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Autore: Kureya    30/12/2016    1 recensioni
Cosa sono i frutti del diavolo in realtà? Sono solo dei semplici frutti che donano poteri ai loro possessori ?
Nessuno lo sa e nessuno deve saperlo, ma esistono.
Cosa succede se gli spiriti di questi frutti stanchi di essere sfruttati dagli umani che si nutrono dei loro poteri si ribellano al volere dei loro proprietari? E se solo i discendenti di una famiglia che da generazioni nasce con gli occhi di colore rosso è l'unica soluzione per risolvere la situazione ? E se chi capitana la marina vuole impossessarsi di questa capacità ? Cosa succede se ,questa volta, la prescelta è una bambina con gli occhi rossi, anzi, di un profondo rosso?
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gold D. Roger, Mugiwara, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Angolo del creatore: Salve, sono la mente malata che ha deciso di pubblicare dopo anni a convincersi che se tutti pubblicano storie potevo farlo anche io. Ed eccomi qui a condividere con voi quello che mi ha ispirato leggendo per tanti anni One Piece e le sue storie qui sul fandom. Sono una scrittrice principiante e mi piacerebbe che qualcuno più esperto di me mi concedesse il suo aiuto per cercare di migliorarmi. Scrivere questa storia è una sfida che faccio a me stessa, quindi, ve ne prego, accetto le critiche ma purché siano costruttive e non semplicemente costruite su un: non mi piace, fa schifo, ecc. Si, lo so, tendo a dilungarmi... dunque, a fine capitolo troverete delle note esplicative su qualche punto che penso non sia chiaro a nessuno visto che cerco di non sbilanciarmi troppo per cercare di rendere la storia interessante (fallendo miseramente). Grazie a chi legge solamente in silenzio o a chi ha il coraggio di lasciarmi un commento. Buona lettura!
Ps: si avvisa della lentezza da bradipo che colpisce l’autrice nel pubblicare perché deve studiare per gli esami universitari e anche perché non pubblica un capitolo se non è soddisfatta al 100%


Macchie rosse, ovunque, creavano una scia di corpi che se ne stavano fermi accasciati al suolo solamente illuminati dalla luce dei cannoni che sparavano incessantemente su chiunque senza fare distinzioni tra innocenti e colpevoli. I sopravvissuti correvano come bestie alla ricerca di un posto sicuro dove evitare di venire coinvolti nello scontro ma non creando altro che scompiglio. Chiunque si fermasse per un solo secondo ad osservare quello scenario poteva giurare seriamente di essere stato catapultato all’inferno. In effetti quella frangente non si scostava molto dalla realtà. Sovrastò gli ultimi scalini che la separavano dall’uscita di sicurezza della casa d’aste come se fossero l’unica ragione per sopravvivere, anche se in un certo senso lo erano. Un sorriso vittorioso si smorzò dal suoi viso quando si ritrovò circondata da un’orda di Marines pronti a scattare in qualsiasi momento.
<< Dannazione! >> imprecò mordendosi il labbro inferiore in un gesto iracondo. Uno dei tanti marines che le stava alle le puntò il fucile contro preparandosi a scagliare il primo proiettile, incitando anche i suoi compagni a fare altrettanto. Si voltò un attimo per valutare se ci fosse una possibilità di fuga, ma l’unica soluzione possibile era quella di utilizzare gli ultimi residui di potere che le erano rimasti e poi fuggire in mezzo alla confusione.
 << Dannati Marines >> sputò con disprezzo sollevando un braccio verso di loro preparandosi ad attaccare, nel frattempo cercò di spostarsi verso la strada che conduceva al Groove fuori legge per creare maggior distanza tra lei e quelle seccature. Il collare, che le stringeva il collo in una morsa ferrea, cominciava a darle più fastidio di prima finita quella faccenda doveva togliersi quell’arnese di dosso. Ricordò con odio i tre giorni trascorsi in quella putrida cella senza cibo né acqua che condivideva con tutti quelli che si erano imbattuti, per sfortuna, nelle mani dei cacciatori di taglie. Ancora una volta si era resa conto della crudeltà che albergava nei cuori dell’umanità, ancora una volta era il male che vinceva la guerra, e ancora una volta erano i deboli a pagarne le conseguenze.
A distrarla dalle sue considerazioni fu la figura, o per meglio dire la sagoma, di un uomo che fluttuava a pochi passi da lei incurante di poter essere visto da qualcuno. A parte i baffi e gli occhi neri che lo contraddistinguevano, era difficile distinguere nitidamente i tratti del viso visto che un attimo prima era visibile e quello dopo diventava invisibile.
<< Sono pronto. >> annunciò porgendole il palmo la mano che si apprestò ad afferrare immediatamente. Una scarica di adrenalina le attraversò la colonna vertebrale e si sentì carica di uno strano potere che le faceva venire la pelle d’oca ogni volta che ci entrava a contatto. Percepì la sua coscienza fondersi con la sua e due tracce di pensiero si intrecciarono fra di loro.
<< Fuoco! >> ordinò colui che doveva essere presumibilmente il comandante di quella banda di idioti, innumerevole scie di proiettili puntava dritti verso di lei. Rimase ferma ad aspettare il momento giusto per contrattaccare.
Non ancora -poteva sentire distintamente il fischio dei proiettili che si avvicinavano.
Non ancora - ripeté ancora una volta la voce nella sua testa.
ADESSO! -le urlò avvertendola.
Si girò di scatto, i suoi occhi si striarono di un rosso vivo, con la sola forza dello sguardo riuscì a bloccare i proiettili che rimasero fermi a mezz’aria sotto lo sguardo incredulo dei Marines che ancora si ostentavano a tenere in mano i fucili invece di fuggire. I proiettili quasi come se avessero vita propria cambiarono direzione scagliandosi a tutta velocità verso i poveri malcapitati.
 << Ben vi sta. >> li prese in girò con aria infantile, esibendo una smorfia. Riprese la sua corsa, cercando di sorreggere con il braccio non ferito la copertina che avvolgeva una bambina appena nata che ignara di tutto se la dormiva beatamente.
<< Ancora pochi Groove e raggiungeremo la zona fuori legge. >> lo informò speranzosa scambiandosi uno sguardo d’intesa con il suo accompagnatore che era ritornato a fluttuarle accanto. I suoi occhi neri perlustrarono la zona con attenzione, pronti a scattare in qualsiasi momento.
Si stanno avvicinando di nuovo -le riportò con tranquillità.
<Fa qualcosa invece...vecchio bacucco...>> lo riprese stizzita annaspando per la fatica.
Sono solo un comunissimo fantasma, lo sai – le ricordò sintetico osservandola con quell’aria da finto innocente che assumeva ogni volta che non sapeva come aiutarla.
Decise di non instaurare un discorso che avrebbe solo portato via tempo e fatica e decise di concentrarsi solo sulla forza da imporre alle sue gambe per allontanarsi da quel postaccio.
Il suo sguardò si illumino quando scorse il numero giusto affissato sulla mangrovia che florida continuava a produrre quelle famose bolle fluttuanti. Si guardò in torno cauta: sembrava non esserci nessuno nei paraggi, ma prima di attraversare quel fascio d’erba che divideva in modo netto i vari reparti dei Groove, attivò il suo potere per individuare eventuali inseguitori che non si erano stancati di starle appresso.
Un sospiro di sollievo fuoriuscì prepotente dalla sua bocca quando percorse quel tratto che le garantiva la sicurezza assoluta, si rese conto di essere fuggita al pericolo, finalmente.
Si accasciò in ginocchio in un momento di debolezza facendo attenzione a non far cadere la bambina dalle sue braccia.
<< Stai bene? >>, le domandò preoccupato il suo fedele compagno sforzandosi di attivare il tatto per poterla toccare.
<< Mai stata meglio >> annuì con entusiasmo accettando il suo braccio per sollevarsi da terra.
<< Dicevi di essere un comune fantasma, adesso perché stai provando ad attivare la forma umana? >>continuò fissandolo scettica ,studiando il suo comportamento, era da parecchio che non rivedeva quel viso dagli occhi infossati.
La prima volta che le era comparso davanti in pieno giorno si era talmente spaventata da svenire nel bel mezzo della strada, e quello che si era dovuto inventare per non spaventare quelli che l’avevano soccorsa solo lei lo sapeva. Di certo non capita tutti i giorni di trovarsi ad un palmo dal naso il fantasma di colui che era stato giustiziato qualche giorno prima e che proprio in quel momento era intenta a leggerne la notizia riportata su tutti i giornali. Ma la notizia che la sconvolse maggiormente fu la richiesta di aiuto da parte sua: espiare i suoi peccati in modo da poter raggiungere i piani alti e ricongiungersi finalmente con la sua adorata Rouge.
<< Mi hanno detto che te ne occupi tu di queste cose, sei disposta ad aiutarmi, ragazzina? >> a quel tempo non ci pensò due volte ad accettare una simile richiesta da parte del Re dei pirati, ma con il tempo si rese conto che quell’uomo era più sconsiderato di quanto potesse aspettarsi.
<< Ho così tanti peccati da scontare che uno in più non mi fa neanche il solletico >> ghignò con aria di sfida guardando in alto un punto indefinito del cielo. Le venne da sorridere a quella esclamazione, le ricordava tanto uno di quei bambini nella fase di ribellione.
Il pianto della neonata che si era appena svegliata smorzò l’atmosfera di tranquillità che si era creata obbligando tutti e due a concentrare tutta la loro attenzione su di lei.
<< Pensi abbia fame? >> gli domandò in cerca di aiuto guardandolo con aria interrogativa.
 << E lo chiedi a me che non ho neanche avuto la possibilità di vederlo nascere il mio di figlio? >> le fece notare osservandola come se fosse impazzita tutta in una volta.
 << Fatti guidare dall’istinto materno o quello che è >> le suggerì con disinteresse giocando con un ciuffo dei suoi folti baffi.
<< Beh, non so il mio istinto materno ma quello di sopravvivenza mi suggerisce di trovare un luogo sicuro prima di diventare carne succulenta per i cacciatori di taglie.. >> suggerì allungando lo sguardò verso una specie di hotel che di sicuro non possedeva nemmeno una stella.
<< Quello fa proprio al caso nostro! >> indicò l’edificio che si stagliava a pochi passi da loro.
Attraversò la porta d’ingresso portandosi il cappuccio del mantello alla testa per evitare di essere riconosciuta, nessuno sembrò fare caso a lei quando si avvicinò al bancone tanto da essere costretta a suonare il piccolo campanello di metallo per richiamare l’attenzione del proprietario che se la dormiva alla grossa. Dal retro fece capolino un uomo con una cicatrice che gli divideva a metà il viso, e a giudicare dallo sguardo non prometteva buone intenzioni. Poggiò il suo sguardo su ognuno di loro, non nascondendo l’aria lasciva con cui le stava osservando la scollatura.
<< Una stanza fa 1,000 berry, ma siccome siete in tre il prezzo è di 3,000, ma... >> si avvicinò lascivo verso il suo viso con un ghigno stampato in faccia. << Se la signora è disposta a sfoggiare la sua mercanzia potrei farvi uno sconto >> concluse sfiorando il suo viso con la punta di un dito, incurante della situazione pericolosa in cui poteva ritrovarsi. Era conscia che nessuna di quelle stanze valesse nemmeno mezzo berry ma decise saggiamente di non inimicarsi il proprietario perché non aveva proprio tempo da perdere. Roger, provando a moderare la sua rabbia, posò il sacchetto contenente i soldi facendoli tintinnare a causa del violento impatto che questi ebbero con il bancone, il proprietario non diede importanza ai modi bruschi utilizzati dal Re dei pirati allontanandosi dalla donna con aria allietata e consegnò la chiave ai due sgattaiolando sul retro felice di avere guadagnato un gruzzoletto nel giro di cinque minuti.
<< Questi giovani d’oggi , non hanno rispetto per nessuno >> si infervorì fissando il punto in cui l’uomo era scomparso poco prima quasi potesse incenerirlo.
Scorrendo la maniglia della porta potette osservare la poca raffinatezza di quella stanza: le tende erano lerce e rosicchiate probabilmente dai topi, c’era solo un comodino con tre strati di polvere e non era neanche provvista di un bagno , il letto era nelle medesime condizioni della tenda , insomma ,non si poteva definire la comodità fatta persona.
 << Ma tu guarda in che razza di postaccio mi tocca stare. >> esalò esasperata poggiando la bambina con delicatezza che ancora si agitava sopra il letto e si sedette al suo capezzale per scrutarla meglio: i suoi occhi sembravano ancora più rossi a causa delle lacrime che incessanti non smettevano di uscire , una piccola rughetta spuntava prepotente sulla fronte perlacea, e le labbra erano rivolte verso il basso in una smorfia che la rendeva buffa.
<< Smettila di fissarla in quel modo, la stai spaventando >> lo rimproverò minacciandolo di gettarlo dalla finestra solo per fargli provare il brivido di non poter morire.
<< Non hai ancora deciso come chiamarla. >> confermò sedendosi a gambe incrociate sul pavimento di legno.
Poteva percepire distintamente le risate agghiaccianti di quegli esseri meschini che le bombardavano le orecchie con le loro intimidazioni sul destino che avevano deciso per lei.
<< Sappi che quando nascerà quel piccolo verme che ti cresce dentro , non importa quale nome le darai o quale modo userai per nasconderla, un giorno dovrà tornare a servirci come ci spetta di diritto, il potere della vostra famiglia è troppo prezioso per non essere a favore della giustizia >> un brivido di paura le percorse tutto il corpo , si intimò di non iniziare a tremare per non spaventare nessuno , ma non riuscì a non stringere i pugni con forza fino a fare diventare le nocche bianche.
<< Akane.. >> sussurrò con rabbia trattenuta dopo qualche secondo afferrando un pezzo della copertina che era sfuggita dall’involucro sicuro in cui era ingarbugliata la neonata. Al contrario la piccola iniziò ad agitarsi tutta contenta battendo le manine e schiamazzando versi incomprensibili.
<< Sembra che le piaccia >> appurò il re dei pirati sdraiandosi completamente nella speranza di poter riposare qualche ora.
Trascorsero minuti interminabili in silenzio interrotti solo dagli schiamazzi della rossa, fino a quando uno dei due non decise di dire qualcosa.
Roger iniziò a prendere fiato per dire qualcosa ma rimase a bocca aperta perché fu bruscamente interrotto.
<< So benissimo cosa vuoi dire, ricordati che posso sentire i tuoi pensieri >> rispose secca, lasciandogli intendere che aveva capito. Era cosciente che da lì a poco l’avrebbero trovata, la trovavano sempre nonostante riuscisse a fuggire ,non era assolutamente nelle condizioni migliori per fare un passo di più, figurarsi scappare di nuovo.
<< E’ per questo che ho deciso che fuggirai con lei >> annunciò con gli occhi rivolti verso il basso accarezzando amorevolmente una guancia paffuta di Akane.
<< Ti sei bevuta il cervello, ragazzina? >>le chiese sollevando un sopracciglio incredulo, cercò il suo sguardo per osservarla dritta in faccia, non intendeva se stesse dicendo sul serio o se fosse uno dei soliti scherzi che le piaceva fare divertendosi a farlo ammattire.
<< Un peccato in più ti fa il solletico, giusto? >> gli ricordò con una nota di sarcasmo nella voce ripetendo le stesse parole che le aveva accennato qualche tempo fa. Prese in braccio la neonata e con sguardo supplichevole la ripose tra le braccia dell’ex pirata confidando nella sua capacità di riuscire a salvare la persona più importante della sua vita.
<< Adesso tocca a te aiutarmi, Re dei pirati. >> 

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Note dell’autrice:
Akane: forse nessuno avrà capito il motivo per cui abbia deciso di chiamarla proprio in quel modo, ma questo fatto risale ai primi tempi in cui stavo plasmando la storia, in particolare il titolo. Dovete sapere che questo nome, secondo ricerche che ho fatto sul web, dovrebbe significare “profondo rosso” ed è lì che ho pensato di affibbiarle quel nome visto che calzava a pennello con la sua fisionomia nonché il fatto che il significato si collega con uno dei pilastri fondamentali della storia.
Gold.D Roger: bene, il fatto di trasformare il nostro amato Re in un fantasma fa parte anch’esso di una parte fondamentale della storia. (Sinceramente mi divertita vederlo disperarsi perché non può stare tranquillo neanche da morto :P). Ho deciso che uno dei poteri sia della madre di Akane , che di Akane stessa fosse quello di poter vedere i morti e in caso necessario subire una sorta di possessione cosciente come succede in questo capitolo per usufruire dei poteri dell’ospite. In questo caso la madre di Akane può utilizzare la capacità di Roger di poter “sentire la voce delle cose” come è stato spiegato nella saga di Sabaody , quindi con un po' di fantasia ho stabilito che in base al contenitore si può usufruire di una capacità diversa. In poche parole Akane non avrà questa capacità.
Peccato: sempre secondo la mia mente malata, Roger non potrebbe assumere forma umana perché non si trova né all’inferno e né in paradiso ed essendo in una sorta di limbo per scontare le sue pene dovrebbe compiere un numero definito di azioni che lo portino alla libertà.
Minacce: qui non c’è molto da spiegare ma voglio solo precisare che quelle minacce non provengano da un Akainu molto giovane (forse solo io ci vedo un’esclamazione del genere detta da lui), ma da qualcuno molto, molto più in alto. 
 
   
 
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