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Autore: Crazymoonlight    31/12/2016    2 recensioni
Ogni anno è diverso dall'altro, ci fa vivere emozioni ed esperienze, positive o brutte che siano; ma alcune cose non cambiano mai, restano eterne. E questo è ciò che succede con i Malandrini durante il Capodanno del 1979: ansie, paure, morti... non sono niente, se si hanno accanto le giuste persone con cui affrontarle. L'amore è davvero la magia più forte del mondo...
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Un Anno nella Vita.



 

«James! Perchè hai cambiato frequenza?»

Lily si fiondò in salotto e si guardò intorno, ma ci mise comunque qualche attimo prima di scorgere la figura di suo marito, nascosto alla vista poiché accovacciato davanti al divano ad armeggiare con una radio a suon di bacchetta. L’apparecchio, che fino a quel momento aveva prodotto un fastidioso rumore di interferenza, si stabilì e rilasciò a tutto volume le note acute di una famosa cantante del periodo. James posò la radio sul tappeto e si alzò, per poi voltarsi verso sua moglie con un sorriso smagliante. A diciannove anni era ormai un adulto, aveva conosciuto la sofferenza della guerra e del mondo esterno, eppure conservava ancora l’aria sbarazzina che lo aveva contraddistinto durante gli anni trascorsi ad Hogwarts: dinoccolato, gli occhiali storti sul naso e i capelli neri e disordinati, sparati in tutte le direzioni; sembrava ancora lo stesso ragazzino che mostrava in maniera impertinente un sorrisetto beffardo dopo essere stato scoperto a compiere una bravata. Lily incrociò le braccia al petto e assunse un cipiglio severo, provando l’impulso di sgridarlo proprio come ai vecchi tempi, ma l’espressione allegra e gioviale di James servì a far svanire l’inganno con una risatina che tentò di far passare per uno sbuffo esasperato. James corse da lei, le sue mani a cingerle i fianchi.

«Credo che qualche giorno fa tu abbia detto che ti piace Celestina Warbeck, no?» tentò lui, e Lily decise di premiarlo con una leggera spinta, che lo fece indietreggiare a malapena, trascinandosela con sè.

«Questo prima di stare ad ascoltare “Un Calderone pieno di Forte Amor Bollente” a tutte le ore del giorno e della notte» ribattè. Proprio in quel momento, manco a farlo apposta, la radio parve trasmettere ancora più forte le parole della sopracitata canzone, che recitava:

 

Vieni, mescola il mio calderone

e, se con passione ti riuscirà,

il mio forte amor bollente

questa notte ti scalderà.

 

Lily lanciò uno sguardo malevolo al congegno e James scoppiò a ridere fragorosamente.

«Siamo già passati alla fase delle voglie e dell’essere lunatiche? Chiedo tanto per sapere, non perchè temo di essere preso di mira e trattato come un fantoccio, no no»

Lily boccheggiò, oltraggiata: «Io non ho voglie né tantomeno sono lunatica!» si ostinò.

James si allontanò da lei quel tanto che gli bastava ad osservarla per intero: diverse ciocche erano sfuggite da quella che doveva essere una coda austera e che erano invece andate a coprirle il viso, dove c’era ancora qualche residuo di sporco dai suoi “esperimenti” in cucina; ma ciò che più attirò il suo sguardo in quel momento era il grembiule azzurro troppo grande che aveva indosso, sul quale svettavano delle chiazze compromettenti. James inarcò un sopracciglio e le domandò, con un ghigno che rischiava di occupargli tutto il volto: «Giusto, giusto, avevi deciso di metterti a dieta… E allora perchè oltre alla farina c’è anche del cioccolato sul tuo grembiule? Ma guarda un po’! Non è solo lì che lo vedo, ma anche all’angolo della tua bocca, mh? Tra l’altro, non avevi detto di voler mettere della crema? »

La ragazza arrossì senza proferir parola e James rise di nuovo di fronte a quella reazione. Poi, vedendo che l’altra ancora non rispondeva e che, anzi, si era fatta seria tutto d’un tratto, la baciò con un sonoro schiocco.

«Andiamo, qualche chilo in più non è la fine del mondo, soprattutto non nelle tue condizioni» la confortò.

«...non è questo il problema» sussurrò lei, dopo qualche attimo di pausa. Abbassò lo sguardò e lo puntò sul pavimento. Le sue mani andarono a posarsi con dolcezza sul suo basso ventre, dove si stava già formando una lieve sporgenza e una nuova vita stava nascendo; poi, fattasi coraggio, lo guardò dritto negli occhi, oltre le spesse e tonde lenti degli occhiali, con la speranza di trovarvi tutta la forza e la sicurezza di cui aveva bisogno.

«Non credi che questo bambino sia un lusso che non possiamo permetterci? Non è da egoisti farlo nascere ora, proprio quando la guerra contro il Signore Oscuro si è fatta ancora più pericolosa? Facciamo parte dell’Ordine, James, ma se sono incinta non so per quanto ancora sarò in grado di combattere e dopo Alice non posso abbandonare anche io, la gente ha bisogno della certezza che qualcuno lì fuori stia facendo qualcosa per proteggerli»

James scosse la testa e la abbracciò, lasciandole un bacio sulla fronte. Per qualche istante rimasero semplicemente a stringersi forte e a cullarsi, cercando una consolazione l’una nell’altra.

«Ci ho pensato anche io, in verità» ammise James «Ma avere un figlio con te, creare una famiglia insieme, è una gioia troppo grande a cui non sono disposto a rinunciare. Non nego che sarà difficile, ma faremo del nostro meglio affinché a questo piccoletto -o piccoletta- non manchi nulla. L’Ordine sopravvivrà anche senza di noi per qualche mesetto, hai sentito anche tu Silente, hai visto quanto fosse felice per noi, non ci permetterebbe mai di tirarci indietro»

A quelle parole, Lily si rilassò visibilmente tra le sue braccia e James sospirò di sollievo quando parlò, questa volta con tono molto più leggero e scherzoso.

«Com’è che ha detto? “L’amore è più forte di qualsiasi altra magia. In tempi disperati come questi, è l’unica luce da seguire”?»

«Tempi disperati richiedono azioni disperate, eh?»

«Come l’averti sposato, intendi?»

James si portò improvvisamente le mani in petto e simulò un colpo al cuore.

«Ouch, questa faceva male!» esclamò e Lily ridacchiò.

«Comunque basta con questi cattivi pensieri, è la Vigilia di Capodanno, dobbiamo festeggiare! Abbiamo una vita per occuparci dei problemi»

Lily annuì, intrecciò le dita con le sue e le appoggiò di nuovo sulla sua pancia, così che anche lui potesse coccolarla. Forse era troppo presto, ma Lily era decisa a trasmettere a quella creatura tutto l’affetto che potessero darle.

«Credi che gli altri approveranno?» chiese a basse voce, l’ultima paura a salire a galla.

«Chi, Sirius, Remus e Peter? Ovvio, che domande. Chi non sarebbe felice di sapere che un nuovo Potter sta per venire al mondo?!»

James giurò di aver sentito un sospettoso “Megalomane” provenire dalle labbra della sua cara mogliettina, ma decise di ignorarle, preferendo piuttosto continuare a tenerla stretta a sè. Restarono in quella posizione per un tempo indeterminato, ognuno perso nei propri pensieri e a godersi la vicinanza dell’altro, finchè sentirono il campanello suonare alla porta.

«Devono essere i nostri ospiti» constatò Lily, separandosi controvoglia.

«Va’ pure in cucina o a sistemarti, ci penso io» affermò James. L’uomo osservò Lily togliersi il grembiule e sistemarsi i capelli mentre si allontanava, prima di afferrare un copricapo rosso fuoco dal divano, schiaffarselo in testa ed andare ad aprire la porta.

«Chiunque voi siate, sappiate che non si accettano tifosi delle Appleby Arrows, sostenitori della supremazia di Morgana su Merlino o venditori illegali di Whiskey Incendiario! Ne abbiamo già abbastanza in cantina!» avvisò a gran voce, mentre abbassava la maniglia.

Sulla soglia si ritrovò Peter Minus e Sirius Black e, il solo vederli lì fianco a fianco, bastò a ricordare e a sottolineare quanto i due fossero diversi, sotto ogni punto di vista: il primo era basso, grasso, con un’espressione timida, ma comunque ben vestito e in completo ordine, come un vero damerino; il secondo, invece, sarebbe potuto benissimo passare per un membro di qualche rock band Babbana del momento (o da motociclista teppista, a seconda dei punti di vista), con i suoi lunghi capelli neri e non pettinati, la giacca di pelle scura e quell’aria da ribelle e tenebroso che avrebbe potuto far cadere ai suoi piedi tutte le donne che voleva. Quest’ultimo, che aveva le mani in tasca con fare quasi strafottente, alla vista di James sgranò gli occhi e si lasciò andare alla sua solita, lunga e fragorosa risata.

«Che razza di cappello è quello, James? Neanche ai folletti verrebbe in mente di vestirsi così!» latrò Sirius. James, che stava per correre ad abbracciarli, si bloccò sul posto e si grattò nervosamente la testa, guardando da un’altra parte.

«Sei sempre il solito, Felpato… Mi dispiace contrariarti, ma non è roba mia: l’ho trovato tra gli scatoli di Lily e lei dice che è di un certo Fabbro Natale, o qualcosa del genere»

«Babbo Natale, James. Che, come dice il nome, è già passato, quindi non ha molto senso che tu lo indossi proprio questa sera, non credi?» lo corresse la voce di Lily, proveniente dalle sue spalle.

«E sarebbe più appropriato se lo indossassi quando diventerai padre, almeno il nome sarebbe azzeccato» si lasciò sfuggire poi e James ammiccò. Quando li raggiunse fisicamente, però, la donna non salutò i nuovi arrivati, ma si rivolse ancora a suo marito.

«Li hai controllati?»

James impallidì. La sua espressione colpevole bastò a tradirlo.

«Come sospettavo...» sospirò Lily, e fece per estrarre la bacchetta, ma la voce di Sirius la bloccò: «Avanti, Lily, non puoi davvero pensare che noi...»

«Perdonami, amico, ma mi conviene fare come suggerisce la mia cara moglie qui presente» concordò James. Prese la bacchetta e la puntò contro Sirius, anche se non aveva affatto l’aspetto minaccioso che doveva mostrare in situazioni come questa.

«Sempre a ricordare che Lily ti ha sposato, mi chiedo perchè» stuzzicò Sirius, ma James pretese di non averlo sentito.

«Cosa abbiamo fatto la sera del nostro primo Natale ad Hogwarts?»

«Mmm… Vediamo un po’...» fece finta di pensarci Sirius, ignorando completamente la bacchetta e Lily, che, spazientita, commentò: «Basterebbe vedere quant’è noioso, per capire che è davvero lui»

«Quanta verità nelle tue parole, mia dolce Lily» scherzò Sirius, dopodichè si girò verso James e gli disse: «Il primo anno assolutamente niente, siamo entrambi tornati a casa per le vacanze. La mia adorabile famiglia sentiva così tanto la mia mancanza! Se ci tieni tanto a ricordarlo, però, il secondo anno siamo rimasti per il “piccolo problema peloso” di Lunastorta e siamo andati nelle cucine a sgraffignare altri calderotti dagli elfi domestici»

James annuì soddisfatto e si volse verso Peter, scoppiando a ridere quando si accorse della sua espressione terrorizzata ed esclamando: «Andiamo Peter, se mi guardi così dovrò davvero pensare che sei un impostore!»

Nel frattempo Lily si era avvicinata a Sirius per chiedergli scusa per l’eccessiva pignoleria, ma il ragazzo le accettò con una semplice scrollata di spalle e l’abbracciò come se niente fosse. Poi, quando le “ispezioni” furono terminate e furono entrati (riparandosi così dal freddo esterno), si accertò che James lo stesse guardando e decise di esagerare facendo il galante: si inchinò a baciare la mano della donna ed esordì con un: «Sei sempre splendida, anche più di prima».

Come punizione, James gli assestò una gomitata ben piazzata nelle costole, ma Sirius sbuffò trattenendo una risata, si girò di scatto e si lanciò sull’amico, il quale cacciò un urlo alquanto poco virile. Mentre i due lottavano scherzosamente, Lily alzò gli occhi contrariata e divertita insieme. Peter, che non voleva essere coinvolto nella zuffa, annusò nell’aria l’odore di qualcosa di buono che veniva cotto nel forno, e quando lo chiese a Lily, la ragazza si distrasse dall’osservare la scena circostante ed esclamò:

«Oh, si si, certo Peter, vieni in cucina. Stavo proprio per sfornare i biscotti, e sai benissimo che devi assaggiarli, è molto importante la tua opinione, per me»

 

Gli fece strada, avvertendolo di fare attenzione a non urtare il vaso che Petunia le aveva regalato -non che le piacesse, era orrido e troppo ingombrante ed era stato relegato nell’angolo più nascosto possibile- e lo condusse in cucina, una stanza non troppo grande e dallo stile rustico, dove però si poteva facilmente riconoscere il tocco della ragazza: sui ripiani c’erano diversi libri di ricette aperti alla rinfusa e un odore intenso di erbe aromatiche, che si mischiava con quello fragrante dei dolci che stava cuocendo. Lily si mise dei buffi guantoni e cacciò dal forno un vassoio pieno di biscotti dall’aspetto davvero appetitoso. Li lasciò raffreddare per qualche secondo e ne fece assaggiare subito uno a Peter. Mentre quell’ometto basso e goffo mangiava voracemente come un bambino, Lily si appoggiò sospirante al piano da cucina e si tolse i guantoni, per poi domandare con voce sommessa dove fosse Remus. Peter smise improvvisamente di mangiare, una mano a mezz’aria e bocca spalancata in attesa del resto del biscotto, uno strano tremore negli occhi acquosi.

«Non so… Aveva detto che avrebbe cercato di essere in orario… Forse è ancora in missione, ma... non ti sembra strano che lo sia anche oggi?» concluse con tono vago. Lily, da parte sua, aggrottò le sopracciglia e soppesò le sue parole.

«Spero davvero di no» si limitò a dire «Sarebbe un peccato se non riuscisse a raggiungerci. Manca anche Mary, doveva venire in anticipo ad aiutarmi con la cena, ma di lei non c’è ancora nessuna traccia» continuò.

Neanche dopo due minuti, però, si sentì suonare nuovamente alla porta e James e Sirius correre e schiamazzare gareggiando a chi riusciva ad aprire per primo. Lily e Peter uscirono in tempo per vedere i due schiantarsi con un tonfo contro l’ingresso, per poi cadere confusamente a terra; la ragazza li sorpassò senza batter ciglio ed andò ad aprire. Sulla soglia c’era Remus, elegante ma con aria trasandata, la giacca piena di toppe e pieno di polvere, le cicatrici dell’ultima luna piena ancora visibili e una scatola di cioccolatini in mano; al suo fianco comparve presto un’altra figura, Mary, impeccabile nel suo abito, seppur con visibile stanchezza negli occhi. Dopo aver controllato anche i nuovi arrivati -che accettarono il trattamento senza fare troppe storie- Remus offrì la scatola a James, che la prese volentieri rinfacciando a Sirius di non avergli portato niente in dono, ma l’altro fece finta di essere offeso e cacciò una bottiglia di Whiskey Incendiario dalla giacca, mugugnando che non se lo meritava e che era un amico ingrato. Intanto, Mary si fece avanti e, baciando sulla guancia Lily, le spiegò: «Scusa il ritardo, ma c’è stato un po’ di trambusto nei dintorni di Hyde Park: Dedalus Lux doveva aver bevuto troppo, perchè ha Appellato la sua scopa e ha iniziato a fare giravolte a pochi metri dal suolo; con un po’ di fortuna abbiamo fatto passare la scena per uno spettacolo organizzato, ma non sono sicura che il Ministero apprezzerà»

«Almeno non ha iniziato a lanciare i suoi soliti fuochi d’artificio» commentò Lily, facendo segno all’amica di lasciarle il cappotto e di accomodarsi.

«Ehi!» urlò Sirius dal salotto «State sul serio ascoltando Celestina Warbeck? Il mondo è davvero giunto alla fine!»



 

Tempo dopo, quando il cibo fu pronto e tutti si furono sistemati a tavola, James posizionò un cesto d’argento pieno di crackers al centro, invitando gli ospiti a tirare insieme i vari fili che avevano alle loro estremità. Seguendo il consiglio, i commensali tirarono incuriositi e, ben presto, la sala fu pervasa da schiocchi roboanti, simili a colpi di cannone: al posto dei crackers, ora, c’erano dei cappelli da Babbo Natale simili a quelli del signor Potter; l’unica cosa che li differenziava dall’originale, erano delle corna da cervo alla base che i presenti rimasero a fissare sbigottiti, ma James non volle sentire ragioni e costrinse tutti ad indossarli o la cena non sarebbe iniziata.

Lily non si era affatto risparmiata con il cibo, anzi, poteva benissimo mettersi in competizione con il banchetto degli elfi domestici di Hogwarts: la tavola straripava di vassoi  con patate e salsiccia al forno, Roast Beef, zuppe e trippe varie… anche le decorazioni non erano state trascurate, e così il ripiano era pieno di candele di un vivace e allegro rosso, di ghirlande realizzate con pigne, stecche di cannella e rametti di biancospino; in tutto quel tripudio di colori e odori, era difficile poter appoggiare anche un solo piatto, ma nessuno sembrò farci caso, viste le leccornie che si paravano loro davanti.

Quando ormai i loro stomaci non riuscirono più a contenere altro cibo, la piccola comitiva rimase comunque a tavola a parlare del più e del meno, un senso di appagatezza e soddisfazione che aleggiava sui loro volti sazi.

Durante la serata parecchi componenti dell’Ordine della Fenice erano passati a trovarli, tra cui la raffinata Marlene McKinnon, l’ingenuo e gentile Benjy Fenwick e i gemelli Fabian e Gideon Prewett, che avrebbero passato il resto della nottata in compagnia della sorella, cognato e già numerosi pargoletti; tutti preferivano restare insieme alla famiglia, soprattutto in quel periodo di guerra, ma ciò non guastò per nulla l’atmosfera.

«E’ davvero una bella casetta quella che vi siete trovati; come ve la siete rimediata?» chiese interessata Mary a nessuno in particolare, impegnata a guardarsi intorno mentre faceva oscillare delicatamente il suo bicchiere di vino elfico.

«Concordo» si intromise Remus «Pare molto comoda e tranquilla»

«Già. Isolata e in periferia, circondata da pini e sommersa dalla neve. Carina come una cartolina» scherzò Sirius con un ghigno. James gli lanciò un’occhiata d’intesa, prima di rispondere.

«Beh… Diciamo che è un prestito. Stare nello stesso posto per troppo tempo in questi tempi è davvero pericoloso, lo sapete bene. Questa bella dimora appartiene a una coppia di Babbani in vacanza negli Stati Uniti, da qualche parte vicino Cleveland, se ricordo cosa hanno detto all’agenzia di viaggi. Appropriarsi dell’abitazione è stato un gioco da ragazzi»

«James!» tuonò Lily, indignata «Mi avevi promesso che non l’avremmo fatto più!»

Il ragazzò osservò con tenerezza la moglie e le rispose, quasi con un tono basso e di scuse, intrecciando le dita tra le sue: «Non ho potuto resistere quando hai guardato con occhi sognanti questa casa, tesoro. E poi… Ce ne meritiamo una tutta nostra, soprattutto ora che stiamo per mettere su famiglia. Penso che dovremmo accettare il suggerimento di Silente e trasferirci nella vecchia casa dei miei»

I restanti fissarono i due coniugi Potter sbigottiti. Calò un silenzio carico di tensione e aspettativa, gli unici movimenti erano quello delle piccole e vibranti fiamme sulle candele e di Peter, che muoveva la testa di scatto, a destra e a sinistra, a guardare le reazioni altrui, improvvisamente pallido in volto.

«Mettere su…» cominciò Remus… «Fa-Famiglia?!» ebbe il coraggio di concludere Mary.

Lily tossicchiò nervosamente, strinse la presa sulla mano del marito e lo guardò per un attimo; poi, afferrando un cucchiaino, lo fece tintinnare vicino al suo bicchiere -pieno d’acqua per tutta la sera, mai una volta di alcolici, notarono silenziosamente gli altri-.

«Ehm-ehm… Ebbene sì, signori. Io e James siamo lieti di annunciarvi che… sono incinta!» esclamò, con un gridolino eccitato.

Un boato di urla incredule ed entusiaste risuonò all’unisono, più simile al ruggito di un leone. Tutti si affrettarono a fare le congratulazioni, abbracciando Lily e tirando delle pacche affettuose a James; l’ultimo fu Sirius, che aveva trattenuto in gola un sorso di Whiskey Incendiario e che aveva rischiato di affogarcisi dopo aver sentito la notizia.



 

Continuarono a ridere e festeggiare chiassosamente, finchè non arrivò quasi la mezzanotte. Per quei lunghi, meravigliosi attimi, Lily era davvero felice Mentre osservava sorridente i suoi compagni divertirsi, non poteva che provare solo gioia e speranza. Svanita era l’incertezza del domani, svanita era la paura che i suoi amici non la sostenessero in questa nuova, grande esperienza che la vita le stava facendo provare. Voldemort era da qualche parte lì fuori, lontano dalla loro piccola bolla di perfetta tranquillità, ma in quei momenti non importava nulla. L’amore -l’amore che provava per James, l’amore per il suo futuro figlio, per tutti gli amici presenti e non- era davvero la magia più forte del mondo. Con quello, ne era certa, sarebbe stata capace di fare tutto.

«Ehi, gente! Manca solo un minuto! Preparate lo champagne!»

Tutti accorsero a riempire i bicchieri, preparando la macchina fotografica per immortalare il momento e mettendosi in posa.

«Dieci!» urlò Sirius.

«Nove!» continuò Mary.

«Otto!» gridarono tutti insieme.

«Sette

«Sei

«Cinque

«Quattro

James attirò a sé Lily e la guardò negli occhi «Ti amo» sussurrò.

«Tre

«Anche io. Sempre»

«Due

I due iniziarono a baciarsi…

«Uno

 

Buon Anno Nuovo!


 
 

Note dell'Autrice:
Prima di iniziare: auguri a tutti e buon anno nuovo!
Per chi mi conosce già -e magari ha letto altre mie storie-, forse vi siete accorti che questa Fan Fiction è un remake di una pubblicata esattamente quattro anni fa: "Un altro anno insieme" (che potete trovare qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1499259&i=1). Avrei voluto riscrivere quella storia  subito dopo averla messa online, perchè fu creata in fretta e furia e scritta senza alcuna attenzione, ma per un motivo o per un altro ci sono riuscita solo ora. Ovviamente questa volta ci ho dedicato un po' più di tempo e lo stile di scrittura è cambiato e, spero, migliorato. Tuttavia, non ce l'ho fatta a cancellare l'originale: è un pezzo di storia che deve rimanere, nel bene o nel male.
Ho cambiato il titolo in "Un Anno nella Vita" (sì, preso spudoratamente dalla nuova stagione di Una Mamma per Amica) perchè, come detto nell'introduzione, gli anni passano e cambiano, ma certe cose rimangono sempre le stesse: i Malandrini resteranno sempre lì, "bloccati" nella nostra memoria e fantasia e non cambieranno mai.
...ok, so che può non avere molto senso, ma spero comunque che la storia vi sia piaciuta lo stesso. Grazie per essere passati di qui, ancora buon anno e buone feste e...
Alla prossima!

-Crazymoonlight
  
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