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Autore: LysL    28/12/2016    3 recensioni
Una raccolta di otto piccole storie che vedono come protagonista Yuri Plisetsky mentre impara che "casa" non è solo un luogo, ma anche affetto e, perché no, a volte anche persone.
(La nota What if? si riferisce al fatto che il contesto diverge dal finale canonico, poiché la storia è stata ideata prima della fine della serie.)
*
{Storia partecipante al contest "Christmas Game – Puzzle Time" proposto e curato da Fanwriter.it ♥}
#1. Casa
#2. Promesse
#3. Tutta colpa del jet-lag (forse)
#4. Nanna
#5. Nuovo
#6. Troppo saké
#7. Hobbies
#8. Legami
#9. [Bonus!] A distanza
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Yuri Plisetsky
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Immagine di SpigaRose

 
Promesse
 
[Prompt: Schiaccianoci]
 
Yuri se ne stava disteso a pancia in giù sul suo letto, gli occhi sollevati e posati sul televisore, mentre nella sua stanza cominciava a suonare la Suite no. 5 dello Schiaccianoci.
Gli occhi del ragazzo seguirono i movimenti aggraziati della ballerina, una ragazzina più piccola di lui, ma che ballava divinamente; niente a che vedere con la prima ballerina che avrebbe danzato a partire dalla seconda scena del primo atto, certo, ma molto brava per la sua giovane età.
Clara ballava stretta al suo schiaccianoci di legno, ignorando ch’egli fosse un principe.
Yuri era fermamente convinto che la sua passione verso il balletto fosse nata ancora prima di quella per il pattinaggio, e tutto grazie a suo nonno che, fregandosene altamente dell’opinione dei suoi genitori, l’aveva portato a vedere “Lo Schiaccianoci” del maestro russo Tchaikovsky.
Le trombe cominciarono a suonare quel loro ritmo incalzante, e Clara venne colta di sorpresa dal fratello, il quale la rincorse fino a che entrambi non uscirono di scena, per lasciare il posto agli adulti.
La scena del ballo tra gli adulti non era entusiasmante, e Yuri preferiva concentrarsi sulla musica in quel frangente, così afferrò il proprio telefono dal pavimento e ne accese lo schermo.
Come al solito, le notifiche dei suoi social ricoprivano per intero la schermata di blocco, ma quella volta indicavano anche dei messaggi sul suo numero personale. Aprì l’icona corrispondente, scoprendo dei messaggi da Yuuko (foto delle gemelle che sfoggiavano tre felpe con un leone, una tigre ed un leopardo), uno dei soliti meme di Mila ed infine un messaggio da Otabek.
Yuri alzò un angolo della bocca, in un mezzo sorriso; era ancora strano parlare con qualcuno che non fosse un suo prossimo familiare o quasi, abituato com’era a frequentare sempre le stesse persone. Era una sensazione nuova, ma non per questo spiacevole.
Avevano parlato già qualche giorno prima, e Yuri si era stupito di quanto gli venisse facile parlare con Otabek, gli argomenti non erano forzati, le parole fluivano come mai gli era accaduto prima e Otabek riusciva sempre a metterlo di buon umore, anche attraverso uno schermo.
Una volta gli aveva perfino chiesto un consiglio su una sequenza di passi che non riusciva ad eseguire bene, la nota vocale tradiva l’iniziale imbarazzo del maggiore, ma a Yuri era piaciuto sentire di nuovo la sua voce.
Aprì la chat; la didascalia in grigio diceva “Foto” e Yuri si scoprì particolarmente curioso di sapere cosa gli avesse mandato Otabek.
Le prime note della Suite no. 6 riempivano l’aria e davanti ai suoi occhi si aprì l’immagine di un paio di guanti neri, foderati da quello che sembrava pelo leopardato, Otabek li teneva con una mano.
Ho trovato il tuo regalo di Natale. Diceva la didascalia.
Yuri fissò la foto per qualche secondo, sorpreso, prima di accorgersi della frase che ci stava scritta sotto. Strinse le labbra, per impedirsi di sorridere di più e rispose velocemente al messaggio.
Noi non lo festeggiamo il Natale. Inviò, e non ci volle molto prima che Otabek rispondesse.
Allora li tengo per me.
Se Yuri non l’avesse conosciuto meglio, si sarebbe arrabbiato a quella risposta, ma ormai aveva capito che Otabek non era il tipo di persona da rimangiarsi un regalo, e interpretò quel messaggio come una semplice battuta.
No, li voglio, mi piacciono. Rispose, e gli piacevano davvero; sebbene non sapesse bene che farsene, poiché sembravano quasi gemelli di quelli da motociclista che portava l’altro, l’idea che Otabek avesse speso del tempo (e del denaro) per comprare qualcosa a lui non era fastidiosa come avrebbe pensato fino a qualche settimana prima.
Te li mando per posta. Gli aveva risposto Otabek, mentre Yuri, sentendo un cambiamento nella melodia della canzone alzò gli occhi in tempo per vedere l’arrivo dei topi. Non appena ritornò con lo sguardo sul telefono non riuscì più a contenere il sorriso che gli si aprì sul volto.
Non passarono che pochi secondi, però, che venne colpito dalla consapevolezza di non aver nulla per ricambiare il regalo di Otabek. Certo, era giustificato, perché non era usanza in Russia fare doni per Natale, e soprattutto perché non si sarebbe mai immaginato che Otabek avrebbe pensato di regalargli qualcosa, ma non risolveva il suo problema.
Il suo cellulare vibrò una seconda volta, mostrando l’icona di una nota vocale. Yuri aveva cominciato a capire che Otabek non amava i messaggi, infatti capitava spesso che gli rispondesse a voce.
Avviò la nota e si mise in ascolto, il telefono avvicinato all’orecchio, in modo che l’audio non venisse inghiottito dalle ultime note della Suite no. 6.
Prima che Otabek iniziasse a parlare, Yuri riconobbe il rumore del traffico, e si chiese cosa diavolo avesse in testa quel pazzo, se davvero stava guidando con il telefono in mano.
«Umh… comunque non sei costretto a regalarmi qualcosa anche tu. E il rumore viene dalla finestra, non sto guidando.»
Come in tutte le altre note vocali che gli aveva mandato, Otabek parlava piano, come se fosse a disagio, ma stavolta Yuri non riuscì a concentrarsi su quello, perché Otabek era riuscito a placare qualunque suo dubbio, in meno di dieci secondi. Ancora una volta aveva capito cosa gli passasse per la testa, e la cosa era così assurda da sembrare quasi spaventosa.
Yuri tenne premuto il pulsante per registrare. «Per me puoi anche guidare e parlare al telefono, basta che non ti rompi qualche arto, devi ancora battermi.» lasciò andare, mandando la nota vocale, poi aggiunse per messaggio. Se trovo qualcosa che potrebbe piacerti te la mando anche io per posta.
Sapeva che Otabek gli aveva appena detto che non era necessario, ma ormai Yuri aveva deciso.
Mmh. Fu l’eloquente risposta dell’altro, anche se Yuri non ebbe neanche il tempo di replicare, perché il telefono gli vibrò di nuovo tra le mani.
È Lo Schiaccianoci, di sottofondo? Chiedeva Otabek. Yuri non si aspettava un messaggio del genere, non si aspettava che l’altro notasse qualcosa del genere, considerato che la nota vocale non durava più di quattro secondi.
Alzò un sopracciglio, digitando un semplice Sì, Suite no. 7.
Non mi dice niente, non l’ho mai visto tutto. Mi irrita. La risposta non si fece aspettare.
Inizialmente, Yuri credette di aver capito male: non era possibile che Otabek non avesse mai visto l’intero spettacolo. Rilesse il messaggio, ma le parole erano lì, chiare e limpide. L’irritazione venne dopo.
Ti irrita? Scrisse, con tutta l’intenzione di far tornare un po’ di sale in zucca ad Altin, che a quanto pareva l’aveva lasciato tutto nel casco.
Non amo molto il balletto. Replicò il maggiore.
Ma se hai preso lezioni con me al campo di Yakov. Gli ricordò Yuri, sempre più confuso. Come faceva Otabek a non apprezzare Lo Schiaccianoci? O il balletto? Da pattinatore avrebbe dovuto conoscere almeno i passi di base, per non parlare di tutto l’allenamento per ammorbidire i legamenti.
Notò una nuova nota vocale, stavolta più lunga del solito. «Dopo il campo estivo non mai più ballato. Non ne sono mai stato capace e ho preferito concentrarmi sul pattinaggio. Non fa per me.»
L’imbarazzo era percepibile nella voce di Otabek, più bassa del normale, come se si vergognasse ad ammetterlo, come se si sentisse in difetto. E forse era proprio così, pensò Yuri, perché Otabek gli aveva confessato di averlo preso a modello, per tutto il tempo che avevano passato al campo. Tutto il risentimento scivolò in secondo piano, a quella realizzazione, ma non la determinazione, quella no. Aveva deciso che avrebbe fatto rinsavire Otabek, e ci sarebbe riuscito.
«Non piangerti addosso e vedi di riprendere a ballare o non te la caverai facilmente quando ci rivedremo, Altin.» Inviò.
Non aveva riflettuto molto sulle promesse nascoste in quella risposta e nemmeno gli interessavano, perché quando Otabek gli rispose con una risata smorzata, Yuri riuscì solo a pensare di aver raggiunto il suo scopo.
 
 
[1304 parole]
 
 
Note della pseudo autrice:
Salve di nuovo gente!
Come sempre, grazie per aver letto fino a qui, innanzitutto :)
Adesso mi lascerò andare in una serie di sproloqui su questa seconda one-shot (aka vi spiego un po’ a cosa pensavo mentre scrivevo, anche se probabilmente non interessa a nessuno lol):
Prima cosa importante: sono preoccupatissima per la caratterizzazione dei personaggi, non tanto Yuri (ma ovviamente se vi sembra OOC fatemelo notare), quando per Otabek. Voglio tanto bene anche a lui e mi ci rivedo molto, però non sono sicura di essere riuscita a renderlo bene come avrei voluto, quindi vi prego, se vi sembrano cose campate in aria, ditemelo senza troppi giri di parole.
Seconda cosa (un po’ meno importante, ma la preciso perché non si sa mai): in questa storia il rapporto tra Yuri e Otabek sarà di semplice amicizia, non per motivi particolari (ad esempio tutto il dibattito sulla pedofilia che non voglio nemmeno star qui ad esaminare, perché mi sembra profondamente offensivo verso le relazioni tra persone reali, inoltre sono la prima che shippa Otayuri con l’intera anima), ma perché mi piace l’idea di questi due che prima di vedersi come potenziali “interessi amorosi” si vedano come “amici”.
Teerzo: Ho detto che in Russia non si festeggia il Natale, e la cosa è in parte vera; i russi (come i kazaki) festeggiano il Natale secondo il calendario ortodosso, quindi il 7 gennaio, anche se in generale la festività più sentita è il Capodanno, i doni vengono infatti scambiati durante Capodanno e non a Natale.
Quarto (e giuro che la smetto): lo Schiaccianoci perché sì; perché io amo profondamente Tchaikovsky e lo Schiaccianoci, e perché volevo inserire il mio headcanon secondo il quale Beka, nonstante abbia rinunciato al balletto ormai da anni, decide di riprendere qualche lezione per poter ballare con Yuri *la sedano e la portano via*
Finalmente ho finito queste note che sono magari più lunghe della storia stessa :’)
Ringrazio di nuovo chiunque abbia letto e spero mi lascerete un commento (ribadisco, anche critico!), ne sarei felicissima!
Buon proseguimento!
LysL
  
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