Era accaduto in modo del tutto naturale tanto che, entrambi, se ne erano resi conto soltanto nel momento in cui le loro labbra si erano toccate.
Si erano ritrovati sullo stesso autobus quasi vuoto sulla via del ritorno, sfiancati dall’allenamento extra al quale continuavano a sottoporsi.

Lo facevano per migliorarsi, per testare la loro forza e per soddisfare una sete agonistica incapaci di placare.

Kageyama aveva voltato la testa per guardare fuori dal finestrino.
Hinata si era appisolato.

Tobio aveva sussultato nel sentirsi sfiorare d’improvviso la spalla.
Voltandosi si era ritrovato la faccia del suo compagno di squadra appoggiata a lui.

Lo aveva scosso per riscuoterlo ma senza troppa convinzione.

Si era limitato a tenerlo d’occhio sperando che, nel russare, non gli sbavasse sulla giacca.

Il suo sguardo era poi tornato al finestrino.

Ad una delle fermate l’autobus aveva frenato più bruscamente, per dare il tempo ad una ritardataria signora di salire.
Nemmeno si accorse di loro e si rifugiò nel suo sedile immergendosi nella lettura di un giornale.

Hinata si era svegliato sollevando gli occhi sul compagno.

Kageyama lo aveva intimato di spostarsi ma nessuno dei due si era allontanato.

 I loro volti si erano ritrovati vicini e, senza che se ne accorgessero, le loro labbra si erano unite in quello che voleva forse essere un bacio.

Era durato un breve attimo, nel quale si erano sentiti attirati l’uno verso l’altro.

Dopo che, insolitamente silenzioso, Hinata lo aveva fissato sbattendo gli occhi domandandogli poi cosa fosse successo, Tobio aveva risposto con un secco ‘Niente’.

E niente era più accaduto da allora.

Nessuno dei due aveva chiesto spiegazioni all’altro, nessuno dei due ne aveva fatto parola.

Per più di una settimana non si erano scambiati che qualche misera battuta durante gli allenamenti.
 
 
Stava succedendo di nuovo.

Hinata si era appena sfilato la maglia per cambiarsi.

Kageyama l’aveva dapprima ignorato per poi posare inevitabilmente lo sguardo su di lui.

Per quanto odiasse il fiato che il compagno solitamente sprecava nel dare aria alla bocca, in quell’occasione il silenzio lo infastidiva.

Si sforzò di non pensare a ciò che era accaduto tra loro, alle labbra di Hinata sulle sue.

C’era tensione nell’aria, una tensione che stava diventando insostenibile per entrambi.

Tobio non era mai stato uno di tante parole e, anche in quel momento, furono i suoi gesti a parlare per lui.

Si alzò dalla panca gettando a terra l’asciugamano che aveva intorno al collo.

Serrò i pugni guadagnandosi un’occhiata dell’altro.

I loro occhi si incontrarono come a volersi sfidare.

Fronte contro fronte, aspettando che uno dei due rompesse il silenzio.

Avevano qualcosa in sospeso.
Qualcosa a cui non sapevano dare un nome, ma che sarebbe rimasto tra loro come un ostacolo se avessero continuato a non parlarne.

Un ennesimo scontro tra loro.

Kageyama gli afferrò la mascella per poi baciarlo.
Hinata rispose aprendo le labbra e lasciandogli spazio.
La mano di Tobio si fece strada sulla schiena nuda del compagno.
Lo spinse a terra, contro il freddo pavimento dello spogliatoio.
Shouyou non si lasciò intimidire, afferrandolo per i capelli e tirandolo di più verso di sé.

Si staccarono per riprendere fiato, con i respiri ansanti e i cuori agitati nel petto.

Era come giocare una partita.
Riuscivano a sentire l’adrenalina, la loro sete di appagamento, il loro desiderio di arrivare dove nessun altro oltre a loro poteva.
E sapevano di poterci riuscire soltanto insieme.

Un ghigno soddisfatto si dipinse sul volto di Hinata.

“Non dirmi che sei già stanco!” esclamò al compagno, appoggiandosi ai gomiti e sollevando un po’ la schiena.

Tobio non lo era.

“Non sprecare fiato!” disse.

E di nuovo le loro bocche si scontrarono, le loro mani si toccarono.

Qualunque cosa stesse succedendo tra loro gli avrebbero dato un senso più tardi, ora non avevano né il tempo e né la voglia di farsi domande.