La giornata passò in fretta.
All'ora di pranzo mi vergogno ammetterlo ma lo cercai da tutte le parti senza trovarlo.
Uscì dall'aula di matematica mentre Courtney continuava a parlarmi di una qualche festa, di George che ci sarebbe andato sicuramente e di un futuro vestito da indossare.
La lasciai in palestra con i suoi mille progetti per conquistare il suo amato e mi avviai verso il terrazzo.
Avevo abbastanza tempo per anticiparmi i compiti della settimana prossima se non fosse stato che la mia mente vagava più del solito.
Decisi di prendermi una pausa, me la meritavo... In fondo avevo sempre avuto ottimi voti a scuola e per un giorno non sarebbe successo nulla.
Presi il mio iPod che avevo comprato con i miei risparmi dei lavori estivi e iniziai ad ascoltare la musica chiudendo gli occhi.
Stavo di nuovo correndo ma questa volta non stavo scappando...
inseguivo qualcuno.
Mamma!
Cercai di chiamarla
ma come sempre non riuscivo ad emettere alcun suono.
Improvvisamente si fermò
e girandosi
mi accorsi con orrore che aveva la gola tagliata e il corpo pieno di pugnalate.
Sentivo freddo e qualcosa di bagnato mi scivolava dalla mano.
Un coltello.
Avevo ucciso mia madre.
Aprì gli occhi e sospirando sollievo mi accorsi di essere nella terrazza della scuola.
Tolsi le cuffie e mi presi un attimo prima di controllare l'ora e capire se fosse il caso di andare da Courtney o fare una passeggiata.
Mancavano ancora una ventina di minuti prima della fine degli allenamenti e a me non andava proprio di restare la o di ripetere l'esperienza .
Mi alzai, presi lo zaino e fu lì che lo vidi.
Era lontano da me ma mi osservava, come mai aveva fatto nessuno, come solo lui riesce a fare.
Eric continuava a sostenere il mio sguardo, sembrava preoccupato ma anche divertito.
Non lo capivo.
Ad un tratto iniziò a incamminarsi verso di me.
Rimasi lì immobile, non so cosa mi stava prendendo ma era più forte di me.
In sua presenza mi sentivo così scoperta, così vulnerabile da annullarmi.
Impiegai più di tre secondi per capire e questo non fece altro che aumentare la probabilità di sembrare un idiota.
Forza Tamara, datti un po' di contegno.
Segui un silenzio imbarazzante e cercai di smorzarlo con le banali domande che avrà ricevuto tutto il giorno:
Perché non tengo mai la bocca chiusa? Perché?
Ecco il motivo per cui non mi piace socializzare, non sono brava.
Datemi tutto ma non un interlocutore.
Avevo intravisto nei suoi occhi una punta di irritazione, ovviamente avevo toccato il tasto dolente.
Non riuscivo più a sostenere quello sguardo, era estenuante.
Ecco la prova tangibile che non si ricordava di me, vuol dire che quell'incontro non lo aveva segnato quanto aveva segnato me.
Non so perché ma mi sentivo tradita e gli risposi di getto < No, impossibile. Ti starai confondendo, ho un viso comune>
Rise, era così bello.
Dannatamente bello.
Arrossì e decisi che per oggi avevo subito abbastanza "umiliazioni".
Ero ormai lontana da lui quando mi sembrò di sentire una risposta
Mi girai ma l'unica cosa che vidi erano le sue spalle.
Non gli avevo mai detto il mio nome se non quella notte.
Mi convinsi che era stata solo una mia impressione.
Perché mentire?