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Autore: Mark Bargnani    25/05/2009    1 recensioni
Harry salva una ragazza dalle grinfie di Malfoy e lei lo ricompensa...cosa succederà? Ambientato durante il 6o anno, ripercorre molti tratti del libro di zia Row, ma poi si evolve su un binario diverso.
Genere: Commedia, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Daphne Greengrass, Harry Potter
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The Grass is always greener…

The Grass is always greener…

 

Capitolo 1

 

Harry Potter mise via la Mappa del Malandrino e tirò fuori il mantello dell’invisibilità, scomparendo pochi secondi più tardi. Era la sua prima missione ufficiale dopo la pausa natalizia del suo sesto anno e la sua preda si trovava giù nel salone in una situazione inusuale che necessitava, almeno per lui, di essere vista.

Per fortuna, aveva già lanciato un incantesimo di silenzio sulle sue scarpe, così si avvicinò silenziosamente al corridoio successivo per vedere e sentire cosa stava succedendo.

Sbirciò oltre l’angolo e vide la sua nemesi, Draco Malfoy, puntare la sua bacchetta su una ragazza dall’aspetto regale con cui avrà parlato forse una volta in cinque anni e mezzo. Ciò non significa che non sapesse chi fosse, tutti sapevano chi fosse la Regina di Ghiaccio. Era curioso di sapere perché Draco, seguito dai suoi due onnipresenti scagnozzi, sembrava tormentare uno dei suoi compagni di casa. I serpeverde non si combattevano mai tra di loro, almeno non in pubblico.

-Lasciami andare, Malfoy. Tu non vuoi fare questo.- disse l’alta e statuaria ragazza dai capelli biondo dorato, conosciuta come Daphne Greengrass o Regina di Ghiaccio da molti, al pallido biondino di fronte a lei, con il suo tipico tono freddo. –Ne sarai dispiaciuto più di quanto tu possa immaginare.-

-Oh, ma io voglio fare questo, Greengrass.- Malfoy, lentamente e con leggerezza, spostò la punta della bacchetta sulla divisa della ragazza, facendola scorrere giù fino alla pancia. –Inoltre, dopo che avrò finito di…“provarti”, non ricorderai nulla, quindi non mi succederà niente.-

Come Harry finalmente comprese che cosa stava succedendo, non era sicuro se fosse più disgustato dal suono della voce di Malfoy o dalle occhiate maliziose dei suoi due scagnozzi. Non importava, non poteva permetterlo, nemmeno contro una serpeverde. Nessuna ragazza meritava un trattamento del genere; il fatto di essere uno contro tre peggiorava le cose.

Sapendo che doveva cercare di colpire Malfoy per primo, Harry si accucciò verso l’angolo in modo da ottenere un’ottima visuale di tiro. Udì la Greengrass continuare la sua minaccia, il che era positivo dato che portava l’attenzione dei presenti lontano da lui.

-Malfoy, anche se tu mi obliviassi, mi accorgerei che è successo qualcosa, e dato che tu sei l’unico che non mi lascerebbe mai da sola, arriverei a te.- La sua voce si abbassò man mano che completava la sua minaccia. –Quindi lasciami. Se non lo fai, potresti essere l’ultimo Malfoy…sai che potrei farlo.-

Tiger e Goyle sussultarono. Anche Malfoy sembrò pensarci per un momento. Poi iniziò a ridere nervosamente. –Naturalmente, so che lo faresti.- strascicò lui –Io ho la mia bacchetta e tu no. Per cui non penso che sei nella posizione di darmi ordini. Penso che ora…-

Harry ora era in posizione e la dichiarazione di Malfoy ebbe l’effetto di non fargli provare rimorso nello sguainare la sua bacchetta fuori dal mantello e sussurrare –Stupeficium-

Malfoy aveva appena iniziato a cadere a terra quando la Greengrass fece un rapido passo verso la sua sinistra e velocemente colpi col ginocchio Tiger ai “gioielli di famiglia”. Harry era così stupito che non badò a Goyle, ma osservò la ragazza girare su sé stessa e colpire il serpeverde con un calcio. Anche Goyle cadde giù mugugnando e con entrambe le mani sulle parti basse. Greengrass tirò fuori la bacchetta e velocemente lanciò due incantesimi di stordimento per zittire i due ragazzi mugugnanti.

Daphne ripose la bacchetta nella tasca poi parlò nel silenzio. –Allora, chi è che ha deciso di aiutarmi?-

Harry decise che avrebbe potuto andarsene se avesse voluto, ma non aveva fatto nulla di male perciò rispose –Sarei io.-

Lei lo guardò fisso, anche se era ovvio dalla sua espressione che non poteva vederlo. –Potter? Sei davvero tu?-

Prendendo un profondo respiro e sperando il meglio, Harry si tolse il cappuccio del mantello, in modo da rendere invisibile la testa. –Già…uh…scusa, non volevo interferire nei tuoi affari privati, ma…uh…non sembrava giusto. Voglio dire, sai, nessuna ragazza dovrebbe…uh, fare qualcosa che non vuole…- Sapeva che era arrossito mentre lo stava per dire. Non poteva dire quella parola.

Con sua grande sorpresa, la Regina di Ghiaccio gli sorrise e gli regalò una piccola smorfia. –Non avrei mai pensato di dover ringraziare un grifondoro.-

Sorrise anche lui. –E già; non avrei mai pensato che avrei dovuto salvare una serpeverde.- Abbassò lo sguardo verso i tre ragazzi privi di sensi. –Suppongo che dovrei tornarmene nel mio dormitorio, ma hai bisogno di aiuto con loro prima che me ne vada?-

-Cosa? Non vuoi trarre vantaggio anche tu da me, Potter?- chiese lei con un sorriso calcolatore. Era un sorriso che stava ad indicare piani in cui uno non vuole entrarci neanche morto.

-Ah, no no, grazie. Ho…beh, già salvato qualcuno oggi e penso sia abbastanza.- disse lui imbarazzato.

Lei ghignò di nuovo e il sottile sorriso cattivo fu rimpiazzato da uno pieno di humour. –Tranquillo Potter, sei al sicuro con me. Non uccido il mio salvatore. Infatti, vorrei ringraziarti in qualche modo. Hai bisogno di un favore?- la sua bacchetta venne fuori mentre si girava pigramente da lui e guardava il soffitto. Mormorò un incantesimo di puntellamento su tutto il soffitto sopra di lei.

-Che stai facendo?- chiese Harry, preso dalla curiosità.

-Accio bacchette.- mormorò lei e le tre bacchette le arrivarono in mano. Le posizionò alla base del muro. Greengrass effettuò un incantesimo che Harry non aveva mai udito. Improvvisamente, comparvero numerosi insetti bianchi attorno alle bacchette. Lei lo guardò e rispose alla sua domanda muta. –Termiti.-

-Subdolo.- Era impressionato da tale dettaglio.

-Leviosa.-

L’incantesimo colpì Tiger e lo portò sul soffitto, girandolo in modo che fosse a faccia in giù. Una volta terminato l’incantesimo, lui rimase sospeso. Fece la stessa cosa con Goyle.

-Penso che sia una maniera per tenerli lontani da te.- Commentò Harry. –Per quanto riguarda Malfoy? Hai intenzione di fargli lo stesso o qualcosa di peggio?-

-Oh lui?- Daphne mosse casualmente la bacchetta e silenziosamente fece svanire la divisa del serpeverde, rimasto solo con scarpe, calzini e mutande.

-Ugh! Non avevo bisogno di questa visione.- si lamentò Harry.

-Le mie scuse Potter. Non volevo mostrarti questo spettacolo indecoroso, ma è parte del mio piano per essere sicura che abbia imparato che attaccarmi è una PESSIMA idea.- lanciò un altro incantesimo sconosciuto ad Harry, ma era ovvio che cosa stava succedendo. I boxer di Malfoy erano riempiti con qualcosa. Si poteva dire che Malfoy aveva lanciato un incantesimo d’ingrandimento su sé stesso, ma Harry sapeva che non era quello lo scopo dell’incantesimo lanciato dalla bionda.

-Perdona la mia ignoranza, ma che cosa hai evocato?- Doveva saperlo, prima di andarsene.

Il sorriso cattivo ricomparve sul viso della bionda. –Erba gatta. Stupeficium.- schiantò Malfoy di nuovo per prudenza.

-Erba gatta? Perché?-

-Non hai mai avuto a che fare con un gatto prima, vero?- lei lo guardò con curiosità.

-Non ne ho mai avuto uno. Hermione ha un mezzo-Kneazle. Penso di averlo visto giocare una volta con una palla che, a quanto diceva lei, aveva dell’erba gatta all’interno. Sembrava si divertisse.- Lei lo guardò e aspettò. Dopo alcuni secondi, qualcosa gli venne in mente. –Oh…- i suoi occhi si spalancarono al pensiero del risultato. –OH!- Harry non poté smettere di strabuzzare gli occhi non appena aveva capito cosa intendesse lei.

Daphne rise senza riserbo. –Scusa per l’immagine Potter, ma ho deciso che siccome voleva giocare con “quello”, allora dovrebbe averne l’occasione…solo senza di me. Ora, devo solo trovare Mrs. Purr e condurla qui.-

-Giusto.- Harry non riuscì a non sussultare a ciò che sarebbe accaduto. Per la prima volta, si sentiva quasi dispiaciuto per Malfoy. –Immagino che dovrei andare, ma se incrocio Mrs. Purr, vedrò di indirizzarla qui.

Il sorriso smagliante di Daphne ricomparve. –Grazie! Ma prima di andare, devi dirmi come posso ripagarti il favore.-

Un lieve rossore comparve sulle guancie di Harry al pensiero di mille cose che avrebbe potuto chiedere ma che mai avrebbe voluto. –Non so cosa chiederti. Questo pensiero è molto carino.- poi gli venne in mente una cosa che lo fece deprimere un po’.

-Cosa?- chiese lei.

-Stavo solo pensando cosa succederà. Quando lo troveranno, so che Piton penserà che sono stato io. Mi interrogherà ed estrapolerà la mia memoria.- diede un calcio al pavimento. –Ed io non potrò nemmeno fermarlo.

-Perché non conosci l’occlumanzia, vuoi dire?- chiese lei.

Harry non era sorpreso che la conoscesse. Non si sarebbe sorpreso nemmeno se tutti i serpeverde conoscessero quella disciplina e come praticarla. –Piton avrebbe dovuto insegnarmela l’anno scorso, ma non ha mai funzionato. Sono giunto alla conclusione che non ci ha mai provato. Credo lo avesse fatto solo per fare felice Silente. O forse aveva accettato in modo da poter guardare nella mia mente e torturarmi con i ricordi brutti.- Non riusciva a staccare gli occhi dal pavimento; non voleva vedere la sua reazione all’ammissione del suo fallimento.

-Bene, questo sarebbe un po’ più di quello che mi aspettavo, ma non credo sarà molto difficile.-

Harry tirò la testa su di scatto credendo di aver capito cosa lei avesse appena detto, ma non si faceva illusioni. –Vuoi dire che vorresti…- non poté finire la frase.

-Insegnarti l’occlumanzia? Sì.- gli occhi di Harry si spalancarono. –Capisci che la maggior parte del lavoro la dovrai fare te. Conosco le nozioni e posso insegnarti. Sarà difficile testarti perché non sono una brava Legilimens, ma sospetto che non sarà un problema dato che il mio capocasa ti testerà non appena ti vedrà. Che ne dici di domani sera alle 8 nella classe vuota vicino all’aula del professor Vitious?-

-Sì certo.- accettò subito lui. –Ma se Piton mi domandasse di tutto questo?-

-Non preoccuparti. Ci penso io.- con un sorriso, lanciò un incantesimo colorante come se stesse dipingendo, e scrisse “STUPRATORE” sul petto di Malfoy. –Ecco, penso che questo lo porterà ad indagare per altre strade. E dato che abbiamo avuto Difesa oggi, avrai due giorni dopo la lezione di domani sera per esercitarti prima che possa avvicinarti di nuovo. Penso che sarà un buon incentivo a esercitarti.- fece una smorfia nel vedere Harry pensarci su.

-Grazie, Greengrass. Penso sia meglio che vada, ora.-

-No, grazie a te, Potter. Fino a domani.- Si girò e se ne andò nella direzione opposta a lui. –Qui, micio micio micio.- la udì cantine lare.

Harry rise con sé stesso mentre si rimetteva il cappuccio del mantello e si dirigeva verso la Torre. Non appena arrivò alla Sala d’Ingresso, vide la gatta di Gazza. Con un ghigno malefico, prese al volo l’opportunità.

Lanciò un incantesimo di silenzio sulla gatta poi la levitò prima che potesse scappare. Fu una mossa intelligente da fare dato che il felino sembrava molto infuriato a giudicare dai suoi silenziosi soffi e dal suo graffiare l’aria. Fortunatamente, nessuno era lì a vedere la gatta volteggiare. Più presto che poté senza inciampare, Harry ritornò nei sotterranei e nel corridoio che aveva precedentemente lasciato. Con il più grande dei sorrisi, posò la gatta sullo stomaco di Malfoy.

La gatta si girò, ma si fermò improvvisamente per poi iniziare ad annusare l’aria. Ignorando Harry, il felino scese lentamente dal ragazzo e annusò di nuovo. Con la zampa anteriore destra, colpì giocosamente il tessuto contenente l’erba gatta. Harry se ne andò lentamente e iniziò a correre non appena ebbe svoltato l’angolo. Decise che era meglio non vedere il seguito di ciò che stava accadendo.

Raggiunto il terzo piano, era senza fiato. Vedendo Hermione che tornava dalla biblioteca, si tolse il mantello e lo mise via non appena raggiunse l’amica.

-Hermione…-

Lei si girò. –Harry, perché sembri senza fiato?- i suoi occhi si accigliarono. –Hai spiato Malfoy di nuovo?-

La sua amica aveva sia ragione che torto, ma era una scusa conosciuta e poteva gestirla. –Lo sai che sta tramando qualcosa dal modo in cui si muove circospetto.- Lei roteò gli occhi. –Va bene, ancora non sappiamo cosa, ma troverò le prove.-

Lei roteò gli occhi di nuovo. –Harry, ti stai immaginando le cose. Malfoy è un bastardo, te lo concedo, ma non sta cospirando di ucciderci tutti.-

-Questa è la tua idea, non la mia. Penso che sia coinvolto in qualcosa di strano dall’inizio dell’anno.- Non appena raggiunsero le scale che conducevano alla Torre di Grifondoro, Dean e Ginny vennero fuori da un corridoio lì vicino e si unirono a loro. –Dean.- fece un cenno al suo compagno di stanza, poi alla ragazza che era con lui. –Ginny.- Voleva sorriderle o qualcosa all’interno del suo stomaco avrebbe ringhiato, ma lei aveva un ragazzo e non era disponibile. Al momento, era solo la sorellina del suo migliore amico.

-Harry.- disse la coppia.

-Meglio sbrigarci.- disse con tono ammonitorio Hermione –Sta per scattare il coprifuoco.- Iniziò a percorrere le scale, seguita da Harry che precedeva Dean e Ginny.

Nella sala comune, Harry vide molte persone che studiavano o chiacchieravano. Non aveva compiti per il giorno dopo e voleva riflettere su ciò che era accaduto quella sera, perciò diede la buonanotte ai suoi amici e salì nel dormitorio. Si cambiò e tirò le tende del letto. Aveva davvero bisogno di pensare con calma.

I fatti di quella sera si riproposero nella sua mente. Era stata una strana notte. Avventura, combattimento, complotti…e anche un po’ di flirt, concluse. Questo lo spiazzò. Lei stava flirtando con lui e lui stava davvero flirtando con una serpeverde? A Ron sarebbero saltate le coronarie. Ma poi ci ripensò su…

Perché no? Era stata molto gentile con lui quella sera. Certo lui l’aveva salvato da un destino peggiore della morte, o almeno così sembrava a lui. Era anche molto carina, un viso dolce e una bella capigliatura bionda. Anche con indosso la “neutra” divisa scolastica, era ovvio che fosse una ragazza. Il pensiero di come potesse essere sotto la divisa lo fece arrossire.

Allontanando dalla mente quel pensiero, ripensò alle sue precedenti esperienze con lei. Avevano condiviso le classi di Pozioni e Cura delle Creature Magiche per i precedenti cinque anni e, ancora, riusciva a ricordare solo una cosa successa tra loro due. Lui e Ron stavano nel corridoio in attesa della lezione di Pozioni un giorno, quando lei comparve. Aveva educatamente detto “Scusatemi” per poi camminare tra loro due. Ripensando al quarto anno, Harry non ricordava che lei avesse indossato la spilla “Potter puzza”. Non gli veniva in mente nient’altro riguardo a lei. Quando giunse a questa conclusione, realizzò che non sapeva nulla su Daphne Greengrass.

Il fatto era che non aveva alcuna opportunità di ricavare informazioni su di lei. Non importava a chi le avesse chieste. Se avesse fatto domande su di lei, sarebbero partiti in quarta chissà quali gossip. Scosse la testa a quell’ingiustizia e passò oltre. Avrebbe dovuto aspettare e scoprire come lei fosse in realtà. Le avrebbe concesso il beneficio del dubbio, senza alcun pregiudizio; era la cosa giusta da fare.

All’improvviso, due cose gli vennero in mente: Regina di Ghiaccio e Occlumanzia. Ora sapeva come lei facesse ad essere così fredda e ad avere il totale controllo di sé stessa…doveva per forza essere così. Sì, quella sarebbe stata una buona cosa per lui, necessitava di controllo mentale.

 

Il giorno dopo, Harry era seduto a colazione con i suoi due migliori amici. Quando ebbero finito ed iniziarono a recarsi a lezione, Harry li guardò e bisbigliò –Hey, avete notato che Malfoy non c’era a colazione?- Ron sembrò molto interessato in quell’osservazione, mentre Hermione roteò gli occhi nuovamente.

-Onestamente, Harry. La devi smettere con le teorie di cospirazione. Probabilmente ha dormito troppo.- teorizzò la sua amica.

-Forse, ma quand’è stata l’ultima volta che hai visto Tiger e Goyle senza la presenza di Malfoy?-

-Secondo anno, quando li abbiamo rimpiazzati per un’ora.- replicò Ron senza esitazione.

Hermione aprì la bocca per ribattere, ma poi la richiuse. Harry sorrise, non accadeva molto spesso.

-Allora che facciamo?- chiese Ron mentre camminavano verso la lezione di Pozioni.

-Tenete gli occhi aperti. Lo sto tracciando sulla mappa quando posso. Era nell’ala ospedale quando ho controllato questa mattina.- Harry ghignò ma non disse perché pensasse questo. Il ghigno era per l’immaginare Malfoy quando si è dovuto abbassare i boxer davanti all’infermiera e a chissà chi. Sperava che fosse tremendamente imbarazzato per quello. Non era molto preoccupato per la sua salute. Harry pensava che un gatto non potesse fare danni tali che la magia non sapesse risolvere in poco tempo.

Questo fece ricordare ad Harry di Daphne e improvvisamente ebbe un’idea sul come ottenere informazioni su di lei…forse.

-Senti, Hermione? So che tu sei la miglior studentessa di Grifondoro al nostro anno, e Terry Boot e Lisa Turpin probabilmente lo sono di Corvonero.- lei annuì. –Chi sono i migliori di Tassorosso?-

-A chi importa…- commentò Ron

-Sono solo curioso. Hermione?- Harry la guardò, sapendo che avrebbe saputo rispondere.

-Susan Bones e Ernie MacMillan, anche Hannah Abbott se la cava bene.-

-D’accordo, ho capito. Tutti sembrano applicarsi molto. Per quanto riguarda Serpeverde?- chiese Harry, facendo del suo meglio per sembrare casuale.

Ron sembrò disgustato. –A chi VERAMENTE importa?!?-

-Hey, sto solo cercando di essere corretto e sono curioso su chi sono i cervelloni a scuola. Sai, coloro che possono dare filo da torcere a Hermione.- Ron sembrò pacarsi alla spiegazione di Harry. Hermione lo guardò come se non credesse ad una sola parola, ma rispose comunque.

-Tracey Davis e Daphne Greengrass, anche Blaise Zabini sembra essere intelligente quando si applica, un po’ come te Harry.- Lei lo guardò per un momento mentre entravano in classe. –Sai che sei il terzo in graduatoria a Grifondoro e potresti essere secondo se ti applicassi di più.-

-Chi è secondo?- chiese Ron mentre si sedevano. Lumacorno non era ancora entrato.

-Calì. Dean è quarto. Dovresti impegnarti di più, Harry.- lo incoraggiò Hermione.

Harry si meravigliò su come sapesse tutto questo, ma decise che non importava. Era riuscito ad ottenere le informazioni necessarie senza provocare sospetti. Daphne era intelligente e questo era un bene.

Tirando fuori il libro del “Principe”, Harry trovò alcuni suggerimenti sulla pozione del giorno, per il dispiacere di Hermione. Alla fine, entrambi ricevettero un buon voto. La pozione di Ron era troppo scura e densa, così ricevette solo mezzo credito.

Durante la lezione, Harry aveva occasionalmente dato un’occhiata in giro quando doveva solamente mescolare la pozione. Daphne era all’altro lato della stanza. Non l’aveva nemmeno guardato, il che non lo stupiva. Non l’aveva mai fatto prima. Alla fine della lezione, aveva deciso che aveva senso. Non sarebbe stato prudente per entrambi mostrarsi amichevoli l’uno con l’altro.

Uscendo dalla classe, si incrociarono. Daphne aveva il più semplice dei sorrisi stampato sul suo volto mentre guardava Harry, ma ancora non disse nulla. Harry mosse la mano in un gesto che voleva dire “dopo di te”, anche lui senza dire parola. Sorridendo con sé stesso, raggiunse i suoi amici e camminò con loro come se non fosse accaduto nulla al di fuori dell’ordinario. Tornati alla Torre, andarono a farsi un giro prima di pranzo.

 

Il resto della giornata sembrò lungo un’eternità per Harry, ma alla fine la cena venne e passò. Prendendo il suo mantello, si affrettò a uscire dalla Torre dopo aver detto ai suoi amici che aveva bisogno di parlare con Vitious. Si era preso un po’ di tempo d’anticipo per farlo, nel caso qualcuno chiedesse al professore se Harry era passato. Dopo aver parlato con il professore nel suo ufficio sui compiti assegnati, Harry si affrettò al suo vero incontro. Facendo attenzione che non ci fosse nessuno intorno, si intrufolò nell’aula vuota.

Chiuse la porta e si guardò intorno, ma non la vide. Presumendo che fosse il primo ad arrivare, iniziò a mettersi comodo quando vide sbucare all’improvviso la ragazza dal nulla. Lei ghignò nel vedere la sua sorpresa.

-Non sei il solo che può diventare invisibile.- lo informò calma lei.

Lui ci pensò un attimo prima di chiedere –Disillusione?-

Lei annuì. –Non è come il tuo mantello, dato che non posso muovermi non vista in quel modo, ma abbastanza buona la maggior parte delle volte. Dove l’hai preso, comunque?-

-Era di mio padre.-

Daphne annuì. SI girò silenziosamente e lanciò un incantesimo di chiusura alla porta, con l’aggiunta di un incantesimo di silenzio.

-Bene, quello dovrebbe garantirci un po’ di privacy e almeno un po’ di preavviso prima che qualcuno possa entrare qui.- posò la bacchetta e si andò a sedere vicino ad Harry. I suoi lunghi capelli biondi scendevano morbidi lungo le spalle fino allo stomaco. Guardò Harry con uno sguardo molto serio. –Ora, dimmi com’erano le tue lezioni l’anno scorso.-

Harry rilassò la testa, prese un respiro profondo e sperò che tutto andasse per il meglio. –Tutto quello che Piton faceva era dirmi di sgombrare la mente, poi lanciava “Legilimens” contro di me. Quando aveva rovistato nella mia mente per un po’, mi faceva tornare in me e mi urlava di riprovarci con più convinzione, poi ricominciava. Sono stato capace di respingerlo alcune volte, una addirittura facendolo indietreggiare di alcuni passi, ma la maggior parte delle volte faceva quello che voleva su di me. In seguito, avevo sempre forti mal di testa e qualche volte gli incubi quelle notti.- si prese una pausa poi mormorò –Credo che non sono portato a questo.- Credeva che lei lo ritenesse un fallito.

Quando Daphne non parve pronunciare una singola parola per quasi un minuto, Harry finalmente la guardò. La ragione per cui lei non stesse parlando era perché stava facendo di tutto per contenere la sua furia. Era ovvio che fosse infuriata, a giudicare dalla sua espressione e dal rossore sul suo viso. Harry scosse la testa afflitto. Andava così bene nelle lezioni di Difesa e di Volo, non capiva perhcè non fosse capace a fare anche questo; ma capiva perché lei potesse essere arrabbiata con lui.

-Quel…quel…bastardo!- esclamò lei infine. Harry si scosse un attimo e la guardo. –Non posso crederci che ti abbia fatto questo, Harry. Non c’è da stupirsi che tu non riuscissi ad imparare, non ti stava insegnando, lui stava…stuprando la tua mente. Ti stava torturando.-

Nonostante lui fosse felice del fatto che lei non fosse arrabbiata con lui, le sue peggiori paure erano confermate. Non c’erano ragioni che spiegassero quei dolori che non conducessero a Piton. Era esattamente come tutte le altre volte durante le lezioni di quel gran bastardo, solo più intense. –Giuro, io lo uccido un giorno, non importa ciò che mi dice il preside sul fatto che si fida di lui. Non mi fiderò più.-

-E io ti aiuterò.- gli disse freddamente lei. –Non posso crederci che l’abbia fatto; è contro tutte le normali etiche di questa pratica.- s’interruppe per alcuni secondi, chiuse gli occhi e prese un lento respiro profondo prima di continuare. –D’accordo, dovrò iniziare dalle basi. Devi fare del tuo meglio per dimenticare tutto ciò che lui ti ha detto. Pensi di farlo?-

-Credo di sì.- disse lui.

Daphne chiuse gli occhi nuovamente, prese un altro respiro molto profondo e lentamente lo rilasciò. I suoi movimenti catturarono l’attenzione di Harry, che non poteva fare a meno di osservare il suo petto salire e scendere lentamente. Quando si accorse di ciò che stava facendo, si schiaffeggiò mentalmente e chiuse gli occhi, cercando di riordinare i suoi pensieri con un po’ d’imbarazzo.

-Bene.- disse lei con la sua voce candida. –Tieni gli occhi chiusi e rilassati. Non puoi pensare a niente per lungo tempo, perciò devi pensare a qualcosa. Quindi voglio che trovi un ricordo, o meglio un’immagine, di qualcosa che sia molto neutrale, semplice e uniforme. Può essere l’immagine del cielo, dell’acqua nell’oceano se ci sei stato, di una tovaglia di un solo colore o di qualsiasi altra cosa che ti venga in mente. Avvertimi quando sei pronto.-

Harry rifletté. Una divisa scolastica non gli sembrava abbastanza grande. Il cielo sembrava troppo impersonale. Forse il lago di Hogwarts poteva funzionare. Poi ricordò qualcosa della sua infanzia: il ripostiglio. Starsene disteso lì dentro, con gli occhi aperti e provare l’assoluta oscurità durante la notte; non riusciva nemmeno a vedere la sua mano a pochi centimetri dalla sua faccia molte volte. Ripensò a quell’oscurità e la pose facilmente nella sua mente, fissandola per alcuni secondi. Era facile da mantenere. –Ok.- disse infine.

-Molto bene.- la voce di lei era molto dolce. –Ora pensa a quell’immagine, diventa un tutt’uno con essa, falla tua. Fissala così bene che qualunque altra cosa è sbagliata e tu te ne possa accorgere subito. Ogni altra cosa è un’increspatura, una luce fastidiosa o un’ombra, è un’imperfezione. Diventa un tutt’uno.-

Harry spinse l’oscurità dentro di sé, permettendole di invaderlo. Annuì silenziosamente.

La voce di Daphne gli parve giungere lontana. –Ora, tenterò qualcosa di molto debole. Quando senti il disturbo, respingilo contro la tua immagine così sai dove trovarlo e poi avvolgi la tua immagine attorno ad esso. Contieni l’imperfezione in una tasca della tua immagine e trattienila.- La voce s’interruppe prima di dire dolcemente “Legilimens

Improvvisamente, ci fu un piccolo luccichio sul suo lato sinistro. Harry spinse l’oscurità contro di esso poi, come con una coperta, avvolse con essa il luccichio fino a farlo sparire. Sorrise a sé stesso. Un altro luccichio arrivò da destra, era facilmente individuabile. Avvolse anche quello fino a farlo scomparire.

-Molto bene, Harry. Ora torna da me, Harry. Segui la mia voce ed apri gli occhi.-

Lentamente, l’oscurità svanì e lui si sentì di nuovo nella stanza. Aprendo gli occhi, vide Daphne con un gran sorriso sul suo viso.

-Congratulazioni, Harry. Hai respinto con successo un attacco mentale con l’Occlumanzia.-

Harry si lasciò andare ad un “Sì!” liberatorio e alzò il pugno in aria. Daphne rise. Lui la guardò sorridente. –Quello era decisamente meglio che con Piton. Potrei abbracciarti!- Quando s’accorse di ciò che aveva detto, diventò rosso e si fermò.

Daphne ridacchiò. –Molto di più del famoso coraggio Grifondoro. Vieni qui, scemo, non mordo mica.- disse lei, aprendo le braccia.

Facendo leva sul suo coraggio, Harry si fece avanti e le diede un piccolo abbraccio. Non aveva idea del perché lei lo facesse, ma gli andava bene. –Grazie mille.- le disse fiero. Muovendo le braccia, si accorse che lei possedeva una combinazione di forti muscoli e pelle morbida. Era piacevole. Mentre si staccava da lei, la osservava con occhio diverso.

-Cosa c’è?- chiese lei.

-Sei…uh…sei molto più muscolosa di quanto mi aspettassi.- arrossì di nuovo rendendosi conto di quanto strano suonasse.

Lei ridacchiò e si rilassò –Faccio qualche esercizio per mantenermi in linea. Non sono muscolosa come un ragazzo, ma sono sicura di essere più di una ragazza carina. Se ti piacciono molto i muscoli in una ragazza, dovresti stare con Millicent.- disse sorridendo.

Harry scosse velocemente la testa –No, grazie!-

Daphne sorrise. –Sei molto più di quanto mi aspettassi, Potter. Non sapevo molto su di te, a parte tutti i pettegolezzi, ma sei davvero un ragazzo carino dopotutto.-

-Grazie.- aveva timore nel guardarla. –Anche tu sei molto carina. Non sapevo cosa aspettarmi e non sono riuscito a sapere molto, tranne che sei molto carina e che hai buoni voti. Sembri sempre al di sopra di tutto, ma ho finalmente capito che si tratta di una conseguenza del conoscere l’Occlumanzia.-

Lei confermò con un cenno. –Molto arguto. È un peccato che non ci siamo mai avvicinati così prima, non sei male Potter.-

-Harry, tutti i miei amici mi chiamano Harry.-

Lei sembrò rifletterci su, poi finalmente gli sorrise. –E io sono Daphne. Bene, direi che per stasera è tutto. Prima della prossima volta, voglio che tu ti eserciti nel visualizzare quell’immagine di fronte a te. Più pratica fai, più velocemente sarai capace di evocarla. Potrai farla così rapidamente che ti sembrerà di averla sempre lì con te.-

-D’accordo. Facciamo sabato sera?- chiese lui.

Lei gli ghignò –Mi stai chiedendo un appuntamento, Harry?-

Lui alzò un sopracciglio, stupito. –Huh? Cosa?-

-Oh.- esclamò lei piano –Forse è diverso a Grifondoro. A Serpeverde, il sabato sera è per gli appuntamenti. Se un ragazzo chiede ad una ragazza cosa fa sabato sera, è un invito ad uscire; non importa se si deve studiare o fare altro.-

Gli occhi di Harry si spalancarono nell’udire ciò. –Uh, no, non facciamo così. Se è un appuntamento lo diciamo chiaro e tondo, altrimenti si va solo come amici.-

Daphne annuì. –Hmm, bene, non penso che potremo fare lezione la sera. Ho pratica di smaterializzazione da fare e anche compiti per Pozioni. Che ne dici del pomeriggio, un’ora prima di cena, nell’aula vuota vicino alla classe della McGranitt?-

Lui ci pensò su. –Sì, dovrebbe andare. Gli allenamenti di Quidditch finiranno alle tre, perciò troviamoci alle quattro. Ma perché cambiare la stanza?-

-Evitiamo di farci scoprire. Non voglio che qualcuno scopra che ti stia insegnando e non voglio che si facciano strane idee su te e me. Sei un ragazzo carino Harry, ma nessuno dei due vuole avere problemi nelle proprie case. Ci sono anche ramificazioni politiche per me nella mia sala comune.-

-Concordo.- disse lui, pensando a quanto negativamente Ron avrebbe reagito se l’avesse scoperto. –Ne ho abbastanza di pettegolezzi sul mio conto, per il momento.- lei gli sorrise. –Senti, sai cos’è successo a Malfoy?-

Una sonora e profonda risata venne fuori da Daphne. –Sì, lo so. Diciamo che Mrs. Purr ha trovato il suo giocattolino e Malfoy ha dovuto darsi da fare per allontanarla e poi sistemare il tutto. Da quel che ho capito, sarà ancora capace di avere figli; ma ciò che sta “laggiù” non sarà com’era prima per un bel po’. Proprio quel che gli ci voleva.-

Harry ghignò. –Fammi un Legilimens di nuovo.- lei lo guardò inquisitoria. –Fallo, ho una memoria da mostrarti.- lei fece spallucce e lanciò di nuovo l’incantesimo. Lui richiamò il ricordo di quando aveva trovato Mrs. Purr e l’aveva condotta da Draco. Quando ebbe finito, Daphne iniziò a ridere e quasi cadde dalla sedia.

-Geniale! Davvero geniale, Harry. Alzati.- lui la guardò. –Avanti, alzati.- Quando lo fece, lei gli regalò un abbraccio più forte rispetto a prima. –Ti sei meritato più di un semplice “grazie”, comunque ti devo ringraziare.-

Quando lei lo lasciò, Harry era arrossito…di nuovo. Si sentiva bene nell’abbracciarla, molto meglio che con Cho.

Lei sorrise ancora di più. –Wow, non immaginavo che sarebbe stato così semplice stupirti, Harry. Dovremmo lavorare anche su questo.-

Harry guardò giù e fece del suo meglio per ignorare i pensieri di ulteriori abbracci dalla bella bionda. –Uh, Daphne? Posso chiederti un’altra cosa prima di andare?- Era stata molto amichevole, sperava che continuasse.

-Certo, potrei anche non rispondere; dipende da cosa mi vuoi chiedere.-

Lui annuì alla condizione. –Sei sempre così controllata, così attenta. Come ha fatto Malfoy ad attaccarti? Ti ha attaccato alle spalle, come il codardo che è?-

Il sorriso scomparve dalla serpeverde. –Lui è un codardo, ma per lo più è stato perché non stavo prestando attenzione. Sapeva che doveva lasciarmi in pace, visto quante volte l’ho sopraffatto nella nostra sala comune. Ma avevo ricevuto una lettera da mia madre con alcune brutte notizie. Ero così distratta da non prestare attenzione intorno a me e lui ne ha approfittato, rubandomi la bacchetta prima che io potessi rendermi conto di cosa stava succedendo.-

Harry sospirò. –Quel bastardo. Gliela farò pagare uno di questi giorni.- Scosse la testa –Quindi Daphne? C’è qualcosa che possa fare per aiutarti col tuo problema? Non intendo provarci, ma se posso, per sapere.-

Lei gli regalò un sorriso divertito. –Sei molto gentile, Harry. No, non c’è niente che tu possa fare. La mia famiglia sta cercando di attuare alcuni piani per me e non ne sono molto felice.-

-Oh, vogliono che tu vada in un’altra scuola o che tu faccia un qualche lavoro speciale dopo che hai finito qui?- Non avendo genitori, Harry non aveva idea di che piani avrebbero potuto discutere i suoi per lui, se fossero ancora vivi.

Un sottile sorriso triste comparve sul viso di Daphne. –No Harry. Sei molto gentile nella tua ignoranza, per favore non cambiare mai.-

-Cosa?- si sentiva molto confuso.

-Pianificazione di matrimonio con uno stregone anziano del continente, che non ho mai visto.- gli disse lei, tornando triste.

-Non è giusto!- era sconvolto dal sapere che qualcuno avrebbe fatto qualcosa del genere al proprio figlio.

-Potrà non sembrare giusto per me, ma è una tradizione nella mia famiglia. La mia sorella maggiore ha sposato un uomo che ha conosciuto vagamente durante le vacanze di Natale per aiutare la nostra famiglia. I miei genitori stanno cercando di organizzare un piano per me che sia politicamente vantaggioso per la nostra famiglia.-

-Del genere…tuo padre vuole diventare Ministro della Magia o qualcosa di simile?- non aveva ancora senso per lui.

-No, niente di così grandioso Harry.- lei sospirò. –L’idea è di allearci con una potente famiglia sul continente in modo da avere un posto dove scappare ed evitare la guerra. Anche se certa gente considera la famiglia Greengrass “oscura”, abbiamo evitato l’ultima guerra e vogliamo stare neutrali anche in questa. Ciò significa che potremmo lasciare l’Inghilterra e andare a nasconderci se le cose andassero male. Se lo facciamo, dobbiamo avere un posto che ci protegga. La miglior maniera per farlo è attraverso il matrimonio.- Lei lo studiò per un momento. –Non avevi mai sentito cose del genere fino ad ora, vero?-

-No, è tutto così nuovo per me. Devi ricordarti, anche se sono un Potter, sono stato cresciuto come un babbano.- si fermò in modo da non rivelare di più.

-Questo suona come una storia che avrei piacere di sentire. Ascolta, grazie per il tuo interessamento ma dobbiamo proprio andare. Hai portato con te il tuo mantello magico?- lui annuì –Mettitelo ed esci dopo di me, andando nella direzione opposta. Ci vediamo sabato pomeriggio. Mi raccomando, studia sodo. Hai definitivamente bisogno di un minimo di protezione prima della tua lezione con Piton dopodomani.-

-Giusto.- annuì –Senti, chi ti ha insegnato Occlumanzia?- chiese mettendosi il mantello dell’invisibilità.

-Mio padre. Ci vediamo sabato.- annullò l’incantesimo di privacy e silenziosamente uscì. La sua maschera normale ricomparve e lei sembrò nuovamente la Regina di Ghiaccio che Harry vedeva normalmente a lezione.

Harry se ne andò un minuto dopo e tornò alla torre senza incappare in qualcuno. Si tolse il mantello prima che entrasse nella sala comune. Una volta dentro, trovò il suo migliore amico che lo chiamava.

-Ti va una partita a scacchi, Harry?-

Harry fece un sorriso amichevole per smorzare il colpo. –Grazie Ron, ma ho troppe cose a cui pensare al momento. Probabilmente vinceresti in sei mosse.- Ron espirò –Rilassati Ron. Devi solo trovare un partner migliore di me. Sono una schiappa a quel gioco. Se mi vuoi scusare, penso andrò a sedermi un po’ prima di andare a letto.- Ron annuì in comprensione prima di osservare la sala comune alla ricerca di qualcuno con cui giocare.

Harry trovò una poltrona di fronte al caminetto e ci si sedette, ma non prima di aver visto Ginny e Dean su un divano seduti molto vicini l’uno all’altro. Facendo del suo meglio per ignorarli e accantonare ciò che sentiva ruggire nello stomaco alla vista della rossa, rivolse la sua attenzione al fuoco scoppiettante. Dopo alcuni minuti, gli venne in mente di utilizzare l’immagine del fuoco per l’occlumanzia. Forse avrebbe dovuto provarla qualche volta. Una volta innalzata la sua immagine di buio, notò la figura di una bellissima ragazza bionda; nessuna donna, decise lui, imponendo contro di essa l’immagine dell’oscurità. Si meravigliò del perché fosse accaduto, ma decise di non preoccuparsene. Era molto più interessante concentrarsi sulla bionda che sul perché.

Poco dopo, si rese conto di essere uno degli ultimi ancora in piedi. Forzando sé stesso nell’alzarsi, si diresse verso il suo letto, chiedendosi ancora perché lui, un grifondoro, stava pensando ad una ragazza serpeverde. Poi questo lo colpì dato che stava pensando in termini di etichette, che era qualcosa che odiava fosse applicata a lui. Ignorando l’etichetta, pensò a Daphne come persona. Harry decise che gli piaceva la sua personalità e il suo spirito mordente. Una volta raggiunto il letto, decise che non doveva importargli in che casa lei fosse; era una meravigliosa persona e questo era ciò che importava.

 

Harry si era diligentemente applicato nello sgombrare la mente ad ogni momento libero che aveva. Era orgoglioso di sé stesso per una cosa che gli era successa il giorno prima. Finalmente era riuscito a capire come tirare su la coperta scura, come la chiamava ora, pur rimanendo “normale”. Il risultato era qualcosa simile ad una foschia scura nel suo campo visivo e una leggera riduzione del campo uditivo. Nonostante ciò, ora era cosciente che aveva qualcosa simile ad uno scudo e riusciva lo stesso a rendersi conto di ciò che gli accadeva intorno, invece di essere cieco e sordo come il suo primo tentativo.

Naturalmente, mentre camminava verso l’aula di Difesa, pensò che doveva ancora tentare di evitare lo sguardo di Piton verso i suoi occhi. Non c’era bisogno di sfidare la sorte; aveva appena iniziato ad imparare quell’abilità. Si sedette al suo solito posto, vicino al fondo della classe. Ron lo raggiunse. Daphne arrivò poco più tardi e prese posto nelle prime file. Harry si prese un attimo per ammirare discretamente i suoi capelli. Erano di un biondo molto più che carino. Si chiese se fossero morbidi come sembravano.

Piton sbatté la porta mentre entrava in classe. Harry prese su la sua piuma e si preparò a prendere appunti; si concentrò anche nell’osservare la pergamena di fronte a sé.

-Oggi, impareremo a combattere i vampiri.- strascicò il professore –Se aveste avuto un professore decente al vostro 3° anno,- Harry, mentalmente, si arrabbiò per quella punzecchiatura ma mantenne neutrale la sua espressione –avreste dovuto imparare che un pezzo di legno conficcato nel cuore è la maniera normale di ucciderne uno. Esiste un incantesimo fatto apposta per tale scopo.- Piton agitò la bacchetta in un doppio movimento orario che terminò in un colpo secco. Contemporaneamente al colpo, pronunciò l’incantesimo e qualcosa di simile ad una freccia di legno spuntò fuori e si conficcò in un fantoccio posto all’altro lato della stanza.

-Ovviamente, per uccidere un vampiro occorre un alto livello di astuzia e abilità, che la maggior parte di voi non possiede.- Con la coda dell’occhio, Harry notò che Piton lo stava fissando. Continuò a prendere appunti, cercando di non alzare lo sguardo. –Di conseguenza, dovete imparare a lanciarlo non-verbalmente se volete avere una qualche speranza di avere successo e di non diventare un vampiro voi stessi.- Harry udì Ron sussultare. Piton fece evanescere la freccia che aveva evocato.

-Tutti in piedi.- ordinò l’insegnante, indicando la sua destra. –Mettetevi su questo lato della stanza e lanciate l’incantesimo contro il fantoccio posto di fronte a voi dall’altro lato. Dovete rimanere in silenzio quando lo lanciate, come se foste lì fuori. Eccetto per gli stupidi in questa stanza, non dovrebbe essere difficile dato che abbiamo scoperto come lanciare non-verbalmente un incantesimo all’inizio dell’anno.- Piton si guardò attorno –Allora, che state aspettando, muovetevi!-

Harry si alzò assieme a tutti gli altri e si posizionò sul lato della stanza indicato. La prima cosa che fece fu lanciare l’incantesimo mormorando l’incanto. Una piccola freccia o forse un piccolo piolo uscì dalla sua bacchetta e attraversò la stanza fino a conficcarsi nel fantoccio di fronte a lui.

-Potter! Che stai facendo?- urlò il professore.

-Volevo solo provare l’incantesimo dato che si tratta di una novità.- Innalzò la nebbia oscura nella sua mente.

-Dieci punti in meno a Grifondoro per non aver seguito le istruzioni.-

Invece di infuriarsi per l’ingiustizia come avrebbe fatto solitamente, Harry ignorò l’uomo e avvolse sé stesso nell’oscurità, traendo conforto da essa. Puntò la bacchetta contro il fantoccio e lanciò l’incantesimo, pronunciandolo mentalmente e muovendo le labbra, ma senza lasciar uscire alcun suono. Una freccia molto sottile uscì fuori e impattò contro il fantoccio di fronte a lui. Dei 22 fantocci presenti nell’aula, il suo era l’unico trafitto da qualcosa.

-Altri dieci punti in meno da Grifondoro.- sogghignò l’uomo. –Lanciare non-verbalmente significa anche non muovere le labbra. Se il tuo avversario ti legge le labbra, allora sei finito, Potter.-

Harry annuì semplicemente e continuò, questa volta senza muovere le labbra. Il terzo tentativo produsse un piolo spesso come quello precedente. Sorrise a sé stesso. Harry si rese conto che aveva lanciato l’incantesimo mentre la sua nebbia scura era ancora alzata, quindi forse usare l’occlumanzia aiutava nel lanciare incantesimi. Avrebbe dovuto verificarlo più tardi.

Improvvisamente, si sentì un altro rumore di un fantoccio colpito da una freccia, proveniente dall’altra parte della stanza. Harry cercò di capire a chi appartenesse. Daphne Greengrass aveva un sottile sorriso sul suo viso. Harry era impressionato; la serpeverde era riuscita a farlo prima di Hermione.

Quindici minuti più tardi, la lezione terminò. La sola persona, oltre ad Harry e Daphne, che era riuscita a lanciare correttamente l’incantesimo era Hermione, e ci era riuscita solo una volta.

Mentre tutti quanti si stavano preparando ad uscire, Piton sibilò –Potter, vieni qui!-

Harry raccolse le sue cose e raggiunse il professore. Cercò di mantenere la sua barriera occlumante attiva. –Sì, signore.- disse in un tono neutrale.

-Potter, che ne sai tu su un attacco contro Malfoy?-

Ci siamo, il test, si disse Harry. Decise che la miglior cosa da fare fosse tentare di mantenere alzata la barriera mentre pensava alla storia che Ron gli aveva raccontato quella mattina a colazione. Sperò che il risultato fosse tale da sembrare un tentativo di mantenere a distanza il bastardo, magari non ben riuscito. –Niente, signore. Solo alcune voci, come tutti quanti.-

Piton lo fissò ed Harry poté notare lo scintillio bianco comparire qua e là nella sua barriera mentale, ma l’unico ricordo che lui lasciava visibile era quello di lui che chiacchierava con Ron. Dopo circa un minuto, Piton lo congedò. –Va alla tua prossima lezione.-

Harry annuì ed uscì, attento nel mantenere lo stesso atteggiamento mentale finché non uscì dalla classe. Dopo che ebbe chiuso la porta e rilasciato il fiato che stava trattenendo, udì una dolce voce femminile vicino a lui.

-Com’è andata?-

Lui sobbalzò leggermente –Dannazione! Non farlo mai più!- sibilò in risposta.

Sentì ridacchiare leggermente la voce non corporea. Lentamente si avviò; una distorsione nell’aria lo seguiva. –Sono abbastanza sicuro che non ha ottenuto niente. Grazie per avermi aiutato.- bisbigliò Harry.

-Domani alle 4.- bisbigliò lei in risposta. La distorsione smise di muoversi. Harry sorrise e continuò a camminare. Questo “affare segreto” era divertente, pensò...come ai vecchi tempi.

 

Harry terminò gli allenamenti di Quidditch e corse velocemente verso il suo dormitorio. Una doccia veloce lo ritemprò dalla fatica. Si vestì e lanciò una delle sue divise scolastiche sui suoi vestiti babbani. Infilandosi il mantello dell’invisibilità in una tasca interna, lasciò la Torre di Grifondoro. Sorpassò Ron, il quale stava lentamente tornando dall’allenamento. Harry realizzò che doveva fermarsi a parlare con qualcuno.

-Ehi amico? Dove vai con così tanta fretta?-

-Ho voglia di farmi una passeggiata prima di cena.- replicò Harry, pensando velocemente. –Ci vediamo a cena.- si dileguò per evitare ulteriori domande.

Si intrufolò in un passaggio segreto qualche istante dopo e indossò il suo mantello dell’invisibilità. Una volta fatto, si fece strada verso la sua lezione privata con calma. Qualche minuto dopo, arrivò all’aula accordata. Un incantesimo di rilevamento mostrò che non c’era nessuno, quindi prese una sedia per aspettare.

Pochi minuti dopo, arrivò anche lei; era visibile, questa volta. Lui si tolse il mantello e lanciò un incantesimo di silenzio.

-Sono felice che tu sia puntuale.- disse lei. –Dobbiamo fare tutto in un’ora. Non sono mai arrivata tardi a cena e devo mantenere quest’abitudine.- lui annuì. Lei gli si sedette accanto. –Sembra che avessi ragione. Piton non ha tirato fuori niente, anche perché se fosse così tu non saresti qui ora.-

Lui fece una smorfia. –Beh, dimmi qualcosa che non so. Quel bastardo mi odia.-

Lei inclinò leggermente la testa. –Il tuo successo mi fa sperare che tu sia riuscito a padroneggiare questa disciplina. Quanto hai fatto pratica?-

Harry ci pensò su. –Non lo so. Forse tre o quattro volte al giorno per una mezzora?-

-Molto bene. Oltre al bisogno di maggiore pratica, hai altre domande al riguardo?-

Lui osservò il suo sguardo sereno. Ancora una volta era impressionato da lei. –Uh, sì, ne ho una in mente dall’altra notte. Ho un’immagine che sembra funzionare bene per me, ma mi stavo chiedendo: se avessi un’altra immagine, funzionerebbe anch’essa? Immagino che la domanda sia, importa l’immagine che si utilizza?-

-Non sono una master in questo, ma non credo che importi. La sola differenza che sono riuscita a capire è che alcune immagini sono più facili per una persona da realizzare. Quindi se un’immagine ti risulta difficile, allora prova ad usarne un’altra. Quella attuale è difficile?- chiese lei con tono preoccupato.

-No, non direi.- disse lui. –Direi che è facile da innalzare e da usare quando devo fare altre cose.-

Daphne alzò un sopracciglio. –Che vuoi dire?-

-Beh, quando abbiamo iniziato, l’immagine mi consumava, era come se potessi pensare solo a quello.- lei annuì –Ora, posso innalzarla e fare altre cose. Quando faccio così, vedo una sorta di fantasma nebbioso, credo, della mia immagine su qualunque cosa io stia guardando. È come se stessi guardando il mondo attraverso la mia barriera.-

Lei applaudì. –Eccellente, Harry. Questa sarebbe stata la lezione di stasera, ma visto che sai già farlo andremo avanti. Facciamo pratica. Difenditi come al solito, e io cercherò di trovare immagini della tua sala comune. Dovrebbe essere innocuo e abbastanza facile per me da trovare dato che dovresti avere molti ricordi di essa. Pronto?- Sfoderò la bacchetta e attese il suo consenso. –Legilimens.-

Harry osservò Daphne concentrarsi mentre lui si difendeva. Con abbastanza sicurezza, Harry notò le piccole luci bianche colpire la nebbia scura, come era successo quando ha parlato con Piton. Le lasciò per circa un minuto, senza lasciar intravedere alcun ricordo. Decidendo di divertirsi un po’, fece con lei la stessa cosa che aveva fatto con Piton, solo che questa volta pensò al suo 2° anno quando lui e Ron avevano utilizzato la pozione polisucco per visitare la sala comune di Serpeverde.

Uno sguardo sorpreso apparve sul viso di lei prima che interrompesse l’incantesimo. –Come fai a sapere com’è fatta la sala comune di Serpeverde?-

-Sì, ha funzionato.- disse lui trionfante.

-Cosa ha funzionato?- l’espressione di Daphne sembrava dire “meglio che rispondi o saranno guai!”

-Ti ho lasciato vedere il ricordo che volevo, non quello che stavi cercando. Ho fatto lo stesso con Piton, ieri. Penso che questo sia il modo in cui non sono finito nei guai. Potrà dire che stavo cercando di bloccarlo, ma gli ho lasciato vedere il ricordo di Ron che mi raccontava quello che era successo a Malfoy abbastanza a lungo da fargli credere di non esserci riuscito.- Harry era tutto un sorriso.

-Impressionante, non credo di aver mai fatto una cosa simile. Probabilmente è la miglior tecnica contro Piton, dato che avevi un ricordo abbastanza verosimile a ciò che stava cercando.- i suoi occhi si restrinsero –Ma non mi hai ancora risposto. Come fai a sapere com’è fatta la sala comune di Serpeverde?-

Che fare, si chiese Harry. Forse un accordo…-Mi prometti che qualunque cosa condividiamo nelle nostre lezioni resterà fra noi? Tu non dirai niente a nessuno su ciò che vedrai o che ti confiderò, e lo stesso vale per me nei tuoi confronti.-

Lei fece spallucce. –Certo, mi sembra abbastanza corretto. In effetti, deve essere così in modo da poterci proteggere a vicenda.- sospirò un istante – Probabilmente non dovrei dirtelo, ma pensavo di scoprire qualche segreto su di te che mi avrebbe potuto aiutare, ma ora che ti ho conosciuto meglio non penso che lo farò- Daphne abbassò lo sguardo, come se si vergognasse di guardarlo. –Sei troppo carino.-

Questo lo confuse un po’. Sembrava che lei stesse per fare qualcosa nei suoi confronti, come avrebbe fatto Malfoy, ma ora non l’avrebbe più fatto perché lui piaceva a lei o qualcosa del genere. –Che stai dicendo?-

Lei lo guardò. –Sto dicendo che ti rispetto troppo per tradire il nostro segreto. Mi dispiace Harry. So che sembrerà scorretto e qualcosa che i nobili Grifondoro non farebbero mai, ma questo è il modo di fare dei Serpeverde. Scoviamo informazioni e segreti in modo da utilizzarli a nostro vantaggio.-

Lui non era ancora totalmente sicuro –Prometti davvero di mantenere il segreto?- la studiò attentamente, cercando di trovare un qualche segno di falsità; ma non ne trovò.

Daphne porse la mano. –Lo prometto.-

Quando lui accettò la stretta di mano, una smorfia comparve sul viso di lei. –Dunque, Harry, quando hai visto la sala comune di Serpeverde?-

-Al mio 2° anno- rispose finalmente lui –Volevo sapere chi fosse l’Erede di Serpeverde e pensavamo che Malfoy potesse saperlo. Quindi Hermione ha distillato la pozione polisucco permettendo a me e Ron di diventare Tiger e Goyle. Trovammo Malfoy nei corridoi e lo seguimmo nella vostra sala comune dove parlammo e scoprimmo che lui, in realtà, non sapeva proprio niente.-

Daphne sembrava stupefatta. –Questo….questo è molto da serpeverde. Sono impressionata!-

Harry rise. –Non c’è una vera ragione per cui tu debba saperlo, ma il Cappello Parlante mi voleva mettere a Serpeverde.-

-No, davvero?- sembrava molto sorpresa.

-Oh, sì! Ma avevo già incontrato Malfoy e la sua irritante personalità mi aveva fatto desiderare di andare ovunque ma non lì. Così ho pregato il Cappello e lui mi ha messo a Grifondoro.- fece spallucce, come se non fosse un gran problema.

Daphne rise, la sua curiosità era completamente soddisfatta. –Questo è incredibile. Sarebbe un divertente segreto da condividere ma, come ho già detto, manterrò i tuoi segreti, Harry.-

-Grazie. Comunque, penso che troverai la cosa meno difficile se smetterai di utilizzare i pregiudizi.-

-Huh?- lei sembrava molto confusa.

-Hai menzionato Grifondoro contro Serpeverde molte volte oggi. Non tutti i grifondoro sono uguali e così anche i serpeverde. Etichettare le persone e poi pensare a loro in quel modo non è giusto nei confronti di un singolo e potrebbe essere sbagliato.- fece un ghigno verso di lei. –Se l’avessi fatto, non sarei qui con te ora.-

Lei ridacchiò. –Buona osservazione. Immagino che dovrò iniziare a fare la stessa cosa nei tuoi confronti, ma non avevo mai riflettuto su questo. Ci proverò ma, giusto perché tu lo sappia, alcuni dei tuoi amici, come Weasley, non renderanno la cosa facile. Vedono tutto in bianco e nero.-

Harry sbuffò. –Sì, lo so. È un buon amico una volta che l’hai conosciuto, ma non riflette molto, da quanto ho notato.-

-Basta parlare. Non abbiamo molto tempo. Facciamo un altro po’ di pratica. Legilimens.- lei lanciò l’incantesimo, cercando di coglierlo di sorpresa.

Vide solo qualche piccola scena di lui con i suoi amici prima che Harry riuscì ad alzare la guardia. Provò altre quattro volte, aumentando leggermente l’intensità, e non riuscì ad ottenere niente. –Molto bene, Harry, sono impressionata. Stai apprendendo molto velocemente.-

Lui arrossì al complimento. –Questo perché ho un’ottima insegnante. Stai mettendoci tutto il tuo impegno?-

-No. Solo una parte, non voglio farti del male. La prossima volta proverò più intensamente. Facciamo il prossimo martedì alle otto?- suggerì lei.

-Scusa, ho gli allenamenti di Quidditch fino a tardi. Mercoledì?-

Lei ci pensò su. –Va bene, mercoledì alle 8. Il corridoio del 3° piano, questa volta…-

-Quello in cui non dovevamo andare al 1° anno?- chiese lui con un ghigno.

-Quello lì- si alzò per andarsene.

-Daphne? Spero che non ti secchi la domanda, ma che immagine usi nella tua Occlumanzia?- era curioso su questa cosa.

Lei gli diede un sorrisetto. –La mia famiglia vive in una grande tenuta dove abbiamo un giardino molto ampio. Quindi immagino il campo che abbiamo, sai, un’infinita distesa di…- lei si fermò e aspettò che finisse lui.

Harry gemette alcuni secondi più tardi. –Erba verde?-(*) disse lui.

Daphne sorrise e annuì. –Esercizio, esercizio, esercizio, Harry.- Lasciò la stanza per dirigersi verso la Sala Grande.

Harry si mise il mantello e se andò anche lui. Stavano creando un buon feeling; Harry pensò che s’era fatto una nuova amicizia. Era un pensiero presuntuoso? Se lo  chiese improvvisamente. Avrebbe dovuto domandarle cosa ne pensava sull’essere amici, la prossima volta.

 

La vita trascorse normalmente fino alla sera di mercoledì. Harry sapeva che doveva aspettarsela ma, non sapeva come, non se n’era accorto. Dopo cena, s’era affrettato nel finire un tema di Incantesimi. I tre amici stavano studiando assieme. Harry, dopo che ebbe finito, iniziò a mettere via le sue cose, ma Hermione lo interruppe.

-Harry? Dove stai andando? Non puoi aver già finito tutti i compiti?- Hermione gli lanciò una piccola occhiataccia. Ron lo osservò con sguardo curioso, chiedendosi se per casto stava andando via per lasciarlo solo con Hermione.

-Beh, ho fatto tutti quelli per domani e la maggior parte di quelli per Venerdì.-

Lei lo guardo shockata. –Non è da te, Harry. Di solito lasci le cose a metà.-

Non sapendo come districarsi da quella situazione, cercò di distrarla. –Beh, già, immagino di aver iniziato a prestarti maggior attenzione. Sono le lezioni per i nostri M.A.G.O.- finì lui con una smorfia.

Hermione sbuffò. –E ti comporti diversamente. È come se…avessi maggior controllo di te stesso. Non permetti al professor Piton di lasciarti innervosire come prima.-

La sua distrazione non aveva funzionato. –Sto crescendo?- suggerì lui.

-Harry, siamo amici. Che cosa stai combinando?- Non lo avrebbe lasciato andare facilmente.

Lui guardò l’orologio e notò che non aveva più molto margine di tempo. Abbassò la voce. –Se proprio vuoi saperlo, sto prendendo nuovamente lezioni di Occlumanzia e penso che questo mi stia aiutando nel mio controllo emozionale.-

Hermione lo guardò come se volesse strillare con entusiasmo. –Harry!- Lui le fece cenno di calmarsi e lei abbassò la voce. –Harry, sono così fiera che tu abbia accantonato i tuoi problemi con Piton.-

-Non posso crede che tu stia ancora studiando con quel grandissimo bastardo!- disse Ron, per smorzare l’entusiasmo dell’amica.

-Ron!- si lamentò lei.

-E chi ha detto che sto studiando con Piton?- chiese Harry casualmente, cercando di non ridere all’espressione di Hermione.

-E allora con chi stai studiando?- domandò lei.

-Un insegnante decisamente migliore.- ora dovette sorridere. –Scusate ma devo andare…o faccio tardi.- Lasciò un Ron ghignante e una Hermione indispettita per salire al dormitorio e prendere le sue cose. Si mise il mantello e corse fuori. Se qualcuno notò il quadro della Signora Grassa aprirsi per conto proprio, lui non se n’accorse.

Alcuni minuti più tardi, arrivò al corridoio del 3° piano. Arrivò contemporaneamente assieme a Daphne.

-Ciao- dissero entrambi, per poi mettersi a ridere.

Harry lanciò un incantesimo di privacy. –Senti, Daphne?-

-Hmm?-

-Siamo amici?- lui la guardò in attesa della sua reazione. Lei sorrise immediatamente, per la gioia di Harry.

-Sì, penso di sì, o almeno penso a te come ad un amico. E tu?- la sua personalità di “Regina di Ghiaccio” aveva rapidamente preso il posto della personalità amichevole.

Harry annuì. –Sicuro, ma volevo chiedertelo per essere sicuro di cosa ne pensassi te.- Evocò due sedie e si accomodarono.

-Perché me l’hai chiesto?- chiese lei calma.

-Io…io volevo solo saperlo. Ho pensato molto a noi, sai, lo studiare assieme e, beh- balbettò –ho deciso che mi piace stare con te e volevo sapere se è lo stesso per te.-

Daphne lo guardò intensamente. –So che tu non hai pregiudizi verso l’un l’altro, Harry, ma devo ammettere che non ho mai pensato a qualcuno a Grifondoro come amico…o forse un buon amico, se me lo permetterai.-

-Un buon amico segreto?-

Lei ridacchiò –Sfortunatamente, sì. Vorrei tanto che potessimo parlare l’un l’altro anche durante il giorno, ma non sono pronta per questo.-

Lui annuì. –Ti capisco, la stessa cosa vale per me. Posso chiederti un’altra cosa?-

-Sicuro.- tirò fuori la bacchetta e la posò vicino a lei.

-Non hai lo stesso atteggiamento, in classe, quando sei con me. Perché?-

-Intendi che non mi comporto come una stronza Regina di Ghiaccio?- chiese lei casualmente. Harry era sorpreso e lo fece capire. Lei rise. –Sì, avevo sentito già di questo nomignolo che m’è stato dato. Non ne ho bisogno- spiegò lei –Qui con te, posso essere me stessa. Fuori, con gli altri serpeverde, devo essere pronta a tutto, un po’ come fai te.-

Lui ci pensò su. –Ecco perché Piton si comporta così, quando non sogghigna…-

-Sì, lui blocca e controlla. Ti comporterai più o meno come lui un giorno.- gli disse lei.

Harry sorrise. –A dire la verità, ho già cominciato, anche se non me ne sono accorto. Hermione m’ha detto che ho iniziato a comportarmi in maniera più pacata…-

-Legilimens- lanciò lei improvvisamente, la bacchetta puntata contro di lui.

Vide una breve immagine di Hermione lampeggiare nella sua mente, prima che la sua nebbia scura s’alzasse e s’avvolse attorno al bagliore. Spingendo mentalmente, la nebbia si comportò come un largo foglio che s’avvolgeva attorno all’intruso prima di spingerlo fuori. Harry vide Daphne essere spinta via fisicamente, le sue braccia rilassarsi.

Daphne prese un respiro profondo. –Wow! Ottimo lavoro, Harry. Volevo vedere quanto velocemente avresti reagito. Ho solamente ricevuto un’immagine brevissima di Hermione. Immagino che stavi pensando a lei in quel momento, vero?- lui annuì –E poi mi hai spinto fuori, anche con forza poi.- lei ghignò.

Arrossendo lievemente, Harry si scusò. –Scusami per questo. Immagino che sia una cosa istintiva.-

-Non c’è bisogno di scusarsi, Harry. Hai fatto la cosa giusta. Non avevo mai sperimentato un potere simile prima d’ora. Nemmeno mio padre ha tale potenza.- lei lo guardò attentamente. –Penso che tu sia uno degli stregoni più potenti che io abbia mai visto.-

Harry scosse la testa, incredulo. –Se lo dici tu. Ma penso sia stata una buona idea cercare di sorprendermi. Forse potremmo farlo per il resto del tempo a nostra disposizione. Sai, parlare e permetterti di tentare di superare la mia barriera?-

-Certo, Harry. Penso che tu abbia imparato abbastanza. Dimmi qualcosa su di te. Hai detto che pensi a te come ad un “Nato Babbano”, anche se sai che vieni da una famiglia di maghi antica. Perché?-

L’imbarazzo lo prese all’improvviso e distolse lo sguardo per un momento. Si chiese se poteva veramente condividere ciò con lei. Finalmente, si decise a condividerne una versione abbreviata. Iniziò a raccontarle dell’essere rimasto orfano e di aver vissuto con i suoi parenti Babbani che non si preoccupavano di lui. Le raccontò qualcosa anche della sua infanzia.

Lei lo colpì nuovamente con l’incantesimo Legilimens durante la conversazione. Una breve scena della sua casa comparve, ma fu solo l’immagine della sua stanza da letto e durò solo un secondo. Dopo che le ebbe raccontato della sua infanzia, domandò qualcosa su di lei.

Daphne gli sorrise e molto tranquillamente gli raccontò di essere cresciuta con i suoi genitori e la sua sorella maggiore in una vita di lussuria. I Greengrass non erano ricchi come i Malfoy, ma la famiglia di Daphne era ben agiata. Gli disse che non era sicura su chi avesse più soldi, la sua famiglia o i Potter, ma sospettava che fossero più o meno alla pari. Notando la sorpresa di Harry, lei fece del suo meglio per dirgli ciò che sapeva dei Potter: del fatto che fossero una famiglia di maghi antica e ben agiata e anche di alcuni fatti importanti a cui avevano partecipato in passato. Lo colpì due volte con il Legilimens, mentre parlavano, ma non riuscì a vedere niente in entrambi i casi.

Lei guardò l’orologio e s’alzò. –Ti stai comportando molto bene, Harry.- disse lei con un sorriso.

-Questo perché sei un’ottima insegnante. Daphne?-

-Sì?-

-Se non mi dovessi presentare ad uno dei nostri incontri, voglio che tu sappia che sarà non perché abbia rinunciato o che non voglia più essere tuo amico. Ma sta diventato difficile nascondere tutto ciò ai miei amici. In effetti, sono stato costretto a dire loro che sto prendendo nuovamente lezioni di Occlumanzia, ma che il mio insegnante non vuole rivelare la sua identità.- abbassò lo sguardo per un momento, poi lo rialzò –Spero che tu capisca, dato che vuoi che questo rimanga tra noi.-

Sorprendendolo, lei fece un passo avanti e lo abbracciò brevemente. –Capisco e ti ringrazio, Harry.-

Harry era felice della sua comprensione e del suo abbraccio. Grazie a quell’abbraccio, decise di essere coraggioso e di fare qualcosa, prima di impaurirsi troppo. –San Valentino sarà di venerdì e tra due settimane. Mi chiedevo se ti andasse di cenare con me la sera di sabato 15. Beh, cena e forse un po’ di tempo chiacchierando. Niente studio o simili.- concluse lui velocemente. Gli era difficile mantenere il contatto visivo mentre glielo chiedeva, ma riuscì a farcela…almeno sembrava.

Per sua fortuna, Daphne sorrise. –Vuoi dire…come un appuntamento?- lui annuì, incapace di dire altro dato che stava trattenendo il fiato in attesa della sua risposta. –Non che mi dispiaccia, ma ci devo pensare. Te lo dirò la prossima volta. Va bene?-

Non era sicuro su cosa pensare, ma era contento che non avesse detto “no”. –Ok. 4° piano, prima porta sulla destra, vicino alla classe di Aritmanzia?-

-Fino a sabato pomeriggio, Harry.- si sistemò un po’ e lasciò che la sua personalità da Regina di Ghiaccio riaffiorasse prima di uscire.

Harry si risedette per alcuni minuti. Cosa aveva fatto? Non era da lui chiedere ad una ragazza di uscire, ma si era fatto coraggio e l’aveva fatto. Scosse la testa, ripensando alla sua impulsività grifondoro, che era sicuro lo avrebbe ucciso un giorno. Fece evanescere la sedia, si mise il mantello e si diresse verso la Torre.

Una volta tornato alla Torre di Grifondoro, Harry vide Ginny e Dean insieme appartati in un angolo. Per la prima volta, non sentì alcuna fitta al petto o allo stomaco nel vedervi. In effetti, era contento per loro, come se per lui fossero una qualunque coppia che aveva trovato la felicità.

Era tardi. Passò un po’ di tempo con i suoi amici e poi andò a letto. Una volta disteso, ripensò a Daphne, cercando di capire cosa provasse nei suoi confronti. Prima di addormentarsi, decise che ascoltare il suo subconscio su Daphne era stata una buona cosa. Anche se avesse rifiutato, pensava che sarebbero rimasti amici.

 

(*) Nella versione originale, è “Green grass” che sarebbe appunto il cognome di Daphne. L’autore/autrice ha voluto fare un gioco di parole che, purtroppo, in italiano non riesce bene. ^^

 

Va bene gente. Scusatemi l’enorme ritardo con cui ho aggiornato questo capitolo, ma avevo perso un po’ la voglia di tradurre. Ho letto e riletto la storia in lingua originale (http://www.fanfiction.net/s/4334542/1/) per ritrovare lo spunto. Finalmente, dopo molti sforzi, sono riuscito a riconcentrarmi e a finire la traduzione. Vi avverto, è una storia ad 8 capitoli MOOOLTO lunghi, per cui mi ci vorrà un po’ per poter postare quelli successivi. Mi auguro, nel frattempo, che questo primo capitolo possa stuzzicare la vostra curiosità.

Alla prossima,

Mark Bargnani

  
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