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Autore: Nomiemi    25/05/2009    9 recensioni
"Il tuo caffè è il migliore di tutta Boston! Potresti aprire una caffetteria tutta tua, ci ha mai pensato?" "Si certo e mandare a quel paese gli studi di medicina?" ride, non prendendo sul serio la proposta dell'amico. Dopotutto diventare medico è sempre stato il suo più grande sogno. Perchè mai gettarlo via? "Uhm..." Naruto si riappropria della fetta di torta abbandonata sul bancone "In ogni caso, secondo il mio modesto parere... il tuo caffè ti porterà fortuna! Porterà qualcosa di nuovo!" Una SasuSaku un po' particolare. Acceni InoShika, NaruHIna. Dedicata a Deliaiason88, terrastoria e Muccina89.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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caffetteria
Alla mia carissima Delia, perchè è stata la prima black panther che ho incontrato.
  Ad Ale, che non smette mai di sorprendermi con le sue fic.
 A Domi, Perchè adoro seguire le sue storie.
 A tutte le Black Panthers e a chiunque creda ancora in questa coppia.
 A chi come me ama semplicemente il SasuSaku.
Buona lettura..



Caffè intenso, forte e nero.

25 Marzo

"Ho bisogno di una pausa"
Capelli rosso chiaro tendenti al rosa raccolti in una coda alta e perfetta. Filo di matita intorno ad un paio di occhi verde bosco, per rinvigorire lo sguardo forse troppo stanco per le ore di incessante lavoro. Labbra  rosee, leggermente screpolate e mordicchiate a causa dello stress. Guance tinte di un velo purpureo quasi impercettibile. Grembiule bianco, rifinito da una sottile linea verde.
Semplice. Come lei.
A Boston sono gli ultimi giorni di inverno, quelli più miti, in cui le ore cominciano ad allungarsi e le giornate a farsi più belle. E in cui la voglia di primavera si fa più soffocante.
Sakura si lascia cadere sullo sgabello alto di fronte al bancone di uno strano colore azzurro pastello, puntando i gomiti e serrando i pugni intorno alle guance. Volge lo sguardo fuori, lontano dai muri dello 'Tsunade's' e ferma gli occhi verdi sul tramonto che colora di arancio i palazzi intorno al locale. E' come la scena di uno dei tanti film che le occupano le serate monotone e piatte. Sola, nel suo appartamento di qualche misero metro quadrato. Sola, con la coperta regalatele dalla madre poco prima di trasferirsi, il telecomando e a volte la vaschetta di gelato. Rigorosamente al cioccolato.
"Riposati Sakura, ai clienti ci penso io" sussurra dolce Hinata mentre passa la spugna sul banco per pulire l'alone opaco.
Sakura sorride, delicata, alla figura esile davanti a lei. "Grazie Hinata. Oggi tocca a me chiudere il locale. Quella scema di Ino ci ha mollato."
"E Perchè mai?" chiede curiosa la corvina, passandosi una mano tra i capelli che le ricadono morbidi sulle spalle minute.
"Lei e Shikamaru festeggiano quattro mesi di fidanzamento e lui la porta fuori a cena." borbotta Sakura scuotendo una mano. "Ino l'ha ricattato. O la cena, o niente serate hot per un mese." aggiunge poi, notando l'espressione confusa di Hinata che a quelle parole spalanca gli occhioni chiari, diventando subito paonazza. Ma ormai Sakura non ci fa più caso, tanto la conosce. Da sette mesi a dire il vero.
Non farò mai la cameriera. Nenia che ripeteva durante gli anni di liceo. Ed eccola ora in una caffetteria da quattro soldi, famosa e rinomata solo tra i consueti clienti. Un impiego provvisorio, dice lei, che le permette di pagarsi gli studi universitari di medicina. E pur di ottenere la laurea tanto ambita, Sakura è pronta a sacrificare un po' del suo tempo libero.
"Hinata, non sei stanca di tutto questo?" chiede, sostenendosi il mento.
"Tutto questo?" 
"Tutto questo!" Sakura allarga le braccia, indicando i tavoli intorno a lei. "Il bancone sempre sporco, la stessa gente tutti i giorni, il grembiule orribile e patetico,il caffè, i pomeriggi che sembrano non passare mai... " spiega, mentre un velo di tristezza le annebbia lo sguardo chiaro.
"Oh, il lavoro..." esclama sorpresa Hinata, fermandosi a guardare Sakura. "Non molto in realtà. Mi è utile e poi mi piace. Sono circondata da tante persone squisite!" Conclude, sorridendo dolce.
"Lo so, lo so. Non mi riferisco tanto al lavoro. Se non fosse per Tsunade in questo momento, probabilmente vivrei ancora con i miei.. ma.." mormora Sakura, fissando l'orologio dietro le spalle di Hinata, che segna esattamente le diciotto meno cinque "....non so come dire.. è come se mancasse qualcosa."
"Ho capito. Sei in cerca di novità, giusto?"
Ma la domanda non aspetta alcuna risposta. Il sospiro sonoro di Sakura e la sua espressione assorta, bastano già.
"Ragazze io vado. Lascio tutto nelle vostre mani"
Una formosa donna, stretta in un completino verde scuro, si fa avanti verso le due cameriere muovendosi elegantemente sui tacchi vertiginosi.
"Buona serata Tsunade" sussurra Hinata, intimidita dall'aura quasi sacrale della donna, splendente e regale davanti a lei. Cinquantenne single, sciatta e disperata? Assolutamente no.
"Appuntamento galante?" domanda maliziosa Sakura, assottigliando lo sguardo.
"Cena tra vecchi amici" risponde la donna bionda, con un tono altezzoso e fin troppo acuto per nascondere la verità.
"Salutami Jiraya allora" la rosa sorride complice, accavallando le lunghe gambe fasciate da jeans chiari, un po' logori sul fondo.
"Tu torna al lavoro!" intima Tsunade, fingendo falsa superiorità non solita verso la sua cameriera preferita. Gira poi i tacchi e con passo svelto raggiunge la porta. Non fa in tempo ad aprirla che questa si spalanca e ciò che sembra un tornado la spinge contro un tavolo, fortunatamente libero.
"Sakuraaaa!" urla un ragazzo dalla folta e disordinata chioma bionda, correndo verso la ragazza a braccia spalancate e travolgendo con sè una sedia. E non solo.
"Razza di idiota, guarda dove vai!"  sbraita Tsunade, ricomponendosi dopo lo scontro. Un ciuffo di capelli biondi le è sfuggito da una delle due code che le circondano il volto affascinante ma severo.
"Scusa nonna Tsunade!"
"Al diavolo Naruto! A domani ragazze!" Tsunade saluta con un cenno di mano, prima di mettere finalmente piede fuori dal locale.
"Naruto così soffoco!"
"O scusa Sakura." lui scioglie l'abbraccio, svelto. Si volta poi a destra, aprendosi in uno dei suoi sorrisi standard: luminosi e coinvolgenti. "Oh, Hinata! Ciao!"
"C--ciao Na--Naruto" sussurra, arrossendo immediatamente, mentre lui si fa più vicino. Troppo vicino.
"Uhm..." la osserva, pensieroso, torturandosi il mento leggermente ispido. "Hai tagliato la frangia?"
E per Hinata è la fine.
"Ehm.. ehm.. io vado a portare questo al tavolo" mormora confusa, sottraendosi allo sguardo indagatore di Naruto e afferrando un bicchiere di spremuta.
Appena la corvina si è allontanata, Sakura tira un colpetto sulla nuca del cretino-senza-cervello che si è seduto accanto a lei.
"Ahi Sakura. Perchè mi picchi sempre?" piange lui, massaggiandosi la testa.
"Ma lo fai apposta? Intendo, con Hinata?"
"Che cosa?" pigola lui, non capendo dove vuole arrivare la ragazza.
"Lascia perdere." Sakura rotea gli occhi, passandosi una mano sul volto. "Allora? Come è andata oggi?" chiede poi, alzandosi e portandosi dietro il banco.
"Bah, come al solito. All'università più o meno bene, me la sono cavata con una B nell'ultimo test di storia dell'arte"
"Complimenti! Ti meriti una fetta di torta al cioccolato! E una tazza di caffè!" sorride, allungandogli una fetta di torta e una tazza tracotante di bollente liquido scuro. "E non ti preoccupare per i soldi.. Offre la casa oggi!" aggiunge veloce, invitando il biondo ad addentare il dolce.
"Oh gascie Saschura scei un teschoro! Ti sposcerei!"
"Naruto che schifo, non parlare con la bocca piena!" sbuffa poi, esasperata. "E' da quando abbiamo quattordici anni che ti conosco,e adesso ne abbiamo venti! Ma sei rimasto il bambino di sempre!"
"Bleeeeah" la scimmiotta Naruto spalancando la bocca, fino a quando Sakura schifata si avvicina pericolosamente con un pugno alzato, inducendolo a serrare la mascella. Afferra quindi la tazza blu, tracannando un lungo sorso di caffè.
"Ottimo, come sempre. Ma come fai?" 
"Eh eh, segreto" 
"Il tuo caffè è il migliore di tutta Boston! Potresti aprire una caffetteria tutta tua, ci ha mai pensato?"
"Si certo e mandare a quel paese gli studi di medicina?" ride, non prendendo sul serio la proposta dell'amico.
Dopotutto diventare medico è sempre stato il suo più grande sogno. Perchè mai gettarlo via?
"Uhm..." Naruto si riappropria della fetta di torta abbandonata sul bancone "In ogni caso, secondo il mio modesto parere...  il tuo caffè ti porterà fortuna! Porterà qualcosa di nuovo!"
La risata di Sakura si spegne, riducendosi al silenzio.
Subito afferra i primi bicchieri sporchi che trova gettandoli nel lavandino, senza molta cura.
Parlate tutti di novità...ma che tipo di novità? si ritrova a pensare, mentre l'acqua scorre veloce.
"Comunque, stavo per dimenticare di raccontarti di questo pomeriggio. Mi è successa una cosa assurda, tutta colpa di Sai." riprende Naruto, che pare non essersi accorto del repentino cambio di umore della ragazza.
"Sai? Il tuo compagno di corso?"
"Sai, il mio nuovo coinquilino!" Naruto alza le braccia al cielo, in un gesto teatrale di esasperazione. "Insomma, sono tornata a casa ed ecco che lui..."
La porta del locale si spalanca. Il campanello d'avviso suona, mentre un vento fresco disturba il ciuffo ribelle scappato alla coda perfetta di Sakura. Lei alza lo sguardo, pronta ad aprire il suo sorriso che rivolge a tutti i clienti. Ma la forza di incurvare gli angoli delle labbra sembra mancarle.
E' un attimo.
Basta il tempo occorrente a due sguardi per incontrarsi. Basta che il verde dei suoi occhi si mischi al nero di un paio forestieri.
Ed ecco che il respiro si fa talmente veloce da mancarle, ecco che le guance si colorano di rosso, ecco le mani incominciare a tremare, mentre un bicchiere scivola alla sua presa, meno stabile.
Una strana sensazione la rapisce e la porta via, lontano. Lontano da Naruto e dalle sue chiacchiere che le arrivano lentamente e distanti. Lontano da Hinata, che la guarda dal centro del locale, curiosa. Lontano dai clienti della caffetteria, disinteressati e inconsapevoli di ciò che sta succedendo in lei. Del moto di sorpresa, del rapimento che l'assale. Dell'ossigeno che sembra non arrivare più.
Basta un attimo per cambiare tutto.
"E allora io gli ho detto.. Ma Sakura, mi stai ascoltando? Sakura??"
Ovviamente no.


29 Marzo

"E' lui?"
"Si è lui, ma non indicarlo! Così capisce.." mormora Sakura, abbassando l'indice lungo e bianco di Ino puntato verso il centro del loro discorso. Della serie.. non attiriamo l'attenzione!!
"Sakura, è da mangiarselo!" 
"Shh, cazzo Ino abbassa la voce!" la rimprovera scocciata, afferrandola per la manica del maglioncino e trascinandola fino al bancone ben lontana dai tavoli e da possibili orecchie indiscrete.
"Ma Sakura! Quel ragazzo..è..è.. una favola!"
"Bah, io non ci trovo proprio nulla di così magnifico.." sbuffa Naruto, incrociando le braccia al petto.
"Zitto tu" lo ammonisce Ino, liquidandolo con un cenno di mano "La tua è solo gelosia da migliore amico. Non sei obiettivo."
"C'è in giro di meglio!" continua lui, imbronciato e testardo, cercando di tenerle testa. Impresa impossibile, quando si parla di una Ino Yamanaka in modalità 'ragazza pon pon'.
"Non a Boston! Ne tanto meno in America!"
"Grazie Ino" sibila Shikamaru sentendosi preso in causa e disturbato dal suo momento di tranquillità pre cena. Apre solo un occhio scuro, posandolo sulla figura di quella che dovrebbe essere la sua ragazza 'amorevole'.
"Ma tu sei molto, molto meglio amoreeee!" sussurra carezzevole la bionda con sguardo malizioso, pronta a farsi perdonare. Scuote poi la chioma luminosa raccolta nella coda alta, puntando poi gli occhi cerulei sull'amica accanto a lei.
"Uff.. è davvero troppo per me..." Sakura si rabbuia,chinata sul bancone con una mano appoggiata alla guancia. Gli occhi sognanti si perdono nella sala, fino a quando raggiungono la figura seduta al tavolo accanto la vetrata che da sulla strada. Eccolo, intento come al solito a studiare un pesante volume di legge. Lo sguardo basso, l'espressione concentrata. Le labbra chiare contratte e una riga che attraversa la fronte. I capelli scuri e lisci, lasciati crescere sulle spalle, incorniciano il volto dai lineamenti non troppo forti, ma ben marcati e mascolini.
Sakura non può far altro che sospirare verso colui che da qualche giorno usurpa i suoi pensieri. Colui che puntualmente varca la soglia del locale alle diciotto, si accomoda senza troppe cerimonie al solito tavolo, scruta velocemente il menù, per poi ordinare sempre e solo una tazza di caffè da sorseggiare mentre si dedica al ripasso. E tutto questo, senza rivolgere parola ad alcuno, se non quelle essenziali come "Una tazza di caffè", "Non voglio altro", e i soliti  grugniti di assenso. Un tipo loquace a dirla tutta. Ma terribilmente affascinante, nella maglia scura a maniche lunghe e nel paio di jeans altrettanto scuri che fasciano le gambe muscolose. E gli donano. Terribilmente.
"E' così.. perfetto.." mormora incantata ad osservare colui che sembrerebbe essere diventato il suo principe azzurro. Un principe azzurro particolare in verità, sicuramente non il tipo standard adottato dalla Disney. Nemmeno dai Fratelli Grim. Probabilmente..da Tim Burton.
Naruto commenta con il solito sonoro sbuffo, ricevendo come risposta uno sguardo glaciale da Ino.
Shikamaru si sporge verso di lei, sistemandole un lembo del maglione arricciato, cercando di tenerla a bada e desisterla dal divorarsi il biondino seduta stante. "Hai scoperto come si chiama?" fissa poi la rosa con sguardo apparentemente annoiato da tutto ciò.
Sakura scuote la testa,prendendo il primo vassoio che riesce a trovare e si allontana dal gruppo di amici per servire una signora anziana con un grosso cappello verde acido, troppo vistoso per la sua età e decisamente orribile. Non c'è da stupirsi se Ino, malata per la moda e per qualunque cosa si possa indossare, si sia rifiutata di servirla.
Non può fare a meno di gettare una rapida occhiata verso di lui. Non la sorprende vederlo sistemare i libri nella borsa a tracolla nera, posare i soldi sul tavolo, ed alzarsi elegantemente.
I loro sguardi si incrociano per un attimo,solo una manciata di secondi, in cui lei rivolge un inchino, cortese e ridicolo.
Complimenti Sakura...che figura di merda!
E lui.. beh lui si avvicina alla porta senza battere ciglio.
Puntuale come un orologio svizzero. Diciotto e trenta. Sempre in perfetto orario.
Liquida la signora anziana con un sorriso sforzato e ripiega sul tavolo appena lasciato libero, pronta a ritirare i resti del ragazzo misterioso.
Pochi cent, una tazza vuota e... una tessera della biblioteca?
"Uff, io sono molto meglio di quello là!" esclama Naruto, alzandosi dalla sedia "Hinata, tu che ne pensi?"
"Beh, ec-ecco, io--"
"Sasuke Uchiha".
Tutti gli occhi vengono puntati su Sakura e sul tesserino che spinge sul bancone, mentre Hinata sospira sollevata e.. salva.
"Tutti i giorni verso caffè a Sasuke Uchiha" sussurra come in trance, le mani tremanti, lo sguardo perso.
Ino le posa una mano sulla spalla, consolatoria. "Oh no, molto di più Sakura" sorride "Ti sei presa una cotta per Sasuke Uchiha."


30 Marzo

"....tre, quattro e cinque borse! Oggi sono stata proprio brava!" Ino appoggia il frutto di un intenso pomeriggio in preda da 'febbre da shopping' sul bancone, occupando lo spazio fino a poco tempo prima libero.
Sakura le rivolge uno sguardo minaccioso e abbastanza loquace da indurla a spostarle nel retro del negozio. Il tutto accompagnato da un sonoro sbuffo, naturalmente.
"Lo sai.." urla Ino afferrando il suo grembiule, storcendo il naso alla vista del pezzo di stoffa un po' logoro "... stai diventando davvero acida! Dovresti fare del buon e sano sesso!"
"Ino!" Sbotta Sakura, arrossendo tanto da far concorrenza alla timida Hinata.
"Su su, non fare la santarellina" replica la bionda, guardandola maliziosa, "So benissimo che hai pensieri poco casti sul 'ragazzo-super-figo-con-un-culo-mozzafi.... o eccolo!"
Sakura si volta verso l'entrata, mentre il ragazzo appena preso in causa entra nel locale. Ancora una volta uno sguardo tacito scorre tra di loro.
Un sospiro, l'ennesimo. Di troppo.
"Adesso basta! Mi sono davvero stancata!" Ino prende l'amica per un braccio, portandola con sè fino all'anticamera dei bagni.
"Sakura Haruno.." comincia imperiosa, puntando l'indice sulla fronte di lei "..adesso vai da lui e inizi una conversazione che vada oltre le solite domande tra cameriera e cliente!"
Sakura si fa piccina, arretrando fino a sbattere contro la parete. "Ino, ma lo vedi, non mi vuole parlare.."
"Ehm, signorina.." chiama un cliente, sulla cinquantina, facendo schioccare le dita spazientito.
"Aspetti un secondo! Non vede che siamo occupate?" sbraita Ino, rivolgendo un'occhiata di fuoco all'uomo, che indispettito, decide di rivolgersi ad Hinata. Ottima scelta.
"Stavo dicendo.. devi provarci! Dov'è finita la Sakura che conosco, quella combattiva, che non si arrende mai e non si fa intimorire da nessuno?"
La rosa scuote la testa, gli occhi si riempiono di lacrime che rimangono intrappolate tra le ciglia. "Con lui è diverso.. non lo so! Guardalo e guardami! E' un follia..."
"O tu o io"
"Che cosa??"
"O tu o io. E giuro che lo faccio. Non provare a tirare in causa Shikamaru,la nostra amicizia o i quattro mesi di fidanzamento. Fare la oca e sculettare un po' non mi costa nulla" Ino punta le braccia sui fianchi magri. Una scintilla le attraversa gli occhi azzurro cielo. Quella bugia in verità le è costato molto. Molto. Non solo il suo orgoglio. E Sakura lo sa.
"D'accordo..." sussurra, asciugandosi una lacrima che ribelle è scappata scivolando sulla guancia morbida.
Ino si apre in un sorriso, sollevata. "Perfetto! Datti una spolverata.... il grembiule..ma proprio queste scarpe dovevi mettere? Va beh, ormai è tardi.. quel ciuffo... che colore assurdo che hai..si dai, puoi andare!"
Sakura la guarda esitando, ma l'espressione fiera dell'altra le infonde quel coraggio che sembra mancarle improvvisamente.
Allora.. che gli dico, che gli dico..
Prende una tazza e la moka di caffè, cercando di non rovesciarla a terra tanto le tremano le mani. Agitata? No, solo un poco... un pochino.... 
Il tesserino! Ecco, il tesserino... e poi? Cosa mi invento?
Un sacco!!!
Conversazione, conversazione..non sono mai stata brava nel conversare.. ma che sto dicendo??? Parlo sempre a raffica...Ok sto impazzendo. Ricomponiamoci.
Guarda le scarpe, un vecchio paio di converse nere,scolorite, usate.. mai state così orribili!
Oddio. No adesso torno indietro e mando Hinata. 
Oddio. Oddio.
"Caffè?"
La voce le esce stiracchiata, timida e così tanto acuta da farlo voltare verso di lei. Per la prima volta da quando gli porta il caffè.
Sakura si sente morire, mentre un paio di occhi onice -due profondi abissi senza fine- si posano su di lei. E la fissano interessati, con tale intensità da sentirsi completamente nuda.
"Si, grazie." La voce fredda e bassa del ragazzo la sveglia dal momentaneo stato di trance e si affretta a riempire la tazza vuota lasciata sul tavolo, già completamente coperto dai libri.
Lo sguardo magnetico di Sasuke si allontana per tornare agli appunti, scritti con una grafia sottile, elegante e ordinata.
Sakura sconfortata, volge un'occhiata al locale scorgendo prima il sorriso di supporto di Hinata e dietro di lei Ino che le fa cenno di proseguire alzando, per caso, un coltello. Convincente.
"Studi legge?" e quasi si maledice per avergli dato del tu. Ma lui non sembra essersene accorto anzi, annuisce con un grugnito sordo, quasi impercettibile, aggrottando le sopracciglia.
"Primo anno?" osa ancora Sakura, sporgendosi verso di lui.
"Si, fra due settimane ho un esame"
Sakura gioca con una ciocca di capelli, ridendo goffamente.
Idiota, penserà che sei un'idiota.
"Oh, anche io sono al primo anno. Studio..."
"Medicina."
Un'esclamazione sorpresa sfugge dalle sue labbra. "Co-come fai a saperlo?"
Per tutta risposta Sasuke mormora qualcosa a voce bassissima, qualcosa che Sakura non riesce a captare. "Che cosa hai detto?"
Sasuke finalmente, dopo aver voltato le pagine del libro con un gesto secco e meccanico, improvvisamente nervoso, si volta verso di lei, fissando per l'ennesima volta il suo sguardo nel suo. Infastidito, quasi.
E a Sakura manca il respiro, osservando ogni singolo particolare del volto del ragazzo, come la linea dritta del naso prosegua morbida con le sopracciglia o come i ciuffi di capelli scuri, perfetti, creino un contrasto con la pelle bianca.
"Ti ho vista qualche volta ad Harvard vicino alla sede della tua facoltà." confessa lui, schiarendosi la voce.
"Oh, capito.."
Cade il silenzio, tra di loro. Sakura cerca di sottrarsi all'analisi guardando altrove e ricadendo ancora una volta sulle sue scarpe. Ma sente il peso di quello sguardo che incessante non la lascia. Porta una mano nella tasca del grembiule trovando la tessera, costudita con tanta gelosia. E' forse anche per questo motivo che decide di lasciarla dov'è. C'è tempo...
"Senti, volevo chiederti..."
Ma le parole del ragazzo si spezzano improvvisamente, al suono del campanello e del tonfo creato da una porta sbattere. Sakura si volta verso l'entrata, scorgendo una ragazza dalle curve generose ma perfette, dalla chioma rosso fuoco -sicuramente tinta- entrare nel locale senza curarsi di richiudere la porta. La sconosciuta fissa attraverso un paio di occhiali dalla montatura scura il locale, fermandosi poi su di lei. O meglio...
"Sasukeeee! Dove ti eri cacciato? Che fai qui, in una caffetteria da due soldi.. non è da te..."
..su di lui. Sakura assottiglia lo sguardo pericolosamente, lanciando un'occhiata spaventosa e terribile verso la nuova arrivata, che senza farsi troppi problemi la supera indifferente e si siede con nonchalance al tavolo del moro, spogliano il giubbino nero di pelle.
"Cosa ci fai qui, Karin?" chiede piatto Sasuke, senza degnarla di uno sguardo ma tornando ad interessarsi alla sua materia d'università.
"Ovvio, cercavo te. Oggi te ne sei andato senza nemmeno salutarmi, non si fa, non si fa..." cinguetta lei, accavallando le gambe fasciate da calze chiare e una gonna nera a balze. "E tu... portami... una spremuta. Fresca. Arance rosse, mi raccomando." continua, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
Sakura la guarda con sufficienza, trattenendo un'imprecazione serrata a stento tra le labbra, decidendo poi saggiamente di voltarsi e sputarla a bassa voce. Da lontano Ino le chiede di Karin, o meglio, chi è quella cretina, e lei la liquida con un cenno di mano. In effetti oltre al nome non sa nulla di più. Forse è una compagna di corso di Sasuke. Una cugina, una parente. Magari un'amica. O forse... la sua ragazza.
No impossibile.Quella è una.... Non può stare insieme a.. LUI!
Una risata acuta e stridula. La sua. Sakura si volta, facendo in tempo a vedere la rossa chinarsi su Sasuke, mostrando senza troppi problemi il decoltè generoso. Maledice mentalmente madre natura per essere stata così tanto cattiva con lei -un po' per i capelli rosa, molto per il seno piccolo- e la lama affonda troppo decisa nell'arancia rossa.
"Mmm.. sabato hai da fare?"
La mano preme forte sull'arancia, ormai destinata ad una fine dolorosa. "Tanto che ci sei sdraiati sul tavolo!" mormora, osservando la così detta Karin farsi più vicina al ragazzo.
Da lontano Ino l'osserva mordicchiandosi un'unghia, ignorando ancora una volta lo stesso signore di poco prima. Hinata le passa accanto, appoggiandole una mano sulla spalla tesa. 
Le sorride, falsa, allontanandosi dal banco. La mano le trema più di prima, le dita strette sul bicchiere in una presa ferrea.
Ignorala, servila e vattene. Resisti.
"Che ne dici di andare al cinema?"
Ancora  poco e poi via.
"E poi..." sussurra Karin, afferrando la mano del ragazzo che la fissa con uno sguardo indecifrabile "potremmo andare a casa mia.. la mia coinquilina è via tutta la settimana.."
E Sakura non resiste più. La spremuta, fino a poco prima al sicuro nella sua mano, le scivola via veloce come seta, cadendo rovinosamente sulla camicetta bianca della rossa. Un'enorme macchia arancione troneggia su quel candore.
"Che cazzo hai fatto razza di scema?" urla isterica Karin, alzandosi di scatto e indicando il capo ormai rovinato.
Sakura indietreggia, imbarazzata. Fissa la macchia che si estende sempre più, poi i pezzi di vetro ai suoi piedi.  "Mi-mi dispiace" riesce a dire con un filo di voce tremante, abbassando gli occhi colpevole.
"Questo è il minimo. Sei un'incapace, una sciocca. Non dovresti lavorare come cameriera, sei un completo disastro! Con quelle scarpe poi!.. Non dovevo entrare qui dentro. Me ne vado! Tu che fai, mi segui? Non ti conviene rimanere un altro minuto qua dentro con lei!" Karin se ne va, ancheggiando un po' troppo e sbattendo nuovamente la porta del locale.
Sakura cerca lo sguardo di Sasuke ma il ragazzo fissa prima l'orologio al suo polso poi, sbuffando, riordina le sue cose e lascia come sempre i soldi sul tavolo.
"Mi dispiace..."
"Lo so. L'hai già detto, non essere noiosa. Devo andare" dice lui lapidario, alzandosi e dandole le spalle.
La rosa segue la sua schiena allontanarsi  fin fuori il locale. Le grida infuriate di Karin la raggiungono ancora.
"Sakura...." mormora Ino, affiancandola. Sul volto una scia di amarezza, gli occhi velati da un filo di tristezza. Senso di colpa, forse?
"Lascia stare Ino. Riordino io qui." Sakura la supera a testa bassa, raccogliendo le monete abbandonate da Sasuke.
"Sakura tutto bene?" chiede l'amica, cercando di farla voltare verso di lei.
"Sto benissimo. Torna dai clienti."
Non può voltarsi. Ino non deve vedere quelle lacrime intrappolate a forza tra le ciglia.



3 Aprile

"Che cosa??? E Perchè mai non me l'ha detto?"
"Che cazzo urli Naruto? Vuoi che ti senta, razza di idiota?" sospira Ino, facendo scorrere una mano sul volto stanco. "Non capisco come faccia Sakura a sopportarti."
Naruto incrocia le braccia, sistemandosi meglio sulla sedia. Le labbra si arricciano, imbronciate. "Mi potrà anche sopportare.. ma non mi ha raccontato quello che è successo con... Ka..Ka.."
"Karin"
"Ecco, Karin... e quell'altro, quel bastardo. Sa..Sasu..."
"Sasuke" sbuffa Ino, appoggiandosi ad una mano, esasperata.
"Ma Perchè non me l'ha detto? Insomma.. sono o non sono il suo migliore amico?" mugugna Naruto, fissando attraverso i vetri chiari la figura di Sakura  che all'interno del locale è occupata a prendere le ordinazioni di un intero tavolo di bambini agitati e urlanti. 
"Aaah, Naruto, ma non l'hai ancora capito?" chiede Ino con tono di chi la sa lunga. Ma lo sguardo assente e smarrito del biondo le strappa un altro sbuffo. "Sakura è sconvolta e non vuole più parlare di quello che è successo tre giorni fa. Non si può nemmeno nominare il nome di Sasuke.." Spiega, lisciandosi una piega della gonna grigia.
"Cavoli.. non pensavo..." il ragazzo spalanca gli occhi, sorpreso. Solo adesso riesce a scorgere il dolore e la delusione dietro il sorriso falso e di circostanza che gli è stato rivolto in qui giorni.
"Cosa sappiamo di questo Uchiha?" Domanda Shikamaru, facendo per accendersi una Lucky Strike rossa. Ma lo sguardo glaciale di Ino lo blocca, minaccioso e intimidatorio. "Solo una.scocciatura." continua, portandosi la sigaretta tra le labbra.
"Uff, va bene. Comunque, sappiamo solo che studia legge ad Harvard ed è al primo anno. Tutto qua. Ah si, e che frequente una biblioteca del campus."
"Uhm..." Shikamaru appoggia le mani dietro la testa proprio sotto la coda alta che raccoglie i lunghi capelli mossi, dondolandosi un po' sulla sedia e socchiudendo gli occhi, accecato dal sole. "Il suo comportamento è davvero strano. Insomma, basta guardare le persone che frequentano questo posto. Vecchi e bambini del quartiere, qualche uomo d'affari che passa solo per prendere un caffè d'asporto... poi noi tre, Sakura e Hinata.. e Tsunade naturalmente. Ma lui... Non conosce nessuno ma puntualmente viene qui. Non lo trovate..strano?"
"In ogni caso, non doveva comportarsi così con Sakura. Prima le parla, sembra essere interessato a lei poi.. la liquida con un 'non essere noiosa' sputato in faccia.Per non parlare del 'devo andare'!"
"Giusto Ino!" urla il biondo, alzandosi d'improvviso. "E' davvero un bastardo! Non può non farsi vedere da lunedì e lasciare Sakura così! No, si deve scusare!" Detto questo, afferra il giubbino leggero di un improponibile colore arancione, abbandonato sullo schienale della sedia.
"Te ne vai?"
"Si. Devo fare una cosa.."
La porta del locale si apre accompagnata dal solito suono leggero del campanello. Hinata allontana dal volto una ciocca scura, mossa dal vento. "Ehm, Ino.. io ho finito, torno a casa. Aiuti tu Sakura?"
"Hinata! Capiti a proposito. Seguimi!"
Prima che la ragazza possa accorgersi di ciò che sta succedendo, Naruto la prende per mano trascinandola per i gradini e cominciando a correre per la via, senza preoccuparsi dei passanti. La ragazza cerca lo sguardo di Ino ancora più sconvolto di lei.

"Na--Naruto. Dove stiamo andando?"
"Non lo so!"  risponde Naruto voltandosi verso di lei, sicuro e deciso. "Ma devo trovare Sasuke Uchiha!"

5 Aprile

"MAIALE, TOGLI QUELLA MANO!"
"Ahaha, dai Tsunade non fare la difficile! Ieri sera non eri così.. vero?"
"Jiraya! Ieri sera ero ubriaca! Non avevo la forza per allontanare la tua mano dal mio sedere" sbuffa la donna, incrociando le braccia al petto e portandosi alla giusta distanza dall'uomo.
Lui la fissa, lo sguardo divertito e malizioso. "Può darsi.. ma quando mi hai baciato eri sobria!"
Le guance di Tsunade si colorano fulminee di viola e si gonfiano, indispettita e colta di sorpresa.
"AHAHAH ci sei cascata!" Jiraya si tiene la pancia, scosso dalle risate mentre la chioma bianca ondeggia a ritmo dei suoi spasmi.
"Maledetto..." sibila lei, voltandosi verso il bancone del locale. "Sakura! Che ci fai ancora qua? Non tocca a Hinata e Ino chiudere al sabato?"
La cameriera passa le mani sul grembiule, l'espressione stanca dipinta chiaramente in volto ma volutamente mascherata dal classico sorriso. "Ino ha staccato un'ora fa per andare dai suoi -sono due ore in macchina- e Hinata stasera ha un appuntamento..."
"Un appuntamento? E con chi? Non dirmi con quello scemo di Naruto?" domanda sconvolto Jiraya, urlando poi un 'povera lei' vedendo annuire la ragazza.
"Quindi rimani qui da sola.." Tsunade prende la borsetta appoggiata al banco, increspando le linee sottili delle sopracciglia. "Non fare tardi. Anche se abiti poco lontano da qui, non è bello camminare da soli per queste vie al buio."
"Non ti preoccupare, massimo mezz'ora e me ne vado. Solo il tempo di una sistemata a questo casino.."
"Comunque chiama se hai bisogno di qualcosa!"
"Si si, tranquilla.. piuttosto.. stai attenta tu questa sera!" 
"Ah ah, Tsunade non corre problemi! Ci sono io con lei" si avvicina Jiraya indicandosi con il pollice rivolto verso il suo petto largo.
"Appunto" recitano in coro le donne, guardando l'uomo con sufficienza.
Jiraya ride imbarazzato per poi prendere sotto braccio Tsunade, sorpresa da tanta galanteria. Probabilmente "l'amico d'infanzia" ha in progetto qualche cosa di carino.. o di pericoloso, dipende solo dai punti di vista.
Sakura ride, sinceramente divertita, mentre la coppia attraversa la strada e raggiunge una mustang nera, elegante ma datata ormai di qualche anno. Un po' come Tsunade, stretta nel suo nuovo completo rosso fiammante e Jiraya nello smoking nero classico ma di indiscutibile fascino e classe. Un po' troppo eleganti a dire il vero per una semplice cena tra amici informale. Ma dopotutto sono grandi e coscienti -forse Jiraya non più di tanto- e sanno quello che fanno. O almeno così spera Sakura.
Le risate cristalline si spezzano appena la mustang sgomma e gli occhi trasparenti si posano su ciò che è lo Tsunade's ogni sera. Un locale sporco, dove regna sovrano il disordine. Il bancone appiccicoso, tazze e piatti luridi sparpagliati sui tavoli ormai deserti. La ragazza porta una mano nella tasca del grembiule. Il tesserino. E' tentata di buttarlo nel cestino insieme al resto. Perchè tenerlo? Perchè aspettare ancora qualcuno che non rivedrà più? Perchè attendere ancora quel qualcosa, quella novità di cui parlavano tanto Naruto e Hinata? Perchè mai? Perchè si, Perchè nonostante tutto ha ancora la forza di crederci e di asciugarsi le lacrime. Ha ancora la forza di non gettarsi tra le braccia del primo che capita, ha ancora la forza per aspettare quel principe che tanto principe non è ma che le va bene così. E allora la mano si ritrae e quell'oggetto insignificante per molti torna nell'unico posto in cui può stare: nella tasca vicino al cuore.
Uno sbuffo rompe il primo momento di silenzio della giornata allo Tsunade's.
"Bene" mormora Sakura, passando una mano sulla fronte. "Diamoci da fare!"


Nove e mezza di una bella serata di aprile, una di quelle in cui passeggiare sotto le stelle senza troppi pensieri per la testa accompagnati solo dalla voglia di respirare l'aria fresca. I lampioni illuminano una via desolata di Boston, con poche macchine posteggiate lungo i lati e qualche passante distratto. 
Le luci dello Tsunade's sono ancora accese, mentre un cartello affisso alla porta recita la scritta 'closed' in chiare lettere.
"Ecco fatto.. e con questo ho finito"
Sakura sistema l'ultimo bicchiere della serata sulla mensola dietro il bancone. Lancia un'occhiata al grande orologio sopra di lei. Ha fatto più tardi del previsto. Si slaccia il grembiule sporco e con poca cura lo getta sulla prima sedia che trova, la più vicina. E' stanca. Sia dentro che fuori. Si lascia cadere a terra, la schiena che scivola senza sosta sulla parete. E quando il suo corpo raggiunge il freddo del pavimento le sembra di sprofondare ancora più giù, fino al centro della terra.Vorrebbe rimanere così per sempre, la testa china a fissare il solito paio di scarpe, le gambe vicino al petto e i capelli che ricadono selvaggi sul volto nascondendolo. Via da tutti e da tutti. Un attimo tutto per sè, nel più completo silenzio interiore. Un momento in cui cancellare il passato e il presente, senza dare troppo peso al futuro. Solo per lei.
E' forse proprio per questo che il campanello d'avviso la innervosisce più del dovuto, facendole sollevare la testa indispettita.
"Siamo chiusi, non ha letto il cartello?" sputa acida e con tono che ha davvero poco di cortese.
La sua domanda sorda non ottiene risposta, se non del nuovo silenzio. Decide quindi di alzarsi e vedere chi è quell'analfabeta che sta al di là del banco che non è in grado di leggere.
"Si può sapere chi caz..."
Ma la voce le muore in gola e si perde in una buffa espressione sorpresa che le scappa dalle labbra. Rimane ferma così, con la bocca spalancata, gli occhi chiari sgranati, le guance imbarazzate e un'imprecazione lasciata a metà.
"...Ciao.."
Cinque giorni. Esattamente centoventritrè ore e sette minuti.
E rieccolo in pochi secondi. Lì, in mezzo al locale, le mani in tasca, i capelli scompigliati così dannatamente sexy, lo sguardo profondo e curioso, una scintilla divertita negli occhi bui. Quel tono basso e freddo, quasi atono. Eccolo.
Lui.
"C-ciao..."
Sasuke Uchiha
"Ti ho disturbato?"
Sakura lo fissa, lo fissa guardarla attentamente e avanzare verso il bancone con il suo solito passo tranquillo e lento, le mani in tasca. "No, stavo per chiudere.."
"Si, ho notato il cartello alla porta, ma visto che le luci sono ancora accese ho pensato che ci fosse qualcuno." Spiega conciso, come per giustificarsi del suo essere presente. Ma non c'è nè bisogno, è già stato perdonato.
"Oh... stai cercando qualcuno in particolare?" Chiede timida lei, sciogliendosi i capelli legati da troppo tempo. Un profumo di primavera si espande nell'aria con il movimento leggero dei fili rosa e raggiunge anche lui, stordendolo per qualche secondo. Scuote poi la testa, come per cacciare via un pensiero momentaneo e riporta l'attenzione sulla ragazza, che gli sorride visibilmente nervosa. Le rivolge un'occhiata lunga, quasi volesse imprimere nella memoria quel volto. Le labbra sottili, il taglio degli occhi leggermente allungato, la linea leggera di matita nera, un poco sbavata negli angoli. Dolcezza contro il suo sguardo invasore e prepotente. Come sono prepotenti le parole che sussurra languidamente e con sufficienza.
"Si.Tu."
Sakura si sente svenire, la testa sembra girare follemente, il cuore battere così forte da uscire dal petto e scappare lontano. "Me...?" sussurra poi flebilmente, la gola secca e la voce trovata chissà dove.
"Già. Il tuo amico, credo.. un tipo esagitato, stupido, schizofrenico e anche idiota..."
"NARUTO!??"
"Ecco si, proprio lui! Così ha detto la mora con lui..." esclama Sasuke, spostando un ciuffo dal volto "In ogni caso, oltre ad avermi chiamato bastardo un sacco di volte -senza capire veramente perchè- ed aver quasi demolito la porta di casa mia a forza di calci e pugni..."
"Oddio.... il solito scemo...perdonalo.." mormora Sakura  facendosi più piccola e promettendosi di fare un discorsetto ad un certo 'amico'.
"....mi ha detto che tu hai trovato il mio tesserino della biblioteca" conclude lui, portandosi nuovamente la mano in tasca.
Sakura sbatte le lunga ciglia sorpresa. Non sa se è più sconvolta dal fatto che il ragazzo dei suoi sogni è lì con lei, solo, oppure dallo scoprire che in effetti Naruto potrebbe avere davvero un cervello. Molto più probabile la seconda.
"Si, mi è rimasto nel grembiule... lo prendo subito" sorride, incerta e imbarazzata, raggiungendo la sedia dove prima ha buttato l'indumento, maledicendosi per non averlo riposto come sempre nello stanzino sul retro. Sente il peso dello sguardo di Sasuke che non l'abbandona un attimo, seguendo ogni suo minimo movimento.
"Volevo restituirtelo lunedì...poi non sei più venuto..."
Si avvicina al ragazzo allungando la tessera verso di lui. Sasuke l'afferra, sfiorando le dita magre di lei. Un gesto, un tocco veloce, un attimo, pochi centesimi di secondi. Eppure.. elettricità. Un brivido freddo si impossessa di Sakura, il respiro si fa più corto. Il tempo pare fermarsi. Non le importa di essere da sola con uno sconosciuto. Perchè le sembra di sapere tutto di quel ragazzo così misterioso e distante, dallo sguardo profondo come un abisso. Eppure ne conosce solo il nome..
"Ho avuto da fare." Taglia corto Sasuke portando l'oggetto nella tasca interna della giacca scura, lasciata sbottonata forse di proposito per mettere in mostra la camicia bianca, semplice e poco attillata, ma terribilmente provocatoria. 
Sakura gioca con una ciocca di capelli, torturandosi le labbra rosee. Sistema la scollatura del maglioncino rosso, accortasi della sua pericolosità. Sasuke incrocia le braccia elegantemente -forse contrariato per la fine delle spettacolo- i muscoli del volto tesi in  un'espressione che nonostante tutto non la spaventa.
"A proposito...Volevo scusarmi per quello che è successo lunedì..."
"Mh?"
"Si, il casino che ho combinato con la spremuta... mi dispiace davvero tanto. E' normale che la tua ragazza si sia arrabbiata...."
Sasuke spalanca gli occhi, ma è solo un attimo e l'espressione dura torna a rifinire i lineamenti del suo volto. "La mia ragazza? Vuoi dire Karin?"
Sakura annuisce. Cerca il suo sguardo ma non solo. E' in cerca di una certezza, di una speranza. O meglio... di una risposta generata da una domanda tacita.
"In effetti hai fatto un bel casino. Ma non continuare a scusarti... sei noiosa, sai?" Un ghigno sadico e divertito sulle labbra di lui.
Il mondo di Sakura crolla. Nessuna risposta. Un altro 'noiosa' che dipinge un sorriso amaro e uccide le speranze. Non lo vede, ma sente ancora lo sguardo di lui sul corpo. Sembra divorarla, sembra voler succhiarle l'anima e scoprire tutto di lei, impaziente e in attesa di qualcosa. Non può far nulla per scappare da quella dolce tortura. 
"Beh... vado... per il tesserino...grazie.." Sasuke da un'occhiata all'orologio al suo polso, poi sbuffa apparentemente seccato. No. Contrariato.
"Oh, va bene....ti auguro buona serata"
Non è vero. Non va bene nulla. Bugiarda. Bugiarda. Bugiarda.
Un grugnito, che lei interpreta come un 'anche a te' e vede solo l'ampia schiena di lui.
Non può finire così. Non è giusto.
E poi capisce. Le sembra tutto chiaro. Sabato sera, nove e mezza. Cosa ci fa un ragazzo, così bello e dannato, solo? Senza alcuna rossa provocante? Chi mai cerca una tessera della biblioteca di sabato sera? Non uno come lui. 
Allora..forse..
E le tornano in mente le parole di Naruto, "In ogni caso, secondo il mio modesto parere...  il tuo caffè ti porterà fortuna! Porterà qualcosa di nuovo!" . E le gambe si muovono da sole, le parole scappano al suo controllo.
"Aspetta Sasuke!" urla quasi fermandosi a un passo da lui, le guance in fiamme ed il corpo scosso da tremiti. Le gambe sembrano non sostenerla, si sente mancare. Ma qualcosa la regge... forse la paura.. o la speranza?
Lui si ferma voltandosi solo un poco. Un sopracciglio alzato. Non le importa di averlo chiamato Sasuke, non le importa di niente. Non le importa di quello che sta per dire.. deve farlo. Lo sa e basta.
"Hai tempo per un caffè?" sussurra veloce con il poco fiato rimastele, mangiandosi le parole.
Lui si gira, scrutandola ancora una volta. Serio, come sempre. Ma una luce nuova negli occhi tradisce quella maschera intoccabile. "Il tuo caffè?"
"Naturalmente.. dicono che sia il caffè..."
"..più buono di tutta Boston." conclude Sasuke, avanzando verso di lei e sorpassandola per sedersi senza troppe cerimonie al bancone. Forse un si?  "Vengo allo Tsunade's proprio per questo."
Decisamente.
Sakura sorride compiaciuta cercando di controllare il rossore che le colora le guance. Si porta di fronte a Sasuke, pronta a dare il meglio di sè. Pochi minuti di imbarazzante silenzio e  il caffè ribolle. Due tazze appoggiate sul bancone. Lo 'Tsunade's' mai stato più bello e accogliente.
"Oh che sbadata...non mi sono nemmeno presentata!" ride, allungando una mano verso il ragazzo che la guarda incuriosito. Dannatamente affascinante.
"Io sono..."
"Sakura. Sakura Haruno."
La mano forte di lui stringe la sua, esile e pallida. I capelli le scivolano sul volto, cercando inutilmente di nascondere l'ombra di sorpresa che illumina il verde bosco.
"Come fai...?
Sasuke sorseggia la bevanda appoggiando poi la tazza sul bancone. La guarda, con un'intensità che lei non ha mai visto in nessun altro. Uno di quegli sguardi che valgono più di mille parole. Uno sguardo intenso, forte e nero.
Come il caffè.
Adesso tutto le è chiaro.
"Lo sai.. questo è il migliore che abbia mai provato. Tuo, intendo."
"Davvero?"
"Davvero. "
Il profumo di caffè si espande nell'aria. Un aroma differente.
Novità?
Decisamente.


*****

Sono tornata! (E chi se ne frega direte voi.. ù_ù)
Una fic senza troppe pretese, forse una schifezza banale e scontata. Eppure diciamo che ci ho messo l'anima nello scriverla.
InoShika presente -stupendomi!-, NaruHina accennato. E poi... SasuSaku, ovviamente.  
E' nata un po' così, da una canzone dei tre allegri ragazzi morti 'Il principe in bicicletta'. Solo che qui non c'è una bicicletta. E Sasuke, diciamolo, non è il classico principe.
Ma questi sono dettagli.
E' per tutte le Black Panthers sparse su efp e nel mondo =), ma in particolare a Delia, Ale e Domi. Spero vi piaccia... è un regalo semplice semplice, per ringraziarvi delle belle emozioni che mi fate provare con le vostre fic.
Bene, fatemi sapere cosa ne pensate!

Un bacione,

Nomiemi

  
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