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Autore: Pendragon    31/12/2016    3 recensioni
[HongIce]
❝«Non hai, tipo, cattive intenzioni vero, Ice?»
Emil si fermò e guardò Li Xiao per un momento, riconcentrandosi poi sul suo feroce nemico. «Mi hai invitato tu, Hong. Che intenzioni hai tu.» in effetti Islanda si trovava così lontano da casa, in un altro continente, su invito di Hong Kong in persona, che gli aveva chiesto di passare il Capodanno da lui per mostrargli il meraviglioso spettacolo pirotecnico che si poteva gustare ogni 31 dicembre nel suo paese. La risposta era stata un sì veloce perché, per quanto volesse bene alla sua – innegabilmente stramba e disturbante – famiglia, aveva fatto una veloce previsione riguardante un ennesimo capodanno con i quattro e aveva deciso che, quest’anno, avrebbe fatto a meno di Mathias e Tino completamente ubriachi.
[Happy New Year!]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hong Kong, Islanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fuochi d’artificio

 
 
Emil controllò l’indirizzo scritto sul foglietto di carta, che stringeva tra le mani coperte dai guanti bianchi, e poi alzò lo sguardo per confrontarlo con quello dell’abitazione che si trovava davanti a lui. Corrispondeva tutto, ma era ancora incerto nell’annunciare la sua presenza e chiedere il permesso di entrare al padrone di casa (che, a sua insaputa, lo stava guardando da oltre dieci minuti dalla finestra, nascosto dalla tendina, chiedendosi che cosa stesse turbando tanto il nuovo arrivato).
Mr. Puffin, la sua inseparabile – e fastidiosa – pulcinella di mare, si agitò sulla sua spalla, iniziando a strepitare impaziente e a sbattere le ali, facendo finire una piuma nera in bocca alla giovane nazione, che la sputò con fastidio e disgusto.
«Va bene, va bene, ora busso!» borbottò Emil, accarezzando il capo del volatile nel tentativo di calmarlo, e poi, mordicchiandosi il labbro, fece scontrare un paio di volte le sue nocche contro la porta di legno scura davanti e lui. Aspettò un paio di secondi, agitando nervosamente le dita e stringendo un palmo sudato intorno al manico della valigia, maledicendosi mentalmente per questa reazione, dato che la sua parte razionale gli urlava contro che era l’atteggiamento più insensato che potesse mai assumere. Ma Emil – nonostante gli effettivi numerosi secoli che gravavano sulle sue spalle – era solo un adolescente, e come tale ormai nemmeno sapeva che cosa significasse la parola “razionale”. Beata gioventù.
Quando sentì la serratura scattare e la porta aprirsi con un cigolio, sobbalzò leggermente e lo sguardo saettò subito verso la figura poggiata con nonchalance alla porta ormai aperta.
Il solito duangua rosso scuro, stretto in vita da una cintura di stoffa color oro, avvolgeva la parte superiore del suo corpo, arrivando a coprire quasi del tutto le mani con quelle fastidiose – a detta di Islanda –  maniche leggermente più lunghe del dovuto, e le ciocche castane dalla lunghezza irregolare cadevano con delicatezza sul viso su cui nessuno vedeva mai dipinte delle emozioni, ma sul quale la nazione nordica aveva visto svariate volte un sorriso – dolce, divertito, insolente – e negli occhi color ambra aveva assistito alla danza di vivaci scintille che lo avevano incantando, incatenando più le sue iridi viola con quelle che sembravano inondate di miele dell’amico.
«Allora ci sei riuscito a bussare, tipo, prima dell’anno nuovo.» gli disse Li Xiao, inarcando con fare divertito uno spesso sopracciglio – gentile concessione dell’amabile inglese Arthur, che non aveva preso bene la notizia di un altro suo territorio che entrava nella fase “sono grande, mamma, vado a vivere da solo.”
Emil assunse un’espressione confusa, chiedendosi come Li Xiao fosse a conoscenza del suo lungo momento di contemplazione filosofica che stava per culminare in un’elevazione al tanto discusso livello trascendentale. «Ti ho visto dalla finestra.» spiegò l’asiatico, godendosi l’espressione stralunata sul viso pallido dell’amico.
«Adesso sei diventato uno di quei vecchi reclusi che passano il tempo a spiare le persone dalla finestra?» ribatté Emil.
Gli angoli della bocca di Li Xiao si incurvarono leggermente verso l’alto. «Be’, sai com’è… quando un tizio strano che va in giro con un piccione-»
«Pulcinella di mare.» lo corresse di riflesso l’islandese.
«-con una pulcinella di mare appollaiata su una spalla si pianta davanti casa tua e fissa la porta per dieci minuti, un povero giovane che vive, tipo, da solo si preoccupa.» terminò Hong Kong, mentre Islanda, imbarazzato e infastidito, afferrava la valigia ed entrava senza cerimonie in casa dell’altra nazione. «Cerca di capirmi, Ice. Potevi essere un malintenzionato.» si difese l’asiatico, chiudendo la porta dietro di lui e guardando il nuovo ospite, che era nervosamente impegnato in una lotta contro il fiocco candido che cadeva sulla camicia – lotta che stava vincendo il fiocco, per chi fosse interessato. «Non hai, tipo, cattive intenzioni vero, Ice?»
Emil si fermò e guardò Li Xiao per un momento, riconcentrandosi poi sul suo feroce nemico. «Mi hai invitato tu, Hong. Che intenzioni hai tu.» in effetti Islanda si trovava così lontano da casa, in un altro continente, su invito di Hong Kong in persona, che gli aveva chiesto di passare il Capodanno da lui per mostrargli il meraviglioso spettacolo pirotecnico che si poteva gustare ogni 31 dicembre nel suo paese. La risposta era stata un sì veloce perché, per quanto volesse bene alla sua – innegabilmente stramba e disturbante – famiglia, aveva fatto una veloce previsione riguardante un ennesimo capodanno con i quattro e aveva deciso che, quest’anno, avrebbe fatto a meno di Mathias e Tino completamente ubriachi, di suo fratello Lukas che si alternava tra insistere perché il povero Emil si rivolgesse a lui chiamandolo fratellone, spingersi via di dosso Mathias che si improvvisava un affettuoso gatto ubriaco e, quando i fumi dell’alcohol inibivano le sue difese, donare al danese biondo l’affetto desiderato. E non dimentichiamo Berwald che, in tutto ciò, non distoglieva lo sguardo penetrante da Tino, studiando ogni traballante mossa del compagno e muovendosi ogni tanto per evitare che i suoi figli adottivi, Peter ed Erland, toccassero alcolici o perdessero l’innocenza infantile a causa dell’ambiente che li circondava.
Già, quest’anno avrebbe compiuto la fatica erculea di rinunciare ad un Capodanno con la famiglia. Quanto soffriva.
Dopo essere riuscito a convincere Lukas, che  era partito in quarta entrando nella sua modalità mamma chioccia, a lasciarlo andare (grazie mille Mathias, che sapeva sempre come convincere Lukas, e grazie stato di pura malleabilità in cui si riduceva la nazione norvegese quando sentiva la parola fratellone pronunciata, non senza imbarazzo e reticenza, dal piccolo Islanda) eccolo lì dall’altra parte del mondo con il suo migliore amico e un pesante mattone d’ansia sullo stomaco che sapeva bene a cosa era dovuto, ma testardo com’era si era deciso a negare la vera causa della spiacevole sensazione, accusando di tutto la stanchezza del viaggio.
Hong Kong si avvicinò a lui, piazzandoglisi davanti e sciogliendo con facilità il nodo con cui il nordico stava avendo tanti problemi, e senza muoversi di un centimetro guardò con espressione imperscrutabile Emil, che intanto stava mettendo in pratica gli insegnamenti della regina Elsa e stava seppellendo ogni minima emozione che aveva intenzione di affacciarsi sul mondo per fare ciao con la sensibile manina.
«In programma per questa sera c’è, ovviamente, vedere i festeggiamenti per l’anno nuovo.» disse il padrone di casa. «Ma visto che sono, tipo, da poco passate le dieci del mattino, accetto suggerimenti su come ammazzare il tempo. A me va bene tutto.» completò, lanciando uno sguardo intenso al ragazzo dai capelli biondo cenere prima di aggiungere: «Cioè, tipo, davvero tutto.» con un tono di voce serio e suggestivo.
Il povero Islanda arrossì bruscamente a quell’insinuazione non esattamente velata, spingendo via Li Xiao, che ridacchiava della sua reazione, e guardando altrove borbottò un “sei un cretino, Hong Kong.”
Hong Kong si strinse nelle spalle. «Sarà, ma tu sei assurdamente adorabile ridotto così, Ice.» fu la risposta dell’asiatico, che allungò un dito per toccare la guancia di Islanda, più rossa dello sfondo della sua bandiera. «No, cioè, ma com’è possibile? Devi essere tipo un alieno o robe così.»
Emil scacciò via la mano dell’altro, alzando gli occhi al cielo e gonfiando le guance con fare esasperato, e protestò dicendo: «Essere a disagio non è adorabile, Hong. Anzi, è tutto il contrario!»
«Tu lo rendi adorabile, però.» ribatté con espressione stoica l’altro.
E così tra un battibecco e l’altro, una discussione su cosa fosse convenevole indossare ai festeggiamenti, una lunga, quasi eterna, telefonata con Lukas, che aveva insistito per parlare anche con Hong Kong (e, tra parentesi, al termine del colloquio telefonico il cantonese aveva ripassato con uno sguardo stravolto il telefono ad Islanda, mormorando un “tuo fratello fa spavento” prima di allontanarsi per far finire la telefonata ai due fratelli), un tour della città, durante il quale Emil aveva assaggiato tutte le specialità culinarie del posto che gli venivano offerte da bancarelle che spuntavano da ogni dove, era giunta la sera, e la città si era trasformata.
Milioni di luci si erano accese nei posti più disparati, le facciate degli immensi grattacieli erano decorate con gigantesche renne, elfi sorridenti e pupazzi di neve ghignanti composti da mille luci abilmente montate assieme. Tripudi di rosso, verde, giallo, viola e azzurro si riflettevano nelle acque del Victoria Harbour, creando un effetto ipnotico che più volte aveva catturato l’attenzione di Islanda.
Erano le 23.48, dodici minuti prima dello scoccare della mezzanotte, dodici minuti che lo separavano da uno spettacolo che aveva sempre voluto vedere, ed Emil era seduto su un muretto accanto ad Hong Kong, con una coppa bianca tra di loro contenente un dolce fruttato che Hong aveva chiamato purea sago ma di cui Emil poco ci aveva capito poi più di tanto. Sapeva solo che era squisita, e questo bastava.
Mentre portava alla bocca un altro cucchiaio di quel dolce, Li Xiao lo guardò e sorrise appena. «Ti sei divertito?»
Emil annuì, e avvicinò il cucchiaio al dolce. «È stata una giornata più che piacevole.» sorrise di cuore, grato per aver potuto trascorrere una giornata del genere.
«Che ne pensi della città?» chiese ancora Li Xiao, servendosi con una cucchiaiata della deliziosa purea.
«È così diversa da Reykjavík, da tutto ciò che abbiamo da me, in realtà.» disse Emil. «Oddio, non credo che riuscirei a vivere in una città così frenetica e caotica, ma è sempre piacevole staccarsi dalla monotonia e scoprire nuovi mondi. È davvero bella.» terminò, guardando i colori abbaglianti davanti a lui.
Hong Kong gli punzecchiò il braccio con un dito. «Almeno quanto me?» chiese con uno scintillio furbo negli occhi.
Islanda grugnì. «Oh, ti piacerebbe.» replicò, ma poi addolcì il tono. «Comunque grazie davvero, Hong. Mi sono divertito, è stato sorprendentemente bello stare con te.» lo provocò un po’ Islanda.
«Sorprendentemente? Tu mi ferisci, Ice.» replicò Hong Kong, mettendosi una mano sul petto e imbronciandosi. «Sono sempre stato tipo super carino con te, e in cambio ottengo un sorprendentemente
«Quando hai ragione hai ragione, Hong. Ti porgo le mie scuse e prometto che mi farò perdonare.» ridacchiò Emil, finendo il dolce e lasciando cadere con un tintinnio il cucchiaio nel piatto.
L’asiatico inarcò entrambe le sopracciglia, guardando con curiosità il giovane europeo. «Posso sapere i dettagli su come?» chiese Hong Kong con un mezzo sorriso sghembo.
Emil nemmeno lo degnò di uno sguardo – anche perché le guance gli si stavano riscaldando di nuovo e non voleva farlo notare all’altro – e si limitò a sputare fuori, con tono freddo e piatto, un: «Non annegandoti, per fare un esempio.» e fece un cenno del capo verso il porto non poi così distante da loro.
«Glaciale.» scherzò Li Xiao, beccandosi un’occhiataccia. «Messaggio ricevuto.» si zittì, guardando l’orologio e saltando giù dal muretto, andando di fronte ad Emil e prendendogli le mani, tirandolo giù senza preavviso e facendolo finire addosso a lui con un color rubino a tingergli il viso, mentre Mr. Puffin si sollevava starnazzando in modo indignato dalla spalla del padrone, svolazzando goffamente prima di fermarsi sul muretto e guardare con istinto omicida il cantonese che aveva osato disturbarlo.
«M-ma ch-che fai?!» protestò l’europeo, cercando di mettere una certa distanza tra loro due ma fallendo miseramente, visto che il braccio di Hong Kong lo teneva ancorato vicino a lui.
«Pronto per il conto alla rovescia, Ice?» chiese Hong Kong sorridendo, ed indicò con un dito un enorme tabellone su cui stavano scorrendo dei numeri. 27… 26… 25…
Islanda alzò lo sguardo felice ed impaziente verso il suo amico, che lo guardò con un sorriso e si unì al coro in cantonese che si era alzato dalla folla quando i numeri iniziarono ad andare dal dieci in giù.
3… 2… 1…
Proprio mentre si voltò ad augurare un felice anno nuovo ad Hong Kong, rimase spiazzato dal ritrovarsi le labbra morbide e calde dell’asiatico contro le sue sottili e screpolate.
In men che non si dica, sprofondò nel cliché delle ragazzine dei romanzi d’amore, chiedendosi se i fuochi d’artificio che illuminavano il cielo dopo potenti scoppi altro non fossero che i rumori del suo cuore e del suo cervello che erano impazziti e andati in corto circuito.
Hong Kong, Li Xiao Chun, il suo migliore amico, la sua cotta segreta – di cui in verità erano a conoscenza tutti, ma questa è un’altra storia – lo stava baciando, trasformando il mattone che schiacciava pesantemente il suo stomaco in un milione di farfalle e le sue ginocchia in gelatina, tanto che, per reggersi ovviamente, si sospinse verso il corpo di Li Xiao, aggrappandosi al suo cappotto e ricambiando in maniera incerta quel segno di amore su cui tanto aveva fantasticato – ma questo dettaglio non rivelatelo a nessuno, sennò Emil vi ammazza.
Xiao interruppe il bacio, ottenendo un mugolio di protesta da parte di Emil, e sorrise estasiato, poggiando la sua fronte contro quella di Islanda e portando una mano a sfiorargli la guancia. «Felice anno nuovo, Emil.» sussurrò poi.
Islanda, come fosse un gatto, inclinò la testa verso il palmo di Hong Kong, strofinandoci contro la guancia e mordendosi le labbra nel sentire il suo nome umano pronunciato dal ragazzo per la prima volta. «Buon anno nuovo anche a te, Li Xiao.» sorrise, lanciando, trascinato dal momento, le braccia al collo di Hong Kong e stringendolo forte a sé, sentendo poi le braccia forti dell’altro ricambiare la stretta e accarezzargli i capelli chiari.
Emil alzò lo sguardo, vedendo scintille salire in alto verso il cielo con un sibilo ed esplodere causando una pioggia di scintille verdi, rosa, gialle, arancioni, blu e altri colori meravigliosi, archi di fuoco colorati che si incontravano sopra la massa d’acqua, le più incantevoli e fantasiose forme si stampavano per brevi attimi nel cielo stellato e il giovane nordico, con il viso nascosto per metà nell’incavo del collo di Hong Kong, fu felice di aver preferito i fuochi d’artificio a quattro scandinavi ubriachi.

 

 
Bonjour y’all ♥
A passetti esitanti faccio il mio ingresso in questo fandom, olè.
Il mio esordio è accompagnato da una – francamente pessima a mio avviso ma oh be’HongIce, che è uno dei miei pairing preferiti. Cioè, dai, sono dei puzzini adorabili, mamma mia. Meritano molto più amore, sì.
Spero di essere rimasta IC e aver rappresentato per bene questi due bimbi, ma onestamente ho come la sensazione di essere sfociata nell’OOC. O di aver esagerato per qualche caratteristica.  Oh well, ai posteri l’ardua sentenza.
E scusatemi anche se non sono davvero dispiaciuta aehm per gli accenni DenNor e il piccolo accenno SuFin (più i piccoli infiltrati Sealand e Ladonia ), ma anche questi fiocchi di neve sono troppo bellini e, lo ammetto, sono anche la mia debolezza. Mannaggia ai nordici, mi uccideranno.
Spero che questa one shot senza pretese vi sia piaciuta e non vi abbia fatto tanto schifo. Mi farebbe piacere sentire la vostra opinione, perciò non esitate a lasciare una recensione se avete due minuti ♡
Vi auguro poi un felice anno nuovo, spero che sarà migliore di questo e che vi riservi tante gioie e biscottini! ♡
Ora vado, vi lascio tanti abbracci e caramelle al dolce sapore di corruzione e… booyah!
 
Pendragon
  
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