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Autore: chaska    25/05/2009    3 recensioni
La mia primissima fanfiction, con l'ambientazione di assassin's creed ma con personaggi completamente inventati da me.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

 

 

Restai a guardare sbalordita Salim per ancora un bel pò di tempo, fino a quando lui mi disse che doveva andare a scontare la sua punizione e se ne andò, quindi mi girai e contemplai il deserto.
Il panorama come al solito era bellissimo, rilassante...peccato che la sua contemplazione non poteva darmi una qualche risposta alle mie domande.

Una mela, poi!
Lo spionaggio...era rara una missione basata solamente su quest’arte, ma vabbè...si può capire!
Ma una mela non era affatto comprensibile.
Come poteva un frutto attirare tanto l’attenzione? Scossi la testa.

Di sicuro è un nome in codice...va di moda di questi tempi, per cercare di avere la massima segretezza possibile.
Si, era sicuramente così. Doveva essere così o mi sarei dovuta preoccupare per la mia salute mentale e non di quella dei miei due maestri.
-Cosa state combinando, Khai...?
Appena pronunciai il suo nome sentii il mio volto in fiamme. Ma perchè poi? Era da quando lui aveva fatto ritorno alla fortezza che mi trovavo in quello stato. Uno stato terribile, devo aggiungere: non potevo nemmeno pensarlo che già avevo delle reazioni più che imbarazzanti.
Sospirai e mi calai il cappuccio sul capo non capendo appieno il perchè di quel gesto automatico: da chi mi volevo nascondere? Lì c’ero solo io...che mi volessi nascondere da...me stessa?

No, allora sarei davvero pazza!
Lasciai perdere quell’argomento che stava eliminando quel poco di lucidità che il mio cervello era riuscito a conservare per quel giorno e mi rannicchiai le gambe al petto per poi potermi alzare agilmente. Allora mi diressi verso la porta e scesi tutte le scale che mi avrebbero portata al piano terra.
Non posso autodistruggermi in questo modo. L’unica cosa che posso fare adesso è quella di andare ad informarmi.
Su cosa? Sulla mela no di sicuro. Anche perchè non sapevo esattamente cosa cercare. No no, potevo solo istruirmi sul modo di addestrare un’aquila. Dopotutto, quella era la cosa che quello stesso giorno mi aveva lasciata più perplessa, dopo le rivelazioni del moccioso, certo!
Quindi mi diressi verso la biblioteca e appena arrivata andai in un reparto specifico. Lo trovai subito: il reparto dedicato alla natura in genere era abbastanza grande e illuminato, molto meglio di altri reparti poco frequentati tutti bui e polverosi. Lì mi guardai intorno fino a quando non trovai una targhetta con su scritto “addestramento”.
I libri lì erano veramente molti e tutti molto grandi e voluminosi.

Devo pur iniziare da qualche parte...
Quindi presi i primi cinque tomi che avevo di fronte e mi diressi al tavolo più vicino. Lì mi sedetti su una delle sedie più scomode che abbia mai provato in tutta la mia vita e cominciai a sfogliare le prime pagine.

    1° tentativo: lessi accuratamente l’indice ma le seicento pagine di cui era composto parlavano solamente di falchi.

    2° tentativo: lo stesso del primo.

    3° tentativo: questo poi parlava di pettirossi, quindi era la sottosezione sbagliata. ...Ma che cosa si potrà mai dire sui pettirossi?!?

    4° tentativo: quella volta il libro era della sezione giusta ma appena lessi il titolo lo misi di lato. “Addestramento piccioni viaggiatori”. Deve essere stato utile a qualcuno comunque, dato che nella setta era il mezzo di comunicazione più usato.

    5° tentativo: questo era come i primi due libri ma con un interessante capitolo, “Distinzione fra i falchi e le aquile”. Ecco la breve parte iniziale del suddetto capitolo.

 
Due dei rapaci più importanti e famosi del mondo sono il falco e l’aquila. Questi due animali hanno numerose e sostanziali differenze fra loro, che ci apprestiamo a presentare.
Il falco, rispetto all’aquila ha un piumaggio poco più chiaro e la testa più piccola, come gli occhi. L’aquila è un animale più grande e le piume finali delle ali e della coda sono leggermente più lunghe...

 
Quando cominciai a leggerlo sbuffai e diedi un’occhiata al resto del capitolo fino a quando un parola non attirò la mia attenzione.

 
...le aquile sono più scaltre e veloci dei falchi ed inoltre hanno una vista e una resistenza nettamente superiore. Dunque le prime sono più adatte ad essere utilizzate nella caccia, ma a causa del loro fiero temperamento e dell’altezza del loro ambiente naturale, sono molto difficili da catturare ed inoltre sono molto restie verso ogni forma di addestramento.
 

Oh cavolo...
Appena finii di leggere quel breve pezzo non potei fare altro che pensarlo, dopotutto ora come potevo fare?
Allora lasciai perdere quel libro, che si dilungava in altre inutili spiegazioni e mi dedicai ad altri. Dopo due ore avevo letto tutti gli indici e le parti che potevano risultare interessanti dei duecentoquarantatre libri di quella sottosezione. E chiaramente il tutto fu totalmente inutile.
Dopo aver letto l’ultimo libro poggiai i gomiti alla tavola e la testa alle mani sbuffando. Come potevo fare? Tutto il mondo sembrava concentrarsi su quei dannati falchi e invece il mio maestro aveva deciso allegramente di darmi un’aquila! E come cavolo l’aveva addestrata poi? Nei libri c’era scritto che erano perlopiù impossibili da addestrare e non riuscivo proprio a capire come lui abbia trovato un’aquila così accondiscendente ma soprattutto la voglia di addestrarla dato che è la personificazione dell’ozio assoluto!
Beh, praticamente mi girarono per la testa tutte queste idee per almeno un’ora ma poi scossi la testa e decisi di imparare qualche nozione basilare sull’addestramento dei falchi: in tutto quel mio spulciare avevo capito che in fondo in fondo la basi fondamentali dell’addestramento dei due rapaci erano uguali.
Dunque feci mente locale e decisi di prendere il primo libro che avevo preso: mi sembrava che era quello che utilizzava un linguaggio più semplice ma che era anche completo nelle sue descrizioni. Peccato che si trovava sotto una fila composta da una cinquantina di libri, almeno.
Mi sbattei la mano sulla fronte per la mia stupidaggine e riposi i numerosi tomi andandoli a rimettere pazientemente al loro posto, compreso il libro sui pettirossi...pettirossi...mah!
Appena finii di sistemare tutti i libri, quindi non solo quelli che componevano una preoccupante torre adocchiata da altrettanti preoccupati sguardi dei pochi assassini che passavano nella biblioteca, presi quel libro e cominciai a leggerne solamente i primi due capitoli.
Quando finii di leggerli mi accorsi che fuori dalla finestra era tutto buio.

La cena! Devo andare!
Rimisi a posto quell’ultimo libro e mi avviai quasi di corsa verso la mensa, nel piano superiore.
Appena arrivata alla porta che dava sulla mensa guardai tutti i tavoli: il grosso degli assassini era ancora lì a mangiare, quindi ero ancora in orario, però, nonostante scrutassi attentamente tutti i volti dei presenti, non trovai né il maestro, né Salim o altre facce conosciute.
Rassegnata, presi il vassoio con la cena fumante che mi aspettava e mi diressi solitaria in un tavolo un pò appartato e mi sedetti comodamente. Allora cominciai ad assaporare il cibo con piacere: che avessero fatto fare un corso alla cuoca? No, perchè era veramente migliorata molto, e ciò non poteva che sorprendermi. Incuriosita da questo fatto, tra un boccone e l’altro, allora aguzzai l’udito e cercai di carpire qualche notizia interessante fra l’immenso brusio prodotto dagli assassini. In quei dieci minuti sentii numerose notizie tra le quali molte erano assolutamente futili, quindi le ignorai, altre fecero scaturire la mia curiosità ma alla fin fine erano anche quelle alquanto futili o non attendibili, sicuramente vi erano numerose bugie mescolate abilmente e non.
Comunque, in tutto quel chiacchierio sentii due cose estremamente interessanti. La prima era che il cibo era così drasticamente migliorato perchè avevano cambiato la cuoca, dato le numerose pressioni degli assassini. Sorrisi pensando che finalmente potevo stare tranquilla, almeno in quei pochi frangenti di tempo.
La seconda notizia però attirò molto di più la mia attenzione rispetto alla prima. Molti assassini parlavano fra loro del mio maestro, Dhakir e Feisal. Essi facevano molte ipotesi sulla loro missione, incuriositi dalla durata di questa, però quelle congetture erano sicuramente impossibili, quindi non diedi peso ad esse. Però c’era una voce che si diffondeva insistente fra gli assassini e che tutti davano per vera, cioè che questa era fallita.
Quando la sentii per la prima volta rimasi interdetta per breve tempo: non ero sorpresa che la missione poteva essere fallita, poteva capitare a chiunque, però il fatto che tre priori avessero inseguito qualcuno per un anno e poi avessero lasciato perdere tutto non mi convinceva affatto.
Non poteva essere. E più sentivo questa notizia diffondersi, più mi convincevo del fatto che era impossibile, mi sfuggiva qualcosa.
Comunque, con il passare dei minuti, insieme alla notizia, gli assassini cominciarono a dire che i tre assassini erano stati dei perfetti incapaci. Allora chiusi gli occhi e feci quattro calcoli.
Se mi alzavo e gridavo a tutti in faccia, mi avrebbero presa per pazza.
Se avessi preso il primo moccioso che lo avrebbe detto di nuovo e gli avessi dato un pugno in faccia, sarebbe scattata una punizione memorabile.
Se mi fossi alzata e me ne sarei andata nella mia stanza a prendere a pugni il mio cuscino, non sarebbe successo nulla di nulla.
...
Secondo voi cosa ho fatto?
Mi alzai subito dopo aver riaperto gli occhi e mi diressi verso il corridoio e mentre mancavano ormai pochi passo alla porta, un assassino di basso rango cominciò a ridere più forte degli altri.
-Ahahah! Si, quelli devono proprio essere degli idioti!
Mi fermai chiudendo nuovamente gli occhi e stringendo oltremodo i pugni.
Cercai di convincermi che l’argomento di cui stava parlando non c’entrava nulla con il mio maestro, ma quello che disse in seguito mi fece ricredere.
Allora dentro di me si scatenò l’inferno.
Un pugno, solo uno. Un pò di sangue, un naso rotto e niente di più! Dopotutto non era la fine del mondo, no? Il Maestro non avrebbe detto nulla, no?!? E se anche il Maestro poi mi avrebbe dato una punizione indimenticabile, da rimanere scritta nella storia, cosa molto improbabile, cosa me ne sarebbe importato?!?!?!?
Nulla, semplicemente nulla.
Però io potevo considerarmi sul filo di un rasoio, non potevo concedermi alcun errore dunque riaprii gli occhi e me ne andai velocemente nella mia stanza, senza che nessuno si accorgesse della mia battaglia interiore.
Arrivata alla mia piccola e spartana stanza, mi diressi verso il letto e sprofondai il viso nel comodo cuscino, unico lusso che mi permettevo.

Perchè?
Non capivo. In effetti c’erano molte cose che non capivo in quel periodo. Poi quella sera si erano aggiunte le ingiurie verso il mio maestro, certo. Però non era quello che mi turbava.
Quante volte numerosi assassini venivano screditati in quel modo? Molti, anzi tutti. Era come una specie di tappa che ogni assassino si doveva aspettare nella propria carriera, tutti commettono prima o poi un errore, alla fine ci si rassegna.
E allora perchè avevo reagito in quella maniera? Non ne avevo la più pallida idea. Perchè in quel periodo perdevo sempre il controllo? Non ero in me stessa, ero semplicemente un’altra, non mi riconoscevo più.
E poi perchè, perchè, perchè e ancora perchè...mi addormentai con il vento che entrava dalla finestra rimasta aperta che mi accarezzava delicatamente la testa, affogando in un mare di perchè e domande che non ricevevano risposte.

 
L’indomani mi svegliai quando i primi raggi del sole si posarono sui miei occhi. Infastidita mi girai troppo maldestramente e caddi rumorosamente a terra. Rimasi con la faccia rivolta verso il suolo e il lenzuolo aggrovigliato fra le gambe per ancora qualche minuto, fino a quando non mi svegliai completamente a causa del dolore lancinante al naso.
Certo che cominciare una giornata così è il massimo, vero?
Lentamente mi alzai e mentre tastavo cautamente il naso, con consequenziali piccoli gemiti di dolore ogni volta che lo sfioravo, guardai la finestra: era appena l’alba, ma il sole non si era comunque liberato completamente dalla sua prigionia di tenebre. Come dire, l’orario era giusto, mi alzavo sempre a quell’ora più o meno, però era stato il modo quello sbagliato.
Ci pensai su qualche momento ed ebbi la netta impressione che quella giornata non sarebbe andata affatto bene.
Sospirai e mi avvicinai all’armadio per prendere una divisa pulita. Mi tolsi quella di prima e mi misi quella linda e dopo qualche minuto di ricerca, trovai anche l’equipaggiamento completo. Allora presi cintura, coltellini, spada corta e spada e benedissi le donne delle pulizie per la loro efficienza.  Dopo essermi lavata il viso, andai quasi di corso al piano terra e guardai se c’era qualcuno che conoscevo dentro la mensa. Ero fortunata, infatti trovai quasi immediatamente la strana chioma un pò rossiccia di Salim in compagnia di un altro paio di assassini. Scossi la testa sorridendo e mi appoggiai al muro del corridoio adiacente alla sala, sulla destra della porta. Dopotutto mi seccava andare dentro e fare un’amabile conversazione con degli sconosciuti, quindi aspettai lì una decina di minuti con le braccia conserte, il cappuccio alzato, le gambe piegate leggermente piegate e con il viso abbassato: quella era specie di tecnica che mi consentiva di nascondere che fossi una ragazza, nessuno riusciva a riconoscermi quando ero messa così, tranne il maestro, certo.
Quando Salim uscì era solo e mi stava passando davanti ignorandomi. Allora io lo presi per una spalla e lui si girò incuriosito.
-Chi...Kores?
Gli sorrisi e feci finta di non sentirlo, mi stavo preparando per ciò che avrei dovuto fare poco dopo e una lite con il moccioso mi avrebbe sconcentrata.
-Hai qualcosa da fare adesso?
-Ehi, neanche mi saluti?

Sembra un vecchio quando fa così...!
-Ciao. Hai qualcosa da fare adesso? – gli dissi mentre gli lasciavo libera la spalla.
-Ciao. No, la punizione comincerà fra circa un’ora, quindi...
-D’accordo. Allora vieni con me.
-Dove vai?
Mi sfiorai l’indice destro con il rispettivo pollice e lo guardai truce.
-A farla pagare a qualcuno...
Salim sbuffò e mi seguì senza tante storie.
-Ehi, ma tu fai sempre duelli? Perchè non ti calmi un pò?
-Se non la finisci me la vedo prima con te. E poi chi ti ha detto che devo duellare?
Camminavamo l’uno affianco all’altra quindi potei vedere la sua espressione confusa.
-Non capisco...e poi non si prende di qua per l’arena....
-E chi ti ha detto che devo andare all’arena?
-E dove allora?
-Guarda, siamo proprio arrivati...
Salim, che mi aveva guardata confuso per tutto il tragitto, guardò davanti a se e si ritrovò davanti alla piccionaia. Vedendo che il moccioso non stava capendo proprio niente, ridacchiai ricordandomi di non avergli spiegato ancora nulla.

Sarà una sorpresa anche per lui...
Prima che potesse fare qualsiasi cosa, aprii la porta ed entrai in quella specie di torre. Feci qualche passo in avanti e mi ritrovai all’interno della stanza. Non i ero mai stata prima e devo dire che la prima impressione non fu una delle migliori: il pavimento di pietra era ricoperto da paglia e escrementi, tutta la piccola torre era attraversata da numerosi travi dalle quali proveniva una pioggia quasi costante di piccole piume grigie e un rumore quasi assordante di ali. E non vi dico poi che puzza...
Comunque, dopo qualche secondo debito ad abituarmi all’odore, alzai gli occhi e vidi un numero impressionante di uccelli che ci guardavano incuriositi. La maggior parte di quelli dovevano essere dei piccioni, ma vi erano sicuramente anche falchi e aquile.

Wow...
Dietro di me sentii degli escrementi che venivano calpestati, dunque mi voltai.
-Ok, bel paesaggio- disse sarcasticamente- ma cosa siamo venuti a fare qui?
-Te l’ho detto, la devo fare pagare a qualcuno.
-E a chi? A un uccello?
Sorrisi, nonostante mi stesse deliberatamente prendendo in giro, e slacciai il guanto che avevo assicurato alla cintura. Lo misi lentamente al braccio facendolo vedere anche a Salim.
-Vedi, il mio maestro mi ha portato un ricordino dal suo viaggio, solo che questo ha un bel caratterino...
-Ti ha portato un uccello?
-Non ti immaginavo così perspicace.- risposi ironica.
-Ehi!
Comunque non è vero, anzi ero sorpresa del fatto che non l’avesse capito prima.
Lanciandogli un’occhiata intimidatoria lo feci zittire e io allungai il braccio destro tranquillamente.

Come si chiamava...
Non mi veniva proprio in mente, quindi feci come avevo visto fare il maestro. Mi portai alla bocca l’indice e il pollice sinistri e fischiai come meglio potei.
Certo, il fischio non era stato forte, lungo e melodioso come quello del maestro, ma si deve pur cominciare da qualcosa, no?
Però il fischietto che avevo fatto non provocò nessuna reazione da parte di nessun uccello, anzi, credo che qualcuno aveva sbattuto le ali disturbato.
-Ehm...e quello cosa era?
-Statti zitto tu.

Come si chiamava...!
Mi misi la mano inguantata sulla fronte quando subito dopo ricordai. Allora stesi nuovamente il braccio.
-Siham! Vieni!
Nulla. Che avessi sbagliato nome?
-SIHAM!!!!!
Questa volta notai due movimenti fra le travi. Uno apparteneva ad un piccione tutto grigio che si venne a posare sul mio braccio.
-Ma che...?
-È quello il tuo...?
-No!- interruppi prima che dicesse qualche idiozia. –È uno stupido pennuto! Vai via!
Dovetti agitare tre o quattro volte il braccio prima che il piccione se ne andasse. Però che spettacolo: il pennuto era immobile come una statuetta di legno anche mentre muovevo il braccio. Sarei morta dalle risate se non fosse capitato a me...
Comunque, appena il piccione se ne andò, rivolsi lo sguardo al tetto, ignorando le grasse risate del moccioso che avevo accanto, e fu allora che capii di chi era stato il secondo movimento.
Siham era appollaiata sulla trave più bassa, con il suo piumaggio lucido e in poche parti argentato, poi i suoi occhi erano puntati nei miei e...sembrava che stesse quasi sogghignando.

Ma perchè tutte a meeee.....
Perchè? Perchè? Perchè?

Irritata, e forse un pò sconfortata, la indicai con l’indice inguantato.
-Vieni subito giù! Forza!
Che bello se fosse scesa immediatamente, un sogno...ma la realtà è crudele...

Forse non avrei dovuto portare con me Salim, non sta facendo altro che deridermi!
L’aquila, infatti, se ne stette sempre appollaiata e cominciò a beccarsi l’ala per pulirsela.
Aaaaaaaaaaah! Quando scende di lì gliela farò pagare!
Mi girai nervosa e mi sfilai il guanto nervosamente.
-Ahahah! E tu dovevi fargliela pagare? Ahahah!
-Senti tu, stai attento a come parli!
Salim sembrò impaurirsi un pò e almeno non rise più.
-Dai andiamocene.
Stavo per avvicinarmi alla porta, quando essa si aprì.
-Ah, salve Kores!
Vidi comparire il volto sorridente di Feisal e io non potei che sorridere a mia volta: è curioso, ma quel ragazzo mi mette sempre al mio agio, è rilassante insomma...non so bene come spiegarvelo!
Comunque, appena lo vidi mi calmai e risposi al suo saluto.
-Buongiorno!
Mi girai per spiegare a Salim chi era Feisal, però mi fermai incuriosita appena in tempo dal pronunciare qualsiasi parola. Infatti il moccioso era immobile e pallido, sembrava terrorizzato.
-Buongiorno Salim.
Feisal si rivolse questa volta al moccioso e quello che aveva detto mi aveva lasciata alquanto incuriosita.

  1. Si conoscevano, e non capivo come.
  2. Disse quella frase in un modo così...agghiacciante! Sembrava che avesse tagliato in due Salim!

-Cosa...?
Salim m’ignorò e si piegò leggermente come segno di rispetto. Però, sembrava un pezzo di legno!
-Buongiorno Maestro!
Ok, adesso stavo morendo dalla curiosità.
-Salim, vai all’arena adesso.
-Adesso? Ma dovevamo cominciare tra mezz’ora!
-Vai, ordini del Maestro.
-Va bene.
Salim si affrettò ad uscire ma fece comunque in tempo a sussurrarmi qualche parola.
-Ci vediamo a pranzo!
Io rimasi interdetta tutto il tempo e non feci altro che seguirlo con lo sguardo per poi guardare Feisal quando Salim era già uscito.
Vedendo la mia reazione. Feisal fece una piccola risata, cominciavo ad odiare le risate, lo facevano tutti lì! Ma è per caso un requisito per l’assassino perfetto?!?
-Ehm...mi scusi ma...
-Ah, non ti preoccupare! Il ragazzo ti ha raccontato del guaio che ha combinato recentemente?
Annuii pensando alla sua mossa maldestra.
-Beh, per il Maestro quell’incidente è stato un pretesto. Certo, doveva essere punito, ma nel frattempo voleva che le sue qualità fossero sviluppate più velocemente rispetto agli altri. Egli sostiene che Salim ha un grande potenziale ed in effetti, quando si concentra è così.
Lo guardai adesso meno sbalordita di prima, concordando in pieno con la decisione del maestro, ma non potei fare a meno di pensare a parecchie cose. Ad esempio che dovevo sbrigarmi, altrimenti il moccioso sarebbe diventato un assassino prima di me. Però non potevo che rimanere forse un pò spaventata dall’espressione dei due assassini: Feisal doveva essere veramente un mostro quando combatteva, il perfetto della persona gentile che avevo di fronte.
Risi mentalmente quando cercai di immaginarmi lo sforzo psicofisico del moccioso sicuramente immane.
-Comunque...
Mi risvegliai dai miei pensieri e mi concentrai nella direzione che indicava l’indice destro dell’assassino, cioè l’aquila, che si stava ancora spulciando l’ala.
-Sei venuta qui per lei?
Annuii nascondendomi il volto nel cappuccio.
-E non sei riuscita neanche a farla scendere, giusto?
Annuii ancora una volta e mentre lo facevo sentii molto caldo. Chissà perchè?!?
Fortunatamente l’assassino non commentò, ma fece un debole fischio e Siham, sentendolo, si posò immediatamente sul suo braccio. Quindi lui cominciò ad accarezzarle la testa e si rivolse nuovamente a me.
-Questa è un’aquila, è molto difficile da addestrare. Anzi mi sorprendo come ci sia riuscito io stesso!
-Si ho letto qualcosa in proposito. Quindi non l’ha addestrata il mio maestro?
-Scusami per quel che dirò, ma il tuo maestro è una zucca vuota!
Lo guardai negli occhi sorridendo.
-Niente scuse, lo penso anch’io!
-Sai Khai ha trovato quest’aquila in un modo tutto particolare. Stavamo combattendo, nulla di complicato, anzi. Però gli arcieri sono, secondo me, tutti dei codardi, infatti ce n’ era uno nascosto nei paraggi.
Sorrise perdendosi nei suoi ricordi e poco dopo ricominciò il suo racconto.
-Quell’arciere aveva puntato dritto al tuo maestro e se la freccia che aveva scagliato non fosse stata deviata da lei, a quest’ora Khai avrebbe già finito la sua carriera da assassino.

Wow, non avevo mai pensato che le frecce potessero essere così pericolose!
-Comunque, dopo il combattimento l’abbiamo ritrovata a pochi metri di distanza  con l’ala gravemente feria da quella freccia. Quindi Khai decise di portarla con noi e, quando si fu ripresa mi convinse ad addestrarla.
Feisal mi guardò attentamente sempre con il suo solito sorriso sincero sulle labbra.
-Se lui ha deciso di regalartela è perchè ti vuole molto bene.
Arrossii oltremodo e mi calai il cappuccio in volto.
-Comunque non ti volevo dire questo all’inizio. Scusami se ho divagato! Il succo della questione è che lei è perfettamente addestrata. Adesso il lavoro che devi fare è la parte più complessa di tutte...
-Cosa?

Perchè mi deve rendere le cose sempre difficili?
-Devi insegnarle ad amarti.
Rimasi di stucco. Sinceramente non mi aspettavo nulla del genere.
-Di solito nessuno bada a queste cose, ma una cieca obbedienza si basa su un buon rapporto. Senza la fiducia lei non verrà mai a salvarti in caso di pericolo.
-E come faccio?
-Questo dovete saperlo tu e Siham. Nessuno ti può insegnare un metodo.
-E il maestro...?
-È una zucca vuota problematica, ma anche sorprendente. Non te lo so spiegare. Magari gli è solo piaciuto alla prima occhiata!
Non badai minimamente alle sue ultime parole cogliendo più che altro il loro senso generale: non lo so, spiegamelo tu o magari vaglielo a chiedere.
Allora, mentre un paio di colombe spiccarono il volo e sparsero alcune penne sulla mia testa e sui miei piedi, rimasi immobile, non sapendo minimamente cosa fare o anche solo pensare.

E alla fine ce l'ho fatta o_o Non riesco a crederci, capitolo più faticoso di questo non ne ho mai fatti! Anche se alla fin fine non ho detto praticamente nulla...mmm...dal prossimo renderò le cose più interessanti però! Si, mi sono decisa! Farò soffrire qualcuno BWAWAWAWAWA! O magari fra due capitoli, si vedrà!Però non vi dico chi o in che modo, lo scoprirete solo leggendo!!!! (ma vai a quel paese và!ndtutti)
Comunque scusatemi per questo capitoluccio di passaggio xD! E ringrazio tutti i commentatori, tutti coloro che mi hanno messa fra i preferiti o seguita e anche a coloro che mi seguono anonimamente! (se ce ne sono!!!)

Ah, grazie Irene(xD) per i film! Li vedrò appena finita la scuola!!!


Ciao dalla vostra Phantom G!
Un bacio e alla prossima!
   
 
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