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Autore: lottie e    02/01/2017    2 recensioni
Dal testo:Hinata aveva poche certezze nella sua vita, poche parevano dire tanto, quasi nessuna.
Ogni avvenimento nella sua vita era scandito da un continuo passaggio da un estremo all’altro, proprio come stava accadendo a lei, forse.
Trama: Konoha stava risorgendo dalla quarta guerra, ma nonostante ciò c'erano ferite che sembravano non potersi più rimarginare.
Durante la guerra, Naruto ha diffuso il suo chakra nel corpo di Hinata Hyuga, ciò ha portato alla vittoria ma anche al danneggiamento oculare della forza innata della corvina. L'unica soluzione sarebbe riuscire a controllare il Kyubi, ma solo una persona è in grado di fare ciò: Sasuke Uchiha.
Hinata, non deve solo affrontare questo problema fisico, bensì qualcosa di più grande, l'enorme vuoto che le ha lasciato la guerra. Una sofferenza che non pare avere soluzioni.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Titolo: Fire and Dark




Quando Sasuke Uchiha spalancò gli occhi, dopo la pessima nottata, ebbe già l’impressione della pessima giornata che lo aspettava: è facilmente intuibile quando ti ritrovi il volto spiaccicato a quello di Naruto Baka Uzumaki.
Dalla gola di Sasuke uscì naturale un suono gutturale, quasi un ringhio mentre spiaccicava una mano sul volto dell’amico spostandolo di lato
-Cosa pensavi di fare?- la sua voce roca suggerì un brutto raffreddore in arrivo.
-Siamo tutti pronti per partire e tu stai dormendo sulle coperte di Hinata senza una chiara spiegazione, quella poveretta non ha potuto risistemarle per paura di svegliarti! Sai che trauma averti trovato al suo risveglio!-.
Nella mente di Sasuke affiorarono i ricordi della sera precedente: la breve sconvenevole situazione che si era venuta a creare con la Hyuga alla riva del fiume, tutta quella sfrontatezza e poi aveva dovuto trascinarla malamente per quel polso ossuto. Ricordava vagamente di essersi accomodato proprio accanto al letto della ragazza, ma ricordava perfettamente il fatto che per aiutare quella ragazzina si era gelato lì al freddo.
L’Uchiha si alzò malamente e sistemò le coperte in un groviglio senza fregarsene tanto e le gettò lì di lato.
Se proprio fosse questo il problema grave le avrebbe sistemate lui quelle maledette coperte.
 Uscì dalla caverna senza badare agli insulti di Naruto, e riprese il viaggio sotto gli occhi di Hinata e Sakura che erano lì fuori per aspettare i due ragazzi. Infine senza badare a troppi convenevoli decisero di partire dietro Sasuke e seguiti da un brontolante Naruto.
Hinata saltava da un ramo all’altro sentendo ancora quel bruciore diffondersi per tutto il corpo: appena sveglia Sakura le aveva misurato la temperatura senza rivelargliela ma sorridendole in modo insicuro e poi le aveva dato qualche medicinale ‘’ti sarà d’aiuto.’’ Aveva aggiunto la ragazza ma Hinata non sentiva grandi miglioramenti.
In realtà ciò che le premeva di più in quel momento, tra tutti i suoi guai, erano gli avvenimenti della sera precedente. Aveva nella mente immagini sfocate: Sasuke l’aveva aiutata e non sembrava per niente l’uomo rude di quella mattina, che dopo aver aggrovigliato le sue lenzuola, le aveva lasciate nell’angolo della caverna.
Quella sera, ricordò la ragazza, era attento al suo stato di salute e invece la mattina del giorno dopo non si era voltato neanche una volta per vedere se lei lo seguisse, se stesse bene, nulla di nulla. Non che le importassero veramente le attenzioni di Sasuke, sperava però che potessero diventare quantomeno conoscenti, soprattutto dopo l’imbarazzante conversazione in cui lei aveva spiaccicato le loro facce l’una contro l’altra, a pensarci il sangue le affluì velocemente alle guance: ricordò l’esatto momento in cui le loro labbra si erano incollate per il gelo della notte, non avrebbe mai fatto una cosa del genere se fosse stata più cosciente.
Scosse la testa violentemente per cacciare via quel ricordo che le provocava uno strano vuoto al petto e nodo alla gola, ma cercò di rincuorarsi pensando che infondo per Sasuke, la situazione non era stata così drammatica: l’aveva persino riportata nella caverna e si era seduto accanto a lei a controllare che stesse bene. Peccato che il ragazzo fosse crollato dal sonno dopo cinque minuti e Hinata era andata avanti e indietro per tutto il rifugio finché non si era fatta l’alba.
Quando la corvina atterrò sul successivo ramo, ebbe un lampo di genio.
Nello stesso momento in cui si preparò a saltare chiarì che il motivo per cui Sasuke non si era rivolto minimante a lei era che non l’aveva ringraziato, forse si era offeso e lei aveva avuto davvero un comportamento imperdonabile.
La ragazza fece un altro salto, ma atterrando sul ramo successivo colpì qualcosa di duro che agilmente si spostò lasciandola cadere, la corvina già stava per cacciare un urlo ma una mano la afferrò saldamente per il polso bloccando la caduta e l’urlo della ragazza in un nano secondo.
Istintivamente la ragazza guardò sotto di sé, c’erano dei sassi, le immagini di una situazione simile le affiorarono alla mente: quando Neji ancora la disprezzava e ai primi allenamenti fece in modo di farla cadere da un ramo, ben consapevole delle sue mille paure. Scosse forte la testa cercando di ricacciare ancora una volta un ricordo e per naturale istinto si afferrò con il braccio libero al braccio di chiunque la stesse sorreggendo.
-Ti prego non lasciarmi!- le mani di Hinata si arrampicavano faticosamente sulla manica del salvatore finché non si rese conto di trovarsi in bilico sorretta da Sasuke Uchiha.
Il ragazzo la guardava esterrefatto rendendo la situazione ancora più insolita, ma sentendo il modo frettoloso con cui la ragazza cercava di risalire decise di darsi una mossa. Lasciarla cadere e procurarle una morte quasi accidentale non sarebbe stata la soluzione ai suoi problemi. Con una lieve pressione, tirò su velocemente il corpo della ragazza, purtroppo il ramo era così sottile che si ritrovavano faccia e faccia.
Hinata presa dallo spavento, si aggrappo con le braccia intorno al collo del suo salvatore, in un gesto di pura sicurezza, rendendosi conto solo oro di trovarsi letteralmente spiaccicata contro il corpo di Sasuke Uchiha. Sentiva l’odore di bagnoschiuma tropicale misto a sudore e i capelli neri le pizzicavano le guance, erano così vicini da sentire il respiro rilassato del ragazzo smuoverle la frangetta.
-Grazie. - sussurrò la ragazza, non aveva ben chiaro se quel grazie fosse per la sera precedente o se fosse perché lui le avesse appena salvato a vita.
Hinata non era certa di ciò che stava succedendo, non ricevendo nessuna risposto, alzò la testa fino a trovarsi a pochi centimetri (ancora una volta) dal volto di Sasuke Uchiha.
Quasi non volle credere a ciò che i suoi occhi vedevano: quel che alleggiava sul volto del ragazzo sembrava un sorriso, non uno di quelli che fai quando sei veramente felice e non riesci a trattenere la felicità, ma uno di quei sorrisi che ti si stampano in faccia quando la situazione si piega nei migliori dei modi per te.
Un sorriso sadico, sarebbe stata l’unica cosa che Hinata avrebbe mai visto sul volto di Sasuke.
Proprio quando pensava che il braccio del ragazzo stesse per allentare la presa, Hinata lasciò scivolare le braccia fino a passare con le mani piccole sul viso dell’Uchiha. Sorprendentemente per la ragazza, Sasuke la afferrò improvvisamente con più forza fino a portare i loro visi alla stessa altezza e con una forza pazzesca fece un salto fino ad atterrare a qualche metro di distanza dall’albero sui cui erano pochi secondi fa.
Il volto di Hinata era un misto di mille colori, Sasuke avrebbe potuto giurare che fosse passata da un bianco pallido a un rosso intenso e da un viola che suggeriva un senso di vomito della ragazza. Così il ragazzo si allontanò piuttosto in fretta, lasciandola balbettare delle scuse e dei ringraziamenti sconnessi. Un moto di rabbia per tutta quella gentilezza lo pervase, perché non stava zitta e basta?
-Prego!- scattò il ragazzo nervoso e la sorpassò, probabilmente la ragazza era così impegnata a crogiolarsi nelle sue figure imbarazzanti da non rendersi conto che erano finalmente giunti al punto di ritrovo per il processo dell’Uchiha: il tempio del paese del Fuoco, era lì che l’Hokage aveva richiesto la presenza di tutti i committenti dei vari paesi per decidere la veracità della fedeltà del traditore e per vedere se stesse svolgendo la sua punizione con adeguata attenzione.
Hinata resasi conto di quanto in quel momento poteva apparire imbarazzante si voltò nella direzione del ragazzo. Erano di fronte al tempio del fuoco, era lì che i problemi di Sasuke Uchiha avrebbero potuto finire o complicarsi.
Sentì una mano sulla spalla e si girò di scatto, era Naruto che le sorrideva.
La ragazza arrossì ancora di più se poté, rendendosi conto che certe vicinanze provocano effetti che non cambiano: forza dell’abitudine, si diceva.
-Hai ancora la febbre alta Hina-chan?- chiese il biondino preoccupato spostando la mano dalla spalla della ragazza fino alla pelle della guancia nuda, al tatto con la mano fredda di Naruto, la sua guancia appariva ancora più bollente.
Naruto rendendosi conto della temperatura alta della ragazza cercò di accennare a un sorriso ma si notava sul suo volto l’evidente preoccupazione.
Hinata era rimasta tutto il tempo ferma ad aspettare l’esito di Naruto, con un evidente imbarazzo, sotto gli occhi attenti di Sakura, alle spalle di Naruto. A interrompere tutto ciò fu la voce di Sasuke che li incitava a muoversi.
I ragazzi si avviarono verso il tempio, al suo esterno vi erano due guardie con due bastoni da combattimento che alla vista di Sasuke Uchiha sbarrarono l’entrata. Dalla gola del ragazzo uscì quasi un ringhio gutturale, si era reso conto che per il grande evento il posto era ben protetto, c’erano guardie tutte intorno al tempio e persino nascoste tra gli alberi, doveva spaventare seriamente la sua presenza.
Naruto notando la situazione che si era venuta a creare si precipitò di fronte l’amico e tirando fuori da una tasca un foglio di carta stropicciato lo porse alle guardie che dopo una breve lettura aprirono la porta del tempio e li lasciarono entrare.
Quando Hinata entrò, percepì il profumo d’incenso? Non era certa, ma la pietra di cui era composto il tempio emanava un’aria gelida, persino più fredda della neve sotto i loro piedi quando erano in viaggio, camminava insicura in fila dietro le spalle di Naruto e Sasuke, seguita dai passi sicuri di Sakura.
Naruto si fermò dietro una porta di legno, con una piccola finestrella sbarrata e dopo aver sbirciato, si girò verso i compagni di viaggio.
-Pare ci stiano aspettando, entriamo. – chiarì il biondino
Il ragazzo spalancò la porta di un colpo e fece la sua entrata seguito da un Sasuke apparentemente insensibile alla situazione. Hinata entrò con un certo imbarazzo misto a insicurezza mentre ora Sakura aveva perso totalmente la sua calma e si avvertiva dal movimento nervoso delle sue mani l’evidente paura che aveva della situazione che si sarebbe venuta a creare.
Nella sala calò un silenzio glaciale e tutti si voltarono verso Sasuke, era lui che creava tanto scalpore tra le persone.
-Fatti avanti Sasuke Uchiha - a parlare era stato un uomo anziano che si ergeva tra gli altri per il suo aspetto austero, la sala era stata abbellita con delle panche in funzione circolare: vi erano sedute poche persone, e qualche uomo, forse due o tre, camminavano con fare sospetto alle spalle dell’uomo che aveva parlato. Doveva essere sicuramente l’autorità maggiore lì tra tutti quegli uomini.
Sasuke non fece attendere un attimo e con passo felpato si diresse al centro delle panche, aveva le spalle ben dritte e il mento alzato a mo di superiorità.
L’uomo anziano si avvicinò di qualche passo all’Uchiha: ora Hinata riusciva a guardarlo meglio, doveva avere all’incirca una settantina da’anni, le rughe gli segnavano il viso creando un gioco di ombre sulla pelle bianca ma gli occhi di un verde vivace sembravano appartenere a quelli di un ragazzino.
-Tu sei il traditore del Villaggio della Foglia, spiegaci come noi possiamo permetterti di lasciare agire indisturbato nel cuore del villaggio che più odi?-
Naruto alla domanda dell’anziano uomo quasi scattò, ma la mano prudente di Sakura lo afferrò per un braccio trattenendolo. Hinata si sarebbe aspettato che da un mento all’altro Sasuke avrebbe ucciso tutti ma ciò che fece fu al quanto inaspettato.
Il ragazzo scrollo le spalle come se lui nella situazione non c’entrasse niente.- Io non ho tradito il Villaggio della Foglia.- dichiarò con una sicurezza disarmante- ho ucciso coloro che hanno sterminato il mio clan.- nel suo tono, si leggeva il risentimento che provava per tutti i presenti.
Il vecchio scattò un’occhiata fulminea verso Sasuke, Hinata riusciva a leggere in quegli occhi gli anni di vita e l’intelligenza furba dell’uomo, chissà se Sasuke riusciva a percepire il gioco che Hinata aveva intuito già.
-Certo, che bella giustificazione- proseguì l’uomo anziano, sul suo volto alleggiava un sorriso simile a quello di Sasuke, pensò Hinata. -quindi per questo hai ucciso anche tuo fratello?-
Alle parole dell’uomo Sasuke strinse i pugni per trattenersi, sentiva le unghie nella pelle, come osava quell’uomo parlargli di una cosa del genere? Sentì il peso della colpa ricadergli ancora una volta sulle spalle.
-Io ho ucciso mio fratello perché lui ha sterminato il mio clan perché gli era stato ordinato!- le parole gli erano uscite senza che Sasuke fosse riuscite a trattenerle, era una ferita aperta che non riusciva a ricucire, una ferita che si era fatta con le sue stesse mani.
L’uomo di fronte al ragazzo ticchettò le punta delle dita con fare nervoso, sul suo viso però alleggiava un sorriso rilassato.
-Certo, certo, capisco. Che terribile disgrazia quella degli Uchiha!Terribile!-
Hinata riusciva a sentire nel tono dell’uomo la falsità delle parole che aveva appena espresso. Era di una crudeltà enorme quello che era successo a Sasuke durante la sua infanzia, com’era crudele il fatto che lui fosse quasi impazzito fino a uccidere suo fratello e poi scoprire che tutte le ragioni per cui avevi agito per tutta la vita erano solo delle grandi menzogne.
Una vita di sangue e dolore.
I pensieri di Hinata furono interrotti da un altro intervento dell’uomo.
-Tuttavia, nonostante i tuoi mille peccati noi ti perdoniamo, ma sai che dovrai pur offrirci qualcosa in cambio- Hinata, notò che in quel momento Sasuke, Naruto e Sakura si erano irrigiditi, ma se sul viso degli ultimi due alleggiava un evidente immagine di terrore, sul viso di Sasuke alleggiava un sorriso sadico.
-Ho più cose da offrirvi io che voi lasciandomi la vita- dichiarò Sasuke, il tono amaro era misto a quello di contentezza.
-Oh ne siamo certi- dichiarò l’uomo anziano e per un attimo volse il suo sguardo oltre Sasuke. – Su portate la ragazza-. 
L’uomo aveva pronunciato le parole talmente in fretta che Hinata non ebbe il tempo di allontanarsi dalle mani di due guardie che l’avevano afferrata con una certa forza per le braccia, avrebbe voluto dire che sapeva camminare benissimo da sola, ma gli uomini che la stavano letteralmente trascinando verso Sasuke e l’uomo anziano non si erano degnati neanche di guardarla in faccia. Hinata istintivamente si girò verso gli altri sui compagni di viaggio. Delle guardie avevano bloccato all’istante anche Naruto e Sakura, che sembravano voler correre verso di loro da un momento all’altro. Quando gli occhi di Naruto incrociarono lo sguardo preoccupato di Hinata, gli scoccò un occhiolino, anche se era evidente la preoccupazione del ragazzo.
Hinata cercò di raccogliere tutta la sua buona volontà e cercò di apparire meno preoccupata di quanto fosse mentre le guardie continuavano a stringerla per le braccia esili anche ora che si trovava a faccia a faccia con Sasuke. Il volto del ragazzo non lasciava esprimere nessun tipo di emozione.
-Forza Sasuke Uchiha, mostraci la tua devozione.- Sasuke alle parole dell’uomo ebbe la conferma che le cose non erano cambiate, a loro non fregava un cacchio di quella ragazzina o della sua fedeltà, volevano solo conoscere e sfruttare al meglio il suo potere e lui non si sarebbe certo tirato indietro.
-Lasciatela andare. - la voce rauca di Sasuke era rivolta alle guardie. A tali parole entrambe le guardie strinsero con più forza le braccia esili della ragazza provocandole un lieve spasmo di dolore.
-Ho detto di lasciarla andare!- Stavolta Sasuke si rivolgeva all’uomo anziano, questo con un volto piuttosto scocciato accennò a un lieve gesto della mano che doveva significare ‘’fate come dice’’. Tal che gli uomini lasciarono subito Hinata e indietreggiarono di qualche passo. Hinata si affrettò a massaggiarsi le braccia doloranti, gli avrebbero lasciato sicuramente dei lividi.
Prima di poter entrar nei suoi pensieri il volto le fu preso dalle mani di Sasuke, che la costrinse a guardarlo in viso, il suo tocco era deciso sulla sua pelle. I suoi occhi in un attimo passarono da profondi pozzi neri a grandi macchie a tratti rosso sangue: Hinata sentì le forze mancarle, stava succedendo di nuovo quello strano processo, ma stavolta non voleva svenire, ma rimanere cosciente proprio per  questo cercò di tenere gli occhi ben aperti.
Sul volto di Sasuke si dipinse un espressione contrariata e proprio come aveva fatto la ragazza la sera precedente, fece in modo che i loro volti fossero a qualche millimetri di distanza.
-Non resistere- furono le parole che Sasuke aveva pronunciato sulle labbra della ragazza e in un attimo le chiazze rosse degli occhi di Sasuke si trasformarono in qualcosa di più forte. Hinata ebbe appena il tempo di capire che Sasuke le stava accarezzando le guance con i pollici che la forza del mangekyou la travolse facendola sprofondare in qualcosa profondo e senza fine.
Sasuke ancora una volta si trovò catapultato al centro della coscienza di Hinata, il suo chakra regalava ancora quell’atmosfera soffusa, ma c’era qualcosa di diverso: Hinata era lì di fronte a lui, con il capo chino e coperto dai lunghi capelli blu, sembrava una bambola rotta, sorretta solo dal chakra del Kyubi che la circondava. Il ragazzo fece qualche passò avanti facendo risuonare il suono dei suoi passi per lo spazio circostante. Quando fu abbastanza vicino da studiare ogni dettaglio notò la pelle della ragazza ustionata al punto che si staccava come gomma dalle ossa. Sasuke si avvicinò ancora di più e immerse le mani nel chakra fino ad afferrare il volto della ragazza. La pelle della ragazza attirava la sue mani come calamite dai poli opposti. Adorava il modo in cui la mandibola della ragazza si incastrava perfettamente nel palmo della mano e come le sue dita riuscissero perfettamente a coprire le guance della ragazza. Scosse la testa frettolosamente cercando di allontanare questi tipi di pensieri dalla sua testa.
 Cercò di scoprire il viso dai lunghi capelli e invece dei grandi occhi perlacei  vide solo un infinità di vuoto, chiazze nere e profonde.
Crebbe di poter urlare ma qualcosa di forte lo scaraventò via da quella visione e in un attimo si ritrovò di nuovo al tempio.
Il fiato strozzato e le mani tremanti sul volto della ragazza ancora inerme.
 In un attimo Naruto si sganciò dalla presa della guardia e corse verso il centro della stanza, ma a pochi centimetri da Sasuke e Hinata delle guardie lo bloccarono non permettendogli di avvicinarsi.
-Hinata!- aveva urlato, ma la sua voce gli sembrava lontana miglia- Hinata apri gli occhi!-
Le parole di Naruto arrivarono perfettamente alle orecchie di Sasuke che si riscosse dallo shock precedente e prima che il corpo di Hinata gli scivolasse tra le mani, lo afferrò saldamente per la vita.
-Forza Hyuga dimmi che sei viva!- aveva sussurrato con una certa impazienza all’orecchio della ragazza. Il respiro di Hinata era quasi impercettibile per Sasuke ma sorprendentemente la mano delicata di lei salì fino al suo braccio e lo strinse con una certa pressione.
-L-lasciami..- aveva detto- sto b-bene. - la ragazza iniziò a prendere il controllo del suo corpo e si eresse in posizione eretta ma Sasuke era ancora insicuro di lasciarla, finché la ragazza non scostò da sé le mani dell’Uchiha.
-Bene, bene. - l’uomo anziano aveva osservato la scena con un certo distacco, la sua concentrazione era posta sugli occhi sanguinei dell’Uchiha che in un attimo si affrettò a far scomparire e mostrare i profondi pozzi neri.
-Ragazzo mio- l’anziano si era avvicinato a Sasuke e gli aveva lasciato una pacca sulla spalla- come ho detto, tu hai il nostro perdono, in cambio abbiamo solo bisogno che tu ci serva con fedeltà.-.Sasuke aveva accennato a un sì, per quanto le cose si mettessero bene non faceva altro che pensare alla ragazza tremante sulle sue stesse gambe e ciò che lo torturasse di più era il fatto che gliene importasse sul serio qualcosa di tutta quella faccenda.
-Le cose sono finite bene a quanto pare!- aveva enunciato l’uomo anziano – Su, su ragazzi andate!- aveva un sorriso stampato sul volto e con le braccia, incitava i ragazzi ad andarsene. Le Guardie lasciarono immediatamente Sakura e Naruto.
Hinata fu la prima a uscire da quel maledetto tempio seguita da tutti gli altri ragazzi. Sentiva i polmoni andare in fiamme ma era stanca di sentirsi così debole. Aveva proceduto fino a rientrare nella radura, quando sopraffatta, si era lasciata cadere lungo un albero.
Il primo ad avvicinarsi a lei fu Naruto, seguita da Sakura.
-Su Hina-chan, ora torniamo a casa okay?- Naruto le teneva la testa che minacciava di cadere pesantemente a terra. La ragazza come tutta risposta accennò ad un si.
-Sbrighiamoci ad andarcene da qui- aveva enunciato Sasuke con il solito distacco di sempre. Hinata gli lanciava sguardi fulminei, anche se Sasuke non la guardava direttamente percepiva il suo sguardo su di sé.
Naruto in qualche minuto si sistemò Hinata sulla schiena e le affidò l’incarico di tenersi stretta.
Ripartirono per il viaggio verso casa, ed Hinata non faceva altro che tormentarsi sull’immagine che aveva nella testa, la stessa immagine che Sasuke aveva vissuto poco prima.
Tormentati dall’oscuro e dalle fiamme.
 
 

ANGOLO AUTRICE: Salve gente, eccomi con un nuovo capitoletto, stavolta pubblicato più in fretta degli altri.

Credo sia un capitolo molto triste che rispecchia appena il mio stato d’animo: eh già. E’ venuto a mancare il mio piccolo cagnolino, ma beh, la vita va’ avanti. Cerchiamo sempre il lato positivo: come una volta mi ha detto una persona cara ‘’ sono le esperienze belle e brutte che ti rendono una brava scrittrice ‘’. Quindi credo di aver messo davvero i miei sentimenti in questo capitolo e spero che vi possa piacere!
La storia sta andando avanti, uno dei problemi dell’Uchiha pare essersi risolto ma qualcosa di nuovo si sta insediando  nella sua piccola mente macabra, non vedo l’ora di darvi l’esplosione di SasuHina più grande del Big Bang!
Per ora vi lascio col fiato sospeso e mi raccomando ditemi che ne pensate di tutta questa faccenda!
Per servirvi, la vostra Lottie J
  
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