Anime & Manga > Binan Kōkō Chikyū Bōei-bu Love!
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Autore: BeJames    30/12/2016    1 recensioni
Mancano due mesi al diploma dei ragazzi del terzo anno e il Club di Difesa è deciso più che mai a sfruttarli al meglio, insieme al Consiglio Studentesco e ai gemelli Beppu.
Ma una nuova minaccia bussa alla loro porta: tre nuove nemiche si presentano di fronte ai Battle Lovers, decise a sconfiggerli una volta per tutte. Tra di loro c'è Akane, vecchia amica d'infanzia di Ryuu, che farà di tutto per riprendersi il ragazzo di cui è innamorata ed eliminare la persona responsabile di averglielo sottratto: Io.
Riusciranno i Battle Lovers a superare questa crisi?
[IoRyuu] [EnAtsu]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: En Yufuin, Io Naruko, Nuovo personaggio, Ryuu Zaou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10

 

Le tre ragazze rimasero immobili, distanti poco più di tre metri dai gemelli; Akihiko le fissava con odio e l'alone violaceo di energia che aveva attorno pareva diventare sempre più luminoso ed instabile… Stava perdendo il controllo, Yuki ne era certa.
«Yuki-chan», la chiamò Hikari in un sussurro. «Che facciamo?».
«Non muovetevi… Non ho mai sentito un'energia magica così forte provenire da una sola persona», rispose, sentendo un brivido lungo tutta la schiena.
Gli occhi rossi di Akihiko le fissavano insistentemente, senza quasi sbattere le palpebre.
«Non possiamo rimanere qui tutta la notte, facciamo qualcosa!», sbottò Akane.
Fece per alzare un piede, ma non riuscì nemmeno a muovere un passo: un raggio di energia si sprigionò dall'aura di Aki, incenerendo la terra a pochi centimetri da lei.
«Non. Un. Passo», sillabò il ragazzo.
Akane deglutì: «Beppu-san… Noi abbiamo vint-».
«Non avvicinatevi!», la interruppe lui, alzando il tono della voce. «Non vi permetterò di sfiorare Haru neanche con un dito!».
La rossa rivolse lo sguardo a Yuki, completamente nel panico: Akihiko stava decisamente perdendo il controllo del proprio potere magico. Cosa potevano fare? Se avesse attaccato in quello stato non ci sarebbe stata alcuna speranza per loro, nonostante il dispositivo alieno su cui potevano contare. Dovevano pensare a qualcosa, e anche in fretta.
«Akihiko-san». Yuki fece lentamente qualche passo verso di lui, appoggiando la sua arma a terra. «Ti prego di ascoltarmi».
«Stai indietro», mormorò lui a labbra serrate, mentre l'aura cresceva sempre di più.
«Quell'aura di potere magico sta compromettendo le condizioni di Haruhiko-san, devi assolutamente ridimensionarla», continuò imperterrita la ragazza, sperando di riuscire a farlo cadere nella propria trappola.
Aki abbassò lo sguardo verso il suo gemello, appoggiato alle sue ginocchia privo di sensi: sembrava ancora più pallido del solito, era vero, ma possibile che fosse colpa del potere che stava sprigionando? Il cuore iniziò a battergli velocemente in gola.
«Siete state voi a ferirlo! E' colpa vostra se sta così male!».
«E' vero, ma quell'aura lo sta indebolendo ancora di più. Se tieni a tuo fratello ti conviene cercare di controllarla».
Aki sentiva la testa pesante, come se stesse per esplodere da un momento all'altro; sentiva che non doveva credere alle parole di quella ragazza, però Haru sembrava stare davvero male, la testa gli girava e stava iniziando a vedere tutto confuso. Dei grossi lacrimoni iniziarono a scendere dai suoi occhi man mano che l'aura violacea rientrava e la luminosità diminuiva.
Non appena fu sparita del tutto Yuki sorrise, facendo un cenno a qualcuno alle sue spalle: neanche il tempo di rendersene conto e Hikari aveva scoccato un'altra freccia, colpendolo alla schiena.
Sentì un dolore lancinante bloccargli il respiro in gola e si accasciò accanto al fratello, perdendo i sensi poco dopo.
«Ottimo lavoro, Yuki», disse Akane, appoggiando una mano sulla spalla della mora.
Yuki tirò un sospiro di sollievo: «Avevo davvero paura che non funzionasse. Non credevo che Hikari potesse capire il piano così in fretta».
«Ehi», si lamentò l'albina. «Vi ricordo che, alla fin fine, li ho messi K.O. tutti e due io», disse con un'espressione di vittoria.
«Hai ragione!», ammise Akane. «Forza, prendiamo le spille e filiamocela».
«Avete fatto un ottimo lavoro ragazze», disse Momo, spuntando dal cespuglio dove si era nascosta. «Ora potremo inserire le spille nel dispositivo collegato ai vostri vestiti magici e sarete completamente invincibili!».
«E' lo stesso dispositivo per il nostro ultimo mostro, giusto?», chiese Yuki.
«Sì. Non appena aggiungeremo le spille e avrà l'energia necessaria avverrà la trasformazione».
«Oh! ~ Spero non ci metta troppo!», fece Hikari, portando entrambe le mani al cielo.
«No», disse Akane, arrossendo appena. «Si sveglierà presto».

 

Io osservò Ryuu, sudato e con le gote rosse, sospirando preoccupato.
«Wombat, sei sicuro che funzionerà?», chiese scettico, guardando il piccolo animale rosa.
Lo avevano portato a casa di Yumoto, per poter agire senza insospettire Sango-san, e gli avevano dato la medicina preparata da Wombat; era passata quasi un'ora, ma Ryuu non sembrava dare alcun segno di miglioramento.
«Devi lasciare alla medicina il tempo di fare effetto», disse l'alieno. «Vedrai che domani sarà tornato come nuovo».
En incrociò le braccia, pensieroso: «Però, Wombat, quello che sta succedendo a Ryuu è piuttosto strano. Com'è possibile che abbia un eccesso di potere magico? Noi ci limitiamo ad usare i braccialetti che ci hai dato tu!».
«Beh, sono pur sempre bracciali che non potete togliere, un minimo hanno effetto sul vostro corpo...».
«Vuoi dire che anche a noi potrebbe succedere una cosa del genere?», chiese Atsushi in tono nervoso.
«No, in effetti quello che sta succedendo a Zaou-san è fin troppo strano», rispose di nuovo l'alieno, provocando la confusione dei ragazzi. «E' come se qualcuno avesse forzato del potere magico nel suo corpo».
Io strinse i pugni per cercare di contenere la rabbia: «E' stata quella ragazza. E' stata Akane Hanabi, ne sono sicuro».
«Ma quando? Insomma, non abbiamo lasciato solo Ryuu neanche un minuto!», intervenne Atsushi.
«A dire la verità, ieri l'ho lasciato da solo», disse Io, abbassando lo sguardo. «Mi ha detto che doveva finire un lavoro per un professore e sono andato a casa prima».
«E scommetto che il “lavoro” che doveva finire era Hanabi», completò la frase En.
«En-chan ha ragione… Probabilmente ha pensato di andare ad affrontarla da solo».
Io si morse il labbro, assumendo un'espressione colpevole. «Sono stato un stupido. E' colpa mia se Ryuu sta male».
«Io-senpai», lo chiamò Yumoto, abbracciandolo di sopresa. «Non dire così. Ryuu-senpai si arrabbierebbe se ti sentisse!».
Suo malgrado Io sorrise, asciugandosi una lacrima furtiva. «Hai ragione».
En e Atsushi sorrisero a loro volta, avvicinandosi a Yumoto e Io, seduti in parte al futon di Ryuu.
«Sistemeremo tutto, non devi preoccuparti», gli disse Atsushi, strizzandogli l'occhio.
Io annuì di nuovo, iniziando a sentirsi meglio; non avrebbe mai potuto ringraziare abbastanza Yumoto e quel secchio d'acqua per avergli permesso di unirsi al Club di Difesa.
«Sono sicuro che la medicina di Wom-san farà effetto in men che non si dica!», se ne uscì a un certo punto il più piccolo, facendo un gran sorriso.
«A proposito di Wombat», fece En, guardandosi in giro. «Dove si è cacciato?».

 

Wombat premette una successione di tasti sul dispositivo alieno dei VEPPer, vedendo finalmente comparire la sagoma di un piccolo scoiattolo volante sullo schermo del VEPP Theatre. Ci aveva messo un po', ma finalmente era riuscito a farlo funzionare.
«Dadacha? Mi ricevi?».
«Forte e chiaro-cha!», rispose lo scoiattolo, iniziando poi a guardare alle sue spalle. «Dove sono Aki-chan e Haru-chan?».
«Non sono in casa, ma io sono entrato lo stesso. Avevo bisogno di parlarti».
«E' violazione di domicilio-cha!», fece lui sconcertato.
«E' un'emergenza, Dadacha. Ho bisogno di alcune informazioni di vitale importanza».
«Vedrò cosa posso fare. Cosa ti serve-cha?».
«Avete messo in onda una nuova stagione di CIDE, vero?».
Lo scoiattolo lo fissò confuso, scuotendo la testa: «No… O almeno, era stata programmata, ma è stata cancellata-cha. Le candidate e l'alieno a loro assegnato avevano idee decisamente troppo rischiose-cha».
Wombat deglutì. «Le candidate erano per caso tre ragazze?».
«Sì, si chiamavano Element Three e il loro alieno era Momotaro… Non ho mai sopportato quella pazza-cha, sono contento che sia stata licenziata».
«Non sembra aver recepito il messaggio, allora. Le Element Three e Momotaro sono qua sulla Terra e si stanno comportando come se il programma stesse andando in onda davvero!».
«COSA?!».
Wombat vide lo scoiattolo agitarsi al di la del video, chiedendogli più volte di rispiegargli cosa stesse succedendo e andando in panico all'ennesima conferma.
«Dovete assolutamente fermarle-cha! Metteranno in pericolo tutti, anche Aki-chan e Haru-chan! Sono delle pazze-cha!».
«Cosa intendi Dadacha?! Spiegati meglio, per l'amor del cielo!».
Lo scoiattolo deglutì, iniziando a tremare. «Se il piano che avevano in mente per la trasmissione andrà davvero in porto il loro potere diventerà praticamente inarrestabile…», disse. «E la Terra verrà davvero distrutta!».

 

Io allungò una mano verso Yumoto, che dormiva profondamente in un angolo, e gli sistemò la coperta in modo che non prendesse freddo; nell'angolo opposto della stanza anche En e Atsushi dormivano profondamente, appoggiati l'uno all'altro.
Guardò l'orologio: erano quasi le 9:00 del mattino e lui non era riuscito proprio a chiudere occhio; aveva osservato Ryuu tutta la notte, cercando di captare anche il più piccolo miglioramento. Verso le 7:00 aveva smesso di respirare affannosamente e ora sembrava dormire tranquillamente… Probabilmente la medicina aveva fatto effetto.
Si avvicinò a lui e gli scostò delicatamente i capelli dalla fronte, appoggiando una mano per sentire se aveva ancora la febbre; non appena gli ebbe toccato tutta la fronte il ragazzo aprì gli occhi di scatto.
«Ryuu!», lo chiamò sorpreso, sorridendo. «Come ti senti? Stai meglio?».
Ryuu non rispose; si mise seduto sul futon e si guardò intorno confuso, rivolgendogli poi uno sguardo freddo e distaccato.
«Ryuu? Chi sarebbe?», gli chiese con un tono di voce sterile e meccanico. «Io mi chiamo Vesta».
Dalla sala comune del dormitorio femminile del Binan, Akane sorrise.

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NdA. Ciao a tutte! Sono un po' di fretta quindi niente scleri personali oggi xD Spero che il capitolo vi piaccia! Ci risentiamo con l'anno nuovo, un bacione grande! :D

   
 
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