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Autore: Malanova    30/12/2016    3 recensioni
Bulma era una vivace bambina di cinque anni che viveva in una bella casetta a forma di igloo in mezzo alla grande Città dell’Ovest insieme ai suoi amorevoli ma svampiti genitori ma divenne protagonista della celebre storia di Frank Baum, insieme a altri pittoreschi personaggi nati dalla fantastica mente di Toriyama ... Spero che l'introduzione vi sia piaciuta e ... Buona lettura!
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bulma, Jaco, Tights
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Queste oscure favolette'
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Ed eccoli lì, intrepidi e decisi, i nostri prodi … ehm … “Eroi” (che francamente non hanno fatto proprio niente per essere tali) arrivare nei pressi del cancello dorato della Città di Smeraldo. Lì si diedero una serie di sguardi e cenni con la testa in segno di apprezzamento, grati di essere finalmente giunti alla fine e che il peggio era passato. I tre piccoli Sayan, vedendo quello scambio di muti incoraggiamenti e tutto il resto, li trovarono parecchio assurdi. Inutile dire che quando ebbero varcato l’ingresso furono accolti da urla di giubilo e una fitta pioggia di coriandoli ed altrettanto inutile far notare ai lettori che alcuni dei cittadini cercava di farsi un selfie con qualcuno del gruppo, preferendo di gran lunga Bulma e Tights mentre Jaco lottava per imbucare la sua faccetta cerulea. Era così invadente che più delle volte il suo viso faceva da censura. In cielo volavano soffici rotoli di carta igienica insieme ai palloncini. La bambina era frastornata da tutte quelle attenzioni e dai accecanti flash del cellulare. In tre quarti d’ora; riuscirono finalmente a raggiungere la piazza principale della città.

Su una grossa pedana in mezzo allo spiazzo ci stava il Maestro Muten con indosso un completo blu scuro e stava scambiando qualche parola con i giornalisti. Quando il gruppetto fu abbastanza vicino; lo sentirono bisbigliare “Mi raccomando … voglio un primo piano sulla mia faccia …” “Ehm … Maestro Muten?” “Arrivo subito!”. Li fece posizionare in fila e urlò, alzando le braccia al cielo “Popolo di Oz! I nostri eroi! Coloro che hanno sconfitto il perfido Freezer e …” “Oddio … Non dirmi che ora si cimenterà in uno di quei discorsi lunghi e noiosi …” borbottò il poliziotto di latta, lagnoso. Muten lo sentì e borbottò tra i denti “Dannata caccola bicolore …” “Eh?” “Vaneggiamenti da vecchio …”. Poi tornò a parlare a voce alta “Come vi ho promesso; esaudirò i vostri desideri!”. Katayude si staccò dal gruppo di guardie che circondava la pedana, con passo fiero e disinvolto, suscitando gridolini da parte delle donne presenti, con un grosso cuscino rivestito di velluto blu scuro dove erano riposte le medaglie al valore e si posizionò accanto al sovrano e seguendone fedelmente i passi. Il Maestro si mise di fronte ad Omori e disse, mettendogli la medaglia al collo “Tokushin Omori, per premiarti del tuo coraggio ti nomino Capo Scienziato di tutti i laboratori di Oz e … penso che sia ora che ti tolga quel ridicolo costume da leone …” “YUHUUU! Finalmente posso cambiarmi le mutande!”. Tutti gli diedero delle occhiate schifate e lui si difese, rosso come un peperone “Vi siete dimenticati che non potevo togliermelo prima? Andate a rileggervi il mio capitolo e poi voglio vedervi al mio posto …”.

Scostandosi un po’ imbarazzato; Muten si posizionò di fronte a Jaco “Per premiarti per il tuo buon cuore; sarai riammesso nel tuo villaggio natio e tornare a fare il tuo mestiere di ufficiale dell’ordine …” “Eh?!? Tutto qui? E’ questo che mi spetta dopo essermi fatto un mazzo così per far andare avanti questa storia?!? Non ho nemmeno diritto ad avere un titolo nobiliare?!?” “Tipo?” “Diventare generale delle tue armate o succederti quando tirerai le cuoia …” “Oppure pubblicare su YouTube il video dove vieni sconfitto dal Re dei Sayan in versione rap …”. Vedendo che l’altro non ribatteva; il magnate si mise di fronte alla bionda e, oltre alla medaglia, le porse una busta leggermente gonfia “Per premiarti per la tua arguzia; ti dono la somma di ben settantamila zeny per rifarti seno e glutei …”. Un pugno lo colpì sulla testa pelata, seguito da uno strillo “Lo sai dove te li puoi ficcare questi soldi?!? In c …” “Tights!” “Neanche tu scherzi, bambolina …” borbottò il poliziotto di latta senza riuscire a nascondere un sorrisetto. Muten si mise a massaggiare la botta e disse “Stavo scherzando …”. Le porse di nuovo la busta “E’ per aiutarti con la tua campagna per far avere un cervello alle bionde …” “Lo potevi dire anche subito, vecchio maniaco!” esclamò la Spaventapasseri e saltellando dalla gioia. La piccola Bulma fece un respiro profondo. Ora era il suo turno.

Si voltò verso Vegeta, che a sua volta se ne stava imbronciato e con le braccia conserte perché i Sayan non avevano ricevuto ne riconoscenze e ne premi, ma un po’ anche perché non avrebbe più rivisto quella bimba con i capelli turchini … Muten si mise davanti alla bambina e le disse, mettendole una mano sulla spalla “Mi dispiace ma … non ho il potere di riportarti a casa … Ma conosco chi può aiutarti …”. Prese un Tutto Città con la mappa di Oz e le fece vedere la zona sud “Sui cieli di questa terra; fluttua il magnifico tempio dello Stregone del Sud, l’unico ad avere poteri magici in tutta Oz … Va beh; a parte mia sorella ma quella pensa solo ai soldi e non credo che ti faccia ‘sto favore gratis …”. Insieme alla mappa le diede anche una Sfera del Drago e aggiunse “Questa, invece, te la dono come souvenir e segno di gratitudine da parte di tutti noi …” “Ah! Ed io che pensavo di aver ricevuto la ricompensa peggiore …” borbottò Jaco, che venne colpito da una gomitata allo stomaco da parte di Tights che fu talmente forte da fargli sentire in bocca la bile.

E così il quartetto riprese il cammino o, per meglio dire, il volo grazie ai tre piccoli Sayan, diretti alle terre del … “Un momento!” esclamò il Tillimentempibosh “Si può sapere perché stiamo andando anche noi dallo Stregone?” “Per salutare come si deve Bulma quando userà la sua magia per riportarla a casa … Come fai a non capire una cosa così semplice?” disse la bionda tirandosi una ciocca di capelli all’indietro. Jaco stava per ribattere ma nel vederla far quel gesto, con i capelli biondi che rilucevano sotto ai raggi del sole e il candido visino tirasi leggermente verso l’astro, si ammutolì e distolse lo sguardo.

Arrivarono a destinazione in meno di tre ore. Bulma sgranò gli occhi nel vedere quella piramide rovesciata con i rami di un gigantesco albero che fuoriuscivano da alcuni fori, mentre le fronde della pianta rilasciavano petali rosa e profumo di ciliegio. Atterrarono su uno spiazzo di quel stupendo giardino, stupendosi di come sembrasse così infinito nonostante fosse posto su una superficie piana di una piramide. Vegeta era diventato piuttosto ansioso e continuava a girare la testa da un lato all’altro, come per vedere se arrivava qualcuno. Un giovane uomo, alto e sottile, si chinò sul bambino e gli sussurrò all’orecchio “Cerchi qualcuno?” “Ah!” esclamò il piccolo principe, sussultando, seguito dal restante del gruppo a quello smacco.

Era apparso dal nulla, quella strana persona. Era un servitore, a giudicare la divisa bordò e le scarpe tirate a lucido, ma aveva anche qualcosa di solenne e regale nei movimenti. La chioma albina era tra le acconciature più strane che la bambina avesse mai visto, con quel lungo e fluente ciuffo che stava dritto come una piuma nel calamaio, e pensò che esso doveva essere assai utile per togliere le ragnatele dai angoli delle pareti. Era leggermente effeminato eppure non si poteva dire che mancava di virilità. Egli si tirò su e si rivolse alla piccola turchina “Per una volta il Pesce Profeta riesce a prevedere un futuro certo; benvenuti nel tempio dello Stregone del Sud …” “Eh? Non sei tu lo stregone?” domandò Tights, indicando il lungo bastone che terminava in una sfera nera che l’uomo soleva a tenere in mano. L’uomo si mise a ridacchiare e scosse la testa “No, sono solo il servitore personale dello Stregone del Sud, oltre ad essere il suo maestro nelle arti marziali … Potete chiamarmi Whis …”. Con un elegante cenno della mano; guidò il gruppo verso un castello, dove le leggi della fisica e della logica non esistevano. In più quel castello era formato da un’unica stanza, enorme e vuota, che continuava a mutare ed a pulsare come se fosse viva. Vedendo il loro disagio; Whis spiegò “Quest’edificio funziona con l’immaginazione e la forza della mente, come un enorme ‘Stanza delle Necessità’ pronta ad esaudire i bisogni del mio signore” “Wow …” “Ehi, Whis! Cos’è tutto questo vociferare? E chi sono questi?”. Tutti si girarono e …

  
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