Sakura era stanca, terribilmente stanca. Da quando la guerra era
iniziata lei come ninja-medico non aveva più un attimo di tregua e il fatto che
fosse la migliore da quando la sua maestra era morta non aiutava di certo...
Ora stava correndo (correre era sopravvalutato, camminava
velocemente) verso l'ufficio dell'Hokage, nonché suo migliore amico e compagno
di team che era finalmente riuscito a coronare il suo sogno, sfortunatamente
nel momento peggiore. Alcuni villaggi rivali avevano approffittato del momentaneo
caos interno a Konoha per attaccarla, sperando di poterla sottomettere: illusi.
Se pensava alla miriade di cose che erano successe in pochi mesi gli
veniva un'emicrania colossale!! L'Akatsuki era stato completamente sconfitto
dalle forze di Kanoha, il quinto Hokage, la sua maestra era morta nello
scontro. Sasuke era tornato al villaggio per uccidere gli anziani, responsabili
di tutte le sofferenze sue e di suo fratello (e a questo si doveva il caos all'
interno di Kanoha). Poi c'era stata la battaglia tra Naruto e Sasuke, che aveva
tentato di fermarlo, battaglia che non aveva avuto nessun vincitore, solo due
ninja conciati molto male ma felici di essersi ritrovati. Sasuke era stato
segregato agli arresti domiciliari in attesa del processo. Naruto era diventato
Hokage e aveva chiesto a Hinata di sposarlo (ormai era più di due anni che
erano fidanzati), neanche una settimana dopo i villaggi rivali avevano mosso
guerra contro di loro e tra quelli che hanno difeso più strenuamente il
villaggio dalla prima ondata di avversari c'era anche Sasuke che aveva
combattuto accanto a loro riconquistando così la loro fiducia.
Da quegli eventi erano passati tre mesi, tre mesi di continue lotte,
operazioni, dolori e speranze. Speranze che però col tempo si stavano affievolendo
sempre di più...
In quel momento sui campi di battaglia regnava la calma, la così
detta "calma prima delle tempesta". Naruto ne aveva approfittato per
fare una riunione generale per capire cosa fare e per quanto ancora avrebbero
potuto resistere in quella situazione. Sakura doveva ammettere che Naruto era
bravo nel suo nuovo ruolo, teneva molto al villaggio e in ogni azione che
approvava stava molto attento a non mettere a rischio i rifugi dei civili,
situati nelle grotte dietro ai volti degli Hokage.
Tra le braccia portava molte cartelle che tutti temevano, dentro
c'erano tutti i nomi dei ninja morti in battaglia. Era la quinta volta che si
trovava a portare quel pesante fardello, entrare nella stanza e avere tutti gli
occhi puntati su di lei in cerca di una stima a dipendenza della quantità di
cartelle che portava tra le braccia. Se pensava che in una sola busta era
racchiusa e riassunta la vita di una persona gli veniva una terribile fitta al
cuore.
Aumentò il passo, era di molto in ritardo, aveva avuto un intervento
molto complicato che aveva occupato più tempo del previsto e anche più chakra.
Era stanca, non ricordava neanche più quando era stata l'ultima volta che era
riuscita a dormire in un letto. Di recente si addormentava nel suo piccolo studio
provvisorio fin quando qualcuno non la veniva a svegliare dicendo che la
battaglia era ricominciata o avevano bisogno di un'opinione o ancora c'era
un'emergenza che aveva bisogno del suo intervento. Da quando Tsunade e Schizune
erano morte la gestione dell'ospedale era passata a lei.
Si fermò davanti alla porta della sala riunioni e fece un respiro
profondo, probabilmente stavano aspettando solo lei.
Sasuke era entrato nella sala riunioni con Naruto e Sai. Ormai erano
diventati entrambi i suoi consiglieri. Era tornato per attuare la sua vendetta
contro gli anziani del villaggio e ce l'aveva fatta. Alla fine la battaglia con
Naruto era stata una liberazione, dopo aver compiuto la sua tanto agognata
vendetta si sentiva svuotato, non aveva più uno scopo, aveva perso ogni
prospettiva. Il Baka invece dopo un lungo scontro lo aveva costretto (convinto)
a rimanere e a ricominciare da Kanoha. Non lo avrebbe ammesso a nessuno ma non
era stato così difficile. Certo la guerra che aveva seguito il suo ritorno non
era nei piani, ma era per tornare in un posto da poter chiamare
"casa" che si stava impegnando tanto per portarla a termine. Si
sedette di fianco a Naruto mentre man mano entravano gli altri ninja convocati:
lo stratega Shikamaru, portava una benda su un occhio simbolo dell'ultima
battaglia in cui aveva partecipato, Choji il suo inseparabile amico che era
stato incaricato di razionare il cibo, il jonin Ibiki a capo delle spie, Neji
che era a capo degli ANBU, Kankuro inviato a Kanoha insieme a alcuni ninja
della sabbia per dar loro man forte, il maestro Iruka e altri tre ninja che in
quel momento non si ricordava il nome e neanche perché erano lì...
Tra tutta quella gente però si sentiva un mancanza, Sakura, la
ragazzina petulante e noiosa era in ritardo e portava con se i dati più
importanti: i morti in battaglia. Ogni minuto in più che la donna (perché
quello era diventata) ritardava diventava sempre più insofferente. Da quando
era tornato l'aveva vista poche volte, ma abbastanza per capire che non era più
quella ragazzina che aveva in passato tanto detestato (e amato). Era cresciuta,
il suo corpo da bambina era diventato più maturo, adulto, e soprattutto molto
forte; l'aveva vista combattere, con il controllo del chakra aveva acquisito
una forza sovraumana, aveva usato con straordinaria dimestichezza le arti
illusorie e gli avevano detto che era diventata la migliore ninja-medico in
circolazione. Cerano state poche occasioni per parlarsi e si erano scambiati
solo poche parole di circostanza. Era attratto da lei, non sapeva perché ma
quando pensava a "casa" gli venivano in mente due profondi occhi
verdi. L'ex team sette era diventato molto forte, alcuni avevano cominciato a
mormorare che loro erano in nuovi Ninja Leggendari.
Improvvisamente la porta si aprì e comparve l'oggetto dei suoi
pensieri ma ciò che vide lo fece trasalire interiormente... Da quando l'aveva
vista dopo il combattimento con Naruto era diventata molto più pallida, aveva
gli occhi lucidi di stanchezza ed era dimagrita un po'. Indossava una sua
tunica tipica rossa e sopra il camice da medico, i capelli che a inizio
giornata dovevano essere stati raccolti in un severo chionon ora erano sfuggiti
dall'acconciatura e alcuni ciuffi rosa gli incorniciavano il viso e il collo.
Ma era comunque bellissima.
Salutò e passò le cartelle che teneva in mano a Naruto poi si
sedette tra lui e Sai. In attesa della sentenza dell'Hokage.