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Autore: cioco_93    02/01/2017    1 recensioni
- Quando hai 25 anni ti sembra che il mondo è ai tuoi piedi.
Pensi che hai tutta la vita davanti per realizzarti, crescere, innamorarti, vivere.
Ma purtroppo non è per tutti così. -
Ritorno a scrivere con una storia più agrodolce del solito, dove Damon ed Elena incroceranno I loro destini in maniera forte e passionale ma con una data di scadenza.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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15. I'm gonna miss you princess

Se c’era una festa che avevo sempre amato era il Natale.
L’atmosfera magica che si creava intorno alla persone, la famiglia, i regali, il cibo, la neve. Tutto era sempre più bello a Natale, e sicuramente quello passato in casa quell’anno fu tra i più belli che avessi mai vissuto.
Damon mi aveva detto Ti amo la notte precedente, e il mondo in cui fecimo l’amore quella mattina, dopo il mio regalo, fu talmente intenso da spezzarmi quasi il cuore a pensare che un giorno non sarei più stata sua. E quel giorno purtroppo ero ben consapevole fosse più vicino di quanto tutti si aspettassero.
Quando infatti, dopo il ringraziamento andai dal dottor Brown, quello che scoprimmo non fu sicuramente un rassicurante. L’interruzione della chemio aveva fatto si che il tumore si fosse esteso ai linfonodi, e che quindi, anche se a gennaio avrei ripreso con la terapia, le metastasi erano purtroppo sempre più imminenti.
Nessuno sapeva niente, e a quel punto, preferivo così: la mia morte era cosa certa, per quanti tutti sperassero in un miracolo per il quale avendo più tempo, i medici trovassero qualche cura, ma distruggerli rendendoli partecipi che in verità di tempo me ne rimaneva anche meno del previsto, non era nei miei piani. Volevo che mi vivessero in un modo normale, come se il peggio fosse ancora lontano.
- Dai Elena, apri il mio regalo.!! – mi spronò su di giri Jeremy, passandomi il suo sacchetto.
- Ok, ok ora lo apro – affermai divertita scartando il suo pacchetto che si rivelò una scatoletta contenente un finissimo braccialetto d’argento con una medaglietta come ciondolo, con inciso “Carpe Diem”.
- È bellissima Jer.!! – gli dissi abbracciandolo.
- Credo che data la situazione, non ci sia frase più azzeccata per te – mi bisbigliò all’orecchio.
- Grazie – risposi io sotto voce staccandomi – bene adesso a chi tocca.?? – chiesi poi curiosa.
- Direi che è il mio turno – affermò Damon sorridendo fiero, e mi posò una piccola busta sul tavolino di fronte a me.
- Mi hai scritto una lettera.?? – lo presi in giro aprendola curiosa, ma quando vidi il contenuto ammutolì.
- Cos’è tesoro.?? – domandò gentile mio padre.
- Il tuo silenzio stampa è dato dal fatto che non ti piace, o…- iniziò a commentare preoccupato il mio ragazzo, e io tornai finalmente a parlare. Anzi a gridare.
- Oh mio Dio.!! Oh mio Dio.!! Oh mio Dio.!!! – urlai incredula saltando per la stanza – È fantastico.!!! – continuai entusiasta buttandomi tra le braccia di Damon.
- Ti prego, rendici partecipi.!! - disse mia madre.
- Sono dei biglietti aerei.!! Andata Parigi ritorno da Roma.!! Damon mi porta in Europa.!!! – spiegai tornando a saltare come una squilibrata.
- Wow.!! E quando partireste.?? – chiese mio fratello interessato.
- Partiamo il 2 gennaio e torniamo il 16. Facciamo 4 giorni a Parigi, 2 a Milano, 2 in Liguria a Porto Fino, 2 a Firenze e per finire 4 giorni a Roma – Iniziò a spiegare Damon a me e i miei famigliari – Al nostro primo appuntamento Elena ha parlato di quanto avrebbe voluto visitare il Louvre, la porta di Brandemburgo, i musei Vaticani, le maggiori opere rinascimentali, la Sagrada famiglia, il cenacolo di Leonardo Da Vinci, … Purtroppo non sono riuscito a organizzare un viaggio così lungo, ma diciamo che ho cercato di fare del mio meglio – concluse poi lasciandomi nuovamente senza parole. Si era ricordato tutto. Si era ricordato tutto di quel nostro primo appuntamento e di quello che avrei voluto vedere nella mia vita. Nella mia breve vita.
- N- non so co-cosa dire – balbettai emozionata.
- Credo che “grazie Damon, è un regalo meraviglioso” possa esser appropriato – mi suggerì ridendo mio fratello.
- Grazie Damon, è un regalo meraviglioso – affermai con sorriso a trentadue denti, e mi fiondai a baciarlo.

- Si tranquilla Care. Salutami tanto i tuoi. Un bacione – affermai concludendo la telefonata con la mia migliore amica ed espirai profondamente l’odore di neve che riempiva l’aria, portandomi alla bocca il mio tazzone di cioccolata calda.
- Pensavo fosse palese che la festa fosse dentro dove ci sono tutti gli invitati – esordì mio padre comparendo in veranda e sedendosi sull’altalena di fianco a me, rubandomi un po’ di coperta.
- Ero al telefono con Caroline. Ho fatto gli auguri a lei, i suoi e Stefan al telefono – gli spiegai sorridendo dolcemente.
- Stefan è il suo ragazzo giusto.?? – cercò conferma spaesato mio padre.
- Esattamente, non che fratello di Damon – risposi passandogli la cioccolata – l’hai già conosciuto tra l’altro, quando mi avete raggiunto la prima volta in ospedale a settembre – aggiunsi sospirando.
- Uhuhu giusto, il neurochirurgo che era passato a salutarti. È grazie a lui che hai conosciuto quindi Damon.?? – mi domandò curioso.
- In verità no. Gli abbiamo conosciuti in occasioni separate. Con Damon è stato tutta una questioni di incontri fortuiti nei luoghi più disparati. A Stefan invece gli ho vomitato sulle scarpe – ricordai ridente.
- Oj figlia mia… sei unica – affermò seguendo il mio buon umore ripassandomi la tazza fumante – comunque mi piace quel Damon, sembra proprio un bravo ragazzo – aggiunse poi sorridendo dolcemente.
- Già… però non credere, anche lui ha un bel caratterino. Bisticciamo un giorno si è l’altro pure. È molto testardo, probabilmente più di me – dissi con finti toni esasperati.
- Questo è poco ma sicuro. Per aver abbattuto i tuoi muri, e riuscirti a starti accanto bisogna esserlo – replicò divertito – Però ti rende felice, e questo è tutto ciò che un padre vorrebbe per la propria figlia – continuò poi con malinconia, e mi venne in automatico poggiare la mia testa sulla sua spalla, proprio come quando da bambina mi consolava quando ero triste, facendo calare il silenzio tra di noi.
- Sai da piccola con Caroline sognavamo sempre il nostro matrimonio. Lei aveva tutti questi grandi progetti in testa, io invece riuscivo a immaginare solo due cose: come sarebbe dovuto esser il mio futuro marito e tu che mi accompagnavi tutto elegante all’altare, promettendomi che se mai avessi voluto tornare a casa, io sarei rimasta sempre la tua principessa e che nel tuo castello ci sarebbe sempre stato posto per me – iniziai a raccontare con lo sguardo perso e la voce triste – negli anni però ho smesso di immaginarlo, e quando ho scoperto di aver il cancro, tra tutte le cose che ho capito non avrei potuto più fare, è stata probabilmente una delle cose infondo alla lista – continuai prendendo un profondo respiro – poi è arrivato Damon. Mi ha travolto con il suo modo di essere, con il suo modo di amarmi, e come una sciocca sono tornata a immaginarmi con quell’abito bianco e non c’è cosa più al mondo adesso che vorrei che esser scortata da te a quel maledetto altare e sentirmi dire che potrò tornare a casa quando solo lo vorrò – conclusi oramai con voce spezzata e gli occhi lucidi.
Mio padre non disse parola, semplicemente mi avvolse in un dolce abbraccio, permettendomi così di sfogare di nascosto le mie lacrime, proprio come quando lo facevo da bambina: nascosta dal mondo, protetta dal mio re.
- Ti voglio bene principessa mia. Mi mancherai – mi sussurrò poi lui con una voce piena di dolore.

Dopo una decina di minuti finalmente decidemmo di rientrare, e l’aria in casa Gilbert era decisamente più fresca e leggera.
Damon, Jeremy e il piccolo Sebastian erano presi sul divano a giocare alla play, mamma e zio John ridevano in cucina, zia Jenna e la moglie di John, parlavano serie al tavolo davanti a una tazza di the caldo.
Nessuno disse niente della nostra sparizione, ne tanto meno chiese del perché dei nostro occhi lucidi, solo Damon, che era momentaneamente fuori gioco, si alzò da divano per venirmi ad abbracciare e insieme ci avvicinammo a Jenna e Sarah.
Chiacchierammo amabilmente del nostro, a quanto pare prossimo, viaggio in Europa, e feci girare la testa a tutti, con tutto quello che mi ero già prefissata di voler vedere.
Ero felice, e tutto questo mi terrorizzava.
Odiavo pensare che probabilmente tra un anno non sarei più stata lì tra loro.
Odiavo pensare che in qualche mese, sarebbero spariti i sorrisi, e tutti quanti avrebbero dovuto affrontare la realtà che me ne stavo andando.
Odiavo pensare che avrei dovuto vederli stare male per me.
- Un penny per un tuo pensiero – affermò Damon abbracciandomi dal dietro mentre mi ero persa nel guardare il mio riflesso nello specchio.
- Niente di emozionante – replicai io girandomi e dandogli un bacio sulle labbra.
- Farò finta di crederci – mi prese in giro lui facendo scontrare come degli eschimesi i nostri nasi – allora pronta per l’Europa.? – mi chiese sorridente.
- Mai stata più pronta di così. Dovrò solo rimandare un paio di cose, ma niente di che – risposi riferendomi a qualche appuntamento di lavoro e il nuovo ciclo di chemio – Però ammetto mi ha sorpreso una cosa – aggiunsi uscendo dal bagno e buttandomi sul letto.
- Spara – disse sicuro sedendosi accanto a me.
- Mi porti in Francia, a Parigi, e non mi fai visitare i campi di Lavanda in Provenza?? – lo presi in giro ridente.
- Mi spiace, ma la Provenza all’alba del 2 di gennaio non è tutto sto granché. Preferisco far finta di assaporarla da te in galleria – ribatté divertito lui – in compenso Portofino, se tutto va come previsto e ci sarà il sole, è molto pittoresca, quasi come i campi di Lavanda – mi spiegò a seguire.
- Hai pensato proprio a tutto – dissi allungandomi verso le sue labbra.
- Sono un avvocato, non lascio mai nulla al caso – soffiò lui sulle mie labbra, ma proprio quando strappargli un bacio era cosa certa, il ragazzo mi ribaltò sul letto per farmi il solletico.
- No, no, ti prego – iniziai a gridare come una bambina, non riuscendo a smettere di ridere, finché non riuscì furtivamente a liberarmi e iniziare a difendermi con un cuscino, facendo partire così una lotta all’ultimo sangue.
Continuammo a giocare per almeno un quarto d’ora, per finire poi a fare l’amore sotto le lenzuola.
Mi prese in giro, e non poco, quando tornai a vestire il mio pigiama e l’obbligai a far lo stesso, invece che addormentarci nudi e abbracciati come nostra abitudine, ma l’idea che mio padre sarebbe potuto entrare in stanza, per un qualsiasi motivo al mondo, mi terrorizzava.
Per casi sfortunati però, le mie paranoie, furono l’unico risvolto positivo di quella notte.
Mi svegliai infatti d’un tratto senza forze di respirare e l’incredibile lucidità di Damon sul da farsi fu la mia salvezza.
Senza pensarci un attimo chiamò l’ambulanza, buttò nell’immediato i miei genitori giù dal letto, e cercò di far mantenere la calma a tutti fino all’arrivo dei soccorsi. Sentivo le voci spaventate della mia famiglia nella testa, ma non riuscivo a concentrarmi a causa della tosse soffocante che mi attanagliava.
Non so di preciso quando smisi di sentirgli, ma fu sicuramente poco prima che nella mia testa ci fu il vuoto.

Buonasera lettrici e buon anno.!!!
Spero che abbiate passato bene tutte le feste, o che almeno siano state migliori delle mie passate sempre in ufficio ehehhe
Comunque bando alle ciance, eccomi con un novo capitoletto, ancora immerso nell'atmosfera natalizia.
In primis scopriamo finalmente il regalo di Damon: un bel viaggetto tra Parigi e l'Italia per la nostra coppietta preferita, regalo che tra l'altro sarà parte fondamentale dei prossimi capitoli.
A seguire ho voluto dare spazio anche alla famiglia di Elena, e  in questo caso a un momento totalmente cuore a cuore tra padre e figlia. Non so voi, ma credo che un po' tutte noi ragazze abbiamo sempre sognato l'abito bianco e il nostro papà ad accompagnarci, perfino Elena, che realizza sempre più quanto oramai stia per perdere. Soprattutto ora che la situazione si è aggravata, le è sempre più chiaro di quanto il momento di dire addio sia sempre più vicino.
La crisi non è casuale, e spingerà come sempre Elena a dover aggiornare, per quanto al momento decisa a non farlo, tutti i suoi cari della situazione sempre peggiore.
Spero il capitolo vi sia piaciuto, e come al solito ringrazio ancora a chi mi sta dietro leggendomi, e un grosso ringraziamento va come sempre alle eli_s che mi supporta sempre tramite i suoi commenti.
Un bacio e a presto.!!
A.


 

  
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