Jessica:
ehi, Bella!! Lo sai
che ieri Mike mi ha baciata???
Sorrisi,
accondiscendente. Mike
la baciava continuamente, ma avrei preferito evitare le descrizioni
dettagliate
di Jessica su dove lui metteva le mani o su quante volte pronunciava il
suo
nome prima di tornare a spupazzarla come un peluche.
Non
la ascoltai più, tutta
intenta a leccare il gelato che avevo appena comprato. Cioccolato e
panna. I miei
gusti preferiti… ma mai avrei saputo che quel semplice
gelato sarebbe stata l’ultima
cosa che avrei mangiato.
Successe
così, all’improvviso
e non me ne accorsi quasi. Non sentii dolore, solo la consapevolezza
che non
sarei arrivata al giorno dopo.
Udii
un clacson che suonava
impazzito mentre attraversavamo. Mi voltai giusto in tempo per vedere
un auto
che sfrecciava verso di noi a tutta velocità. Rossa. Era una
macchina rosso
sangue.
E
capii in un istante cosa
sarebbe successo.
Bella:
JESS, L’AUTO!!!!!!!!!!!
Non
pensai a niente mentre la
spingevo via, non pensai quanto mi sarebbe costato quel gesto istintivo
e altruistico.
Seppi
solo che un istante
dopo ero stesa sull’asfalto e qualcosa di rosso
dall’odore nauseante cominciava
ad allargarsi sotto di me.
Eppure
non sentivo dolore. Non
sentivo niente, il mio corpo non c’era più.
Urla
indistinte. Grida disperate.
Jessica che mi chiamava. Ma questa volta non avrei risposto. Non avrei
mai più
potuto risponderle.
Dopotutto,
morire non era
così male. L’unico rimpianto che avevo era
ciò che mi lasciavo alle spalle.
Jessica
si gettò su di me, mi
scosse, mi chiamò. Non sentì, o forse non volle
sentire, le varie mani che
cercavano di tirarla via, di allontanarla da me. Egoisticamente, la mia
amica
voleva tenermi aggrappata alla vita.
Ma
dovevo parlare, dovevo
dirle di calmarsi…dovevo dirle di riferire a Lui
ciò che più mi premeva. Costrinsi
le mie labbra a muoversi.
Bella:
J…ess…
Lei
smise di gridare, ma mi
sentivo sempre più lontana, sempre più
assente… sempre meno viva.
Bella:
dì…a…Edw…ard…che…lo…amo…e…viv…ete…anche…per…me…
Avrei
voluto accarezzarla,
alzare una mano e dirle che andava tutto bene, anche se per lei tutto
bene non
andava.
Charlie,
i Cullen, i miei
amici, Jake…e Lui. Edward. Mi sarebbero mancati tutti
quanti, ma infondo non
avevo molti rimpianti.
Avevo
amato.
Avevo
sorriso.
Avevo
pianto.
Avevo
vissuto.
Andava
bene così. Ero completa
e questo mi bastava. Completa grazie a lui, completa grazie a coloro
che mi
volevano bene. E sempre grazie a loro non temevo ciò che mi
aspettava dopo la
morte. Avrei sopportato perché ero felice e non mi pentivo
di nulla.
Non
mi pentivo di averlo
amato.
Non
mi pentivo di aver
stretto a me Jacob, dicendogli che era un vero amico.
Non
mi pentivo di aver
vissuto.
Non
mi accorsi mai che
Jessica mi aveva preso la mano e la stringeva con forza, dicendomi di
restare. Non
mi accorsi mai delle sue lacrime che cadevano sul mio petto martoriato.
Non mi
accorsi mai del dolore che lasciavo alle mie spalle.
Forse
fui egoista, forse fui
semplicemente sazia della vita. Ma quel giorno trovai la forza di
scavalcare
quel muro che tante persone avevano sempre temuto.
Mi
aggrappai ai miei
sentimenti, mi aggrappai ai ricordi felici che albergavano in me e
scavalcai
con un balzo il confine che separava la vita dalla morte. E sorridevo.
Sorridevo
per ciò che la vita mi aveva donato…e piangevo
per il dolore che mi lasciavo
dietro.
E
questo fu l’unico motivo
per cui un’unica, solitaria lacrima sgorgò dal mio
occhio destro,
attraversandomi il pallido viso come un piccolo, prezioso diamante.
Non
avrei più toccato la sua
pelle fredda.
Non
avrei più sentito il suo
profumo.
Non
avrei più visto il suo
sorriso sghembo capace di fermarmi semplicemente il cuore.
E
volsi lo sguardo sul gelato
che poco prima stavo mangiando, ignara di ciò che sarebbe
successo da lì a
poco. Mi era caduto durante l’impatto e ora era abbandonato
poco lontano da me,
ma come me immobile sul duro asfalto. I gusti erano sempre due, ma non
più gli
stessi. Solo cioccolato e orribile sangue scarlatto.
Dedicata alla mia
famiglia e alla mia amica
Mary che mi hanno sempre incoraggiato a scrivere, facendomi scoprire
l’importanza
che la scrittura significava per me. Grazie.