai a quel punto scosso dalla discussione, facendo calare il silenzio tra di noi. L’aria era immobile, sembrava che solo le nuvolette creata dai nostri respiri potessero muoversi.
- Tu mi ami.?? – domandò poi Elena quasi in un sussurro.
- Mi sembra di avertelo appena urlato dietro. Tu che dici.?? – le chiesi quasi innervosito dalla sua domanda, come se fosse quasi incredibile che glie l’avessi detto davvero. Come se, nonostante i miei mille comportamenti espliciti dei miei sentimenti, non fosse stato comunque chiaro come il sole – Comunque si, Elena. Io ti amo, ed proprio perché ti amo che non voglio neanche immaginare quando non ci sarai più. So che succederà prima o poi, ma finché sei qui, un futuro con te è tutto quello che vedo, per quanto sappia che sia irreale – le spiegai frustato e lei rimase così, ferma a fissarmi smarrita, quando poi, senza se e senza ma, si fiondò sulle mie labbra.

Tornammo a casa poco dopo, bagnati e infreddoliti, ma ci scaldammo in men che non si dica sotto le sue coperte facendo l’amore.
Quando mi svegliai la mattina seguente però, mi spaesò non poco non trovarla nel letto tra le mie braccia.
- Elena.?? – la chiamai preoccupato, ed eccola che spuntò saltellante dal bagnato, già vestita per la giornata.
- Buon Natale.!! – affermò entusiasta buttandosi affianco a me e strappandomi un bacio.
- Wow dovremmo festeggiare Natale una volta al mese se questo ti rende così felice – la presi in giro tirandola tra le mie braccia.
- Scemo.!! Il Natale è bello così com’è proprio perché lo si vive una volta all’anno – mi corresse nell’immediato lei – e poi mi costerebbe troppi soldi e troppi sforzi scervellarmi una volta al mese per trovare i giusti regali – aggiunse alzandosi di nuovo dal letto e iniziando a frugare nel suo borsone.
- Cosa cerchi.?? – le chiesi curioso.
- Il tuo regalo ovviamente – rispose lei come se fosse la cosa più scontata al mondo.
- Me lo vuoi dare adesso.?? – replicai perplesso.
- E scusa, quando.?? – mi fece eco lei – Non mi dire che il mio l’hai messo giù con gli altri.!!! – mi rimproverò poi.
- I regali si scartano solitamente sotto l’albero, non avevi specificato che doveva esser una cosa privata – le feci notare divertito, mentre con suo sguardo torvo e con le braccia dietro la schiena, si sedeva sul letto di fronte a me.
- Prometti di non prendermi in giro.? – mi domandò preoccupata.
- Prometto – dissi sorridendo e la ragazza tirò fuori un astuccino che mi posò in mano.
Lo rigirai tra le mani, e l’aprì con cautela. Era una stilografica della Parker: nera, con il pennino in argento, e una piccola incisione su di essa “(∂ + m) ψ = 0”.
- È bellissima – commentai strappandole un dolce bacio.
- Sei un avvocato rinomato, e sia fuori che in studio scrivi con le Bic. È una cosa che non si può vedere mio caro – iniziò a prendermi in giro lei – così ho pensato che una Stilografica, ti potesse dare la classe che ti manca, anche se l’ho scelta rigorosamente nera, per rispettare il tuo lato dark – continuò ridendo.
- Hai pensato a tutto – le risposi dolcemente – e la formula.? – le domandai poi curioso.
- Quella è per ricordarti di me, anche quando non ci sarò – sentenziò abbassando lo sguardo – si chiama equazione di Dirac. Matematicamente parlando spiega che se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema. In altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce – raccontò come una scolaretta – riferito agli esser umani quindi, vorrebbe dire che se due persone entrano in relazione e instaurano tra di loro, nel tempo, un rapporto di amicizia o di amore e poi vengono separate, esse non possono essere definite come due soggetti differenti ma, in qualche modo, ne diventano un sola. Anche dopo la separazione, continueranno nel bene e nel male, a conservare dentro di sé una parte dell’altra. Per sempre – aggiunse arrossendo, ma ritrovando i miei occhi – Hai reso ben chiaro che odi parlare del fatto che un giorno non ci sarò più, ma questo e per ricordarti che, anche quando mi spegnerò, una parte di me sarà sempre con te e che per quanto breve il nostro per sempre possa esser stato, tu hai comunque influenzato il mio esser e la mia vita – concluse oramai con le lacrime agli occhi e a quel punto non risposi più di me. La tirai con foga sulle mie labbra, e pregai mentalmente che quel momento non potesse finire mai.

Buonasera lettrici.!!
Un po' in ritardo ma buon Natale.!!
Scusate le mie sparizioni e il mio discontinuo pubblicare, ma come già sottolineato nel capitolo precedente, non è stato un bel periodo e per quanto la storia sia già sul mio computer, trovare anche solo il tempo di correggere e pubblicare è stata dura.
Nonostante ciò eccomi con il mio nuovo capitoletto, tutto natalizio, per la prima volta in linea con l'effettiva festività ehehhe
Ci ritroviamo in casa Gilbert, a Mistyc Falls e abbiam decisamente un mix di emozioni: la malinconia e i ricordi di papà Gilbert, che fa scoprire sempre più a Damon chi è Elena, la scena angst nel cimitero, dove  ritroviamo il nostro Salvatore oramai sempre più consapevole della dura strada che ha scelto, ovvero quella di innamorarsi di qualcuno che non potrà avere per sempre, ma finalmente in un momento che più vero di così si muore, riesce a dire quelle due paroline magiche alla nostra Gilbert: Ti amo.
E infine ritroviamo il regalo di Elena, che cerca di far capire a modo suo quanto sia grata a Damon di quell'amore che le sta regalando, per quanto sarà breve.
Il regalo di Damon.?? ovviamente lo lascio al prossimo capitolo che spero davvero di pubblicare prima del nuovo anno.
Vi ringrazio come sempre per chi ancora mi legge, e spero di avervi interessato anche a sto giro.
Un grosso bacio
A.

 

  
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